Al di là di ragione e torto, mi sembra un discorso dannatamente pragmatico. Forse il limite è l'eccesso di pragmaticità, che porta Cofferati a essere troppo rigido a tratti. Legalità e solidarietà sono concetti a volte antitetici, occorre straordinario equilibrio, capacità di mediazione. Sono sicuro che Cofferati sarà un buon sindaco, soprattutto quando riuscirà a mettere a punto meglio la sua linea politica. Fino a oggi ha cercato di trovare consenso nella Bologna perbenista e spaventata dal sindaco "comunista".
dalle parti mie si chiama cerchiobottismo, la politica e' il suo nuovo mestiere e cofferati sta cercando di prepararsi una buona carriera.
"partono tutti incendiari e fieri e quando arrivano sono tutti pompieri"
Continuo a ritenere Cofferati un ottimo sindaco per Bologna. E non trovo nulla di particolarmente nuovo in questa intervista. magari le sue idee mettessero radici a sinistra, eldorado di cialtroni terzomondisti per scelta e radical chic di sangue.
interessante ciò che dice berja: ma a questo punto è logica una conclusione. Non ci sarà mai nessun politico come lo vorremmo. Preparatevi a vedere anche il tanto osannato Vendola diventare pompiere. E il tanto odiato D'alema, forse che prima non faceva anche lui le occupazioni in università e non gridava no alla guerra sempre e comunque?
E allora una domanca: che si fa? La rivoluzione?
Premetto che il terzomondismo e' sintomo di intelligenza e buon senso, al contrario del miocortilismo alla corrado. Le nazioni, la patria e altre cazzate del genere sono degli steccati ottimi per chi non è in grado di pensare a livello troppo esteso.
Detto questo, Bertinotti c el'ha con Cofferati dal 2002 almeno ed ha scagliato i vari Sansonetti, Giordano, Armeni (gli ultimi due personaggi davvero rivoltanti) contro di lui.
Detto anche questo, ora Cofferati deve far seguire i fatti ai suoi proclami e demolire anche le vileltte abusive dei bolognesi-bene.
Il terzomondismo crea mostri alla "Q", quelli che "se non la pensi così devi necessariamente pensarla come i leghisti". E giù con attribuzioni di spirito patriottico o umori nazionalistici di certo più nel cuore di chi le invia che nel cervello dello scomodato destinatario. A questa sinistra dico che ve lo meritate Bertinotti, coi vassalli Giordano e Armeni al seguito. Gente che crea solo angoscia, tristezza, ansia, depressione delle anime e dei corpi, gente che fa stare male. Tutte le fortune cià 'sto cazzo di Berlusconi. Invece di vedersela con uno Zapatero si allena per battere Casalini. E dai okkkupiamo, imbrattiamo, devastiamo e vaffanculiamo. Che tanto al governo non ci sappiamo stare. Tanto vale qualche bella zingarata all'opposizione.
domando ad entrambi: ma cosa intendete con il termine terzomondismo?
ho come l'impressione che non riesca a seguirvi per problemi lessicali.
fateme sape'
Quello che negli anni Settanta era il famoso "pauperismo". Vabbé un altro "ismo". Diciamo: atteggiamento volto a fare dei poveri e della povertà un'icona da usare strumentalmente nei confronti dei cattivi che vivono in una zona di benessere materiale. Che negli anni Settanta erano i borghesi, oggi francamente non lo so.
A me sembrano termini per un confronto che partendo da dentro la sinistra arrivi a tutto il Paese. Insomma roba grosssa. E non mi sento di sostenere una accusa di eccessivo pragmatismo, se rileggo queste parole (che aspettavo da tempo qualcuno dicesse): "«Quali sono gli altri «scippi»? «Riguardano alcune parole simbolo. Libertà: l’abbiamo lasciata alla destra, che l’ha trasformata in arbitrio. Patria: termine che la sinistra ha sempre usato con imbarazzo, lo stesso con il quale maneggia la legalità»."
io ero rimasto che terzomondismo fosse una forma di analisi post-leninista basata sul concetto di imperialismo e colonialismo come fase suprema del capitalismo. dove si sosteneva che solo attraverso delle rivoluzioni nei paesi coloniali e post coloniali fosse possibile abbattere gli imperialismi e quindi promuovere la rivoluzione mondiale.
comoda alternativa per non fare qui e ora la rivoluzione.
mi sa che se non ci spieghiamo sui termini poi non si capisce piu' nulla. e infatti non stavo proprio capendo la vostra discussione...
