Motoscafi Killer
di Oliviero Beha
Caro direttore, sarebbe fin troppo facile indignarsi sui «motoscafi killer»,e ancora più facile ironizzare su chi li «metabolizza» mediaticamente sulle prime pagine dei giornali con affreschi di costume: sul palcoscenico solito della Costa Smeralda finanzieri e faccendieri, vip e meno vip, aperitivi a bordo, scrittori e giornalisti. Però col morto.
Con il seguito dei «non ho sentito niente, solo un colpo, e il sangue nel mare», e la notifica di una tragedia.
Qui non è un problema di indignazione,né di ironia sul solito «pacchetto» di noti o tender-noti con corte incorporata. Semplicemente, stiamo raccogliendo ciò che abbiamo seminato: lo stile di vita, «questo» stile di vita, tratta il mare come le strade. Ci sono regole da rispettare, che nessuno o quasi rispetta, e il morto è sempre un «tragico accidente». Ci sono troppe barche, di diverso cabotaggio, che confluiscono nella voce tecnica e anodina dei «natanti» che mettono a repentaglio i «bagnanti». Il tutto nella più assoluta mancanza di rispetto per il rischio delle persone, di una «debole» come la signora morta a Cala di Volpe ma tuffatasi da un panfilo «forte» nella jungla marittima, e per quella strana, anacronistica faccenda che una volta si chiamava semplicemente «educazione». Scomparsa, dappertutto, a piedi, in auto, sugli sci. E in mare.
Non ho a portata di mano i dati sulle vittime stagionali di questo tipo di vacanza, quindi non posso neppure escludere che non siano aumentate, come fortunatamente è accaduto sulle strade soprattutto all'inizio dell'introduzione della patente a punti, il cui deterrente sembra però praticamente purtroppo esaurito. Ma il punto non è nei numeri, ma di nuovo nello stile di vita. Le regole ci sono, ma come in tutto mancano i controllori, le capitanerie non riescono a star dietro alla quantità abnorme di barche per insufficienza di organico, la patente non serve per motoscafi tender come il Wally, materialmente reo dell'omicidio colposo dell'italoamericana di mercoledì. E del resto se la poveretta stava nuotando in «acque non protette» dai divieti, come leggo, il disgraziato subacqueo investito a largo di santa Marinella aveva fatto tutto a puntino, con l'avviso, la boa, ma ci ha lasciato la pelle lo stesso.
Troppa densità, dunque, come sulle strade (mentre curiosamente le cosiddette «autostrade del mare» per il trasporto merci non vengono tuttora abbastanza attivate, neppure alla memoria dell'Avvocato cui industrialmente non convenivano...), totale menefreghismo delle regole tradotto in un cinismo comportamentale ributtante e spesso inconsapevole, un pessimo, intollerabile, perverso «stile di vita» al contrario, in negativo, non uno stile ma una rincorsa all'indifferenza ignorante, di cui non si parla mai, o non si parla abbastanza.
Perché per esso, per questo stile senza stile, per tentare di cambiarlo e rinnovarlo, non basta Lunardi (anzi...!), le capitanerie, i pezzi da Elettra in sedicesimo che troviamo sui giornali. Per rimettere al primo posto il rispetto di sé e degli altri ci vorrebbe una rivoluzione culturale.
E qui le parole si ammutinano, come fossimo su un piccolo «natante» che siamo costretti a tenere lontano dalla costa, per non travolgere i «bagnanti», complementari agli «analfabeti del mare», con il chiodo fisso di quella vacanza lì, in quel posto, guardando da lontano magari Briatore. Con la solita domanda finale che sventola come una bandiera rossa su tutte le nostre coste: ma che fine ha fatto questo paese?
Non c'è niente da fare per salvare questo paese dobbiamo chiedere agli Austriaci se vogliono riprenderci con loro non vedo altre soluzioni.
Preferirei i francesi, così, sull'onda del nostro stile di vita approfittatore e bandito, grazie al fatto che parlo la lingua, potrei entrare nelle schiere dei collaborazionisti del governo coloniale...
