qui giace OneMoreBlog2.31
«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
luoghi:
HP OMB 2.31 |
HP OMB 4.x |
archivio mensile |
archivio sezioni |
Alberto Biraghi
Terra promessa
Feroce, crudo, violento, claustrofobico,
questo film di Amos Gitai fa di tutto per far cascare lo spettatore nelle mani degli aguzzini, assieme alle poverette che hanno lasciato i Balcani per il Medio Oriente alla ricerca di fortuna e si ritrovano schiave. Telecamera a mano, pellicola sgranata, immagini traballanti sono dure da diggerire, ma proprio per questo maledettamente appropriate. Si partecipa al calvario di donne imprigionate, violentate, ridotte a merce di scambio, in un clima di vuoto esistenziale e morale che mette i brividi. Scene da inferno nazista, con docce gelide con la pompa e cancellazione della dignità.
L'unica via di fuga è la pazzia, l'unica giustizia è data dalla bomba, che esplode nel lager, colpisce apparentemente a caso, ma in realtà non sbaglia obiettivo. Tutto sconvolgente, ma anche tutto vero, purtroppo. Questi fatti accadono ogni giorno, piĆ¹ o meno ovunque. Si esce dal cinema nauseati dalla desolazione in cui può cadere l'uomo, con il bisogno quasi incontrollabile di chiedere scusa a qualcuno.
24.05.05 00:19 - sezione
cinema