Eccomi, scusassero il ritardo.
Io avevo fatto due considerazioni sulla vicenda-Cofferati che sono state sopraffatte dalla polemica con Corrado, su quello una discussione sarebbe più interessante forse.
Comunque, sul termine "terzomondismo", non ho iniziato io... :)
Ho semplicemente contestato la sparata pannelliana "eldorado di cialtroni terzomondisti per scelta e radical chic di sangue".
Ora, fare la corsa a riappropriarsi della parola "patria" (in nome della uqale abbiamo mandato a morire i contadini nel '15-18 e nel '41-'43) mi sembra una solenne cazzata.
Tutto qui, siete daccordo o meno?
ma la nostra patria non era il mondo intero?
oppure, a scelta, il quartiere dove vai al cine.
ma se la patria chiama... vuol dire che e' giunto il momento di cambiare aria. come fece mio nonno nel '15.
Ciao Q e tonii, forse c'e` un disaccordo nell'uso dei termini. Non mi sembra che si possa sostenere che Cofferati usi la parola patria come vessillo di guerra. E certo che "la nostra patria e' il mondo intero", qui stai usando quella parola in un senso nobile tonii, ma di nuovo, e' un senso diverso da quello che usa Cofferati.
La Patria e` la terra dei nostri padri. Voglio dire, la Patria e' il posto dove siamo cresciuti, e del cui degrado ci doliamo. Insomma l'Italia.
Siamo tutti d'accordo che trasformare un tale concetto in una bandiera di guerra e' una cazzata; ma questa non e` la Patria.
Cofferati sostiene che sia un errore ignorare un concetto come Patria (maiuscola) perche` i guerrafondai lo usano impropriamente, o anche, come e' stato fatto in passato in nome dell' internazionalismo.
Per inciso, papa' mi diceva sempre di diffidare degli ismi :-) Non mi sembra sia piu' chiaro parlare di Nazione oppure di Italia invece che di Patria, insomma secondo me proprio di "Patria" e' bene parlare e per questo sono contento lo cominci a fare Cofferati.
E certo che "la nostra patria e' il mondo intero", qui stai usando quella parola in un senso nobile,
ma un altro senso ancora.
Tonii, ti sei perso qualche anno, magari eri sulla luna. La spiegazione del termine "terzomondismo" che porti è stata un po' superata dall'abuso che di quel termine è stato fatto per indicare che tutto ciò che non era benessere era cosa buona. Un allargamento di significato che ha portato a depauperare il termine stesso tanto da fargli avere una connotazione negativa. venne usato in termini spregiativi, ad esempio, per contestare il mancato ritiro del Nobel di JP Sartre ("Si vede che la sala dove avrebbe ritirato il premio nobel è troppo chic, troppo poco terzomondista", si commentò ironicamente in quegli anni) e una volta anche PP Pasolini lo usò per definire in quel modo le menti bacate dei dirigenti del PCI che lo volevano fuori solo perché omosessuale.
Poi, quanto sulla mia sparata di odore pannelliano, ottimo complimento "Q". Almeno io non ho chiese, breviari e libretti rossi di mao. Immagino invece che la tua libreria sia ne sia piena.
mmm. interessante uso del termine. confesso mi mancava. faro' ricerche.
cmq fai male a non collezionare libretti rossi. io lo faccio e ti assucuro che oltre che soddisfazioni meramente estetiche danno soddisfazioni storico-erudite (ricavando dal tipo di antologia la diversa fazione che l'aveva pubblicato) e storiche (la pagina con la foto di Lin Biao e' stata tagliata?)
