La giunta di Roma scrive e approva una delibera insieme ai movimenti e ai comitati di lotta. La soddisfazione di Rifondazione
Veltroni dà le case agli sfrattati, ai poveri e a chi le occupa
di Stefano Bocconetti
A Roma l'hanno fatto. Sono intervenuti sull'emergenza abitativa, in tanti modi diversi. Inventandosi nuovi modi d'intervento. E così ora, la capitale ha una "legge" che prevede la possibilità di acquistare palazzi (qualche nome? I palazzi di Vaselli, della Bankitalia, ecc) da affittare poi a canoni ridotti. C'è una "legge" che prevede un intervento per calmierare gli affitti. Si farà così: per i nuovi insediamenti, per i nuovi complessi edilizi, il Comune tratterà direttamente con i costruttori. In modo da riservarsi una quota di alloggi da reimmettere nel mercato degli affitti. A prezzi inferiori a quelli di mercato, a «canone concordato solidale».
E ancora. Il Campidoglio proverà ad accelerare la capacità di spesa - spesa autonoma, si sta parlando di fondi comunali - per l'edilizia residenziale pubblica. Senza che tutto questo possa diventare un grimaldello per ridisegare una «città di mattoni». Visto che tutti gli interventi - siano del Comune o dei privati - dovranno avvenire nel pieno rispetto del piano regolatore. L'hanno fatto. E hanno fatto di più: il Comune garantirà la soluzione - temporanea - dell'«emergenza nell'emergenza». Garantirà, sempre attraverso la trattativa coi privati, alcuni alloggi temporanei alle famiglie sfrattate, a chi è cacciato da casa. E tutto questo (e molto altro) è scritto. Nero su bianco: in una legge, meglio: in una delibera, approvata l'altro giorno dall'amministrazione. Così com'è scritto che d'ora in poi - per garantire a tutti, anche a chi vive «gravi situazioni di disagio» - il massimo di sicurezza, nessun ente comunale si potrà permettere di staccare l'energia elettrica, l'acqua, i servizi a chi occupa le case. Per loro, in via temporanea, pagherà il Comune.
A Roma l'hanno fatto. Anche se forse è ancora più importante il «come» l'hanno fatto. A settembre dell'anno scorso, in giunta fu presentato uno schema di delibera appunto sull'emergenza abitativa in città. Una «bozza», che conteneva molte meno cose - e anche alcune discutibili - di quelle approvate l'altro giorno. Il testo ha cominciato a girare. In decine di assemblee promosse dai movimenti per la casa, da Action.
Ma non solo Action: dai comitati di autogestione ai sindacati degli inquilini. L'hanno discusso, emendato. «L'hanno riscritto quasi per intero», racconta Patrizia Sentinelli, capogruppo del Prc in Campidoglio. Ci hanno messo più cose, più dettagli, più proposte. Anche più vincoli (l'idea del rispetto del piano regolatore per evitare che attraverso le maglie della elibera possa ripresentarsi la speculazione edilizia, è nata proprio in questa consultazione di massa). E così, in questa nuova, completa riformulazione di 16 pagine, la delibera è stata poi approvata definitivamente.
L'ha scritta la città, insomma. L'ha scritta un "pezzo" della città. Perché una delle parti più innovative riguarda i «beneficiari» delle norme. Quella di Roma, insomma, non è l'unica delibera che prova a mettere le mani nel dramma casa. Ma nei testi legislativi, quando si fa riferimento alle categorie sociali interessate si gira sempre attorno alle coppie, alle giovani coppie con figli. In qualche caso - in quei pochi casi di amministrazioni più sensibili - il riferimento è esteso, alle coppie di fatto. Qui, nella delibera capitolina, si fa invece davvero riferimento alla vera composizione sociale di chi è in difficoltà. Sono citate quelle categorie che le indagini Istat neanche menzionano: i migranti, i precari, gli studenti, gli anziani soli, le ragazze madri, i rom.
Tutto questo a Roma l'hanno fatto. Partendo da una delle situazioni più difficili. Sì, perché il dramma della casa qui è fatto di cifre enormi. In un anno sono state sfrattate duemila persone. Nel 20% dei casi sono stati colpiti disabili e anziani, nel 5 % migranti. E incombono altri 9000 procedimenti di sfratto. Sono poi 21 mila le famiglie costrette alla coabitazione. Altre 1500 hanno chiesto un contributo per «grave disagio sociale», e altre 27 mila hanno chiesto di entrare nelle graduatorie dell'edilizia pubblica.
