Il codice Zapatero
di Leonardo Sacchetti
Era scritto, nero su bianco, nel programma elettorale presentato dal Partito socialista spagnolo (Psoe) durante la vittoriosa campagna elettorale dell'inverno 2004. Quella che, pochi giorni dopo le stragi di Madrid, portò José Luis Rodriguez Zapatero alla presidenza del consiglio dei ministri in Spagna. «Una democrazia - si leggeva in quel programma - non si basa solo su norme e procedimenti, ma ha bisogno anche di usi e modi di attuare da parte del governo». A meno di un anno dalle elezioni del marzo 2004, il governo Zapatero varò il progetto per un «Codice del buon governo». Nel dicembre dell'anno scorso, fu il ministro dell'Amministrazione pubblica spagnolo, Jordi Sevilla, a presentare il progetto che sarebbe diventato legge il 18 febbraio di quest'anno. «Oggi è facile non rispettare le regole di comportamento - dichiarò Sevilla - Ma pensiamo che non basti essere onesti: dobbiamo anche sembrarlo». E poi aggiunse: «Questo codice va ben oltre il programma di governo». Lasciando intendere che il via libera, fortemente voluto da Zapatero, fosse stato rallentanto da qualche ministro del suo esecutivo. «Si tratta di una rigenerazione democratica», tagliò corto il premier, senza nascondere gli abusi di potere e i casi di corruzione che avevano macchiato gli otto anni di governo popolare di José Maria Aznar e anche quelli della «prima epoca d'oro» del Psoe, quella di Felipe Gonzalez.
Il «codice del buon governo» spagnolo, il primo del genere in Europa, è un elenco di comportamenti statali e di sanzioni per chi li infrangerà.
Incompatibilità e conflitto d'interessi I dipendenti dei dicasteri (dai ministri agli alti funzionari) che non rispetteranno i limiti di compatibilità con le loro funzioni verranno radiati da qualsiasi carica pubblica simile per almeno dieci anni. Un esempio è quello del presidente dell'Ente radio televisivo (la Rai spagnola), che prima di entrare in carica dovrà superare un accurato esame nelle aule del Parlamento. Il nuovo codice prevede la perdita della pensione per quei dirigenti pubblici che inciampino in tali incompatibilità. Le aziende private che assumeranno dirigenti pubblici saranno inabilitate a lavorare con la Pubblica Amministrazione nei casi in cui scatti uno degli articoli sulla compatibilità degli incarichi.
Blind trust sui redditi Nasce un «osservatorio» per i conflitti di interessi che si legherà a un «Registro delle Attività, dei Beni e dei Diritti Patrimoniali» dove ogni membro del governo dovrà depositare la propria dichiarazione dei redditi (dichiarazioni che potranno essere esaminate da ogni spagnolo), mentre i beni patrimoniali di ministri, viceministri e presidenti dei vari enti pubblici verranno amministrati, per tutta la durata della loro carica, da un «fondo cieco» (blind trust), senza che l'interessato possa sapere in quali attività siano reinvestiti i suoi soldi.
Trasparenza informativa e austerità Il nuovo codice prevede una serie di comportamenti «austeri» da seguire nella comunicazione, seguendo una «trasparenza informativa» che obbliga ministri e altri funzionari dello Stato a rendere conto ai cittadini di ogni singolo atto di governo, «evitando - si legge nella legge approvata a febbraio - qualsiasi manifestazione inappropriata od ostentata che vada a scapito della dignità di chi ricopre un ruolo pubblico».