Ineffabile Fidel. Stonato e suonato come pochi. Ma non mi sorprende. In effetti se c'è una cosa gli gli importa relativamente è la sopravvivenza del popolo cubano. Bush si lecca le dita. So che qualche giorno fa Fidel ha tenuto un discorso pubblico a l'Havana sui problemi dell'energia elettrica a Cuba. E per un'ora ha sponsorizzato un aggeggio (che al tesimone che me lo ha riferito sembrava un oggetto anni Cinquanta tanto era vetusto) col quale i cubani avrebbero avuto energia più sicura. L'impressione era quella di un venditore stile "Arara" o il Baffo. Che brutta roba. Ancora e sempre: abbasso il tiranno.
Speranza.
Nel 1960 vissi una grande ‘avventura’ giovanile a Cuba, Sierra Maestra, contribuendo alla costruzione della Ciudad Escolar Camilo Cienfuegos. Ebbi anche l’onore di una stretta di mano dal Comandante Ernesto Guevara.
Pochi anni fa son tornato a Cuba da turista ed ho fatto l’ovvia constatazione del confronto favorevole rispetto agli altri paesi del Caribe, ma la dittatura di Castro?
Un grande leader Castro, da sempre mosso dall’idea di essere indispensabile al progresso del suo popolo e di esempio agli altri popoli oppressi. Avrebbe potuto, e potrebbe, governare col consenso (e col rispetto della vita e libertà di pochi oppositori) ma la sua autoesaltazione gli fece scegliere prima il potere militare, poi quello ideologico e burocratico del comunismo; nei primi anni l’espulsione di decine di migliaia di dissidenti, poi le fucilazioni ed il carcere.
Un popolo di grande capacità di lavoro e di sacrificio prima indotto all’ozio per campare, malamente, degli aiuti economici sovietici e poi ridotto alla fame dal crollo dell’URSS. Uno spirito rivoluzionario sfruttato per mandare migliaia di giovani a morire in Africa ed in America latina, carne di cannone dell’imperialismo sovietico. L’istruzione utilizzata per l’indottrinamento e l’appiattimento delle coscienze. La spesa militare (non il bloqueo!) che ancora oggi sottrae risorse allo sviluppo.
Solo con la fine fisica di Fidel Castro e di suo fratello Raùl cesserà la dittatura e dopo qualche tempo di lotte per l’eredità si avvierà inevitabilmente la costruzione della democrazia a Cuba. In attesa, continuiamo ad andare a Cuba, a prendere il sole, a commuoverci al mausoleo del Che, o a puttane a Varadero e comunque a godere uno dei paesi più belli del mondo.
Mi piace coltivare la speranza di tornare a Cuba democratica per dare il mio modesto contributo con qualche lavoretto volontario, adatto ad un anziano socialista, che ci metterebbe lo stesso entusiasmo del 1960.
peteva risparmiarci almeno il nostalgico puttan-tour .
BASTA!!! Fuori il tiranno di Cuba, liberta´al popolo cubano e democrazia. Restituire Cuba al mondo e alla liberta´. Fuori ogni dottrina comunista dal mondo, fuori ogni governo che si inspira ad essa.