Informazione assistita/2
di Marco Travaglio
All'università di Genova il professor Edoardo Berti Riboli, primario di clinica chirurgica, viene licenziato perchè non accetta raccomandati. Alla Rai si cerca disperatamente un presidente che accetti raccomandati, per garantire la necessaria continuità. Si stanno attivando indefessamente all'uopo segretari di partito, ministri, sottosegretari, portaborse di ogni colore. Sul Corriere, Maria Latella riferisce che il consigliere uscente e subito rientrante Angelo Maria Petroni, al party del Qurinale per la festa del 2 giugno, così descriveva l'edificante situazione in Rai: «Decine e decine di giornalisti che seguono solo i casi di Viale Mazzini, signorine che frequentano ministri e sottosegretari al solo scopo di ottenere una comparsata in tv».
Frattanto il presidente per caso Sandro Kurzi ci prende gusto, convoca vertici, indice riunioni, riceve Cattaneo per parlare dei pacchi di «Affari tuoi», dei diritti del calcio e perfino dei censurati. Gli «piacerebbe riportare in Rai Giuliano Ferrara e Michele Santoro». Forse voleva dire Biagi, Luttazzi, Sabina Guzzanti, Paolo Rossi, Paolo Hendel, Massimo Fini, Beha, Freccero e Santoro. Invece ha detto Ferrara e Santoro. Che idea. Ferrara ha un programma quotidiano su La7, imperversa da Porta a Porta a Otto e mezzo a Batti e ribatti, partecipa a una media di due o tre programmi al giorno, dirigere un giornale, scrive per altri tre o quattro e ispira i discorsi del premier. Ma Kurzi ne sente la mancanza, trova che bisognerebbe dargli almeno un programma in Rai (da cui, com'è noto, Ferrara fu cacciato in seguito al diktat bulgaro di Bellachioma). Lo vedrebbe bene a fare la badante di Santoro, che ha un contratto con la Rai, ha vinto tutte le cause, ma non ha un programma da 4 anni e in Rai ha messo piede due volte dal 2002, ospite di Fazio e della Dandini. Ecco, magari potrebbe tornare, ma col Platinette Barbuto accanto. Altrimenti niente.
Come scrive giustamente Fabrizio Rondolino sulla Stampa, «la politica italiana continua a considerare il servizio pubblico radiotelevisivo come una propria privata dépendance... Il risultato è desolante: la Rai ha due consigli d'amministrazione ma nessun presidente. Sul piano economico, il vantaggio per Mediaset è evidente». Sante parole. Il conflitto d'interessi è talmente gigantesco che un ex portavoce di governo che lavora per Mediaset come autore del "Grande Fratello" e per la Rai come autore del "Ristorante" e di "Amori", cioè il Rondolino medesimo,commenta le vicende Rai su un quotidiano nazionale, e non ci trova niente di strano.
Niente di strano neppure nelle ultime imprese di Bruno Vespa, che nell'ultimo mese ha invitato due volte a Porta Porta una bella signora padana: Sara Fumagalli, che guardacaso è anche la seconda moglie (sposata con rito celtico) del cosiddetto ministro Castelli, che guardacaso è anche il datore di lavoro della signora Augusta Iannini, che guardacaso è anche la moglie di Vespa. La signora Fumagalli in Castelli è comparsa a Porta a Porta prima in collegamento via satellite dall'Afghanistan, dov'era impegnata in una missione di volontariato degli apostoli padani (Umanitaria Padana Onlus), poi al suo rientro è atterrata direttamente nello studio vespiano per parlare del suo ménage domestico con quel marito esemplare che è appunto il Castelli. Tutto in famiglia. Anzichè vergognarsi, l'insetto -secondo Dagospia- ha litigato furiosamente col direttore Fabrizio Del Noce che non voleva dargli una prima serata per solennizzare degnamente le mille puntate di Porta a Porta. Naturalmente ha vinto l'insetto che, essendo un pensionato Rai, conta più del direttore di Rai1: la prossima settimana avrà una prima serata per rimandare in onda l'antologia dei suoi migliori capolavori a base di risotti e apicelli. E sta per rinnovare il suo principesco contratto con la Rai fino al 2010. Come Francesco Totti con la Roma.
Niente di strano nemmeno nella telefonata - confermata ieri da Monorchio in varie interviste - fatta da Berlusconi, cioè dal padrone di Mediaset, all'ex Ragioniere dello Stato designato alla presidenza e subito trombato. Nessuna protesta dal fronte politico, nessuna obiezione dai tanti "liberali" annidati nella grande stampa "indipendente".
Dall'America, intanto, giunge notizia che un tizio s'è fatto 35 anni di galera per aver rubato un televisore in bianco e nero. Un televisore, non sei televisioni.
In fondo mi fanno piacere queste cose, perchè mi fanno sparire gli ultimi scrupoli di coscienza rimasti sulla prossima mia emigrazione
la mia ammirazione al prof.Riboli, non lo sapevo, vorrei potermi affidare,nella necessità, a persone come lui ma credo che ormai stiano sparendo dalla circolazione e che,purtroppo,sia solo un esponente molto in vista di una schiera di sconosciuti folta ma saggiamente distribuita nel tempo e nello spazio
RONDOLINO E' UN GRANDE FICO. IO LO LEGGO SEMPRE.
Eh... alla tua altezza