Conosco più di un cattolico che è nelle stesse posizioni ma credo che il sistema di potere che la chesa è riuscita ad instaurare in questo paese lasci pochi spazi al dissenso interno. Si fa santo il fondatore dell'Opus dei e si demonizza Zanotelli e, quando serve, persino i francescani d'Assisi.
se i cattolici fossero come giulio g
potrei persino arrivare a rispettarli
Chapeau pour Giulio G.
Caro Giulio, il mio cammino è un po' diverso, nel senso che, per varie ragioni, negli ultimi anni mi sono riavvicinato alla Chiesa Cattolica. Non del tutto perchè restano in me grandi e gravi perplessità.
Tanto che sto meditando altre scelte (di tipo religioso, intendo).
Sicuramente non ho condiviso la scelta delle gerarchie ecclesiastiche di invitare all'astensione, nonostante che le mie opinioni siano più orientate al "no".
Per me astenersi è un trucco disonesto e il fatto che lo propagandino uomini di Chiesa e di Stato è assai preoccupante.
Nel merito dei referendum vi invito a leggere un intervento della Tamaro sul Corriere di oggi, che mi è molto piaciuto, perchè si avvicina molto al mio modo di vedere le cose ( http://www.corriere.it/Primo_Piano/Documento/2005/06_Giugno/10/tamaro.shtml ).
L'unica cosa su cui dissento è il suo modo di vedere la Chiesa d'oggi, nel senso che se è vero che in parte è ormai formata da una minoranza di persone interessate ad un vero cammino di fede, dall'altra mi sembra tuttora in ostaggio di nuovi e vecchi gruppi di "pretoriani" che mescolano fede e politica, e dove può (direi più che altro in piccole località) mantiene un forte controllo sociale (come quello da te subito) e dove non può spregiudicati rapporti politici ed inusuali alleanze soprattutto con ambienti di destra (vedi al top il rapporto Pera-Ratzinger).
Comunque sia, ho maturato le mie scelte. Cioè andrò a votare (pensavo 3 no e un si, ma sto orientandomi a 4 no).
Quello che più mi sconcerta sono i toni intolleranti di entrambi i fronti "ufficiali" (intendo fronte per il si e fronte per l'astensionismo).
Se non sono d'accordo con Ruini, non posso neppure condividere l'intolleranza di una certa sinistra, che vorrebbe se ne stasse zitto, che ritiene i cattolici siano succubi di quasiasi cosa dice la gerarchia.
Mi sconcerta poi l'appiattimento acritico a sinistra, cioè che non siano emerse idee diverse.
Vedi ad es. nei Verdi e negli ambientalisti in generale, dove è andata totalmente persa l'eredità di Alex Langer, che si era schierato contro le manipolazioni genetiche ed embrionali.
E' sconcertante che, mentre ci si pone certi problemi nei confronti dell'energia nucleare o delle manipolazioni genetiche in agricoltura, non sia nato anche in questo caso un dibattito serio sui limiti di quello che può fare la scienza (e notare, come ben dice la Tamaro, che questo dibattito non c'è neppure nella Chiesa, che su questo argomento per altri temi è contraddittoria ed ambigua).
E' sorprendente che a sinistra non ci sia un dibattito sulle speculazioni economiche sorte su questa a volte insensata voglia di avere figli a tutti i costi.
E allora io voto NO, anche contro la scienza delle industrie farmaceutiche, del nucleare libero, delle biotecnologie incontrolate, ecc. ecc. che tutto vuole gli sia permesso, anche manipolare la vita. E, visto che la Chiesa, su queste cose non c'è, non ditemi che la mia è una posizione cattolica, perchè non lo è.
"Quello che più mi sconcerta sono i toni intolleranti di entrambi i fronti"
quello che sconcerta me
e' che i papisti vogliano imporre le loro
ideologie
anche a chi e' distantissimo dalla loro visione del mondo
la tentazione di legare il trono e altare e' sempre forte. ma i troni si rovesciano. e se gli altari sono legati allora bisogna rovesciare anche quelli.
c'e' una notevole differenza tra le religioni che vogliono essere di indirizzo per i propri adepti e quelle che vogliono imporre colla forza a tutt* indistintamente le proprie idee.
e' tempo che i cattolici imparino un po' di umilta', e che le loro regole valgono per loro. non per noi.
