Diritti negati
di Luigi Cacncrini
È proprio così. Pensavo di poter rispondere di no alla tua domanda ma la risposta al quesito 492 del “nuovo” catechismo suona esattamente così: «Sono peccati gravemente contrari alla castità, ognuno secondo la natura del proprio oggetto: l’adulterio, la masturbazione, la fornicazione, la pornografia, la prostituzione, lo stupro, gli atti omosessuali. Questi peccati sono espressione del vizio della lussuria». Mettendo insieme dal punto di vista della morale cattolica comportamenti che il senso comune sente come profondamente diversi. Aprendo un problema educativo di non poco conto, a mio avviso, per chi affida i propri figli all’insegnamento proposto da suore e preti. Ma aprendo una ferita profonda, nello stesso tempo, ai principi dell’etica che risuona dentro la coscienza dell’essere umano prima che alle abitudini consolidate di migliaia di persone normali.
Storicamente, il problema ha radici riconoscibili, ovviamente. Spiegando perché la Chiesa e il suo catechismo siano così severi sul tema del sesso, la risposta ad un quesito successivo riconosce che le tavole dei Comandamenti, Gesù e il Vangelo si limitano a condannare l’adulterio e attribuisce ai padri della Chiesa e al loro insegnamento successivo, mille e più anni dopo, proibizioni che corrispondono di fatto ai valori di una cultura che è ancora quella del Medio Evo. Centrata per quello che riguarda la masturbazione su una mistica del sacrificio: su valori che corrispondevano cioè, nei conventi delle suore, allo sviluppo di una “santa anoressia”, di un rifiuto, cioè del cibo sentito come prova del proprio amore per Cristo (c’è un bel libro di Rudolph M. Bell che ricostruisce in modo assai efficace gli aspetti psicopatologi di questo rifiuto partendo dall’analisi dei processi di santificazione di Santa Caterina da Siena, di Santa Veronica e di tanti altri) e, nei conventi degli uomini, alla pratica della fustigazione intesa come metodo utile ad evitare la ricerca di un piacere del corpo. Affamarsi e fustigarsi facendosi male erano intesi allora come modi di far contento un Dio «arrabbiato per i peccati del mondo» all’interno di una visione che è molto diversa, per fortuna, da quella che di Dio abbiamo oggi. Legate ugualmente alla necessità di quel tempo erano, mi pare, anche le altre due proibizioni del 492 difficili da accettare oggi. L’omosessualità perché era già allora un pericolo da esorcizzare caricandolo di significato proprio all’interno dei conventi e la fornicazione perché l’impossibilità di prevenire in altro modo la diffusione delle malattie veneree e quella di controllare in altro modo la procreazione rendevano comunque comprensibile il tentativo di schierarsi contro qualsiasi forma di libertà sessuale. Che il comportamento dell’uomo e della donna oggi debbano essere regolati invece che dalla parola di Gesù dalle angosce, dal fanatismo e dalle problematiche mistiche o sociali della società medievale è, tuttavia, per lo meno anacronistico. Al modo in cui anacronistici appaiono oggi il culto delle vacche in India e le proibizioni di Maometto in tema di alcool o di carne di porco. Trasformando norme che allora avevano un senso in una precettistica che è, appunto, da catechismo: fatta di norme che chiedono, per essere davvero seguite fino in fondo, una subalternità psicologica totale. Aprendo, nello stesso tempo, a chi parla in nome di Dio, la possibilità di usurparne il potere. Perdonando chi si pente e sottolineando, agli occhi di tutti, la colpa di chi non lo fa. Come pateticamente ha tentato di fare, ancora in questi giorni, un parroco calabrese che, avendo preso sul serio le risposte di cui stiamo parlando al quesito 492, ha rifiutato la messa funebre ad una donna che viveva, senza poterlo sposare, con un uomo separato.
Basta avere un po’ di buonsenso, in fondo, per non prendere molto sul serio questo tipo di posizioni. Quello su cui poco si è riflettuto, tuttavia, da parte di chi quel catechismo ha scritto da una posizione paurosamente fuori dal mondo è il danno che esso è in grado di arrecare su chi, per ragioni culturali, famigliari e/o di conflitto personale non è in grado di usare il buonsenso della maturità e finisce per prenderlo (troppo) sul serio. Ragazzi e adolescenti cui viene impedita quella scoperta del proprio corpo, dei suoi desideri e del suo funzionamento, che combattono battaglie inutili contro sé stessi nel nome di un insegnamento bigotto e, a volte, per niente limpido. Ragazzi e adolescenti la cui natura spinge in direzione diversa da quella delle loro apparenze fisiche per ragioni complesse di ordine biologico e/o psicologico confinati nel ruolo di peccatori dall’insegnamento di una Santa Madre Chiesa che non si comporta, nei fatti, né da Santa né da Madre. Preti distrutti dal senso di colpa e dalle ribellioni del corpo che si trasformano in pedofili o in guardoni. Educatori che perdono occasioni decisive per capire quello che accade ai loro ragazzi. Coppie che rovinano il loro matrimonio e la vita dei loro figli intorno al tentativo di conformarsi ad una regola morale astratta per cui nulla contano i figli o il matrimonio.
