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Alberto Biraghi
Stage beauty
Prodotto nientepopodimeno che da Robert De Niro, può passare per un polpettone inglese alla
Topsy Turvy, benché sia stato definito dai critici americani "Il nuovo Shakespeare in love". In effetti
il film - per quanto in costume, ambientato nell'Inghilterra del '600, con Carlo II rientrato fresco fresco dall'esilio - non è affatto un polpettone e tratta un argomento stimolante: il divieto per le donne di recitare in teatro all'epoca di Carlo II.
I teatri inglesi post-Cromwelliani pullulavano di femminielli e la più bella Desdemona dell'Otello di Shakespeare era... un uomo, Ned Kynaston, bellissimo trovatello, raccolto da un maestro di teatro che gli aveva insegnato a recitare parti femminili, sopprimendo sul palcoscenico (e non solo) ogni suo istino maschile nel muoversi e nel parlare.
Tra un'ambiguità e l'altra, il film racconta con un'eleganza tutta inglese (che riesce a rendere leggeri anche gli argomenti "difficili") come fu che in quattro e quatt'otto l'Inghilterra fece una capriola di 180 gradi. Non è dato di sapere come realmente fu che Carlo II passò all'imporvviso dal divieto alle donne di salire sul palcoscenico al divieto agli uomini di ricoprire ruoli femminili (attività che comporava «grave rischio di sodomia»), ma Jeffrey Hatcher - autore della commedia e della sceneggiatura - dà una sua convincente interpretazione.
Aspetti positivi del film: la recitazione di TUTTI gli attori: bravissimi, gigantesco Rupert everett come sempre due spanne sopra tutti, come sempre a far rimpiangere il dannato doppiaggio. Bravo anche il protagonista, Billy Crudup (già visto in Big Fish), brava Claire Danes nel ruolo di Maria, la bella assistente che sogna di diventare attrice. Eccellente la regia, con scorci di Londra seicentesca davvero pregevoli.
Sul lato dei difetti va messa una certa prolissità, che a volte potrebbe essere evitata, anche se forse è resa necessaria dalla complessità psicologica del personaggio principale.
Giudizio quindi positivo
31.05.05 12:37 - sezione
cinema