La storia siamo loro
di Marco Travaglio
Quando il regime cadrà e si farà l'inventario dei danni, bisognerà dedicare un capitolo ai guasti provocati da 11 anni di pensiero unico berlusconiano a reti unificate sul cervello di milioni di persone, che ora ignorano fatti realmente accaduti e credono accaduti fatti mai accaduti. Comprese molte persone che di quei fatti (o di quei non-fatti) sono state testimoni oculari. Le macerie più tossiche riguardano Tangentopoli e Mafiopoli. Di Tangentopoli si continua a discutere, ma senza più parlare delle tangenti: si spiega così la targa commemorativa al corrotto latitante Bettino Craxi inaugurata ieri, nel silenzio assoluto della sinistra, in piazza Duomo 3 a Milano: proprio dove Craxi si faceva portare le mazzette dai vari Larini. Anche di Mafiopoli circola una vulgata a base di leggende metropolitane a prescindere dai fatti e, si capisce, dalle sentenze. Il fantasioso ex senatore ds Giovanni Pellegrino le ha collezionate e rilanciate in un libro- intervista a Giovanni Fasanella intitolato addirittura «La guerra civile» (Rizzoli-Bur). Sostiene che, dopo i no della Camera alle autorizzazioni a procedere per Craxi (29/4/93), «il Pds smise di fare politica per abbandonarsi a una deriva giustizialista. Occhetto mise la vela a quel vento». Non ricorda che anche il Pds a Milano aveva i suoi indagati e i suoi arrestati, con tanto di polemiche con il pool. Eppure Pellegrino continua a raccontare quella favola, per la gioia del Foglio, che chiama a testimoni altri smemorati cronici. Macaluso dice che «Davigo voleva rivoltare l'Italia come un calzino» (falso, la frase è di Giuliano Ferrara). Pisapia, che allora era l'avvocato di Forlani, parla di «collegamenti diretti tra singoli magistrati e singoli politici», senza naturalmente portare un nome, una prova. Caldarola rivela un fatto davvero scandaloso: «Attorno a Occhetto si espresse il massimo favore all'idea di un processo rigeneratore imperniato sulla questione morale» (anziché a Craxi, il fellone si ispirava a Berlinguer). Poi naturalmente c'è Marco Boato,che parla di «vicende sciagurate», ma non per le ruberie dei suoi amici socialisti: per le inchieste dei suoi nemici magistrati. Poi dice che durante la Bicamerale, quando partorì la bozza sulla giustizia che piaceva tanto a Licio Gelli («E' copiata dal Piano di Rinascita, voglio il copyright…»), «ricevetti decine di fax intimidatori da pm di Milano e Torino, chiedevano di interrompere i lavori». Nessuna prova, si capisce.
Poi c'è Andreotti, giudicato dalla Cassazione colpevole di associazione per delinquere fino all'80. Macaluso intravede «pesanti responsabilità». Di Andreotti? No, di Luciano Violante, ex presidente dell'Antimafia. Il quale, per Pellegrino, indagò su Andreotti «in sinergia» con Caselli: «il disegno era chiaro: fargli il processo in Commissione e nelle piazze». Boato plaude sul Foglio: «Ricostruzione aderente alla realtà». Naturalmente è un'altra leggenda metropolitana. L'inchiesta Andreotti nasce nel '92 da quella aperta da Paolo Borsellino sul delitto Lima (12/3) e proseguita dai pm Lo Forte e Natoli dopo le stragi. Parlano di Lima, Andreotti e la mafia Leonardo Messina (12/8), Gaspare Mutolo (28/8), Pino Marchese (7/9) e Tommaso Buscetta (11/9). Solo il 15/10 Violante presenta all'Antimafia il programma di lavoro; solo il 16/11 l'Antimafia sente Buscetta. Caselli è ancora a Torino, in Corte d'assise. Viene trasferito solo in dicembre, e s'insedia a Palermo solo il 15/1/93, quando il più è fatto. Non gli resta che iscrivere Andreotti sul registro (4/3), chiedere l'autorizzazione a procedere (27/3), risentire Buscetta (6/4) e interrogare Mannoia (3/4), mentre i colleghi Lo Voi e Pignatone sentono Di Maggio sull'incontro con Riina (16/4). Il 6/4 intanto non Violante, ma l'Antimafia all'unanimità (salvo il radicale Taradash) approva la relazione del presidente. Su Andreotti, tre righe tre: «Risultano certi i collegamenti di Lima con uomini di Cosa Nostra. Egli era il massimo esponente della corrente Dc che fa capo ad Andreotti. Sull'eventuale responsabilità politica di Andreotti, dovrà pronunciarsi il Parlamento». Tutto qui, acqua fresca. Qualche mese dopo, incontrando a un convegno Caselli e De Gennaro, Violante si dice contrario alla richiesta di rinvio a giudizio per Andreotti. Caselli, viste le prove raccolte, chiede e ottiene il rinvio a giudizio. Questi sono i fatti. Di quali sinergie giustizialiste vanno cianciando questi storici della domenica?
Rendiamocene conto: ormai siamo una minoranza. Siamo rimasti quattro spruti e spelacchiati gatti a pensare che bettino Craxi fosse un latitante e non un esiliato. Il nostro è un pensiero debole. Ormai tutto l'arco costituzionale ha riabilitato la figura di questo grande statista che su un "No" agli americani ha costruito postumo la sua legittimazione a sinistra (il che a quanto pare, per la sua memoria, conviene anche un po'). E' notizia di ieri che i socialisti con ogni probabilità si riuniranno in un solo partito e alle prossime politiche correranno col centrosinistra. Qualcuno di noi magari si troverà a dover sbarrare la casella BOBO CRAXI all'uninominale per dare il voto all'Unione. E continuamo a parlare di elezioni libere. Ma vale la pena fare tutto questo?
naturalmente avrete letto questo.
E forse non sapete che questa non è la prima lapide milanese al pregiudicato con la x: guardate qua
Ho pure postato, solo dopo mi sono accorto che per il tizio che scrive l'uomo dell'anno è il poveretto che "ha fatto vedere come muore un italiano" e mi sono un po' pentito.
" A perenne ricordo di Benedetto Craxi, uomo politico di rara integrità e sagacia che ha lasciato in eredità qualcosa che gli italiani tutti non potranno mai dimenticare: un debito pubblico da paese del terzo mondo.
grazie Bettino.
MA ANDATE A CAGARE VOI E LE TARGHE A CRAXI!!!
fa impressione il revisionismo "storico" a distanza di pochi anni ,cambiano le carte in tavola a gioco ancora aperto .Mi dispiace ancora di più per quello che fanno studiare ai ragazzi a scuola :la storia riveduta e corretta !
certo che oggi è la giornata della coerenza......fate tanto gli scandalizzati e gli schizzinosi......ma poi quando si va a votare..... gli eredi di Craxi diventano i nostri migliori amici..... c'è da vergognarsi.....
Perry, io non so cosa faccia tu, e a dire il vero non mi interessa.
A me è capitato un anno che al mio collegio il candidato del centrosinistra fosse Ottaviano Dal Turco, e ho rigorosamente annullato la scheda. Dov'è il problema?
sì, ma del turco è stato eletto lo stesso
.mau. hai trovato un'alternativa a flickr?