Cucù Mrs. Robinson, Anne addio
di Alberto Crespi
Anne Bancroft non sopportava Mrs. Robinson. Forse non riusciva più nemmeno ad ascoltare l’omonima canzone di Simon & Garfunkel. Forse anche lei avrebbe voluto cantare «coo coo to you, Mrs. Robinson», mandare un bel cucù, o un bel marameo, a quel ruolo che le aveva dato fama, e che non amava. Succede, agli attori: lavorano per anni, poi sfondano con un ruolo che secondo loro non restituisce il loro talento. Nel caso di Anne Bancroft, il talento non è mai stato in discussione. Semmai, era proprio un fatto di personalità: non si sentiva una seduttrice e il ruolo di una moglie alcolizzata che insidia un ragazzino era quanto di più lontano da lei si potesse immaginare. Che l’avesse fatto così bene, era un segno di talento. Ma lei non «era» Mrs. Robinson. Era tante altre cose. Pochi sanno che Anne Bancroft si chiamava in realtà Anna Maria Louise Italiano ed era più italiana di molti di noi: era nata nel Bronx da una famiglia di «paisà», nel 1931. Quando Il laureato di Mike Nichols fece un divo di Dustin Hoffman e una mangiauomini di lei, era il 1967. Anna Maria aveva 46 anni e, alle spalle, una ventina di film, un Oscar, una prestigiosissima carriera a Broadway e due Tony, gli Oscar del teatro. Era una grande attrice con un grande passato, un grande presente e un luminoso futuro. Un Tony era arrivato dal dramma The Miracle Worker, che in Italia si chiamerà Anna dei miracoli: Anne l’aveva interpretato a teatro nel 1959, lo stesso ruolo – nel film del 1962 diretto da Arthur Penn – le avrebbe regalato l’Oscar. L’altro Tony risaliva al 1958 per Two for the Seesaw di William Gibson, nel quale recitava accanto a Henry Fonda. Anna dei miracoli era un film straziante, doloroso, bellissimo: la Bancroft era Annie Sullivan, una donna che tenta disperatamente di insegnare ad una ragazzina cieca, muta e sorda come comunicare con il prossimo. La ragazza, altrettanto brava, era Patty Duke. Era un ruolo tanto fisico quanto psicologico. Al confronto la signora Robinson del Laureato era una passeggiata, ma il film era di quelli che segnano un passaggio d’epoche e di consegne: era la nuova America del ’67 che all’improvviso irrompeva sullo schermo, due anni prima di Easy Rider. E la signora Robinson era la vecchia America incuriosita, spaventata, sedotta più che seduttrice. Sarebbe ingiusto restringere Anne Bancroft in quei due ruoli. Appena prima del Laureato, ad esempio, aveva lavorato con John Ford! Il grande vecchio l’aveva voluta come protagonista del suo ultimo film, Missione in Manciuria, storia di sette donne (7 Women era il titolo originale) prigioniere della violenza della guerra: era lei, nei panni della dottoressa Cartwright, a pronunciare la fatidica frase («Addio, bastardo!») che idealmente chiude l’opera del sommo Ford. Fu candidata all’Oscar anche per Frenesia del piacere di Jack Clayton (da Pinter), per Due vite una svolta di Herbert Ross, per Agnese di Dio di Norman Jewison. Apparve in Elephant Man che era prodotto da suo marito, il famoso comico Mel Brooks. Recitò per Giuliano Montaldo nel Marco Polo e per Franco Zeffirelli nel Gesù (era una stupenda Maddalena). È morta a New York per un tumore all’utero. Ci mancherà molto. Addio, Mrs. Robinson. Anzi: addio, Anna. In italiano.
Io l'ho amata per "Anna dei miracoli", ma ho sempre sognato di essere sedotto da Mrs. Robinson; ma proprio da lei, non da altre.
la canzone del film - il laureato - esiste anche in italiano.
Quando ero giovane ( anni 70 ): può essere ?
Saluti
Puo' essere sì... "La tua immagine", 1967, di Dino...
... Bissata da una "versione della versione", dei Dik Dik.
... Universalmente riconosciuto che era meglio la versione originale.
La vidi la prima volta nel serial "Marco Polo", mettendoci poi anni a ricollegare il personaggio all'attrice...