Per Gerry: non entro nel merito della tua scelta di votare no perchè, logicamente, do per scontato che sia ponderata e sofferta esattamente come la mia contraria. Quello che vorrei ricordare è che la chiesa ha in questo paese una diffusione capillare più di quella dei Carabinieri. Ho vissuto all'interno della chiesa per anni e ho avuto modo di provare di persona l'ifluenza che i sacerdoti hanno sulla vita delle persone. Io vivo in un piccolo centro, sono pronto a scommettere che almeno la metà delle persone che vivono nel mio paese non sa neppure per cosa realmente si va a votare, ma quando si sentono dire dal prete che la scelta giusta e quella di non andare a votare e che se ci andranno tutti comunque lo sapranno credi che faranno una scelta di coscienza? Io, per avere in passato preso posizioni contrarie a quelle della gerarchia ecclesiastica ho subito un vero e proprio mobbing all'interno dell'ambiente cattolico del mio paese. Ricordo benissimo gli attacchi subiti per aver criticato le posizioni del card. Biffi sull'Islam o l'intolleranza verso l'omosessualità. Il mio allontanamento dalla chiesa (dalla chiesa, non dalla fede) viene da lontano.
io sarei completamente d'accordo con gerry sui principi, l'utilizzo delle cellule staminali e' poco piu' che un'ipotesi e in italia non si fara' mai ricerca di quel tipo per mancanza di fondi.
utilizzare una parte del corpo umano (tale e' l'embrione, una parte del corpo della donna) espiantandola per creare farmaci o "pezzi di ricambio" la trovo una cosa ORRENDA, anche perche' sarebbe meglio investire in prevenzione piuttosto che in ipotesi fantascientifiche di cura, fatti salvi i casi pietosi di malattie e gravi disfunzioni di origine genetica che ci hanno mostrato in questi giorni.
MA la legge 40 fa schifo, completamente, e' un'assurdo giuridico e votero' 4 si' con forza perche' sinceramente credo fosse meglio quando non c'era alcuna legge.
della posizione della chiesa cattolica non ho rispetto alcuno, mi basta pensare ai milioni di malati di aids nell'africa CATTOLICA per considerare assolutamente irrilevanti le eccezioni mosse dalla loro dottrina.
"e' tempo che i cattolici imparino un po' di umilta', e che le loro regole valgono per loro. non per noi."
Da credente non posso che condividere questa frase, che è comunque già presente in ciò che un ebreo disse 2000 anni fà, basta leggerlo con spirito di fede e non con l'idea del potere.
Caro Giulio, avevo inveito contro i cattolici, pochi giorni fa, pur sapendo bene di esagerare e di essere un bel po' superficiale. Poi leggo quello che hai scritto e sono diviso: ammirazione per te e la tua famiglia se siete in grado di fare uno strappo del genere, da una parte, ma dall'altra perplessità: come si fa a rimanere cattolici, a sentirsi cattolici, al di fuori della comunità, che in quanto comunità si è data i suoi capi, leader, pastori o come si chiamano? Non voglio discutere la tua scelta, personalissima e che ammiro anche e non solo per l'impegno che deve richiedere, ma a me pare che questa sia una situazione molto diffusa all'interno del cattolicesimo: siamo tutti cattolici ma della chiesa abbiam le palle piene... cos'è, un'enorme quinta colonna?
