Film culto per chi ama la chitarra!!
Pean è magistrale non solo per la recitazione, ma nel muovere le mani sulla tastiera: sembra davvero un grande chitarrista.
Piccolo gioiello di Allen a tutti gli amanti della buona musica.
io l'ho visto al cinema, e l'ho trovato di una noia mortale. Un puro esercizio accademico come allen fa ormai da quasi dieci anni a questa parte. cioè, a mio avviso, da "ombre e nebbia". Ultimo bellissimo film. Questo poi, personalmente, l'ho anche trovato uno dei riusciti peggio di tali esercizi accademici. Un film veramente insulso: ricordo che usciti dal cinema ci siamo incazzati con noi stessi per esserci cascati ancora nella noia che ormai non riesce nemmeno più a esser compiaciuta, di allen.
Ma io non suono la chitarra.
Achab, siamo alla Corrazzata Potemkin...?
in che senso, aleph?
E' un film su un musicista di cui, salvo essere degli iperappassionati di chitarra, onestament frega poco a molti. In più tutta quella leggerezza di cui parlate, io la trovo autoreferenzialità woodyana cosparsa a piene mani come fosse formaggio grana su una pasta poco saporita. anzi insapore.
E' noioso, non perché annoia. E' noioso perché è prevedibile, poco interessante e poco poetico. E per l'argomento, e per il modo con cui lo tratti. Se vuoi parlare di musicisti semisconosciuti ai non addetti ai lavori, allora devi saperlo fare bene, in modo accattivante, originale. Come ha dimostrato Wenders in Buena Vista Social Club per i musicisti cubani, fino allora sconosciuti e ormai divenuti da happy hour. O anche, in "The soul of a man" (sul Blues), sempre di Wenders.
PS: io adoro Allen. Ma per me è ha finito di dire cose interessanti dieci anni fa. Il mio film preferito, in particolare, è "Crimini e misfatti". Visto decine di volte anche in lingua originale. Ma se penso a "Sweet and lowdown" provo quel senso di disagio che provo quando vedo uno che cerca in tutti i modi di fare il filmetto per pochi e alla fine non ci riesce.
Sweet & Lowdown conferma - se ce ne fosse bisogno - intuito e sensibilità di Woody Allen, il quale riesce a costruire in due ore scarse di film un archetipo diffusissimo: quello dell'artista (il film, a leggerlo con attenzione, trascende il mondo musicale) bravo, ma privo del "quid" che occorre per diventare un grande. La costante sudditanza psicologica all'unico riconosciuto come "più bravo" è geniale, così come geniali sono le costanti dichiarazioni "I'm an artist", con cui Emmet giustifica le sue umane piccinerie.
Non so, mi pare che Woody Allen non meriti più giudizi tranchant sul genere "film noioso, autoreferenziale", eccetera. Può piacere, può dispiacere, come - per stare a casa nostra - Nanni Moretti. Ma assegnargli la patente di quello che "ha finito di dire cose interessanti dieci anni fa" mi sembra davvero ingiusto. Anche perché continua, anno dopo anno, a fare film che si vedono volentieri e che lasciano sempre - alcuni di più, altri di meno, com'è ovvio - preziosi spunti di riflesisone e discussione. Di questi tempi è un merito enorme.
Per di più le stesse devo dire noiosissime critiche si facevano anche su Fellini, Bergman, Rossellini ecc...Mi suona un pò come se uno davanti a un Fontana dicesse: "mah i suoi tagli erano meglio 10 anni fa..". Controfirmo con abbraccio accademico tutto quello che ha scritto Alberto.
Sì, alberto, sono film che si vedono volentieri. ma quelli me li aspetto da altri registi. Io, ripeto, quando vedo Ombre e Nebbia, "crimini e Misfatti, "Manhattan", "La rosa purpurea del cairo", ma anche cose minori, ma lì sì, davvero deliziose e poetiche, come "Radio days", e poi vedo "tutti dicono i love you", che è dichiaratamente stupidino, ma anche Sweet and lowdown che ha la pretesa di essere un po' più di nicchia, una sorta di piccola perla, ecco mi rendo conto che allen è un regista in fase di totale involuzione. Che fa un film all'anno. Ora mi viene in mente anche "Criminali da strapazzo": ma cosa c'è dentro che già non ho visto in qualsiasi altro Allen del passato? Nulla, e allora preferisco riaffittarmi "Prendi i soldi e scappa" e rivedermelo per la centesima volta. tutto qui. Poi, ripeto, come spesso capita quando hai una passione "tua", la chitarra, e questa è trattata in un film con dovizia di particolari, allora il film lo guardi sotto un'altra prospettiva e ne cogli altri aspetti.