Sono partiti da qui. E non si sono fermati. Perché la delibera, fra l'altro, prevede anche nuovi strumenti di monitoraggio del fenomeno. Sono partiti da qui per denunciare il fallimento - c'è scritto nella premessa alla delibera - delle leggi nazionali, per denunciare l'impoverimento delle famiglie romane. E sono andati avanti coi programmi di edilizia sociale, con i 1900 appartamenti da affittare subito, con ulteriori programmi straordinari. Coi progetti di costruzione di nuovi 550 alloggi, con l'acquisizione di altri immobili, con l'idea di intervenire, come s'è visto, nel mercato privato. «Ed è un risultato straordinario - continua Patrizia Sentinelli - sia dal punto di vista del metodo, del percorso democratico che abbiamo attivato e che va tenuto in piedi per il raggiungimento degli obiettivi. Sia perché s'è trovata la strada per intervenire finalmente nel disagio sociale».
Qui l'hanno fatto. Altrove no. Forse perché a Roma, si è avuta l'intelligenza di evitare gli sgomberi delle case occupate (l'ultimo caso a viale Castrense, pochi giorni fa). «Le occupazioni, il movimento di lotta, Action e questa delibera si sono tenuti per mano. E ha vinto la città», chiude Patrizia Sentinelli. Ha vinto. Forse anche perché «qui c'era un movimento più forte, più radicato», per usare le parole di Nunzio D'Erme, di Action, consigliere comunale indipendente di Rifondazione. «E forse perché Veltroni s'è dimostrato più sensibile di altri».
Governare da sinistra: si può
di Piero Sansonetti
Vedete che si può governare anche facendo cose di sinistra? E non c'è bisogno nemmeno di essere dei pericolosi estremisti, o dei comunisti incorreggibili. Walter Veltroni è una persona seria, intelligente, molto onesta e gentile, ma sicuramente è un moderato. Ho lavorato con lui per parecchi anni, quando stavamo all'Unità, ho anche molto litigato con lui, lo conosco bene e vi assicuro che non è l'erede di Che Guevara. E' un socialdemocratico, un liberale, ama i Kennedy e Luther King, non ha mai avuto simpatia per il Black Panther per "Lotta continua" o per i movimenti degli anni '70. Però quando si è trovato di fronte all'emergenza dei senza tetto, delle case che mancano, del mercato che frusta i poveri e aiuta solo i ricchi, e ha avvertito la pressione politica - e anche morale - di un movimento rude e radicale come è il movimento per la casa, il gruppo di "Action", i disobbedienti, cosa ha fatto Veltroni? Ha chiamato tutti intorno a un tavolo, ha discusso, ha trattato, ha cercato, insieme ai movimenti, di trovare delle soluzioni. Non gli è passato neppure per l'anticamera del cervello di chiamare i giudici, e la polizia, e di dire: "vedetevela voi, sgomberate le case occupate, fate rispettare la legge... ".
Veltroni, ve lo assicuro, non è un nemico della legalità, non ama i clamori, il disordine, la violazione delle regole. Però è un uomo politico e facendo politica si è chiesto: "qual è il problema fondamentale che ho davanti, l'emergenza casa o l'ordine e la legge? Qual è la cosa della quale devo subito occuparmi, il forte disagio sociale di tanta gente di Roma, o il profilo istituzionale della mia persona e della mia carica? " Avete visto da soli quali risposte si è dato, avete visto come ha lavorato, come ha utilizzato quella grande risorsa che è la democrazia partecipata, e come ha saputo capire che il conflitto sociale, in quel momento, era una grande risorsa politica e non il "nemico". Era dal conflitto che veniva la spinta alle riforme, cioè al sale della politica. Veltroni ha saputo fare politica. Spesso è difficile fare politica: richiede intelligenza, cultura, sapienza, pazienza, capacità di mediazione e fantasia. Se non hai tutte queste cose ti resta solo la strada di prendere l'accetta e tagliare. Vedi il conflitto come il male, come il delitto, non come un mezzo per ottenere dei risultati, per dare forza a esigenze, a soluzioni, a un disegno politico. Certo, se il disegno politico non c'è, il conflitto è una maledizione. Allora vieni preso dalla frenesia di affrontare il problemi col pugno duro. Ti senti forte, autorevole, solo perché sai tenere il punto, perché sei autoritario e non ti fai condizionare. Non c'è niente di peggio, in politica, che convincersi della necessità di non essere mai condizionati dagli altri: "io sono io e voi siete voi. Io comando e voi vi adattate. Io scelgo e voi dovete accettare".