Caro Neri, capisco la tua perplessità, ma non credere che queste scelte siano facili. Io vengo da una famiglia non molto praticante, ho avuto una educazione non particolarmente fervente, ma la mia fede viene principalmente dalla lettura di ciò che Cristo ha detto e da un sentire interiore che non sono in grado di spiegarti. L'appartenenza a questa chiesa è venuta come conseguenza alla "tradizione" ma avere fede non significa vendere la prorpia coscienza di uomini, Cristo non lo ha mai chiesto. Si può (a questo punto si dovrebbe dire si deve) rimanere cattolici nel senso di credenti e non credere più nella chiesa come istituzione perchè ha tradito cio che Cristo ha detto. Il problema è che pochi lo fanno per paura, menefreghismo e perchè il loro superio (per usare un linguaggio freudiano) non lo permette. Ecco perchè ho deciso di non mandare più i miei figli in parrocchia: non voglio che si formi in loro un superio così potente da non permettere loro una scelta serena.
l'obbedienza rende liberi, secondo quella parte di umanità. il non dare troppa importanza al borioso sè è una delle misure più importanti per quel culto. io non entro in quel tipo di sentire e di scelte, ma ne capisco il fondo ascetico.
non mi riguarda, e vorrei che l'asceta e lo stilita restassero tali, che gli sposi di cristo vivessero in privato quel matrimonio, senza sbandierarlo ai quattro venti.
non do' alcun peso alle posizioni e alle vite degli amministratori della parola cristiana, e credo che la direzione verso cui tendere per liberarsi da condizionamenti non scelti (l'infanzia è un momento cruciale in tutti i paesi, e in questo l'affetto e la tradizione locali sono intrisi di questa particolare religione) sia proprio quella. indifferenza, un attivo non ascolto, lasciarli soli.
ma domenica prossima farò il rappresentante di lista (alberto scusa, ho trovato solo i ds): sono residente (molto) altrove, era l'unico modo per andare a reagire. purtroppo mi ci hanno spinto, e stavolta il non ascolto non ha funzionato, ho dovuto agire per forza maggiore. i vecchi signori hanno trasformato un referendum su questioni mediche in un referendum sul loro influsso nella società: io vado a ricacciarli indietro, nelle loro sacre grotte.
ragazzi quante parole! ci facciamo una torta?
Io mi sono allontanato dalla chiesa per anni. Da un po' di anni mi sono riavvicinato.
Pur condividendo molti dei vostri pareri, credo che la chiesa sia fatta di uomini e può essere cambiata o corretta solo da altri uomini.
Se guardiamo il parlamento italiano allora dovremmo pensare che l'unica uscita è la dittatura... eppure crediamo ancora nella democrazia, andiamo a votare e cerchiamo di migliorarla. Non per questo non ci lamentiamo, scandalizziamo, inveiamo....
La chiesa è lo stesso una struttura di uomini.
Non andrò a votare, per tanti motivi: perchè ritengo che il referendum sia abusato e per motivi distanti dai veri quesiti, perchè sono stanco di votare referendum che si sostiscono spesso e inultimente al lavoro dei parlamentari, perchè credo che una legge organica sia meglio che una legge mozzata o assente.... e per molti altri motivi che sarebbe lungo spiegare.
Concludo: essendo la chiesa fatta di uomini, non sono tutti uguali. A me spesso è capitato di trovare preti così aperti da rimanere letteralmente esterefatto (e ne ho fatto esperienza diretta). A volte bisogna cercare oltre la parrocchia (che non è l'unica struttura della chiesa)!
Uscirne vuol dire anche lasciare soli questi preti.
Valerio quei preti sono già soli perchè accettano passivamente l'obbedienza alle gerarchie. Dimmi in quale passo del Vangelo è scritto che il Papa è infallibile e occorre ubbidire comunque ai superiori anche se hanno oggettivamente torto. Io non ho frequentato solo la parrocchia, sono passato attraverso ACLI, organizzazioni sindacali ecc. ma il problema di fondo rimane sempre lo stesso: la chiesa è una struttura di potere che non ha più nulla a che fare con la fede, quella vera, quella che vivi dentro di tè e che non necessita di fare proselitismo per avere ancora più potere.
L'avevo già scritto: ho sospeso il catechismo per i miei due bimbi, non perché ce l'avessi col parroco, ma per le posizioni assunte dalla chiesa.
