Loach: abbiamo seminato l’odio...
di Andrea Barolini
«Vengo da un paese che è stato colpito al cuore. In cui ci sono più di cinquanta famiglie che stanno vivendo una vera tragedia. Almeno tanto grande quanto quella delle famiglie degli oltre 100mila iracheni uccisi nell’ultima guerra del golfo». Ken Loach, uno dei più grandi (e dei più impegnati) registi del mondo, non cambia opinione. Gli attentati terroristici che hanno colpito la capitale del Regno Unito - e con essa l’Europa intera - sono il portato delle divisioni del mondo. Fra l’occidente ricco e il resto del pianeta che versa in condizioni drammatiche, fra culture che non riescono ancora a capirsi, a dialogare, a convivere insieme.
Ma sono, soprattutto, la diretta conseguenza dei conflitti armati degli ultimi anni: «Il terrorismo si sviluppa nell’odio che si semina con le guerre, con l’esercizio della forza. O appoggiando e foraggiando dittatori spietati in giro per il mondo», sottolinea il regista, con la solita elegante timidezza, invitato dal comitato del quartiere Vigne Nuove di Roma, che ha organizzato un festival cinematografico ricercato e per nulla banale.
Poche parole. Ma «appassionate», come il suo film. Che oggi assume un sapore diverso: è lo stesso sangue di Londra che sembra riuscire a penetrarne i fotogrammi. Un film che racconta l’amore di un’irlandese cattolica e di un musulmano originario del Pakistan, sotto il cielo uggioso di una Glasgow piena di dolcezza e di contraddizioni. Un amore che apre scenari più grandi di se stesso, ma che alla fine vince sulle diffidenze. «Omnia vincit amor», quindi, come non è stato sui convogli delle metropolitane di Londra, come non è stato a Madrid e a Ground zero. Ma è proprio per questo - spiega ancora il regista inglese - che non bisogna cambiare opinione.
Mister Loach, ritiene che la recrudescenza del terrorismo in tutto il mondo debba essere attribuita direttamente alla politica estera tenuta dai Paesi occidentali negli ultimi anni?
Il problema è davvero complesso, ma credo che le recenti guerre in Iraq e in Afghanistan, insieme all’atteggiamento occidentale nei confronti del conflitto israelo-palestinese siano i principali responsabili di ciò che è accaduto. Abbiamo creato le condizioni per cui loro ci vedono come nemici da combattere.
Quindi nonostante decenni di politiche che hanno diviso il pianeta in due, almeno dal punto di vista economico, senza le ultime guerre Londra oggi non si troverebbe costretta a contare i morti?
Certamente comportamenti come quelli, per fare un esempio, che hanno avuto alcune corporations americane hanno contribuito a generare in tante, troppe parti del mondo un sentimento antioccidentale. Tuttavia l’undici settembre, le bombe di Madrid e quelle di Londra, se a decidere le sorti del pianeta non fossero stati Bush e Blair, forse non ci sarebbero mai stati.
Ritiene che adesso la linea del governo inglese possa cambiare, se non altro per rassicurare i cittadini britannici?
No, non credo. Almeno finché ci sarà Tony Blair, non credo che cambierà nulla. Basta osservare la reazione che ha avuto all’indomani degli attentati di Londra. Esattamente la stessa che ebbe George Bush dopo l’undici settembre.
Si riferisce all’uso della propaganda?
Certamente. È sotto gli occhi di tutti. Ed è un uso atto a distorcere la realtà delle cose.
Il mondo intero è rimasto colpito dalla reazione degli inglesi, estremamente composta. In Italia, invece, ci sono stati parlamentari che hanno proposto di espellere immediatamente oltre i confini nazionali tutti i musulmani.
L’unica cosa che si può dire di affermazioni come queste è che sono davvero molto stupide. Piuttosto, ciò che bisognerebbe espellere, e subito, sono gli eserciti occidentali dai paesi musulmani.
C’è chi obietterebbe che con gli integralisti islamici l’unica strada percorribile è quella che passa attraverso i cingoli dei tank.
E sbaglierebbe. Il problema non è costituito né dall’Islam, né dalle altre religioni. L’Islam sbaglia in alcuni suoi atteggiamenti, ma esattamente come sbaglia ogni altra chiesa.
