Se veramente finisse la stagione dell’odio...
di Massimo Rendina
Caro Direttore, l'associazione dei reduci della Repubblica Sociale ha letteralmente invaso Roma di manifesti, affissi per il 2 giugno, per contrapporre alla celebrazione di quella data fondamentale nella storia repubblicana, la rivendicazione di autentici patrioti, loro, cui si dovrebbe riconoscere di aver difeso i confini della patria dal “nemico straniero” con “seicentomila uomini, dei quali trentamila caduti”. A parte il fatto che i repubblichini vennero impiegati quasi sempre contro i partigiani dando man forte ai nazisti alla caccia degli ebrei dei renitenti alle armi e al lavoro forzato, nelle razzie e stragi di innocenti, i manifesti si riferiscono, ovviamente, ai confini della Venezia Giulia, regione già incorporata nel Terzo Reich, succube Mussolini, presidiata in effetti come terra propria, appunto dai tedeschi, i quali nell'ultima fase dell'occupazione affidarono oltretutto solo a qualche sparuto reparto fascista la lotta antipartigiana preferendovi, dal gennaio 1945, alcune migliaia di disertori sovietici, in maggioranza caucasici, accompagnati dalle famiglie, con cavalli e cammelli, comandati dal generale Vaslov, ricordati specie in Friuli con orrore per i massacri di innocenti. Non basta. Recentemente, ad opera di Simoncelli, professore di storia moderna alla Sapienza che ha citato documenti introvabili negli archivi indicati, è ricomparsa in una tramissione della RAI e sui giornali la questione riguardante la X Mas e la Marina del governo del Sud, che si sarebbe conclusa con presunti accordi - come sostiene Simoncelli - perché, Valerio Borghese impedisse l'entrata degli iugoslavi in quelle terre peraltro non più italiane (il che aggiunge ridicolo alle pretese patriottiche degli epigoni fascisti). La verità documentata ci dice invece che le trattative naufragarono sia per il veto degli inglesi sia perché, mentre la situazione precipitava, Borghese avrebbe potuto mettere in campo - si arriva al paradosso - meno di trecento uomini.
Vorremmo davvero che la stagione dell'odio finisse a tanti anni di distanza, pensando al dolore delle madri, delle mogli, dei figli dei caduti - l'unico sentimento da riconoscere identico, che unisce tutti nel ricordo della tragedia senza distinzioni di sorta -, ma come non temere che prosegua attraverso tali provocatorie falsificazioni?
signori, e' una lettera di Massimo Rendina, sugli attenti!