Buongiorno a tutti. Volevo solo precisare che per guidare il Wally è necessaria la patente nautica, in quanto questa è obbligatoria per tutte le imbarcazioni che abbiano un motore la cui potenza eroghi più di 40.8 cv. Questa è la regolamentazione attuale in Italia. Detto ciò mi preme ricordare che di incidenti mortali in mare mediamente se ne verifica uno all'anno, quindi nonostante il forte impatto mediatico, dato anche da argomentazioni sociologiche che nulla hanno a che vedere con la natura di questi infortuni,non stiamo parlando di un fenomeno particolarmente diffuso, fortunatamente. E comunque c'è da dire che spesso i bagnanti hanno le loro colpe. Cominciamo infatti con il dire che a distanza dalla costa (dai 200 ai 500 metri, a seconda delle relative disposizioni demaniali redatta dalle locali capitanierie di porto) non vige alcun limite di velocità, com'è lecito immaginare, Quindi io posso circolare a 60 nodi (pari a circa 110 km/h che in acqua non sono pochi), senza incorrere in alcuna sanzione. Alcuni bagnanti poi si avventurano al largo o, come in questo caso, passano da uno scafo all'altro, percorrendo anche diversi metri a nuoto, in mezzo al mare. Ricordo che i subacquei hanno l'obbligo di segnalare la propria presenza tramite appositi palloni gonfiabili con segnale annesso. Se consideriamo che uno scafo planate per sua definizione a velocità di crociera tende a diminuire la parte emersa, sollevando la prua, ecco che le condizioni di pericolo aumentano. Al di là quindi del solito moralismo e della facile critica, ci sono motivi sostanziali per cui io quando faccio il bagno se non sono in mezzo al mare sto sempre vicino alla mia barca, perchè conosco in prima persona questi problemi. Però tornando all'episodio in questione, teniamo distinto l'incidente che vede come vittima un sub con segnalazione da una sprovveduta turista che si butta in acqua tra porto cervo e porto rotondo alle due del 12 agosto per andare a salutare gli amici. Ricordo che sul wally oltre al petroliere-guidatore, c'era il finanziere Gatti, armatore di uno yacht di 30 metri, e una giornalista che doveva intervistare Briatore, così do modo a chi non collega la lingua col cervello di scatenarsi!
Cavoli davvero...
Perchè non smettiamo di fare politica noi italiani visto che sembra proprio non siamo capaci?
Ci facciamo amministrare dagli altri, tipo Andorra, basta che gli altri paesi europei istituiscano un ministero per le colonie e mettiamo i relativi ministri di quel ministero a formare il governo da noi. Un pensiero in meno, un nanetto in meno, un emaciato in meno e sicuramente qualcosa che funziona in più.
AAAAAAAAAAARGH willy!!!!!
Ma come anche i bagnanti hanno le loro colpe?
Non facciamo come per le citta e i paesi che diamine....il mare è roba nostra, è delle persone a nuoto, non dei motoscafi.
Insomma perchè dovremmo stare attenti a dove nuotiamo solo per dare la possibilità a qualche idiota di andare veloce col motoscafo. La legge dice che a quella distanza non c'è limite di velocità? Bene cambiamo quella cavolo di legge. Limiti ovunque o almeno ad una distanza ancora maggiore.
la più bella è quella della sprovveduta che si permette di fare il bagno il 12 agosto !
willy ben tornato ! le hai viste le nuove scarpe del tuo briatore preferito : pelle di qualcosa ?
L'idea dei bagnanti che hanno le loro colpe è fantastica. Neanche Calderoli ce l'avrebbe fatta a dire una simile idiozia.
Willy tu hai bisogno di prolungare la vacanza, prenditi un'altro mesetto...