Naturalmente voi - che siete davvero maliziosi - pensate che tutto questo io lo stia scrivendo pensando a Cofferati. Non è vero, non ci penso affatto a Cofferati. Penso alla discussione di questi giorni - e dei prossimi - sul significato dell'alleanza di sinistra per governare l'Italia - cioè l'Unione - e sull'asse politica che dovrà darsi. La vicenda di Roma dimostra che non c'è questa alternativa netta fra chi vuole le utopie - cioè fare cose di sinistra - e chi è realista e quindi pensa che vada solo ristabilito lo status quo, rimessa in sella la borghesia imprenditoriale e cancellato il disordine pasticciato e peronista di Berlusconi. C'è la possibilità di darsi un programma che permetta alle sinistre di governare facendo cose sinistra, e questa non è un'utopia ma è puro realismo.
posso dire una cosa cattiva, ma dal profondo del cuore?
questa e' demagogia
panni caldi
Caro mio, secondo me non è cattiva. E' miope.
Concordo con Alberto. Magari fossero tutti così demagoghi...
Se quando uno fa una cosa di sinistra ci puzza per forza, è meglio che votiamo UDC.
Certo, può ben essere anche demagogia, ma l'iniziativa in sé mi sta bene.
Chiaramente, non tutti i Comuni hanno le risorse che ha il Campidoglio, ma più che tanti soldi per certe cose servono sensibilità e coraggio di decidere le priorità.
Se posso esprimere un parere esclusivamente su questi fatti, non conoscendo a fondo altri aspetti del suo governare, mi sembra di capire che Veltroni è un vero socialdemocratico, nel senso cioè di "socialista" e "democratico" e, con tutte le difficoltà e le contraddizioni dovute ad amministrare una città così complessa, dimostra che "fare cose di sinistra" non è necessariamente monopolio di ideologie comuniste o di sinistra radicale (...anzi, a volte).
Insomma esiste un modo di essere di centrosinistra e moderati, senza convergere spudoratamente su posizioni neo-liberiste e repressive di destra.
Perfettamente d'accordo con Sansonetti.
ps: sempre per la serie di chi mi dirà "tu non hai le idee chiare" ;-) .... alle ultime regionali, in quanto socialdemocratico-ambientalista (non comunista), ho votato Rifondazione Comunista perchè non trovavo a sinistra nessun altro più vicino alle mie posizioni (sono andati tutti troppo a destra, ormai inutile negarlo ma Rifondazione, con tutti i distinguo del caso, è la cosa più vicina possibile a un vecchio buon partito socialdemocratico di sinistra - europeo intendo, lasciamo perdere quelli storici italiani, da nausea -). Un Veltroni mi aiuta rivalutare un po' anche i DS .... speriamo bene.
Ottima la delibera di Verltroni. Se ne può avere una copia ?
Credo che l'Unione a Milando debba inserire queste soluzioni nel programma per il prossimo sindaco. Mi sembra che ci siano tante idee che vanno benissino anche da noi. E mi piace moltissimo il percorso democratico e di consultazione con cui si è arrivati alla delibera. Tutti concetti che ho inserito nel mio programma.
gerry: "Un Veltroni mi aiuta rivalutare un po' anche i DS".
No. I "DS" partito popolare e democratico non esistono. C'è solo un gruppo di potere che gestisce in assoluta autonomia il po' di consenso residuo (dal 30% del PCI a un 13% scarso), a proprio uso e consumo, fottendosene della (meravigliosa) base attiva che ancora resiste.
Per il restante 20% i DS sono gruppuscoli di opposizione (Berlinguer, Mussi, Salvi, Melandri, eccetera), per diverse ragioni inadeguati.
