Marx, Berlinguer e la Fiom sostituiti con una compagnia di assicurazione...
Qual è il quartier generale dei Ds?
Loro dicono: «E' l'Unipol»
Ammettiamo pure che le ideologie abbiano fatto il loro tempo. Riconosciamo il diritto, per la sinistra riformista, di ammodernarsi, trovare nuove idee, nuovi punti di riferimento, principi, valori. Non facciamo uno scandalo della rinuncia a Marx, a Gramsci, a Luporini o alle aspirazioni - giudicate moraliste - di Enrico Berlinguer. Diamo per buono il fatto che non può essere il sindacato dei metallurgici l'unico interlocutore di un partito della sinistra moderata. Benissimo: siamo gente di mondo, capiamo che tutto questo è il corso naturale delle cose.
Però ieri abbiamo letto sull'Unità il seguente titolo: «Attaccano i Ds per affossare l'Unipol». Capite che vuol dire? Che il vero obiettivo dell'assedio a Fassino - denunciato più volte dallo stesso Fassino con varie interviste - non è il segretario dei Ds ma è il quartier generale. E qual è il quartier generale dei Ds? L'Unipol. E così ci è risultato chiaro che tutte quelle cose che abbiamo detto prima - valori, principi, sindacati, Marx, Berlinguer e tutto il resto - sono state sostituite con una compagnia di assicurazioni. Sembra un po' come il titolo di quel bel film di Troisi: "Pensavo che fosse amore e invece era un calesse... ".
Come si fa a sostituire un'ideale con l'Unipol? Lo spiega la stessa Unità: «In mezzo (a questa battaglia, ndr) c'è una banca delle dimensioni di Bnl, in questo momento non proprio un fiore d'efficienza, ma che permetterebbe a Unipol un salto di qualità gigante. E con Unipol, a crescere sarebbe tutto il mondo delle cooperative. E di riflesso i Ds». Badate che questa citazione è testuale. E chiarisce benissimo il senso del titolo che abbiamo trascritto qualche riga sopra. Il ragionamento è secco: la scalata all'Unipol rafforza l'Unipol, e se si rafforza l'Unipol questo fa crescere i Ds che - evidentemente - sono una subordinata dell'Unipol; di conseguenza i nemici - la destra, o la Margherita, o Bertinotti, o le banche spagnole, su questo c'è un po' di confusione - attaccano Fassino non per colpire Fassino ma per colpire il "vertice", cioè Consorte.
Non va. Senza per questo criminalizzare nessuno, né fare scandalo. Fassino - lo hanno scritto tutti i giornali, a ragione, nei giorni scorsi - è un fior di galantuomo e la sua moralità non si discute. L'idea di politica alla quale è arrivato, però, è un'idea che appare un po' rasoterra. Il fatto che si possa pensare di rafforzare un partito attraverso le azioni di Unipol e Bnl è terrificante. E' la prova provata che l'ideologia berlusconiana sta dilagando e facendo danni in luoghi inimmaginabili.
Mario Pirani, commentatore della Repubblica di idee assai moderate e ragionevolmente liberali, scriveva ieri sul suo giornale: «Temo che lo smottamento ideale che ha condotto una parte dei ds -per tanti altri versi, a mio avviso, la migliore - a incappare in questa inutile avventura, risieda in una concezione del potere come conquista di posizioni fine a se stessa, in una specie di wargame fra contendenti interscambiabili. E' la stessa filosofia che porta alla moltiplicazione delle cariche negli enti locali, alla occupazione partitocratica e spartitoria dell'apparato pubblico. Si finisce così per rivestire il riformismo del centrosinistra con panni che non lo contraddistinguono dal centrodestra, se non per le nefandezze di Berlusconi. Un distinguo che non basta. Il riformismo non è alternativa di sistema ma neppure omologazione».
Comunisti su Marte
Hanno capito tutti che è in corso un'offensiva micidiale contro i Ds e Piero Fassino. Colpevole, si dice, di aver parlato al telefono con il capo dell'Unipol, Giovanni Consorte. Sì, il segretario dei Ds è accusato di aver parlato al telefono. L'attacco ai Ds, come è evidente, ha un duplice obiettivo: impedire che l'Unipol riesca nell'operazione di acquisto di Bnl e indebolire il maggior partito dell'Unione. Chiaro? Chiaro a tutti, meno che a Liberazione, il giornale di Fausto Bertinotti diretto da Piero Sansonetti. Il quale, in un articolo di prima pagina con un titolo un po' contorto («Qual è il quartier generale dei Ds? Loro dicono: “È l'Unipol”») accusa noi de l'Unità di aver ammesso candidamente che il vertice dei Ds collima con quello dell'Unipol. Questo perché l'altro giorno abbiamo cercato di dire che dietro l'attacco a Fassino c'è il tentativo di far fallire l'operazione Unipol-Bnl. Il nostro titolo diceva: «Attacco ai Ds per affossare l'Unipol». Una tesi così stramba? A noi pare di no. Anzi, più chiara di così.
Eppure Liberazione scomoda Marx, Gramsci, Berlinguer e persino Luporini per farci dire cose che non abbiamo mai detto. Arriva addirittura a manipolare una frase di un articolo (tagliando il commento finale che spiegava qual era la strategia di chi attacca Ds e Unipol) pur di dimostrare che in via Nazionale hanno perso per strada ogni riferimento ideale e hanno sostituito Marx con Consorte. Liberi di pensarlo, naturalmente. Ma perché, si sarebbe chiesto il vecchio Marx, usare i sofismi e l'ipocrisia per nascondere la realtà? Chi ha letto qualche pagina di Gramsci ha imparato a suo tempo che la cosa più saggia per un comunista è l'analisi reale della situazione reale. I colleghi di Liberazione pensano sia meno faticosa e più divertente l'analisi irreale della situazione irreale. Insomma, altri comunisti: comunisti su Marte.