Da tempo non ero più praticante, ma ho sempre conservato un atteggiamento "eticamente" cattolico (ama il prossimo tuo). Peraltro, frequentando da giovane la chiesa, ho avuto la fortuna di conoscere due preti che, indipendentemente dall'abito che indossavano, sono stati fra le persone migliori che abbia mai conosciuto: aloro devo qualcosa della mia formazione.
Ma mi sono reso conto che erano figure rare. Anche l'atteggiamento ipocrita di molti "fedeli" mi ha sempre lasciato allibito.
Per cui ora devo decidere definitiva con mia moglie, che non è decisa come me; e voglio discuterne col parroco, che è una brava persona.
Giulio e Valerio, pur nella diversità delle opinioni, anzi proprio in questa diversità, rappresentano bene il fatto che la Chiesa oggi non è poi così "monolitica" come qui si crede. Certo, ci sono i pretoriani (ciellini, ecc.) schierati a difesa di una presunta ortodossia, ma c'è anche molta umile gente in ricerca, che non vuole imporre nulla a nessuno ma piuttosto capire e vivere una propria fede.
Smettetela per favore di dire "cattolici" a sproposito (come Berlusconi dice "comunisti", per intenderci). Come se fossero tutti uguali, come se gli errori storici o personali di chi ha aderito ad una certe fede religiosa o politica, dovessero ricadere su tutti.
Tonii d'accordo sull'umiltà, hai ragione, ma vale anche per te, che a volte sembri scrivere frasi ricopiate pari pari da qualche bel "vangelo dell'anarchico anticlericale"!
Nella Chiesa c'è tanta gente come il parroco di Giulio, gente che ti fa scappar via a gambe levate (ma, d'altra parte, e questo forum sta a dimostrarlo, gente così ce n'è anche in altri ambiti .... vedi sinistra). D'altra parte uno ci sta dentro perchè ne condivide i fondamenti e poi può muoversi come meglio crede (non frequentare una certa Parrocchia, dissentire su certe cose, aderire ad un certo movimento ecclesiale, ecc.).
Ok, molti preti la tirano alla grande con la faccenda dell'obbedienza e con l'integralismo, però molti altri religiosi ormai l'hanno capito che la società è cambiata e accettano idee diverse, seminano dubbi e riflessioni invece che anatemi e prescrizioni, ecc. ecc.
E se nella Chiesa ci sono preti come Padre Zanotelli o Don Vitaliano, tanto per citare preti qui spesso citati, ci possono stare benissimo, come ci sono, tanti e tanti laici che pensano con la propria testa.
Poi, come nel mio caso, c'è chi sta mezzo dentro e mezzo fuori e che non sa ancora bene da che parte andare .... ma questo è un problema mio, che sono da sempre per natura più dubbioso che fideistico.
Ciò non mi impedisce però di capire che la Chiesa Cattolica è ben altro da quello che qui si vorrebbe far credere (cioè una manica di arretrati medioevali, da combattare sempre e comunque, per partito preso).
Scusa Gerry ma una discussione come quella che si è sviluppata oggi in questo Blog sarebbe stata possibile in qualsiasi ambiente ecclesiale? Qualcuno potrebbe permettersi di criticare il Papa all'interno dell'istituzione? Te lo chiedo da ateo convinto di famiglia ebraica, completamente a digiuno di cultura cattolica. Cerco di giudicare da ciò che vedo, dalle cose che dicono i rappresentanti della chiesa, da ciò che scrivono: l'impressione che ne traggo è proprio di una tremenda nostalgia per un nuovo medioevo in cui nulla si muove se il Papa non vuole.
Secondo la dottrina cristiana e cattolica, l'embrione è già essere umano (si badi bene! uomo e dotato di anima)...quindi non può essere usato nè per fare cremine idratanti nè per esperimenti vari, motivo per cui, inoltre, abortire è considerato un omicidio. Questa è la posizione della chiesa....per quanto riguarda la sperimentazione, si può fare tranquillamente con cellule staminali adulte!
Non condividete questa posizione? votate si al referendum e, per cortesia, lasciate anche a quelli che non la pensano come voi il diritto di esprimersi. GRAZIE
Nella Chiesa è in atto da anni un processo di restaurazione. Lo dico perchè me l'ha detto chi è a contatto con le alte sfere e per -piccola- testimonianza diretta.