La Corrazzata Potemkin era riferito all'immagine di qualcuno (in questo caso tu) che esce da un film disgustato e lo commenta alla Fantozzi, tutto qui.
:0)
Trovo che abbiate ragione tutti e due (io, da chitarrista, ovviamente sto con Alberto): la figura dell'artista a cui manca sempre qualcosa per sfondare è patetica e divertente allo stesso tempo. In più in quel film aleggia lo spettro del fatto che esiste sempre qualcuno che è meglio di te; Sean Penn è magistrale nell'interpretare questa cruda realtà (bellissimo quando si incontra con Django e sviene...trovo sia geniale!)
Però non farei paragoni con Wenders-Cooder, con il loro Buena Vista l'operazione era completamente diversa. Lì si trattava di parlare di cose e uomini veri, reali. Sconosciuti ma reali: è stata un operazione archeologica (se mi passate il termine), cioè riportare alla luce e alla conoscenza di tutti un gruppo di musicisti straordinari.
Allen, da discreto jazzista, gioca, flirta con la musica, ci ricama sopra qualcosa di leggero e allo stesso tempo crudele e duro. Chissà quanti si sono rivisti in quell'Emmet inconcludente e frustrato.
No, sami, non so affatto d'accordo. Fellini è altra cosa. E comunque, quando ha fatto una mezza cagata, come "Jinger e Fred" (ora direte che anche quello è un capolavoro, e io invece no), e pensi che lui ha fatto Otto e mezzo ti viene spontaneo sentire un tuffo al cuore. Su Bergaman e Rossellini il discorso è diverso: stiamo parlando cinema d'autore, e di registi che non si riferiscono al grande pubblico (soprattutto il primo) e che, sintomatico, non hanno fatto un film ogni 6 mesi. Come ormai invece, Allen fa da dieci anni. Poi, ripeto, io, personalmente negli anni di film veramente belli di Woody Allen come quelli del passato non ne ho visti. COsa volete che vi dica, e questo di cui stiamo parlando mi pare anche uno dei più inutili tra quelli degli ultimi anni. Non so che farci.
Capisco stessimo parlando di "Pallottole su Brodway", quello sì era un gioiellino, anomalo e diverso. E anche lì lui non era attore. Ma Sweet and lowdown, francamente...
Secondo me, sami, invece ammettere l'involuzione di un artista che si ama è il primo modo per continuare ad amarlo.
lo vidi a venezia in VO e poi al cinema in italiano, bel film, eccellentemente sintetizzato dalla critica biraghiana.
per un po' di tempo ho addirittura cercato notizie di questo chitarrista, convinto che fosse esistito :-)
ps: non suono la chitarra, sono stonato come una campana fessa, i musicisti mi stanno mediamente sui coglioni
Sono anch'io un chitarrista e quindi di parte! Il film mi è piaciuto e condivido la critica di Alberto ma sopratutto ribadisco, per chi può, di vederlo in lingua originale, ne guadagna veramente moltissimo
Sai Achab, secondo me si può prendere un genio che ha sfornato numerosi (numerosi!) capolavori, rendersi conto che negli ultimi anni non ne fa più e ammetterlo a se stessi; questo, come dici tu, è una cosa corretta. Poi lo si può prendere e buttarlo giù dalla torre ed evitarlo come un'infezione in nome della "grande ispirazione che non ha più". E questo è un eccesso.
E' un atteggiamento comune, quello di rivolgersi schifati all'artista che tanto ha fatto ma non produce più sullo stesso livello, non riuscendo ad apprezzare come meritano i suoi prodotti attuali nè valutandoli obiettivamente: se un film recente di Woody fosse prodotto da un autore nuovo e/o misconosciuto, di certo l'atteggiamento della critica partirebbe da un punto molto diverso... Questo può essere giusto, ma fino a un certo punto.
Come dici tu, è giusto ammettere che un grande artista non è più lo stesso di un tempo, ma è corretto anche valutare la sua produzione senza pregiudizi.
PS: fermo restando che io il film non l'ho visto...e che magari lo troverei anch'io una barba (possibilissimo). Discorso generico.