E c’è qualcosa di molto più grave, tuttavia, di tutto questo in quella vicinanza stonata fra stupro e masturbazione. Quello che il catechismo suggerisce ai cristiani che lo leggono, infatti, è un modo di sentire sé stessi e la loro coscienza al centro di tutto. Come il mio paziente che sognava, masturbandosi, di far esplodere il mondo. Dimenticando che il dovere primo dell’uomo è il rispetto dell’altro. Il mondo del peccato e della colpa disegnato da un catechismo come questo è un mondo, infatti, in cui ciò che conta nel caso dello stupro non è il danno fatto alla vittima ma quello fatto alla norma di cui si dice che viene da Dio. Masturbarsi e stuprare è ugualmente colpevole, dal punto di vista della chiesa che si riconosce in questo catechismo, per questo semplice motivo: perché quello che conta non è l’essere umano con cui ci si confronta nel proprio quotidiano ma solo quella ossessione vissuta nel profondo oscuro della coscienza dove qualcuno vuol farci credere che si nasconde la parola di Dio.
Parola di Dio che è altra. Limpida e chiara nel Vangelo che non dice mai di non masturbarsi ma che solamente annuncia a chi ha la vocazione o la tentazione dello stupratore la necessità di amare gli altri come sé stesso. Senza occuparsi più di tanto, com’è giusto, delle nevrosi di alcuni padri della Chiesa e semplicemente ricordando all’uomo il suo dovere di sentirsi membro fra gli altri della comunità degli uomini.
Tralasciando che il catechismo non è "nuovo" ma ha quasi quindici anni (quello che è uscito è il compendio, cioè il riassunto) e che naturalmente la chiesa dà "colpevolezza" diversa ai vari peccati - è come dire "rubare una mela o cento milioni è sempre furto" - il punto è un altro.
Articoli come questo fanno il gioco della Chiesa, perché prendono delle norme interne (il peccato è contro Dio, non l'uomo), quelle che servono al confessore per dirti quante avemarie devi dire, e le trasformano in regole per tutti, anche se formalmente le negano.
Poi spero che se vai a dire al confessore che hai stuprato qualcuno non ti basteranno le avemarie ma dovrai prima dimostrare di avere anche espiato la tua colpa "civile" per dimostrare che sei davvero pentito: ma sono comunque due cose distinte.
Già il commento di .mau. aiuta a chiarire le cose, non è un nuovo catechismo (proviamo ad informarci, prima di parlare?). Inoltre quel "ognuno secondo la natura del proprio oggetto" dovrebbe far pensare che non c'è proprio equiparazione. Si parla di peccato e basta. Inoltre la gravità del peccato, formalmente (cioè secondo il Catechismo) dipende unicamente tre fattori: la piena avvertenza (cioè sapere che si sta facendo qualcosa di male) il deliberato consenso (ossia non essere costretti a compiere tale peccato) e la materia grave (che dipende sia dal tipo di peccato che dalla ripetizione dello stesso). Dunque parlare di "uguaglianza" mi sembra esagerato. Infine, per meglio giudicare, sarebbe bene leggere gli articoli dal 2351 al 2359 ed il 2396 del Catechismo della Chiesa Cattolica, in quanto il quesito 492 compendia proprio quegli articoli.
continuo a pensare che non è obbligatorio essere cattolico. Se a qualcuno (compresi quelli dell'Unità) non piacciono i precetti di una religione può semplicemente decidere di non abbracciarla lasciando che quelli che la professano (o i loro vertici) si organizzino come meglio credono.
Guarda che "quelli dell'Unità" è Luigi Cancrini, santa pace, un po' di cervello...
Car* MG55, la tua dotta spiegazione sulla "non uguaglianza" di seghe e stupro mi fa sospirare di sollievo. Mi resta solo da capire da dove vengono le definizioni dettagliatissime dei vari peccati... Da Dio o da dei ratzi-antenati?
Il catechismo fa distinzioni se la sega te la fai con la destra o con la sinistra?
Di' pure caro (vorrei mettere l'indirizzo del mio sito ma pare che l'antispam non lo accetta). Alle domande retoriche non sto a rispondere, nel Cattolicesimo esiste una Tradizione (è uno dei principali motivi di distinzione dai protestanti). Potreste eventualmente guardare i commenti a questo post, tra gli ultimi ci sono sempre io che parlo di Tradizione.
MG55 ho letto l'interessante post che hai segnalato.
C'è anche un altro comandamento distorto, che però stranamente non viene segnalato.
Si dice "non commettere adulterio" mentre la Chiesa l'ha sostituito con "non commettere atti impuri".