e poi e' divertente sapere le cose per capirle. ad esempio in italia da tempo si sente dire che una frase di mao sarebbe quella sul non importa di che colore e' il gatto basta che catturi il topo. ovviamente e' una frase antimaoista ed e' di deng. il primo a prendere l'abbaglio pazzesco fu montanelli, e da allora molti lo seguirono. un altra sua sparata fu che nel cimitero de los caidos in spagna ci sarebbero sepolti franchisti e antifranchisti assieme. di tanto in tanto lo continuo a sentir dire (recentemente anche da sartori). ovviamente e' una bufala.
sono andato abbastanza off topic o posso continuare? :-)
mao, la rivoluzione culturale, i campi di rieducazione...brrrrrrrrrrrrr........allora preferisco il capoccione.
Corrado "vivalosterminiodeiserbidelkosovo", non avevo nessun dubbio, personalmente, che tu preferissi il gas nervino sugli etiopici.
Per te e per i tuoi grandi amici pannelliani un regalo: http://zagazig.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=539604
Entrando poi nel dettaglio, definisci arretrata la definizione corretta data da Tonii per poi dare per buona una polemichetta da frustrati degli anni '60... dai sii serio.
Infine, devo rispondere su "chiese, breviari e libretti rossi"? Sono troppo giovane e laico per queste cose, comuqnue ognuno ha la religione che si sceglie. Voi adorate il soldo, il vostro crocefisso è il libretto degli assegni, quello che Pannella vi chiede di usare assai spesso (quando non lo chiede allo stato).
Radicale è il classico voto di quello che non vuole o non sa prendere posizione per davvero. Di quello che "se da una parte la destra.... dall'altra la sinsistra". Paradossalmente non c'è molta differenza dalla vecchia DC. C'è solo qualche nota colorita in più qua e là. Ditro lo stesso vuoto politico, ideale e culturale. Non avete libri rossi? Mah, io ho il sospetto che non abbiate proprio libri.
mai votato in vita mia il partito radicale. Ho espresso apprezzamento per un aggettivo che rimanda a un uomo politico che comunque apprezzo per la sua laicità, l'unico nel panormama desolante di questo paese a picchiare sulla bocca al vaticano. Non mi sembra per niente poco. Lo voterei se la smettesse di chiedere voti alla CdL. Ma forse è ormai troppo tardi. Apprezzo l'opera politica di Emma Bonino. E parecchio anche. Ma non voto partito radicale.
Il soldo la mia chiesa? allora si vede che la mia chiesa è un fantasma, una "non presenza". Un miraggio in altre parole. Vivo col necessario per mangiare e comprare libri. Dischi ormai pochi.
Caro "Q" il nickname che mi hai dato te lo spedisco indietro. so che ti è già arrivato. Cambia destinatario perché comuqnue ti tornerebbe di nuovo indietro. Glisso sulle mie preferenze nervine. Ma ribadisco che tra il vivere nel "paradiso maoista" e nell'inferno mussoliniano (nota, senza virgolette), preferirei quest'ultimo. Mi divertirei certo di più. Anche da antifascista. Quale sono per storie familiari e cultura umanistica.
Achab: non ho libri? Io posseggo solo libri. non ho nient'altro. Vivo con oltre 3.000 titoli. in casa mia puoi trovare solo libri. Anche in frigo.
suvvia siamo seri.
in italia l'operazione manifesti cinesi la fece avanguardia nazionale su indicazioni del ministero degli interni.
e i 2 maoisti che c'erano nello stivale non sapevano il cinese. cosa volete che ne sapessero delle condizioni e del quadro politico in cui si svolse la lotta di mao contro il partito comunista? figuratevi che c'e' gente in italia che non lo ha capito neppure adesso.
e prendere me, poi, per maoista, e' talmente paradossale che potrei prenderlo quasi per un complimento :-) dadamaoismo forever!
quan shijie renmin tuanqilai!
mao zedong sixiang wansui!
