28 febbraio 1978. Giusva Fioravanti ed altri notano due ragazzi seduti su una
panchina che dall'aspetto (capelli lunghi e giornali) identificano come
appartenenti alla sinistra. Fioravanti scende dall'auto, si dirige verso il
gruppetto e fa fuoco: Roberto Scialabba, 24 anni, cade a terra ferito e
Fioravanti lo finisce con un colpo alla testa. Poi, si gira verso una ragazza
che sta fuggendo urlando e le spara senza colpirla.
9 gennaio 1979. Fioravanti ed altre tre persone assaltano la sede romana di
Radio città futura dove è in corso una trasmissione gestita da un gruppo
femminista. I terroristi fanno stendere le donne presenti sul pavimento e danno
fuoco ai locali. L'incendio divampa e le impiegate tentano di fuggire. Sono
raggiunte da colpi di mitra e pistola. Quattro rimangono ferite, di cui due
gravemente.
16 giugno 1979. Fioravanti guida l'assalto alla sezione comunista
dell'Esquilino, a Roma. All'interno si stanno svolgendo due assemblee
congiunte. Sono presenti più di 50 persone. La squadra terrorista lancia due
bombe a mano, poi scarica alla cieca un caricatore di revolver. Si contano 25
feriti. Dario Pedretti, componente del commando, verrà redarguito da Fioravanti
perché, nonostante il ricco armamentario "non c'era scappato il
morto". Che Fioravanti fosse colui che ha guidato il commando è accertato
dalle testimonianze dei feriti e degli altri partecipanti all'azione, e da una
sentenza passata in giudicato. Ciononostante, Fioravanti ha sempre negato
questo suo pesante precedente stragista.
17 dicembre 1979. Fioravanti assieme ad altri vuole uccidere l'avvocato Giorgio
Arcangeli, ritenuto responsabile della cattura di Pierluigi Concutelli, leader
carismatico dell'eversione neofascista. Fioravanti non ha mai visto la vittima
designata, ne conosce solo una sommaria descrizione. L'agguato viene teso sotto
lo studio dell'avvocato, ma a perdere la vita è un inconsapevole geometra di 24
anni, Antonio Leandri, vittima di uno scambio di persona e colpevole di essersi
voltato al grido "avvocato!" lanciato da Fioravanti.
6 febbraio 1980. Fioravanti uccide il poliziotto Maurizio Arnesano che ha solo
19 anni. Scopo dell'omicidio, impadronirsi del suo mitra M.12. Al sostituto
procuratore di Roma, il 13 aprile 1981, Cristiano Fioravanti - fratello di
Valerio - dichiarerà: "La mattina dell'omicidio Arnesano, Valerio mi disse
che un poliziotto gli avrebbe dato un mitra; io, incredulo, chiesi a che prezzo
ed egli mi rispose: "gratuitamente"; fece un sorriso ed io
capii".
23 giugno 1980. Fioravanti e Francesca Mambro uccidono a Roma il sostituto
procuratore Mario Amato. Il magistrato, 36 anni, è appena uscito di casa; da
due anni conduce le principali inchiesta sui movimenti eversivi di destra.
Amato aveva annunciato che le sue indagini lo stavano portando "alla
visione di una verità d'assieme, coinvolgente responsabilità ben più gravi di
quelle stesse degli esecutori degli atti criminosi".
9 settembre 1980. Mambro e Fioravanti con Soderini e Cristiano Fioravanti,
uccidono Francesco Mangiameli, dirigente di Terza Posizione in Sicilia e
testimone scomodo in merito alla strage di Bologna.
5 febbraio 1981. Mambro e Fioravanti tendono un agguato a due carabinieri: Enea
Codotto, 25 anni e Luigi Maronese, 23 anni. Dagli atti del processo è emerso
che durante l'imboscata Fioravanti ha fatto finta di arrendersi. Poi ha gridato
alla Mambro, nascosta dietro un'auto, "Spara, spara!".
30 settembre 1981. Viene ucciso il ventitreenne Marco Pizzari, estremista di
destra e intimo amico di Luigi Ciavardini, poiché ritenuto un "infame
delatore". Del commando omicida fa parte Mambro.
21 ottobre 1981. Alcuni Nar, tra cui Mambro, tendono un agguato, a Roma, al
capitano della Digos Francesco Straullu e all'agente Ciriaco Di Roma. I due
vengono massacrati. L'efferatezza del crimine è racchiusa nelle parole del
medico legale: "La morte di Straullu è stata causata dallo sfracellamento
del capo e del massiccio facciale con spappolamento dell'encefalo; quello di Di
Roma per la ferita a carico del capo con frattura del cranio e lesioni al
cervello". Il capitano Straullu, 26 anni, aveva lavorato con grande
impegno per smascherare i soldati dell'eversione nera. Nel 1981 ne aveva fatti
arrestare 56. La mattina dell'agguato non aveva la solita auto blindata, in
riparazione da due giorni.
5 marzo 1982. Durante una rapina a Roma, Mambro uccide Alessandro Caravillani,
17 anni. Il ragazzo stava recandosi a scuola e passava di lì per caso. La sua
morte suscita scalpore anche perché il giovane viene colpito alla testa con un
colpo di pistola sparatogli a bruciapelo.
Caro Alfredo, in un paese come l'Italia e' tutto il contrario: io mi meraviglierei se stessero a marcire in galera!!!
N.B. Questi fanno parte del gregge che ora blatera sullo scontro di civiltà...
con certa gente va bene il metodo cinese.
un colpo di pistola alla nuca e via andare.
il nostro sistema giudiziario prende evidentemente spunto dalla disney dove i criminali plurirecidivi(gambadilegno, macchianera, e la banda bassotti) vanno in prigione in una avventura e quella successiva son di nuovo fuori a far danni.
ma già lo sapevamo che siamo una nazione da barzelletta......
Io non so se siano effettivamente colpevoli anche della strage ma per quello che sono e rappresentano inorridisco all'idea che siano già liberi, ma non condivido l'idea del "sistema cinese". Si diventa esattamente come loro.
siamo in minoranza. nel sentire siamo in minoranza.
P.S. "invitati per inaugurare onda azzurra". sofri resta dentro.
forse ha ragione garp, che non e' chiaro come siano passati dalle sparatorie alle bombe su treni e stazioni, di certo sono due persone rivoltanti per i modi delle loro azioni (roberto scialabba ucciso per via dell'abbigliamento e i capelli ad esempio).
ancora piu' rivoltanti di loro sono il fratello di giuseppe valerio fioravanti (suo complice e poi suo accusatore, probabile assassino di Walter Rossi) e i radicali che li hanno raccattati dopo che sono usciti in semiliberta'.
Vorrei riportare solo le parole con cui Carmelo Bene terminò la notte che
cantò la sua Lectura Dantis dalla Torre degli Asinelli a Bologna davanti a un
oceano di persone, il 31 luglio 1981:
"... ho dedicato questa mia serata, da ferito a morte, non ai morti, ma ai
feriti dell'orrenda strage".
Lo slogan unitario di quella prima commemorazione fu "Stop terror now", la sua
agghiacciante attualità non necessita di commenti.
Notare che quando sui nostri media si parla di terrorismo italiano si parlo solo ed esclusivamente di quello di sinistra.
Forse perchè ne avete fatte di peggio!!
"Forse perchè ne avete fatte di peggio!!"
Perche' VOI, dal 1969 al 1975, avete scherzato...
... Peccato solo che ridursi a dire che e' il morto in piu' o in meno a fare la differenza sarebbe ridicolo, se non fosse tragico e patetico.