Il suo film parla dell’amore ai tempi della globalizzazione, ma anche di culture che si incontrano (e si scontrano) e di integrazione. Se dovesse girarlo di nuovo oggi, dopo tutto ciò che è accaduto, cambierebbe qualcosa?
Non direi. Tutto sommato credo che vada bene così. E poi...
E poi?
Il fatto è che i miei film sono come dei figli per me, è difficile dire che non vanno bene. Come è difficile dire che ce n’è uno preferito. Sono tutti miei bambini. Anche se devo dire che, ora che crescono, tendo a concentrarmi di più sui loro difetti.
Piuttosto ci sarebbe materiale per farne un altro, di film...
Questo è vero.
Possiamo prenderla come una promessa?
No, no (sorride, alzando le mani), non me lo faccia promettere.
Ah, eccolo qui, l'ultimo, vero cineasta di vera fede anti-tutto. Onore al cineasta, senza ironia: noi occidentali dobbiamo sapere riconoscere ed apprezzare la critica. Anche quando, come Loach pretende, deve essere sempre e comunque contro un "sistema" e mai contro un individuo. In altre parole, se il cinema di Loach prende sempre in esame i "proletari" (termine che ad oggi temo non abbia più senso in Europa), e ne difende le ragioni, mai si chiede che cosa farebbero quei proletari una volta in possesso del potere. Io un'idea ce l'ho; i regimi sovietici e nazi fascisti ce l'hanno dimostrato.
I film di Loach sono belli fin tanto che li si guarda come film più o meno neo realistici, e si resiste alla tentazione di prenderli a manifesto politico. In tal caso sono ridicoli. Le sue opinioni sono le tipiche opinioni dell'anti occidentale organico: che è pronto a sposare la causa di societào sottogruppi di cui si sente, paternalisticamente e inconsapevolmente, "padrino", credendo con ciò, con atteggiamento infra-colonialista, di "salvare". Il padre saggio giustifica sempre anche il figlio ribelle, consentendogli di esprimersi: così l'Inghilterra fa con Loach, e tutto l'occidente fa con i suoi autori, consapevole che dalla critica possono emergere sempre positività. Dalla mia posso solo ritenere superficiali le idee di Loach sulla politica inglese (che dallo sprofondamento ideologico e politico degli anni '70 - quelli del welfare che a lui mancano tanto e che pure denunciava in quegli anni - è riemersa negli ultimi dieci anni) e sulla politica internazionale. Semplici e scontate, "volemose bene", come insegnano purtroppo gli eccessivamente numerosi capopopoli dell'estrema sinistra nostrana.
Saluti
Sono stupito ed infastidito dal tuo commento A.
Stupito per il mancato uso che hai fatto di un intelligenza che dimostri pure di avere e la mancata applicazione di gran parte del tuo cervello a farti una tua opinione, infastidito dal tuo approccio piuttosto banale nell'affrontare una critica all'intervista.
La critica di Loach e le idee che emergono dall'intervista non ti sembra siano ben più importanti della persona che le dice?
Per quale diamine di motivo ti sei limitato ad andare addosso a Loach screditando lui invece che controbattere a quello che dice?
Guarda un po che stranezza, io detesto i film di Loach, li trovo banali e estremamente superficiali (e noiosi pure), ma sono daccordo con lui quando dice che è colpa dell'occidente.
Di discussioni su quello che sta succedendo nel mondo ne ho lette molte, ho sentito punti di vista incredibili e a mio avviso visionari, leggo di complottismo, di crociate, di scontro di civiltà, ma mai una volta che qualcuno si ferma a pensare al PERCHE'.
Ammesso e non affatto concesso che tutto quello che i media popolari come la TV ci hanno raccontato e ci stanno raccontando sia vero resta comunque una domanda. Perchè?
Cosa dice Bin Laden?
Che gli americani devono lasciare i paesi arabi e smetterla di sfruttare quei paesi stringendo amicizie con ristretti gruppi in quei paesi, gruppi che ovviamente ha provveduto ad armare solidificando il loro potere in quei peasi. Saddam o la famiglia reale Saudita sono solo un esempio.
