Sylos Labini: De Benedetti, che Errore...
di Giampiero Rossi
Professore, ha letto dell’accordo tra gli ex duellanti Carlo De Benedetti e Silvio Berlusconi? Insieme daranno vita a un fondo per le aziende in difficoltà... Lei cosa ne pensa? «È sconcertante, non capisco proprio e se lo incontrassi lo direi dritto in faccia anche all’ingegner De Benedetti. Ma, dico io, e con me se lo chiedono in tanti: che bisogno c’era? Non c’era già un caos indicibile in questo paese? C’era proprio bisogno di farne di più?». Il professor Paolo Sylos Labini - a lungo “firma” di Repubblica e collaboratore de l’Unità - non si dà pace. È reduce da «giornate e momenti molto delicati» per la sua salute. Ma la notizia del «fondo bipartisan» lo indigna.
E allora spreme ogni residua energia per strappare alle sue provate corde vocali una voce che non è la sua ma che è quanto gli basta per esprimere con la consueta passione tutto il suo «sconcerto». Una parola che non si stanca di ripetere. «Ma insomma - riprende - non si può certo dire che tra i due vi fossero questioncelle di poco conto, al contrario i loro dissidi erano e restano enormi: stiamo parlando di case editrici, di corruzione di giudici, di richieste di risarcimento per miliardi... Perché mai ora De Benedetti deve fare questo?», si chiede Sylos Labini. «Per il profitto? Ma allora gli si può facilmente obiettare che il profitto non si fa con le aziende in crisi. E allora possiamo pensare che lo abbia fatto per opportunità politica? Ma, semmai, questa operazione fa comodo politicamente soltanto al premier Berlusconi, anzi per lui sì che è un capolavoro, un grande colpo».
Già, professore, ma secondo lei perché Carlo De Benedetti, che non è un ingenuo, lo ha fatto allora, mettendo in imbarazzo i suoi giornali, gli amici... «Non lo so, non lo so. L’animo umano è un abisso e a volte bel tentare di andarvi a fondo si rischia di rimanere davvero turbati... Guardi che io non sono uno che fa i complimenti, mi creda non le sto rispondendo con diplomazia opportunistica quando le dico che non lo so, ma con l’umiliazione di chi non ha una risposta. Quello che so di sicuro - riparte il professore - è che si tratta di un errore, di un grosso errore sotto ogni punto di vista. A partire dallo sconcerto, dallo scompiglio che ha creato tra noi, tra le persone che lo seguivano...».
Perché Carlo De Benedetti è il promotore, tra l’altro, di un’associazione (“Libertà e giustizia”), che ha fatto della battaglia per la moralità politica la sua ragione sociale, che si batte per difendere la Costituzione che proprio Berlusconi e soci stanno cercando di riformare a proprio gusto. Cosa accadrà adesso? «Io le conosco bene le persone, stimabilissime, che fanno parte di “Libertà e giustizia” - risponde il professor Sylos Labini - e so che anche loro sono tutti davvero molto sconcertati, perché si pongono la mia stessa domanda: che bisogno c’era? Mi sembra di vivere certi squallori umani raccontati nelle pagine de “i Fratelli Karamazov”. Dov’è la dignità in questo paese? - prosegue quasi senza prendere fiato - mi diranno che i moralisti non capiscono un tubo di politica, ma a me pare che anche i machiavellici prendano delle grosse cantonate. Altri realisti mi diranno che il denaro non puzza... ma io dico che chi lo maneggia a volte porta con sé un fetore insopportabile. Quelli che non battono ciglio dovrebbero rifletterci se i mezzi per raggiungere un fine sono barbari, allora rischia di diventare barbaro anche il fine stesso».
Leggo oggi sul Corsera un'intervista a Giovanni Sartori, personaggio che ammiro molto:
"De Benedetti è stato il simbolo di un capitalismo di sinistra che combatte il capitalismo selvaggio di Berlusconi".
...capitalismo di sinistra? Perfetto ossimoro.