Quando si parla di Carlo e di piazza Alimonda
di Giuliano Giuliani
Che fatica! A volte ti sembra che sia tutto inutile, perché se anche il bel giornale che ogni tanto ti ospita scrive delle cose assolutamente non vere ti prende lo sconforto!
L'Unità di ieri, a pagina 11, dà notizia del rinvio a giudizio di poliziotti (ma ci sono anche dei carabinieri, guarda il caso, a volte) per le torture di Bolzaneto e nel riassunto scrive: “... In via Caffa, intorno alle 17.20, un contingente di circa cento carabinieri, accorso per dare man forte ad altri reparti, viene accerchiato dai manifestanti e si ritira verso piazza Alimonda. Alcuni militari, a bordo di due camionette, rimangono isolati. Da una, circondata dai manifestanti, il carabiniere Mario Placanica spara: Carlo Giuliani muore all'istante. A Placanica, indagato per omicidio volontario, sarà poi riconosciuto di aver agito per legittima difesa”.
Di vero c'è solo, con qualche approssimazione, l'orario. Allora, con ordine. Il contingente è da un po' di tempo in piazza Alimonda, dove si rifocilla, prima di rientrare alla Foce. Ma a qualcuno viene in mente di attaccare il corteo dei disobbedienti (aggredito ingiustamente da ore in un tratto autorizzato) anche di fianco. Manovra insensata, nella quale tuttavia, nonostante i tempi strettissimi (meno di sessanta secondi), il funzionario di polizia che comanda ha l'occasione di dimostrare le sue doti di lanciatore di sassi. Il contingente scappa disordinatamente, senza il minimo accerchiamento. I manifestanti restano al di là di quella specie di barricata di cassonetti e si muovono soltanto dopo che è iniziata la fuga dei carabinieri. Le due camionette si ostacolano a vicenda, poi una se ne va, mentre l'altra, dove dovrebbe trovarsi il Placanica, si ferma contro un cassonetto che è lì da alcune ore e non lo sposta (come invece potrebbe) per non investire il carabiniere che sta dietro il cassonetto intento a spruzzare liquido irritante. La camionetta non viene mai circondata, né si può parlare di isolamento, perché a una decina di metri ci sono i carabinieri precedentemente scappati e poco più in là una quantità enorme di poliziotti con blindati, ecc. Continuo a dubitare che a sparare sia stato Placanica, anche per via di alcune sue dichiarazioni. L'archiviazione ha impedito anche di accertare questa non trascurabile eventualità. Infine, Carlo non muore all'istante. Viene travolto due volte dalla camionetta, guidata da un carabiniere che dice di aver sentito urla, sassi e imprecazioni ma non gli spari (tanto che un avvocato della difesa gli ha dovuto chiedere “a chi vuole darla a bere!”). E ancora tempo dopo il sangue continua a zampillare dalla sua ferita, mentre le forze dell'ordine lo assistono lanciando lacrimogeni verso chi cerca di soccorrerlo. Poi, come se non bastasse, qualcuno, un carabiniere secondo i dati in mio possesso, gli spacca la fronte con una pietrata. Per favore, quando si parla di Carlo e di piazza Alimonda bisogna sempre ricordarsi di tutte queste cose.
Potrei aggiungere che se giustamente si mette tra virgolette la parola “perquisizioni”, riferendosi all'operazione Diaz, fa fare un salto sulla seggiola leggere di “violente colluttazioni” e l'uso del condizionale sulle violenza a Bolzaneto.
Grazie ancora per l'ospitalità.
Grazie a Giuliano (e Alberto) che ci ricordano di ricordare BENE.