Commento di Turani:
Intercettazione dopo intercettazione si comincia a capire che cosa è stata la scalata della Popolare Italiana (ex Lodi) all´Antonveneta: una specie di fiera mondiale del portage. I soldi, gira e rigira, erano quelli della stessa Lodi (sia pure dopo aver fatto il giro del mondo), gli altri ci mettevano il nome e la faccia di tolla. Mezza Italia si va interrogando sulla provenienza dei denari dei signori comparsi in questa vicenda. Adesso si capisce che la domanda è del tutto inutile. Questi gentiluomini avranno o non avranno soldi (dalle barche e dalle macchine che possiedono, peraltro, si direbbe di sì), di certo sembra che in questa vicenda ne abbiano tirati fuori pochini. I soldi erano della Lodi.
E di questo sembra rendersi conto, sia pure con molto (colpevole) ritardo, anche la stessa Banca d´Italia. Il fatto che siano state sospese le due Opa della Popolare Italiana sull´Antoveneta e che i vertici della banca di Lodi siano stati convocati a Via Nazionale per chiarimenti, la dice lunga. Dice, ad esempio, che il governatore Fazio ha avviato la procedura per cercare di salvare la poltrona. E dice anche che il primo a pagare sarà il signor Fiorani. La logica delle cose non ammette altra soluzione. Si sospendono le Opa, si convoca Fiorani, si giudicano insufficienti i chiarimenti (e come potrebbero essere sufficienti?), lo si manda a casa, si azzera tutto, e si cerca di fare bella figura presso il potere politico e l´opinione pubblica. C´è solo da stare a vedere quale sarà la reazione dello stesso Fiorani e, soprattutto, dei suoi soci, che speravano di lucrare vistose plusvalenze dalla scalata all´Antonveneta. Forse sarà un po´ irritata, forse qualche altro pezzetto di verità su questo brutto affare verrà fuori. Ma, in realtà, per non prendere in giro il mercato e per avere un po´ di rispetto per i poveri risparmiatori (sempre traditi e sempre beffati), bisognerebbe andare oltre.
Come sostengo dalla scorsa settimana, la Popolare Italiana andrebbe commissariata di corsa (meglio se si fa prima di sera). E´ indecente che il protagonista delle telefonate intercettate dai magistrati e pubblicate su tutti i giornali italiani sia ancora lì a amministrare i soldi dei suoi depositanti. Non capisco come in Banca d´Italia non abbiano ancora capito l´enormità dello scandalo. E il commissario avrebbe come primo compito quello di azzerare tutti i contratti (di portage, put e call, e altro) stipulati da Fiorani con razza padana e razza mattona, insomma con tutti quei signori arroganti che in questi giorni abbiamo imparato a conoscere. Si vedrà allora se abbasseranno oppure no la cresta. Come secondo compito il commissario dovrebbe andare a scavare nel passato della Popolare di Lodi e vedere quali altre porcherie sono state commesse.
E, quando sarà il caso, dovrebbe passare tutto alla magistratura. Posso sbagliarmi, ma nella storia della Popolare di Lodi e dei suoi amici ci sono tanti di quei casi di insider trading e altro da farci su un volume. Insomma, tutto questo letame (non mi viene in mente una parola più educata) va spazzato via. E l´unico modo per farlo in fretta e bene è mandare alla Lodi un commissario rigoroso e severo il più in fretta possibile.
Va da sé che le due Opa della Popolare Italiana su Antonveneta a questo punto sono già morte e sepolte. Ma questo non è un male e possiamo, anzi, dire che l´abbiamo scampata bella. I signori della Lodi, infatti, progettavano, attraverso la conquista dell´Antonveneta, di costruire il quarto gruppo bancario italiano: con quelle referenze, con quello stile che si desume dalla lettura delle intercettazioni. Roba da brividi.
Ma credo che qualcuno dovrà occuparsi anche del presidente e amministratore delegato dell´Unipol, Giovanni Consorte, lo scalatore della Bnl. Sempre dalle intercettazioni risulta che è stato informato (dallo stesso Fiorani) che attraverso una società partecipata dalla stessa Unipol si stava per compiere (e poi è stata compiuta) un´operazione di facciata per far risultare conti diversi da quelli reali in società coinvolte nella scalata all´Antonveneta. Non risulta che Consorte abbia bloccato l´operazione e nemmeno che sia corso dal magistrato. Tutto ciò probabilmente non è un reato (non ho la competenza per stabilirlo), ma è certo che lascia un´ombra piuttosto pesante sulla qualità morale del cooperatore Consorte. E se ha senso che esista una finanza rossa o, più genericamente, una finanza legata al mondo cooperativo, sarebbe bello sapere che è meglio di quella dei Fiorani e dei Gnutti. Se invece è la stessa cosa, allora che cosa ce ne importa?
Adesso, credo, si comincia a capire perché quei galantuomini della Fondazione Monte dei Paschi si sono sfilati da questa storia sin dall´inizio. Dotati di ambizioni più modeste di quelle di Fiorani, Gnutti e Consorte, si sono preoccupati prima di tutto del loro buon nome e della loro rispettabilità. Bravi, loro. Non gli altri.
Fiorani a mio avviso è ben di più di quanto già gli viene addebitato e cioè di essere il regista dell'aggiottaggio nella scalata Antonveneta. Fiorani fa parte di un gioco molto più grande i cui registi sono per il momento ancora nascosti e protetti dalle leggi italiane emanate nell'ultimo decennio. Fiorani è un burattino intelligente come Ricucci & C. che riesce a far proprie le idee e le iniziative non sue . Di suo ci sono solo i movimenti bancari..