La provetta e la pipì delle suore
di R. C.
Generazioni di figli in provetta grazie alla pipì delle suore. La circostanza è nota tra chi si occupa di fecondazione assistita e questioni farmaceutiche, e anche ai censori vaticani che controllano conventi e quorum. Converrà ricordarla, sotto il titolo «contraddizioni in seno al clero». Non per certo deridere le pie sorelle e la loro pionieristica funzione, ma per ringraziarle. Anni fa, agli esordi della fecondazione assistita, una casa farmaceutica italiana, la Serono, fece una scoperta fondamentale: le gonadotropine - sostanze ad azione ormonale che servono a stimolare la produzione di ovociti da parte della donna, dunque sono parte essenziale dei trattamenti per la procreazione assistita - si trovano in abbondanza nell'urina delle donne in menopausa. Dove trovarla? Andare di casa in casa col barattolino? All'intuizione scientifica ne seguì un'altra più pratica: i conventi. Comunità di donne, un solo viaggio tante pipì, e per di più garantite quantomeno da quelle infezioni che passano per via sessuale. Sulla pipì delle suore (tramutata «nel più efficace fertilizzante di ovuli mai prodotto fino ad allora») la Serono fece la sua fortuna, aiutata - dicono le cronache degli anni - da un interessamento dello Ior.
Ma Ruini e Ratzinger non devono preoccuparsi, né mandare le guardie svizzere alla Serono. Adesso le cose sono cambiate: la prestigiosa azienda non abita più a Roma e le gonadotropine si producono anche con la biochimica. Dunque la componente «umana» non è più necessaria, e chi ancora produce i preziosi farmaci dal liquido organico pare si rivolga all'est per la materia prima. Forse costa meno, forse il Vaticano ha chiuso i battenti anche sulla pipì. Così la storia delle gonadotropine e delle suore che hanno contribuito a far nascere tanti bambini è stata dimenticata. E' acqua passata.
Non capisco dove stia la notizia...
E' storia di 20 anni fa.
Io nutro solo qualche dubbio sulla garanzia nei confronti delle infezioni sessuali ;-)))
Anni fa partecipai ad un congresso medico ad Innsbruck organizzato in uno splendido antico edificio gestito da suore (rigorosamente tedesche, rigorosamente coi baffi e rigorosamente stronze)che avevano nello stesso edificio il convento. Durante una pausa una collega di Parma mi disse che nel cesso delle donne c'era un cartello in ogni parete che non sapeva leggere perchè in tedesco. Incuriosito mi feci trascrivere il cartello che suonava letteralmente "Dio ti guarda". Chiesi a una suora come mai lo stesso avviso non era presente nei gabinetti maschili e lei, per nulla imbarazzata, mi rispose che quei gabinetti erano usati anche dalle suore quando si lavorava per la manutenzione e la pulizia. Il grande fratello esiste!