Guardate che, per quanto vi possa stupire, le cose stanno così. Se poi volete cambiare la normativa è un altro discorso. Comunque è così dappertutto, del resto non sarebbe ipotizzabile un controllo costante e in grado di assicurare il rispetto di una legge in mezzo al mare. Anche negli usa dove esistono limiti ferrei sulle strade e nelle freeways di acqua (tipo i canali intorno a Miami) al largo non c'è alcuna limitazione. O voi immaginate un guardia coste che su una gommone se ne sta in mezzo al mare con il telelaser? Poco plausibile, dai! Queste cose le fanno vicino a riva, logicamente. Prescindendo poi dal fatto che i natanti (imbracazioni esenti da registro il cui possesso equivale a titolo) non hanno alcun tipo di targa. Già mi immagino i dialoghi della Capitaneria "era una barca bianca, sì con dei motori neri, no forse era avorio con motori grigi....". Ricordo che nel lontano 94, sempre in sardegna il campione di offshore Spelta nonchè suocero all'epoca di lorena forteza, con il suo motoscafo travolse e uccise un sub. Tornato in porto fece alare lo scafo e lo chiuse immediatamente in un capannone. Dopo un sommo processo indiziario venne assolto per insufficienza di prove, questo nonostante la barca avesse targa su entrambi i lati. Ma i testimoni che pure erano numerosi non seppero neanche dire il colore dello scafo assassino. Immaginate cosa accadrebbe per le migliaia di natanti, tutti più o meno uguali agli occhi di chi non se ne intende, che circolano nelle acque sardein agosto. Per i bagnanti ci sono le aree protette dalle boe, sì, il recinto che parte dalla spiaggia e arriva fino ad una cinquantina di metri al largo. Tutto il resto è zona dove potenzialente esiste un pericolo abbastanza reale. Si tratta solo di essere realisti, vi assicuro che in certe condizioni di mare e di luce non si vedono le boe alte un metro, figuriamoci la capoccina di un bagnante che spunta sì e no tra le onde. Leggo che Lunardi ricorda che in questi casi la patente viene sospesa per un periodo di tre mesi, bè, allora in questo caso è meglio aspettare settembre a investire qualcuno ;-)
Capisco benissimo le difficoltà ma quantomeno che le leggi ci siano. Non ci saranno i vigili ma quantomeno se fai una cagata nessuno ti leva un megamultone e magari il ritiro del patentino nautico. Almeno come deterrente.
Perchè francamente fare la stessa cosa che si fa sulle strade mi sembra davvero cretino. Il mondo è di chi va a piedi prima di tutto, poi le comodità sono un altro discorso.
Dezzirirì....
"Comunque è così dappertutto, del resto non sarebbe ipotizzabile un controllo costante e in grado di assicurare il rispetto di una legge in mezzo al mare."
Evidentemente anche tu sei convinto che il conduttore qualche cazzata la deve aver combinata…
"i natanti non hanno alcun tipo di targa."
"Dopo un sommo processo indiziario venne assolto per insufficienza di prove, questo nonostante la barca avesse targa su entrambi i lati."
Ma la targa ce l’hanno o no? (domanda retorica…)
“Per i bagnanti ci sono le aree protette dalle boe, sì, il recinto che parte dalla spiaggia e arriva fino ad una cinquantina di metri al largo.”
E’ esattamente il contrario. Quella è una corsia di entrata e uscita per i natanti. A meno che tu non ti riferisca ai gavitelli di colore rosso, e comunque La balneazione è vietata:
Nei porti; Nel raggio di metri 100 dalle imboccature o dalle strutture portuali; Fuori dai porti in prossimità di zone di mare in cui vi siano lavori in corso o di pontili o passerelle di attracco delle navi da passeggeri per un raggio di metri 50; All’interno dei corridoi di lancio delle unità da diporto opportunamente segnalati; In tutte le zone dichiarate non idonee alla balneazione ai sensi del D.P.R. 8.6.82 n° 470 (acque inquinate); Nelle zone di mare di regolare transito delle navi per l’entrata e l’uscita nei porti ed ancoraggi.
In tutte le altre zone non frequentate da bagnanti il raggiungimento della costa o l’avvicinamento ad essa dove avvenire con rotta perpendicolare e ad una velocità comunque non superiore a tre nodi.
La turista in questione non era al largo ma davanti alle spiagge di Liscia Ruja e Cala di Volpe.
Ergo?