Beh! Avesse ragione? A me sembra proprio abbia ragione lui! Certo i metodi che usa sono criminali e inauditi ma...cosa fa l'occidente?
Non è forse l'occidente che ha fatto 200mila morti negli ultimi 12 anni?
Non è forse l'occidente che sfrutta la gente dei paesi arabi arricchendosi lasciando loro a morire di fame?
Sento dire di continuo "Si, ma loro ammazzano gli innocenti, sono terroristi", e noi?
Faccio solo notare che (sempre se fosse tutto vero) Al-Qaeda dal 2001 ad oggi (cifra tirata su un po a memoria quindi non attendibilissima) 4-5000 morti tra i civili sia occidentali che loro stessi. Solo l'occupazione dell'irak di questo ultimo anno ha causato 30mila morti tra i civili.
Chi sono i terroristi?
Mi piacerebbe sapere cosa pensi tu e non solo cosa pensi di Loach.
Allora bene, preferisco parlare di questo piuttosto che di Loach. Punto e chiuso sulla sua cinematografia: credo che sia un ottimo regista - nel senso tecnico, di abile narratore - non amo i suoi film retorici. Chiaro e fine. Mi spiace infastidire, anche chi non la pensa come me, quindi cerco di rimediare. Meglio fare arrabbiare che "infastidire" - ben detto da parte tua. Credo. Ti prego solo di prendere atto - o almeno di porti il dubbio - se l'intervista proposta fosse di taglio politico o meno. Secondo me lo era eccome.
Stupisco a leggere la tua riflessione su quello che dice (o direbbe) Bin Laden. Sai bene che Bin Laden fa parte di quella elite dispotica di potentati che, dalla fine della colonizzazione, ha messo le mani sulle enormi risorse energetiche della regione mediorientale. Con l'aiuto e l'avvallo dell'occidente? Certo. Allora basta; lasciamo i paesi "arabi" ("musulmani" è il termine giusto ma non lo usa nessuno). A quale destino?
Non è affatto l'occidente a sfruttare alcunchè: o meglio lo è, ma io credo non meno di quanto facciano le stesse "elite" di tali popoli nei confronti dei loro consanguinei, quando possono. Noi ci "appropriamo" delle loro ricchezze? Ah sì. Può darsi. Anzi, sicuramente è vero. Ma credi che in alternativa tali ricchezze sarebbero state distribuite equamente tra i cittadini "arabi"? Scherziamo. E' noto che gli europei si siano arricchiti nel commercio degli schiavi in Africa. Oh, verissimo. E' meno noto che tale mercato sia stato condotto, senza alcuna remora, dagli stati musulmani, fino al XX secolo. E prima del Rinascimento - quando i paesi musulmani erano più forti di quelli europei - lo schiavismo in Africa era loro monopolio. Monopolio condotto con la complicità dei capi delle tribù africane che razziavano i loro vicini per fare e vendere schiavi. Lo sai perché oggi io e te non possiamo comprarci una bella schiava nera? Perché quei predoni senza cuore degli inglesi, quando erano padroni del mondo, ovverosia nella prima metà del 18esimo secolo, hanno deciso che la schiavitù era immorale ed illegale. Ullallà. Gli occidentali che ripudiano una fonte di profitto? E come mai? Ma come, non sono loro quelli che predano e derubano sempre gli altri popoli per ingrassarsi?
E non solo l'hanno abolita, si sono pure messi a cacciare tutte le navi schiaviste dell'Atlantico.
Smettiamola di darci addosso. Purtroppo dobbiamo decidere come analizzare le cose. Se vogliamo usare lo spettro della nostra cultura - ovvero che ogni individuo e la sua libertà sono sacri, che la democrazia è necessaria, ecc. ecc. - non possiamo non condividere la necessità di portare questi valori in quei paesi. Anch'io ripudio la guerra in Iraq, che si rivela ogni giorno di più un gravissimo errore politico, militare e con gravi conseguenze umanitarie. Ma - per esempio - sottoscrivo, per esempio, l'intervento in Afghanistan. E' morta della gente, anche innocente. Però ora le donne possono andare in giro senza paura di essere uccise. Oppure credi che la cultura dei talebani - che è una cultura - sia accettabile? Giochiamo agli scienziati o giochiamo ai preti? Credi che sempre la morte sia peggiore della schiavitù?