Ha ragione Mik a dire che non è obbligatorio essere cattolici e che ogni religione si dia i precetti che vuole.
E' altrettanto vero però che molti Cristiani, come me, cattolici più per nascita che per scelta, non ne possono più di questa Chiesa puritana, bacchettona e sessuofoba ..... anche perchè ci rendiamo sempre più conto che certi insegnamenti e dottrine sono patrimonio di stravolgimenti storici e culturali che poco o nulla hanno a che vedere con quanto predicato da Gesù Cristo.
Insomma c'è un profondo distacco tra questi precetti ufficiali e come invece viene percepito e/o vissuto il cristianesimo da molti.
Sul motivo del cambiamento credo che il mio discorso si possa applicare allo stesso modo. Stupro, pedofilia... sulla gravità di questi peccati dovremmo essere tutti d'accordo, senza bisogno di discutere su altri che il comandamento include. Dunque la modifica, che come ho detto non cambia però la scrittura.
Di fronte a dottrine ritenute sbagliate ci sono due modi di agire: o si esce dal cattolicesimo e si continua a criticare "da fuori" (forse esagero, ma essere cattolici per nascita è quasi come non esserlo, bisogna scegliere ogni giorno, e non è certo facile, discussioni a parte), o ci si batte all'interno per migliorare.
Lutero non era l'unico che voleva riformare, e forse era più sessuofobo della Chiesa di oggi; si potrebbe dire che nel Medioevo, pur nel fiore del Cristianesimo, c'era meno sessuofobia (pensiamo a Boccaccio), e quella che si è instaurata anche nei cattolici è stata più che altro una reazione al protestantesimo (d'altronde il termine "puritano" viene di lì).
da quel che ho capito del post è peccato di lussuria tutto ciò che non è casto ( cioè tutto a parte la posizione missionaria a scopo rigorosamente procreativo ), vuoi vedere che dopo l'astensione al referendum per la fecondazione , dopo l'eventuale abrogazione della legge sull'aborto , vogliono pure far tornare a delitto contro la morale e non contro la persona lo stupro ?
Vede sig.MG55 per quanto a me non piacciano i precetti della sua religione non sono libera di non abbracciarla e basta , perchè quelli come lei che la professano me la impongono a forza ogni giorno anche nelle mie cose private .
signora antonella, si è accorta - ripartendo dall'inizio del post - che l'"imposizione" ancorché verbale è arrivata da Luigi Cancrini?
Ma l'MG non e' un fucile?spara?
Non sono un fucile e non impongo niente a nessuno. Più che dare il mio personale punto di vista non faccio. "Vogliono far tornare" non vuol dire niente perché, come già detto, questo è un compendio e non una modifica del Catechismo che è sempre lui. E fra catechismo e legge italiana c'è un po' di differenza.
Ora vado a Colonia, alla Giornata Mondiale della Gioventù. Per cui risponderò ad eventuali altri commenti quando torno (il 22).
AH, il mio sito è http://mg55.homeipDOTnet/ , così vedrete che non sono un fucile e nemmeno minaccioso ;-)
sig mau rettifico : da quel che ho capito , secondo la norma del nuovo catechismo in risposta al quesito 492 ,..etc
Simpatico Garp, mi piace chi non prende molto sul serio l'umanità e le sue menate. A parte questo, mi scandalizza soprattutto il fatto che in tutti questi commenti non è stata spesa una parola in + sullo stupro e la sua vittima. C'è ancora qualche Donna connessa? Per esempio, MG55 che metti sullo stesso piano stupro e pedofilia, per te sono la stessa cosa? Magari apriamo un libro di Storia e
"proviamo ad informarci, prima di parlare?"
Mirella
Da ateo-sbattezzato quale sono, non posso che compiacermi della fermezza e della rigidità con cui la chiesa cattolica apostolica romana difenda il proprio concetto di moralità nella sfera sessuale; mi stupisco ed un pò mi scandalizzo, però, quando milioni di (sedicenti) fedeli si professano cattolici...salvo non rispettare i precetti che la loro chiesa impone. Il famoso credere "alla religione ma non ai preti", insomma. Per me un catechismo è semplicemente un coacervo di credulonerie, imposizioni e divieti impresentabili. Ma rispetto - perchè siamo in una società liberale (almeno spero) - chi è coerente con la propria fede ed applica i precetti impostigli. Chi crede per costume, per ruffianeria, per pigrizia filosofica nel compiere altre scelte (protestantesimo, altre religiosità occidentali o orientali, new age, ortodossie o eterodossie e chi più ne ha più ne metta....) si commenta da sè. Sarebbe un po' come professarsi buddisti e temere la morte; o mussulmani e nutrirsi di carni suine; o comunisti ed evasori fiscali; o pacifisti ed hooligans....Quindi, cari amici che vi professate cattolici, abbiate la decenza di rispettare i precetti che vi danno titolo a definirvi credenti. O lasciate perdere!