I recuperati del Garofano
di Marco Travaglio
Se risorgessero Cavour e Giolitti, Turati e Matteotti, De Gasperi ed Einaudi, Nenni e Berlinguer, difficilmente sarebbero corteggiati dai partiti di destra e di sinistra quanto lo sono in questi giorni i figli d'arte Stefania e Bobo Craxi, per non parlare di Gianni De Michelis.
Mentre il nostro spensierato manicomio che sprofonda nei debiti e nel ridicolo, il presidente del Consiglio e vari leader dell'opposizione sono impegnati in una titanica campagna acquisti per contendersi a colpi di collegi sicuri un vecchio e unto ministro pluripregiudicato, nonché i rampolli di un premier latitante, dei quali si ignorano i pensieri, le opere e i voti, ma non le sostanze. Umberto Cicconi, già fotografo personale di Craxi, racconta in "Segreti e misfatti" che nel 1985 voleva acquistare la Scalera Film. Ma il premier Bettino lo bloccò: "Che ti sei messo in testa? Di fare cinema? Ricordati che in Italia per questo ci sono solo la Rai, Berlusconi e mia figlia". La dolce Stefania ora ce la ritroveremo in Parlamento. L'ha annunciato Bellachioma in persona, al raduno dei reduci garofanati: dopo aver finto per anni di non conoscerlo, ora si ricorda dell'amico Bettino, che nel '94 sbraitava con Cicconi: "Io Berlusconi lo distruggo! Non può fare ministro proprio Di Pietro! Se non c'ero io, chi si sarebbe preso la briga di salvarlo quando i pretori gli spensero le tv? Megalomane! Bugiardo!".
De Michelis - che di anni di carcere ne ha totalizzati due - detta addirittura condizioni ("lo Sdi prenda le distanze da Prodi", pericoloso incensurato). Ma, come Craxi jr., è terrorizzato da una legislatura all'opposizione: finisce questa al governo con la destra, poi la prossima la fa al governo con la sinistra, ma prima vuole la certezza che la sinistra vinca, altrimenti resta dov'è. E' il solito idealista. Nel '93, alla caduta dell'impero, lasciò in sospeso un conto da 490 milioni per gli ultimi 29 mesi trascorsi all'hotel Plaza di Roma, dove viveva in una sobria suite: una media 373 mila lire al giorno di "extra". Il suo staff venne cosí descritto da Nadia Bolgan, la bella segretaria: "Una cinquantina di persone, molte delle quali donne incontrate di passaggio e senza alcuna preparazione professionale; erano lí solo perché gli piacevano, e ciascuna pensava di essere la favorita dell'harem". Un giorno, per festeggiare il compleanno, l'Illustre Forforato affittò l'Ippodromo di Tordivalle. Un'altra volta la stazione Marittima di Venezia: 2 mila invitati. I giudici di Venezia, nella sentenza sulle mazzette autostradali, spiegano che De Michelis usava le tangenti "per alimentare il suo principesco stile di vita".
Bobo Craxi invece era troppo giovane: nel '92 era segretario cittadino del Psi a 29 anni. Ma lo teneva in gran conto Mario Chiesa nella speranza di diventare sindaco di Milano. Purtroppo l'arrestarono prima. "Non ho mai lesinato una lira", raccontò il Mariuolo al pool: "Craxi mi aveva chiesto di aiutare il figlio, il suo successo mi sarebbe servito a dimostrare la mia capacità di trasferire 7000 voti… Dal '90, siccome ero riuscito a instaurare un rapporto diretto con Craxi e la sua famiglia per la sponsorizzazione del figlio Bobo, non avevo piú necessità di sovvenzionare altri politici del Psi". Poi ci pensò Maurizio Raggio, il barista incaricato da Bettino di svuotare i conti svizzeri e portare il bottino (50 miliardi) in Messico. Il 23 maggio '94 bonificò 80 milioni di lire (in franchi e in dollari) alla Bank of Kuwait per affittare una villa a Saint-Tropez per Bobo. Il ragazzo - spiega Raggio - "voleva sottrarsi al clima poco favorevole creatosi a Milano". Anche lui, in fondo, era in esilio.