Nel mio quartiere, arrivò tanti anni fa (1978, credo) un nuovo parroco, giovane, non appartenente ai "preti operai".
Portò una ventata di vitalità alla comunità della parrocchia che frequentavo, e del quartiere tutto, come mai si era visto.
Le iniziative si sprecavano, e senza idealizzare posso affermare con certezza che mai aiuto concreto fu portato a tanti (a livello zonale, ovvio) da così tanti. Ci si trovò a fronteggiare un'ostilità curiale che un giorno divenne palese, a causa dell'"attivismo"; un vecchio rincoglionito (non per modo di dire, malato) che purtroppo vestivano ancora da vescovo non vide di buon occhio, quando venne una volta ad assistere alla messa, che il marocchino che sta fuori dalla chiesa vi partecipasse (per il calore, umano e "termico"), e lo disse pure (lo bofonchiò).
Il nostro parroco è stato rimosso. Nel giro di un anno, sono stati rimossi altri due parroci di altre due comunità adiacenti, tutti seguitissimi dalla comunità e da tantissimi giovani (mai visti nè prima nè dopo così tanti).
Al loro posto, nuovi pastori che hanno provveduto ben presto a smantellare il sistema creato dai predecessori, senza neanche la finezza di farlo con una certa gradualità, e suscitando via via un distacco crescente.
Ora la mia parrocchia (alla quale non partecipo -nè a nessun'altra- da più di dieci anni) sembra una nave abbandonata. Ci sono entrato una settimana fa per curiosità, e ne sono uscito perchè colmo di una tristezza che non riuscivo a reggere. Pochi vecchi abitudinari.
Chi sa, mi ha raccontato che davvero dall'alto si è provveduto, dopo i '70, a cambiare metodi, e a formare una classe di religiosi nuovamente ligi alla parola della curia, spaventati dal movimento dei "preti operai"; infatti, la cosa più spiacevole è che gli attuali preti deputati alla restaurazione sono giovani, i più giovani.
La chiesa si fa male da sola, lo fa da tanto tempo ma ormai rischia davvero la morte, e forse in Europa è già morta (se non lo è, il celibato dei preti la ammazzerà sempre più).
Per la cronaca, i tre parroci degli anni passati sono stati spediti in zone premontane, tutt'e tre.
Don Camillo esiste
Berja, se per te utilizzare una parte del corpo di una donna è una cosa ORRENDA, perché allora voti sì anche a quel referendum? solo per fare un dispetto ai papisti?
no, per rimarcare la laicita' dello stato.
non delego le mie istanze morali ed etiche a gente che ieri benediceva videla, oggi nasconde i preti-pedofili e domani dio sa che altro fara'.
Berja non ti capisco.
Puoi, come me, votare NO ed essere convinto della laicità dello stato.
Insomma se la Chiesa dicesse "Non bisogna darsi una martellata sui coglioni" tu te la daresti solo per rimarcare la tua laicità?
Io ascolto tutti, per carità, ho molti dubbi, cerco di farmi le mie opinioni, ma perchè devo andare per forza sempre contro qualcuno? Se penso che una cosa sia sbagliata, lo penso e basta, indipendentemente da chi la pensa come me.
non accetto la legge cosi' com'e', sono favorevole ad un cambiamento che vedo piu' vicino se voto si'.
riguardo all'utilizzo degli embrioni per la ricerca scientifica: non ci credo, non la ritengo una strada utile ma credo non si possa vietare per legge.
le leggi dovrebbero essere poche chiare e semplici, invece assistiamo tutti i giorni ad una superfetazione normativa che impedisce la vita civile di questo paese.
Berja, concordo con gerry. È lo stato, mica la chiesa, che ha indetto i referendum. D'altra parte, se voti NO vai comunque contro le indicazioni della chiesa cattolica che invita caldamente a non votare, no? Quindi puoi stare tranquillo, non ti conteranno nei filoratzi :-)
vi invito a leggere questo articolo uscito mercoledi su Liberazione:
Io cattolico andrò a votare e vi spiego perché
Antonio Thiery*
E' una legge che, con norme e divieti, entra nelle decisioni più profonde e spesso drammatiche della sfera personale.
