Nessuno l'ha mai saputo, ma Batman è nato dopo una vicenda quasi da Siddharta, in cui l'orfano miliardario Bruce Wayne decide che per combattere il "crimine" occorre conoscerlo da dentro. Un gesto simbolico (dare il cappotto e i soldi che aveva in tasca a un barbone in cambio della sua giacca malridotta) segna la sua discesa agli inferi, che nella circostanza sono un oriente non meglio precistao in cui Bruce impara a conoscere la fame, il furto per sopravvivere, perfino la galera.
Già imbattibile a cazzortti, finisce nelle mani di una società segreta che - scopriremo più tardi - attraverso la storia ha sempre "salvato il mondo", distruggendo le civiltà ai primi segni di decadenza. Tornato a casa (una Gotham City postmoderna e inquietante, preda di feroci conflitti sociali, corruzione e dominata dalla malavita), Bruce diventa Batman, l'uomo-pipistrello guardiano della legalità, con tutta l'azione che ne deriva.
Detto così,
Batman Begins può sembrare l'ennesima puttanata mica tanto diversa dai Power Rangers e Dare Devil. In realtà ci sono almeno due ragioni per considerarlo un buon film:
1) Batman - checché scrivano n-mila commentatori che non hanno capito il personaggio - NON è un "giustiziere". E' radicato nel rispetto della legalità, non crede nella vendetta né nella giustizia sommaria. Ovvero - per dirla con le parole del saggio Gandalf - non ritiene che si possano usare le armi "cattive", neppure per scopi "buoni", a differenza di Ducard (
Liam Neeson, già cavaliere Jedi e maestro di Obi-Wan Kenobi, Qui-Gon Jinn), suo maestro e avversario.
2) il film riesce a rendere con fedeltà il personaggio così come fu pensato in origine da Bob Kane: cupo, oscuro, anche travagliato. Il film non ha piani interi del protagonista in costume (di fatto non si vede mai Batman in piena luce, ma solo la sua silhouette o un dettaglio) e le lotte sono risolte con immagini istantanee (nulla a che fare con i "Pow" e "Crack!" di fumetti e telefilm anni '60). Unitamente all'ambientazione cupa, scura e umida alla Blade Runner riescono a calare lo spettatore nella storia, obiettivo mai riuscito ai mediocri "Batman" precedenti (escludo dall'aggettivo "mediocre" solo
Batnman & Robin del 1997, pura trasposizione sullo schermo dei fumetti anni 80, quindi godibile anche se in modo diverso).
Tra i difetti, l'eccesso di retorica nella prima parte, in cui qualche lungaggine di troppo fa perdere un po' di ritmo e mordente alla storia (ritmo più che ricuperato nel secondo tempo). E se vogliamo poi dirla proprio tutta, anche la Bat-Mobile - nonostante le performance eccezionali - la preferivamo nella sua versione più tradizionale con tanto di pinne ad ala di pipistrello. Ma questa è roba per nostalgici che non inficia un prodotto valido nel suo genere.