D'accordo, ammetto d'essere stato eccessivo, sopratutto, come sempre, dopo essermi riletto (cosa, questa che tendo a fare poco, difetto enorme mio). Resta comunque il fatto che la penso davvero così. E cioè che Allen da tempo abbia poco da dire e che, essendo bravo e furbo, sappia ben mascherare la cosa dietro abili film, gradevoli certo e che, certo, fossero fatti da un pinco pallo qualunque verrebbero meglio accolti. Ma il punto è che Allen non è un pinco pallo. Per lo meno, non lo è stato per me. Ma sarei poco sincero se non dicessi che nessuno dei suoi film dopo Ombre e Nebbia non mi è apparso come manierismo. Mi scuso per i toni, ancora, mi spiace sinceramente.
Oppi, per continuare sul discorso del saper ammettere quando un proprio amore è in fase involuta, io per esempio ogni volta che esce un film di Wendes mi emoziono. Vado a vederlo e sarei bugiardo verso me stesso se dicessi che mi ha emozionato come mi emozionarono Paris texas o Kings of the road, o Alice in the cities. E soffro, soffro tremendamente. Ma lo ammetto, a denti stretti lo ammetto: Wenders, temo, ha perso da anni l'ispirazione che aveva. O, forse, più semplciemente ha perso per strada Peter Handke e Sam Shepard. Oddio, a dire li vero, quest'ultimo è tornato nell'ultimo attesissimo (da me come sempre, ma non mi faccio illusioni) "Don't come knocking" (sua è la sceneggiatura, come ai tempi di Paris Texas).
Tornando a Woody Allen, mi riviene in mente un suo straordinario film, troppo spesso dimenticato: "The sleeper". Quello era geniale.
Vabbeh visto che l'avete cazziato a sufficienza io dico che se c'è un vero affetto per un autore è comprensibile usare parole forti quando arriva la delusione. Io ho un ricordo abbastanza sbiadito di Accordi e disaccordi, anche se non negativo. Ed è pure vero che i film citati da Achab, tra Ombre e nebbia e Pallottole su Brodway, erano particolarmente riusciti.
Però, intanto c'è la riflessione che fa Oppi: a un artista di valore deve essere concesso di tradire l'immagine di se stesso, anche quando ciò ci contraria. Diversamente si avrebbe a che fare con un conformista e non con un innovatore.
Ma a parte questo comunque non penso che il giudizio sul tardo Allen sia azzeccato: vista sul lungo periodo a me pare che la sua ispirazione si mantenga bene. Dei film degli ultimi 10 anni alcuni me li son persi senza troppi rimpianti, gli altri e specie gli ultimi mi sembra che testimonino buona salute.
Sul ritmo di produzione annuale, guarda che fa parte integrale della sua cifra stilistica. Allen non è regista che punta a fare film di culto, non è per esempio un Kubrick afflitto e graziato da una maniacale precisione sul set: anzi per dirne una Allen predilige lunghe riprese senza stacchi per semplificare e velocizzare il lavoro.
Sia per provenienza professionale che per ragioni anagrafiche appartiene a quel gruppo di registi per cui la produzione artistica è un lavoro quotidiano, a ciclo continuo, quasi operaio.
Noi più giovani siamo più abituati a considerare l'opera in uno spazio fisso a sè stante.
Prova a pensare al caso di Tarantino che dopo un esordio eclatante e senza sbavature, si centellina cercando ancora di prodursi in altri colpi impeccabili e senza sporcarsi le mani, ma invece arranca.
Oltretutto, tornando al discorso di prima, Allen è uno che con l'immagine che traspare di sè ci gioca: appare come il mannhattiano per eccellenza ed è nato a Brooklyn; fa pensare all'intellettuale secchione ma è uno che ha sempre pensato a divertirsi e i primi libri seri li ha letti dai 18 in poi (per conversare con le ragazze); sembra un gracilino complessato ed ha sempre fatto sport; rimanda l'idea dell'ebreo sofisticato e invece viene da una famiglia modesta e poco tradizionalista.
A proposito per chi può vederlo queste ed altre amenità in uno speciale su sky che passa in questo periodo e vale.
ciao
Ho letto qualcosa dei vostri commenti. Ma come si fa a dire che il grande Django era un semisconosciuto?Roba da pazzi!La più grande chitarra jazz della storia, l'altra più famosa ma di un altro genere, forse perkè è nata in epoca hippie era Jimi Hendrix. Woody al solito ha dimostrato di essere un grande..non ho parole...
Però penso che chi non conosce Django può pensarla in modo diverso. Innamoratevi di Django e rivedetevi il film...hasta luego..