Rivalutare il partito per merito di uno solo, che pure faccia benissimo il suo mestiere, è l'errore che ci ha ridotti così. Purtroppo dobbiamo tornare a ragionare sulle persone, la delega al partito è fallita miseramente.
Alberto, temo che hai ragione tu, forse la mia frase è stata infelice. Cioè una sola persona non può rivalutare un intero partito, ma è anche vero il contrario, cioè difficilmente votiamo una persona solo perchè la stimiamo.
Se, per es., io e te conoscessimo e stimassimo un assessore di Forza Italia, magari non lo voteremmo (ok, a meno che non fossero le elezioni comunali di un piccolo paesino dove tutti si conoscono).
Quando si va al voto, come mi è capitato appunto per le Regionali, magari non si conosce nessun candidato in particolare e pertanto si cerca anche di capire, nell'ambito dei partiti più vicini al tuo pensiero, quale votare.
Infatti per le comunali e circoscrizionali ho votato differentemente, conoscendo alcuni candidati.
Quindi, giustamente ragioniamo sulle persone, senza pregiudizi e senza deleghe in bianco, però non possiamo prescindere anche da valutazioni politiche. O no?
Per i DS, comunque, se ci sono ancora molte brave persone e bravi amministratori (e Veltroni mi sembra riunisce i se entrambi le doti, non sempre necessariamente coincidenti) e una base attiva fondamentalmente sana .... bè speriamo bene.
Cosa vuoi, temo che la maggior parte dei partiti ormai rispecchi il marciume di un certo modo di far politica e, se qualcuno va controcorrente, bisogna gridarlo ai quattro venti.
La "politica" per me resta qualcosa di molto nobile, importante ed elevato. Personalmente preferisco farla a livello di associazioni e movimenti e dialogare, senza pregiudizi, con chi amministra (mi sono anche scontrato duramente ma alla lunga la protesta stanca, quindi può servire solo se prima o poi si apre un dialogo).
A volte hai delle vere e proprie sorprese, anche traumatiche per uno di sinistra, sia a livello di amministratori, che di candidati.
Ti potrei citare i candidati alla Provincia dove abitavo 2 anni or sono, quando io e alcuni amici abbiamo amaramente constatato l'incosistenza del candidato di centrosinistra e la capacità invece di quello di centrodestra di rapportarsi con l'associazionismo e di capire, perlomeno, cosa rappresentava. Ovviamente ci siamo turati il naso è abbiamo votato a sinistra (uno di noi, non io, senza far mancare ad alcuni amici consiglieri DS delle e-mail infuocate). Certo che poi, a quelli potenzialmente di sinistra che però non vogliono più andare a votare, chi li convince più? Con quali argomenti?
scusate, io a Roma ci sono nato e ci abito.
datemi retta, sono pannicelli caldi damagogici.
tra l'altro non e' che siano proprio voluti da veltroni, diciamo che lui ci si costruisce una carriera sopra, veltroni e' impresentabile come d'alema, cari amici dei ds, state prendendo l'ennesimo abbaglio.
a roma ci sono oltre 2 milioni di residenti, la popolazione reale credo sia ben oltre i 4 milioni piu' i pendolari, numerosissimi, che arrivano da tutto il lazio e dalle regioni vicine (soprattutto campania e abruzzo).
Roma e' anche la citta in cui gli affitti sono cresciuti maggiormente negli ultimi 5 anni: e' ovvio che se non fai una politica abitativa, seppur minimale, la bolla scoppia.
a premere per le riforme che tanto lodate sono soprattutto i movimenti per lotta per la casa che fondamentalmente sono due, uno legato alla vecchia autonomia di classe e uno legato ai disobbedienti, sono loro che occupano le case, che prendono le denunce, che si fanno gli arresti domiciliari (ultimamente per d'erme).
veltroni piglia la palla al balzo e si fa bello, ma la lotta vera e' nella strada, contro i fascisti che adesso occupano le case "per gli italiani", "contro l'usura" e "contro il carovita"; e la lotta la fa il movimento, la fanno i cani sciolti, la fanno quelli che in parlamento e sulla poltrona di sindaco non andranno mai.
Sul fatto che Rifondazione sia l'unico partito socialdemocratico rimasto in italia concordo pienamente con gerry.