Smettiamola di vedere le cose con il vetrino del nostro tremebondo senso di colpa universale. Leggiamo quello che scrivono i libri: che le morti per fame diminuiscono. Che la vita si allunga quasi ovunque. Che paesi come l'India o la Corea del Sud ieri erano "terzo mondo", oggi stanno per metterci da parte. Grazie a cosa? In India, come sai, c'era la Union Charbide, che sfruttò gli operai del luogo e lasciò che centinaia di essi morissero in un incidente evitabile. Ma ora la UC sta pagando. Ingegneri indiani stanno colonizzando le nostre università e centri di ricerca. Merito "nostro"? Colpa "nostra"?
Non si può tornare indietro nella storia. L'occidente ha plasmato questo mondo in un senso globalizzante, che parte da basi razionali, basandosi sui valori del rispetto dei diritti dell'individuo. Questo è. Bin Laden, o chi per lui, o Al Qaeda, o quel che vuoi, o così pure le Br negli anni '70, o i Khmer rossi, o i Talebani, invece, in modo diverso, pongono in primo piano un "ideale" comunitario (evidentemente diverso da caso a caso), che pone in secondo piano l'individuo, e in primo piano il gruppo. Saranno, per forza di cose - per inerzia, direi - sconfitti.
Credo sia molto sciocco andare a cercare le ragioni degli attentati nella guerra Iraqena - che pure ripeto io personalmente condanno. Al Qaeda e Bin Laden erano già là molto prima. Le ragioni che muovono giovani musulmani, non di rado di ottima cultura, nati e/o cresciuti a Londra o a New York a farsi esplodere per un malinteso concetto di Jihad esistevano già prima. Quello che è cambiata è la loro organizzazione, che ora è migliorata. Ma non credo - rifiuto di credere - che la loro visione delle cose sia condivisa dalla grande massa dei loro correligionari. E mi viene da star male quando vedo chi giustifica i loro atti.
In Iraq non si parla di numeri o di quanti morti qua o là. Come ti ho detto detesto questa guerra perché per forza di cose - per miopia strategica o tattica - sta causando una quantità enorme di vittime innocenti (Calipari tra quelle... tanto per capirci). Vorrei che tu tenessi comunque presente il fatto che in una situazione di quasi - vuoto di potere, in un paese in cui le armi costano meno del pane, non è solo la presenza degli americani a creare attriti. attentati e morti. O non sai quanti morti ci sono stati in Italia - italiani uccisi da italiani - tra il 1943 e il 1948? Si parla tanto della repressione israeliana ai danni dei palestinesi: saprai senz'altro che i più feroci in tale attività sono stati i loro correligionari dei paesi vicini, pronti a sostenere a parole i palestinesi, purché non osassero provare a varcare i loro confini.
Proprio per questo - per una cinica visione della politica e della storia che mi son fatto leggendo un po' di libri - rifiuto la condanna dell'occidente e la giustificazione degli attentati. Negli anni '70 i morti li hanno fatti da sinistra e da destra. Ma alla fine chi ha vinto? L'inerzia se vuoi, la gente comune, quelli che semplicemente non hanno voluto armarsi a loro volta. Forse non erano così intelligenti come coloro che erano invece convinti di avere la verità - rivoluzione o stato autoritario - in tasca. Ma hanno vinto loro. Perché comunque potevano continuare ad andare al bar e dire la propria, oppure no, o votare chi volevano, o anche non votare, andare in Chiesa o non andarci, comprare un libro oppure un cappotto oppure niente. Sembra poco, invece è moltissimo, ed è quello che gli afghani e le afghane possono fare, oggi, grazie agli odiatissimi americani. Noi diamo per scontate queste cose e non ci rendiamo conto di quanto possano essere importanti.
Ho messo insieme troppe cose e probabilmente sono stato poco chiaro, ma comunque sia. Occidente e le sue colpe. Parliamone un po' chiaramente. Parliamone, noi che possiamo.
saluti