Carriere della Pera
di Marco Travaglio
Ci son voluti quattro anni, ma ora finalmente si comincia a capire chi sono Pera e Casini, a lungo scambiati per il volto moderato, «istituzionale» e presentabile del centrodestra, con cui «dialogare» e a cui appellarsi nei momenti difficili.L'ex bancario di Lucca e l'ex portaborse di Forlani, inopinatamente assurti a seconda e terza carica dello Stato, non sarebbero lì se Berlusconi non ce li avesse paracadutati. Lui non ha neppure bisogno di rammentarglielo: lo sanno benissimo. Gli impiegati si vedono nel momento del bisogno, e Bellachioma ultimamente ha molto bisogno. Bisogno di tener buona la Lega con la boiata Castelli perché gli voti la salva-Previti. Bisogno dell'emendamento anti-Caselli, molto più urgente della boiata Castelli onde evitare che un giudice antimafia vada alla Procura antimafia. Bisogno di screditare Ciampi con una bella guerra preventiva: visto che la boiata Castelli è incostituzionale, anche e soprattutto nell' emendamento anti-Caselli, c'è il rischio che Ciampi la rimandi indietro un'altra volta; dunque si attacca Ciampi, si costringe l'opposizione a difenderlo, e se poi boccia la boiata la si butta in caciara e si dice che l'arbitro è venduto. E lo si leva di mezzo dalla prossima corsa al Quirinale. L'altra volta Bellachioma lo accusò di «ascoltare le sirene della sinistra». Ora si insinua addirittura l'attentato alla Costituzione, sventolando la spada di Damocle dell'impeachment. Perché questo - checchè ne dica il «Corriere» che riduce tutto al solito «scontro fra politica e magistratura»- è il senso dell'«alzamiento» sudamericano del rag. Pera e, con toni più forlaniani, di Piercasinando.
I dioscuri, dandosi la battuta come i De Rege, accusano il Csm di «uscire dalla Costituzione» (Pera) e di insidiare «l'autonomia del Parlamento» (Casini) discutendo la norma anti-Caselli. Par di sognare: questi due bellimbusti, non più tardi di un mese fa, andarono in pellegrinaggio in Spagna per attaccare le Cortes sulla legge dei matrimoni gay e insegnare agli spagnoli come devono votare, violando palesemente l'autonomia di un Parlamento straniero. Poi tornano in Italia e accusano falsamente Ciampi di aver fatto in Italia ciò che loro han fatto in Spagna. Infatti la discussione al Csm sull'emendamento l'ha messa all'ordine del giorno Ciampi, in ossequio alla legge 195/1958 sul Csm (art. 10: «Il Csm può fare proposte al Ministro della giustizia... su tutte le materie riguardanti i servizi relativi alla giustizia. Dà pareri al Ministro sui disegni di legge concernenti l'ordinamento giudiziario, l'amministrazione della giustizia e su ogni altro oggetto attinente alle predette materie»). Ma che sarà mai una legge per i massimi vertici del potere legislativo: loro sono amici di Dell'Utri, Previti e Cuffaro, per citare i migliori.
Se i De Rege fossero davvero convinti che Ciampi esce dalla Costituzione e mina l'autonomia del Parlamento, dovrebbero subito dimettersi o aprire la procedura di impeachment contro Ciampi per attentato alla Costituzione. Ma sono un ragioniere e un democristiano. Alludono. Tirano la pietra e nascondono la mano. Intanto il doppio avvertimento è partito. Se il capo dello Stato continua a difendere la Costituzione, sappia che sarà solo. E avrà contro, oltre al capo del Governo, anche quelli di Camera e del Senato. Sotto i loro occhi e i loro nasi, in questi quattro anni, sono passate vagonate di leggi incostituzionali. La Castelli, la Gasparri-1 ed Eurojust (bocciate dal Quirinale), le rogatorie (incompatibile con i trattati europei), la Bossi-Fini (amputata dalla Consulta), il Lodo Maccanico e il condono edilizio (polverizzati dalla Consulta), lo spalmadebiti del calcio, il conflitto d'interessi e la Tremonti-bis (censurati dall'Europa). E si attendono notizie su falso in bilancio, Moratti e Gasparri-2.
Un fiume di liquami inonda dal 2001 Camera e Senato, ma Pera e Casini respirano sempre a pieni polmoni con aria soave ed estasiata, come chi passeggia in un'aiuola di rose e bocciuoli. Intorno a loro si approvano leggi vergognose con metodi illegali, cioè col voto decisivo di decine di pianisti al posto degli assenti, e le due cosiddette cariche istituzionali si voltano dall'altra, o espellono chi denuncia lo scandalo. Chissà dov' erano, mentre in una baita del Cadore quattro buontemponi coi pantaloni alla zuava devastavano la Costituzione. La riscoprono oggi, all'improvviso, per difenderla dalle minacce di quei sovversivi di Ciampi e del Csm. Se questo è il dopo-Berlusconi, che Dio ci conservi Berlusconi.
macche' piercasinando e marcello "el mono" pera! nel dopo-berlusconi (come tra l'altro nel prima-) ci saranno nuovamente gli itagliani! e' questo il vero problema, no?
Confesso che l'idea di avere D'Alema e Pomicino al governo mi preoccupa quasi quanto avere Pera e Casini.
vista in astratto, l'analisi di travaglio ricorda il principio che al peggio non c'e' limite, vista in concreto, sembra suggerire che si dovrebbe evitare al mitico duo di dilagare troppo (anche se chi potrebbe limitarli, temo che non lo fara'). comunque, a me la dose di travaglio fa sentire subito meglio, grazie alberto, e scusa anzi se non posso fare a meno di ricordarti che il prossimo parlamento eleggera' anche il successore di ciampi...