La vendetta
Ho amato
ogni riga di Agota Kristoff, fino a oggi. La sua
Trilogia, gelida e surreale, è uno dei libri geniali nella mia biblioteca. ma questa
Vendetta è oggettivamente troppo, a partire dalla foto di copertina, troppo ermetica da digerire. Nelle 71 pagine si sussegue una serie di racconti berbvi e brevissimi, alcuni di poche righe, in cui l'autrice ha lasciato libero sfogo al suo pessimismo cosmico, fin qui trattenuto, in un
outing senza freni, eccessivo, spudorato.
Tra morti che camminano, bambini che si ritrovano vecchi senza accorgersene, uomini che non si accorgono di essere stati abbandonati dalla famiglia, figli cghe tornano dalla madre per trasformale la sua casa in bordello, la Kristof dipinge un mondo irrecuperabile. Si sa, è bravissima, sa penetrare, non si riesce a non farsi prendere dalla sua prosa gelida e tagliente come una lama. L'angoscia esistenziale si insinua, pagina dopo pagina, accende incubi e nutre i germogli della depressione. Non è un brutto libro, ma è un libro terribile e feroce di cui sinceramente non si sentiva il bisogno. Perché non dà null'altro che disperazione.
30.07.05 08:53 - sezione
libri