corrado, non ho detto che tu non hai libri. Anche se rileggendo, ammetto che poteva sembrare. Ho detto che la "cultura" e la "storia" del movimento radicale, e di molti movimenti che criticano tanto chi ha libri e testi "sacri" da annoverare sui propri altarini, spesso sono davvero vuote o comunque, di scarso spessore. Cioè, è facile criticare carta scritta, il nero su bianco, da parte di chi ha poco nero su bianco, e quindi anche poco ha detto nella sua storia. Avere linbri sacri è un'arma a doppio taglio: si presta a critiche nel tempo, ma è anche sintomo di pensiero e di ideali.
achab non ho capito nulla di quello che hai scritto. meglio, ho letto attentamente e ho pensato: sembra scritto da chi non mastica bene la lingua. E neanche il pensiero. ma poi mni sono detto: no corrado, stai sbagliando. E' troppo alto per te. Chiedigli se può riscrivertelo con uno stile più intelliggibile. Te lo chiedo. magari prima delle 13.00 perché poi non lo posso più leggere.
Il mio precedente messaggio è offensivo. Lo riconosco achab. e ti chiedo scusa. Al di là del merito del tuo precedente scritto.
corrado, il discorso è troppo lungo, mi rendo conto di essere contorto in un post. ANche io sono in partenza: se ti va, lunedì provo a risponderti con un po' più di calma e in modo più articolato.
E' questo achab l'errore tragico secondo me: trasformare in "sacri" quei testi di cui parli. E' vero, esprimono storia e ideali (e comunque i radicali hanno anche i loro eccome, magari la Lega o Forza Italia ne sono sprovvisti, fatta salva forse l'autobiografia di berlusconi). ma se quei testi diventano sacri smettono di esprimere un impulso positivo verso il tempo futuro o il presente circostante. E diventano solo gabbie del pensiero. E, quel che è peggio, prigioni per la comunità. Desacralizziamo Karl Marx e (ri)troveremo nelle sue pagine tanta di quella buona acqua fresca adatta a toglierci la sete di gisutizia che reclamiamo.
Immagino che la preferenza per la Banda Carità & affini sia legata al fatto che:
-il fascismo è finito, per fortuna, a Piazzale Loreto
- la dittatura in Cina non è finita, si è solo evoluta (o involuta)
- non sei ebreo
Sul nickname, se ti riferisci a "vivalosterminiodeiserbidelkosovo" lo affibbio a tutti quelli che "apprezzano il alvoro di Emma Bonino", una fra le principali fautrici del massacro di non so più quanti serbi kossovari dopo la fine degli 80 giorni di bombardamenti su Belgrado. E nons timao parlando di libri che mi attribuisci, stimao parlando di vite umane.
Tornerei su Cofferati, perché mi pare che di lui si parlasse.
A me pare chiaro che si possa parlare di solidarietà e di garanzie di diritti solo in presenza del rispetto della legalità. L'apparente antitesi può essere solo contingente; ma nel medio/lungo periodo ritengo che il rispetto della legalità sia addirittura una precondizione.
Concordo poi col Cinese quando dice che la sinistra ha lasciato che altri si impadronissero di alcuni termini e di alcuni concetti; non solo: ha lasciato che ne abusassero e li stravolgessero.
Il "cerchiobottismo" alberghi da altre parti, non certo presso Cofferati.
mi sembra condivisibile cercare le idee valide ed essere disposti a viverle. un po' meno condivisibile impegnarsi per la difesa della razza ... comunista, scusate la battutaccia. pero' davvero non capisco il senso di beccarsi su mao e mussolini, si possono pensare altre strade spero bene.
piuttosto uno dei motivi che vedo ricorrere nelle discussioni (presumo perche' se ne sente la mancanza) e' la cultura. magari bisognerebbe pensare a fondare una cosa tipo partito della cultura italiana; l'acronimo non suona male, meglio del partito dei libri italiano. anche questa voleva essere una battuta. non sono berlusconi, ho solo provato a svelenire l'atmosfera :-)
ma sotto sotto lo penso davvero, mi piace immaginare un partito della civilta' e cultura. insomma, bene Cofferati che si muove nel senso della battaglia culturale, che e' uno dei nodi piu' grossi secondo me. consiglierei a chi non se lo ricordasse di rivedere un film del'86, Ginger e Fred di Fellini e di far caso al nome del padrone della TV
emma bonino fautrice dello sterminio del popolo serbo-kossovaro? si può dire tutto in italia. ora sentite questa: ratzinger sarà ricordato come il più progressista dei papi.
