CONTRORDINE
Mangiacicoria and friends
di ALESSANDRO ROBECCHI
Immagino che la sconvolgente svolta della Margherita abbia per sempre segnato le vostre vite, che abbia lasciato una ferita mai più rimarginabile, che non vi abbia fatto chiudere occhio tutta la notte. So di gente che ha pensato ai barbiturici. Finalmente dei motivi nuovi per non dormire... non quelle solite menate sulla rata del mutuo, sul contrattino in scadenza, quei piccoli egoismi che vi riempiono la vita. Finalmente politica! Può la Margherita perdere la sua identità di Margherita senza farsi fagocitare dall'Unione e senza farsi egemonizzare dai Ds come in un filmino sado-maso giapponese? No che non può! E del resto, come potrebbe una Margherita succube di Fassino (maddài!) intercettare sul territorio i voti della destra, cioè di quella buona e brava gente della nazione che fino a ieri si spellava le mani per il capocomico Silvio? Tre anni di pane e cicoria, ha detto Rutelli, ma forse la cicoria era lisergica, o era quell'erbetta che viene dall'Albania, insomma roba buona, visti gli effetti. Senza contare che la metafora è infelice, in un paese dove molti pane e cicoria lo mangiano per davvero, e dove i soldi finiscono prima dei giorni del mese. Visti dall'esterno - dal pendolare sul suo carro bestiame, dal lavoratore interinal-sfigato, persino dall'ex ceto medio proletarizzato - i prossimi presunti vincitori delle elezioni politiche sembrano un esercito che, in sincrono, come un sol uomo, prende la mira e si spara in un piede.
Accuratamente. Non è un incidente: voleva proprio spararsi in un piede. Eppure, cari miei, la mia terribile sensazione è che rimpiangeremo questo momento. Quel che oggi ci sembra un disastro ci farà sorridere quando si profileranno all'orizzonte altri disastri e massimamente quando questo esercito dei mangiacicoria and friends riuscirà in un modo o nell'altro a governare il paese. Con i conti pubblici sfasciati dalla banda di Silvio, sarà urgente porre pesantemente mano alla questione economica. Che significa una bella stretta, perché i mercati... e il rating... e il sistema paese... eccetera eccetera e quindi se pensate che l'economia riguarderà i vostri soldi, o le tariffe, o i servizi, è probabile che vi sbagliate. Scusate l'ottimismo, ma ecco lo scenario.
Quando qualcuno dirà che bisogna cambiare la legge 30 (legge Biagi/Brigate Rosse/Maroni) si alzerà qualcun altro a dire che non si può danneggiare così le imprese e che dopotutto la flessibilità ha permesso al mercato del lavoro di muoversi almeno un po'*. Quando si chiederà conto della riforma Moratti qualcuno dirà che la scuola non può subire il trauma di una riforma ogni cinque minuti e quindi... con qualche lieve aggiustamento...**. Quando si parlerà di nuovi diritti per nuove famiglie faranno il diavolo a quattro i cattolici, facendo sponda naturalmente con i cattolici della futura opposizione, che sono del resto i cattolici attualmente al governo che fanno lo stesso con quelli attualmente all'opposizione. Altra cicoria, insomma***. Quando si porranno problemi sociali urgenti, si dirà che essi si risolvono con la ripresa dell'economia e dunque prima di tutto aiutando le imprese. Solo con imprese più felici si diventerà (in prospettiva lunga, temo) più felici pure noi. E in ogni caso, per placare i nostri bollenti spiriti, si agiterà davanti al nostro naso lo spettro dell'operaio cinese, dicendoci chiaro e tondo che dobbiamo star calmi con le rivendicazioni e le richieste****. Infine, qualora Gorge faccia un fischio per andare ad ammazzare qualcuno in Oriente, consegnando poi al cadavere la democrazia in pacco anonimo, si alzerà qualcuno dei «nostri» a dire che insomma, l'uso della forza non è poi questa gran brutta cosa che si dice in giro.*****
Note:
* Gia fatto.
* * Fatto!
*** Fatto pure questo.
**** Fatto. Tutti i giorni.
***** Fatto Mission accomplished (alessandro robecchi)