“Si tratta solo di essere realisti, vi assicuro che in certe condizioni di mare e di luce non si vedono le boe alte un metroa, figuriamoci la capoccina di un bagnante che spunta sì e no tra le onde.”
Sei tu che devi essere realista, nelle condizioni da te riportate, il bagnante dovrebbe essere un naufrago:-) E in ogni caso non sarebbe giustificabile comunque.
O willy in sardo te lo dico, la ghi ses narendi una cariga e cazzarasa…
Ps Non solo la turista investita era di fronte alla spiaggia, ma era anche vicino all'imbarcazione da cui si è tuffata, motivo in più per moderare velocità e allertare la vista. Se sei mai stato in barca o in motoscafo (e non sei un coglione...) queste cose le docresti sapere.
La verità, dato che comportamenti simili li ho visti ogni estate, e che ci sono dei pirla che hanno trasferito i propri complessi di inferiorità dai SUV ai motoscafi.
Andare per mare, e goderselo, è tutta un'altra cosa...
Due sono le precisazioni che mi dovete consentire. La prima è che sono titolare di patente nautica da più di dieci anni, nonchè di licenza offshore. La seconda è che non posso essere ubiquo, dunque quello che so su questo incidente l'ho letto (in ritardo visto che ero dall'altra parte del mondo) su internet. Quindi andiamo per gradi. Non conosco di preciso la dinamica dell'incidente che ha coinvolto la turista americana e il Wally di Mahler. Quindi non so se ha fatto qualche cazzata o no. Tutto dipende da dove si trovava la vittima, ma essendosi tuffata da uno yacht per raggiungerne un altro di certo non era in una zona riservata ai bagnanti e cioè entro quei tot metri dalla riva che la legge ritiene tali (che possono cambiare a seconda della stagione, del tipo di costa e delle direttive delle circomare). Ripeto che secondo l'attuale normativa le imbracazioni con lunghezza uguale o inferiore ai 10 metri di omologazione non sono obbligati al registro delle capitanerie di porto, pertanto non hanno contrassegni identificativi, ripeto non hanno obbligo, anche se uno vuole navigare oltre le 12 miglia dalla costa è obbligato a iscrivere nel registro il natante che diviene a tutti gli effetti un'imbarcazione a cui vine rilascita targa e identificativo internazionale per corrispondenza radio in vhf. Lo scafo di Spelta che citavo avendo un alunghezza di 12 metri la targa ce l'aveva ma ciò non è stato sufficiente all'identificazione precisa anche per un certo ritardo nel condurre le indagini da parte degli organi competenti (negligenza o colpa?). Il corridoio a cui ti riferisci tu è un'altra cosa, io parlo dei gavitelli posti per l'appunto alla distanza di legge, ma che in alcune località non ci sono o hanno diverse forme e colori (se non sbaglio in Corsica). Infatti all'estero il "recinto" corre per tutti i metri che per legge sono riservati ai bagnanti e questa è la situazione più chiara e sicura per tutti. Ergo se come dici tu la turista era vicino alla spiaggia era in posizione molto irregolare la barca di appoggio da cui si è tuffata. Anche se mi sembra strano che uno yacht così grosso se ne stesse a pochi metri dalla battigia. Insomma tutto sta nel dove si trovava la donna, se tu Luca c'eri o sei sicuro di quello che dici, io non ho motivo di dubitarne, sui giornali non c'erano particolari così approfonditi sul'esatta ubicazione della donna. Solo, prima di fare processi sommari, tipo quello di beha che pensa che il Wally tender sia un gommoncino di tre metri solo perchè si chiama tender, accertiamo con più accuratezza i fatti, no?
Ok, Pace fatta. Però Willy, spero che assentirai sul fatto che "troppi" conduttori di motoscafi tendono ad avere una leggerezza e un menefreghismo...