non c'è male eh?
corrado, sui testi sacri da desacralizzare sfondi una porta aperta. Sono d'accordo. Ma per desacralizzare qualcosa, ritengo che bisogna prima averla amata, condivisa, vissuta. Il resto è pura presunzione e superficalità. Non leggiucchiare qua e là, come fanno molti critici delle domenica (non tu) di testi filosofici come quelli di marx. Se lo avessero fatto, si renderebbero conto per esempio che Marx è prima di tutto un filosofo, non un politico, nè tanto meno un economista. E' un filosofo: con una cocezione precisa dell'uomo (si leggano per esempio i manoscritti del 44: con punte tra l'altro di antisemitismo, spesso taciute dalla critica).
In sostanza ritengo che una persona critica prima di diventarlo davvero, deve per forza aver preso posizioni, aver sbagliato, aver combattuto. Chi ciritica da sempre, come fanno i radicali, si limita a un esercizio di stile. Fa mera provocazione. Non propone un vero pensiero critico. QUale è il pensiero dei radicali? Il liberismo totale? Se così fosse, però su cosa si fonda tale liberismo: su una concezione nichilista della vita, assenza di valori. Tutto sullo stesso piano: fecondazione assistita e totale libertà di mercato?
Non so io ci sento del ponzio-pilatismo moderno. A quel putno preferisco posizioni reazionarie, ma chiare e fondate come quelle di Ratzinger. Un avversario, ma davvero di spessore, e di pensiero. Non a caso un filosofo e teologo. Uno che tiene testa ad Habermas, con il quale ha dibattuto in modo straordinario. Il liberisimo pannelliano e boniniano mi sa di acqua di rose, altro che di "desacralizzazione" di prigioni di pensiero. E' un invito al nichilismo di comodo. Pericolo numero uno della nostra era. E nel combattere questo, Ratzinger potrebbe, paradossalmente essere un alletato prezioso. Pur continuando noi a votare sì ai referendum, paradossalmente proposti dai radicali, e lui a invitare all'astensione. SOno due posizioni ponderate, ragionate e profonde. E che Ratzinger forse non abbia testi "sacri" anche lui? ti lascio con questa provocazione.
L'universo radicale è così composito che non è per niente facile trovare una sintesi. Forse non è affatto possibile dal momento in cui diventarono un partito transnazionale. In italia le due anime sono quella anglosassone di pannella e francofona della Bonino. la prima di stampo liberista (termine duro da digerire per chi è di sinistra, ma meno "ultra" di come in genere viene illustrato in genere nel nostro Paese), l'altra di carattere più sociale. Queste le radici, poi gli atteggiamenti dei protagonisti sono spesso quelli che miseramente siamo costretti a vedere all'avvicinarsi di ogni elezione. Sta di fatto che personalmente sento la politica dei radicali collegata a valori forti molto più viva di quella propria dei partiti di sinistra. Io non vedo i radicali come una forza politica nichilista.
Su ratzinger hai ragione quando ne sottolinei lo spessore culturale. Da quanto tempo la Chiesa catolica non aveva un papa così preparato da questo punto di vista? Ma la tua provocazione sul considerarlo un nostro alleato resta quella che è, vale a dire un'interessante e intelligente provocazione. Dopo la sbornia modaiola degli anni sessanta e settanta e l'oblio conseguente (feroce, ferocissimo) noto che in Europa e negli Stati uniti si sta riscoprendo la filofia esistenzialista. magari non quella atea di sartre (anche se pure lui nel centenario dalla nascita incomincia a tirarsi via un po' di polvere) ma quella "cristiana" di Ricoeur. il mio timore è che questa riaffermazione della centralità dell'individuo laico come agente sociale si fermi come sempre alle Alpi.