Ho invece un po' le palle piene (si può dire?) dei cani sciolti, buoni solo a protestare. Se anche Veltroni si facesse bello con una iniziativa concreta, sai quanto poco me ne fotte di veltroni? La cosa funziona? Se funziona, allora non mi importa chi l'ha fatta. E stiamo pure sicuri che una politica seria dell'abitazione è un chiaro segno di... socialismo? Democraticità? Giustizia sociale? Comunque sia, non mi aspetto che a farla sia il c.d. centrodestra, e poco me l'aspetto anche dal centrosinistra, anche lui cosìddetto. Ma se arriva un buon esempio, e ce n'è bisogno in tutta italia, e anche a Firenze, dove abito, la discussione è viva, se arriva un buon esempio sia lodato gesù cristo, veltroni, mazinga, chi vi pare. La lotta la farà anche il movimento, ma un conto è poi venire sbattuti fuori e essere arrestati, un conto è poter restare e non vedersi nemmeno tagliare la luce, l'acqua e il gas.
Che razza di miope antagonista-a-tutti-i-costi non vede la differenza?
il miope antagonista che con i suoi compagni ha patito 40 anni di sgomberi, arresti, persecuzioni.
e senza quei miopi antagonisti i culi di piombo ben saldati alla poltrona non si sarebbero mai mossi.
altro che veltroni e la socialdemocrazia dei miei coglioni (fa la rima e c'e')
Hmm... cerco di evitare la polemica con un esempio concreto. Berlino: molte delle comuni occupate negli anni '70 dagli autonomi ora (da diversi anni) sono di LORO proprietà, perché la giunta ha deliberato che così sarebbe stato, a patto che ristrutturassero gli edifici, e così ora non sono più costretti a prendersi le mazzate. Non ho niente contro chi si piglia una manganellata al giorno (facendo la media) per rivendicare il diritto ad una casa per sé e per gli altri, anzi. Cerco solo di far presente che poi le "istituzioni" una qualche differenza... la fanno. Se però l'unica cosa che si vuole notare è che veltroni l'ha fatto "per farsi bello"... eccheccavolo, io questa la chiamo miopia. Magari lieve. Ma pur sempre miopia. Peraltro a me veltroni sta pure sul c... ma di veltroni, insisto, non me ne frega niente.
esempio un po' sforzato: a berlinoe nel resto del mondo esistono delle politiche abitative, a Roma le ultime case popolari le hanno fatte nei comuni limitrofi.
avete capito bene: le case popolari per i romani sono nei comuni di fonte nuova (ex tor lupara) e pomezia, tutti posti lontani e mal collegati.
allora e' ovvio che se non ci si muove in un'ottica di occupazione, sanamento dell'occupazione ed autorecupero abitativo degli immobili non se ne esce.
mi hanno insegnato che le leggi, in questo paese, risentono sempre di un certo ritardo, si fanno le leggi legalizzando l'esistente o regolando qualcosa che gia' era autoregolato da se'.
le delibere di veltroni sono in ballo da 10 anni circa, dai tempi della vittoria di rutelli, tempi in cui il movimento antagonista romano porto' alle urne *contro fini* migliaia di persone che si sarebbero astenute.
pagata la tassa ai palazzinari con le concessioni piovute a pioggia negli anni rutelliani, Roma e' una delle citta' in cui si costruisce di piu' e che perde centinaia di migliaia di residenti all'anno, ora er il momento di pagare la tassa ai movimenti.
saro' miope, non vedo lontano, ma mi sa che le vostre interpretazioni sono un po' presbiti.
"Purtroppo dobbiamo tornare a ragionare sulle persone, la delega al partito e fallita miseramente"
questa non mi è nuova...un certo signor Max Weber, in termini un po' diversi sicuramente, diceva la stessa cosa qualche secolo fa. solo che Weber lo pensava perchè convinto che gli elettori non fossero in grado di capire e scegliere fra i vari programmi politici dei partiti, tu buon Biraghi perchè sei giunto alla saggia conclusione che in politica fare d'ogni erba un fascio è stupido.
purtroppo però votare Veltroni significa anche dare a D'alema la possibilità di avere voce in capitolo...che dobbiamo fa'???