Sai, da un lato c'è da dire che la condotta di uno scafo sembra essere più semplice perchè non c'è la stessa frequenza di stimoli visivi che hai quando guidi un'auto. Che so io, quello che mette la freccia all'improvviso, quello che proprio non la mette, quello che ti taglia la strada...insomma devi stare attento per forza di cose e in modo costante. In barca è diverso, per lunghi tratti puoi permetteri di distrarti poi all'improvviso devi reagire ad un pericolo imprevisto (più spesso dei bagnanti per fortuna sono gli oggetti semisommersi come i tronchi, i rami ma anche oggetti più pericolosi caduti dalle navi di passaggio). Per questo per esempio io ritengo molto pericoloso l'autopilota, infatti non lo uso mai, dopo essermi accorto che quando lo inserivo ero molto più in apprensione e stressato. Tornando a noi, quello che mi dispiace è che per colpa di pochi, per fortuna pochissimi episodi, si incolpi un'intera categoria, basandosi sul pressapochismo come ha fatto Beha. Rimanendo in tema: adesso per condurre una moto d'acqua sarà necessaria la patente, a prescindere dalla potenza della moto. Quello che non capisco però è perchè per condurre un jet bike ci vorrà la patente mentre per guidare un gommone, a parità di potenza e quindi sotto i 40 cv, no? Mi sembra una norma lacunosa che crea una discriminazione abbastanza curiosa.
Secondo me, il discorso di Beha trascende dai nostri ragionamenti sulla navigazione e sulle responsabilità palesi che ne derivano. Ciò che Beha sottolinea è la diffusa stronzaggine che si osserva in Italia, argomentazione che io condivido in tutto e per tutto. La sua è più una critica sull’involuzione degli stili di vita italiani. Mette in risalto il fatto che sempre più italiani se ne sbattono sia delle regole proprie della consuetudine, sia di quelle normative.
Beha osserva il “totale menefreghismo delle regole tradotto in un cinismo comportamentale ributtante e spesso inconsapevole, un pessimo, intollerabile, perverso «stile di vita» al contrario, in negativo, non uno stile ma una rincorsa all'indifferenza ignorante”, e willy se vivi in Italia non puoi dargli torto.
Questo genere di condotta, che ormai è diventata la norma, da qualche tempo è stata trasferita anche al/in mare.
La triste considerazione di Beha, e che non servono tanto la patente nautica o nuove norme, quanto un nuovo tipo di sensibilità e di rispetto sia per la natura che per i propri simili.
Luca, io credo ai fatti e di questi mi fido. Per cui aldilà delle illazioni e delle congetture con annesse dietrologie ideologiche implicite, non mi risulta che questo tipo di incidenti sia in clamoroso aumento rispetto al passato. Si dovrebbe verificare il tasso di incidente ogni tot natanti circolanti. Il resto, ripeto, è stigmatizzazione sociale gratuita e non mi vede per nulla d'accordo. Ricordo di incidenti nautici simili risalenti a 10 e anche 15 anni fa quando non c'era ancora Briatore e Berlusconi, Sciuscià ecc. tanto per essere chiari.
Su questo willy, non sono d'accordo con te.
I fatti dicono che la società in 20 anni è cambiata eccome. Lo puoi vedere dai target pubblicitari, dalle priorità familiari, dal rampantismo ad ogni costo, dal disincanto degli italiani di fronte hai politici e dalla politica stessa (e non mi voglio dilungare, gli esempi sono infiniti...). Ed anche se questi fenomeni erano già presenti, per lo meno non erano così frequenti e diffusi. Io mi vedo in una società basata sempre più sull'avere che sull'essere. Anche per quanto riguarda la nautica, l'avvento delle moto d'acqua ha provocato un paragrafo normativo a se stante. E vent'anni fa non c'erano.
Che c'è di meglio?, sono facilissime da usare, sono velocissime e sono di moda, e le puoi affittare ovunque... Quale miglior strumento per dare sfogo alla stronzaggine?
Ti assicuro che vent'anni fa la costa Olbiese non era così di moda, (sicuramente non era la Sardegna che conosco io, era più la Milano bene in vacanza...). La barca, come la macchina, quando diventa uno status, perde di sapore e di significato. Tu hai detto di avere la barca, allora spero tu sappia cosa significa "andare per mare", e al contempo spero che tu non l'abbia comprata per fare il figo a Porto Cervo. Perchè la differenza è sostanziale:
Se la compri per andare per mare rispetti il mare e tutto quello che c'è dentro (compresi i bagnanti), se invece la compri per fare lo "sborone" sono cazzi acidi (anche per i bagnanti).