La discussione che ormai dura da anni sulla fecondazione assistita è andata assumendo sempre più i toni di uno scontro ideologico, di contrapposizione di punti di vista, che vengono proposti come gli unici, i certi, i definitivi, immutabili. Insomma si sta facendo molto dogmatismo, teologismo, ideologismo.
Ma siamo di fronte a fatti strettamente antropologici, cioè umani, che riguardano essenzialmente le coscienze individuali, la donna, in una delle sue esigenze ed attese più profonde (la maternità), la vita di relazione in una coppia di fronte ad un dramma concreto, per fortuna ancora limitato e circoscritto, ma reale, quello della sterilità o dalla infertilità umana. Si è scelto di non considerare la sterilità una malattia - ossia un processo patologico superabile attraverso una serie di terapie che è necessario garantire ai cittadini -ma un disagio che le tecniche di riproduzione assistita cercano di superare omentaneamente, per arrivare all' instaurarsi di una gravidanza.
Marina, la mia povera moglie, ed io, quasi quaranta anni fa abbiamo provato questi problemi. Sembrava che non potessimo avere figli. Era per lei un "grande dramma". Due anni di cure, di speranze, di umiliazioni, di illusioni portarono al concepimento del primo figlio. E poi ancora cure per la seconda figlia. Era un processo patologico che si superò, perché senza assistenza medica nacque la terza figlia. Allora imparammo alcune cose:
1) non esiste la vita in sé, separata dai soggetti viventi. La protezione primaria di tale "vita! " in potenza resta ed è l'utero materno e il diritto, come nella legge 40, non può tentare di tagliare il legame simbolico con la madre che rimane qualcosa di meravigliosamente oscuro.
La vita umana è un evento in continuo divenire, esiste ed ha senso solo nella relazione e nel progetto e la persona, composizione armonica mai ultimata e interagente tra natura e cultura, non è inquadrabile, se non in quell'evento originale che è l'identità individuale, dove sono perennemente in gioco libertà e verità.
L'identità della persona non è una categoria generale, ma è un continuo interagire come sintesi dinamica e originale degli aspetti cognitivi, affettivi, motivazionali, esperienziali, genetici, archetipici e volitivi dell'individuo.
Ed ecco che, di fronte a questi temi, straordinari e grandiosi, che relegano gli uomini ad una condizione di passività, la legge 40 mostra fino in fondo il potere e la paura maschile, e reagisce con norme e divieti di legge che controllano e indicano la "verità".
2) Il secondo punto è la laicità. Non lo scontro o lo differenza tra credenti e non credenti. La laicità, per chi cerca di credere in Cristo e nel suo Vangelo, non è laicismo, ma è la fede che accetta la sfida della strada e della storia, è ascolto, conoscenza e rispetto dei valori e delle culture e dalle etiche espresse dalle varie umanità. E' salvaguardia della propria e dell'altrui libertà. E' riconoscimento della pluralità delle culture, dei modi e degli stili di vita, delle esperienze, delle intelligenze, delle ragioni: non è svendita delle proprie idee o mancanza di tensione al vero, ma fiducia che la ricerca di tutti possa essere arricchita e quindi avvalorata dall'apertura alla conoscenza, che non è mai predestinata ed immutabile. Il mondo è complesso; è un sistema di diversità che non sono contrapposizione, ma complementarietà che si integrano ed interagiscono.
Chi, come me, tenta di credere in Cristo, è convinto che il Vangelo può cambiare il mondo, ma non traducendolo in articoli coercitivi e dogmatici di legge. Può cambiare il mondo, parlando alle coscienze, modificare gli stili di vita, creare un cuore nuovo ed un uomo nuovo, fatto non di dogmi e di potere, ma di fratellanza e di rispetto per la complementarietà delle differenze.
