Una donna che ama due uomini: un marito un po' noioso, solido, paziente, comprensivo e un marinaio che ha visto tutti i mari del mondo. E Marie-Jo (donna normale, ma forse proprio per questo desiderata e amata da entrambi) in mezzo, a torcersi le budella pensando a quello dei due che non è con lei, pensando alle ipocrisie che non vuole, a una felicità evidentemente impossibile. Tutto qua, per raccontare la storia del film bastano tre righe. Invece al sommo
Robert Guédiguian servono 126 minuti per delineare psicologicamente i tre personaggi. Compito difficile, perché in questo film molto francese c'è poco o nulla di stereotipato: persone normali, con sentimenti normali, fanno cose normali.
Nonostante questo, regia e sceneggiatura impeccabili fanno di
Marie-Jo e i suoi due amori film interessante, capace di delineare situazioni e stati d'animo in cui si è trovato (magari senza ammetterlo) il 99% degli esseri umani. Perfino gli abbondanti culi al vento, comunque mai compiaciuti, riescono a essere credibili e funzionali al racconto. Straordinari gli interpreti: tutti volti noti, i soliti, bravi attori di Guédiguian, con le loro facce normali e credibili.
Ariane Ascaride (l'anti Brigitte Bardot) e
Gérard Meylan - la coppia d'oro del magico
Marius e Jeannette - tornano a recitare con
Jean-Pierre Darroussin dopo il durissimo
La ville est tranquille. Una menzione anche per il cammeo di Jacques Boudet nei panni di un ubriacone saggio e malandato. Sono due ore toste e tristi, non c'è da stare allegri mentre il regista ti cala piano piano nei trambusti di queste persone tutto sommato "normali", a spiare con interesse, curiosità e qualche senso di colpa le loro piccole gioie e i loro grandi tormenti. Tosto, ma imperdibile.