Ps non rileggo il post, devo uscire di casa. Spero di essermi spiegato, nel caso riposto.
Ciao.
Non lo so Luca, il fatto è che mi sembra che dietro ogni singolo episodio, anche banale si celi sempre la caccia alle streghe. Tu dici che la società negli ultimi 20 anni è cambiata, questo è vero ma il rampantismo c'era anche negli anni '80, non è figlio di questo decennio che stiamo vivendo. E poi ricordo di incidenti nautici ovunque e per i motivi più disparati, a random: La Spezia, di notte un grosso gommone centra ad alta velocità una boa all'ingresso del porto, diverse vittime fra cui la figlia di Luciano Lotti dell'omonimo porto turistico, in LIguria un padre travolge il figlio che era caduto dalla barca durante una manovra e fa scempio del corpo. Beppe Grillo quando ancora non faceva il santone ed era una persona normale, finisce dritto dritto a 30 nodi su una secca, Mike Bongiorno multato per eccesso di velocità col suo Ekim da 20 metri, guidava il comandante dirà. E poi sul lago incidente tra gommoni con morti, insomma la casistica è varia anche se per fortuna i numeri sono contenuti. Capitolo moto d'acqua: sicuramente sono mezzi che per potenza e agilità potenzialmente sono pericolosi, ma allora anche gli scooter, le moto stradali, insomma è la vita stessa a presentare dei rischi, e sappiamo che non è certo la patente obbligatoria che cambierà le cose. In conclusione riprendo l'icipit del mio post e cito un editoriale di Lucio Petrone, direttore di Nautica. Il fatto è, dice suppergiù, che gli incidenti nautici sono per la loro natura stesa i più eclatanti per chè permettono alla fantasia di correre. Riguardano spesso personaggi più o meno famosi, si svolgono in luoghi d'elite, riguardano barche grosse, potenti, d'estate cè' il ben noto vacuum, che c'è di meglio che sbattere il mostro in prima pagina. Vuoi mettere come è più di impatto una turista americana tranciata da un potente motoscafo guidato da un petroliere, con su un finanziere ed una pr, davanti a Liscia di Vacca? Vogliamo fare un confronto col solito tamponamento sulla tangenziale che coinvolge una famigliola di Teramo con la nonna ed un extracomunitario con la Ritmo...no, non ci siamo, il primo fa sognare il lettore, il secondo lo fa andare direttamente alla pagina dello sport!
io renderei obbligatoria la targa per i bagnanti, stampigliata a fuoco (in seguito a cattura con lazo) sulla fronte e sul cuoio capelluto (altezza chirica) così imparano ad invadere aree, è il caso di dirlo, "off shore".
Certo, poi sorgerebbe un dubbio che andrebbe chiarito: i naviganti sono o non sono bagnanti? Voglio dire, chi ha la patente nautica o anche "solo il possesso" di imbarcazione, quando fa il bagno deve essere considerato bagnante o navigante? O bagnigante? O navignante?
Chiarito questo dubbio, si potrebbe procedere con la relativa applicazione della targa (per intero, solo sulla fronte o solo sul cuoio capelluto ovvero anche in altre parti del corpo, penso per esempio alle natiche, alle piante dei piedi...).
povera Sardegna, cosi' lontana da D_o, cosi' vicina a willy.
Ma willy non va sul wally ;-)
e infatti...willy proprio non va! ;-)
No e mi risulta che anche il wally non vada, del resto far progettare barche a motore a gente che ha sempre fatto barche a vela non è l'idea più geniale che ci sia. Il wally tender ha problemi con mare mosso, visto che la lunghezza dell'opera morta è identica a quella dell'opera viva, il che può dare luogo a pericolosi ingavonamenti con mare di prua. Sul wally yacht invece le turbine da elicottero mostrano problemi di affidabilità. Insomma, le barche migliori le fanno dalle parti di Fort Lauderdale, ma questa, come dice Lucarelli, è un'altra storia...