La comunicazione, la riflessione, il confronto e la mediazione di questi valori è materia che, solo se gestita da attenti appassionati conoscitori dell'umano, può divenire quel bene più ampiamente condiviso in grado di formare il cuore di ogni norma, senza pregiudiziali dogmatiche.
3) Abbiamo imparato che il mondo cambia. E' almeno semplicistico rifarsi a principi e concetti di "natura" e di "cultura" immobile e stabile, immutabile, validi per tutti i luoghi e tempi. La persona, la natura stessa, la vita sono in continuo, inarrestabile divenire.
Le scoperte in campo scientifico, le gradi modificazioni tecnologiche, l'enorme sviluppo della tecnica (in continuo cambiamento, al punto che rispetto alle moderne acquisizioni scientifiche possiamo solo dire: allo stato attuale delle conoscenze, possiamo dire. E le conoscenze cambiano a volte con rapidità sorprendente) hanno profondamente modificato (e modificheranno) i comportamenti e le possibilità (non le potenzialità, l'intelligenza, la creatività) dell'uomo ed ancor più li modificheranno. I modelli di riferimento devono essere dinamici, in relazione ai cambiamenti in atto e che verranno, in un contesto di ricerca seria ed approfondita che eviti il relativismo e l'arbitrarietà.
Nella legge 40 sulla Procreazione Medicalmente Assistita ed anche nell'inerente Referendum, complessi problemi sono affrontati secondo una visione per lo più ideologica, secondo la logica dello scambio, più che su quella della mediazione tra chi è disponibile a tener conto della pluralità di culture, delle attese profonde, etiche, spiritualità, i sili di vita, ragioni.
La legge 40 è invasiva perché, fissando norme e divieti: entra nelle decisioni più profonde della sfera personale, decisioni che spesso rappresentano "drammi"; non presta attenzione alla salute psichica della coppia che anela alla genitorialità attraverso le tecniche mediche previste; mette in contrapposizione il diritto dell'embrione con quello della madre; accontenta l'attuale posizione della gerarchia cattolica (in passato la stessa ha espresso altri saperi), sorvolando sul fatto che così facendo viene sacrificata la laicità dello stato di diritto; utilizza il problema relativamente circoscritto, per quanto doloroso, della sterilità e della sua cura attraverso le tecniche di riproduzione assistita, come pretesto per affrontare in maniera assolutamente sbrigativa le grandi tematiche dei limiti della scienza, del rapporto etica-diritto, della necessità di regolamentare, anche attraverso divieti, le manipolazioni genetiche o le speculazioni di mercato sugli embrioni e su tutte le potenzialità di vita umana.
Si potrebbero dire tante e tante altre cose. Altri lo hanno fatto e lo stanno facendo a volte con passione e competenza. Molte Nazioni Europee hanno deciso in modi molto diversi. Nascerà un turismo procreativo. Chi potrà permetterselo andrà ad esempio in Spagna dove è consentito quello che da noi è negato.
Andrò a votare e voterò si nella convinzione che su questi temi sia necessario un vasto confronto. Sia necessario riscrivere la legge.
Se prevarrà l'astensione ci terremo questa legge piena di errori e di difetti.
Se prevarrà il sì dovremo cominciare a discutere con serenità, passando dalla cultura delle contrapposizioni alla cultura delle alterità, dalla cultura delle verità immutabili, ad una presa di coscienza che il mondo cambia, la vita è in continuo divenire, è una composizione armonica mai ultimata e interagente tra natura e cultura, che l'universo mondo è fatto di tante culture, tanti stili di vita, tanti tipi di ragione, tante esperienze, ecc. ecc. E allora potremo riscrivere con serenità la legge sulla procreazione medicalmente assistita.
Le chiese romane dell'alto medioevo sono spesso un tripudio di mosaici che stanno a rappresentare simbolicamente che l'unità di un disegno organico si raggiunge non attraverso l'uniformità di leggi e di norme, ma attraverso una miriade di piccole diverse pietre, alcune preziose, altre molto molto comuni, che si integrano ed interagiscono conservando la propria essenzialità e specificità.
* storico e saggista cattolico