Leggevo da qualche parte di come le diverse culture percepiscano in maniera differente le sofferenze "lontane". Facevano l'esempio delle pubblicità per raccogliere fondi per il terzo mondo: mentre nei paesi anglosassoni la regola è quella di mostrare la sofferenza in modo crudo e palese, in Italia è molto più "redditizio" mostrare i bambini africani che giocano e ridono (avete presente le pubblicità a cui partecipava Giobbe Covatta?).
Sembra quasi che noi percepiamo la sofferenza altrui come una vergogna, un fastidio da scacciare, e che siamo più portati ad aiutare il prossimo solo se suscita in noi simpatia, empatia, familiarità. Probabilmente dipende in qualche maniera dal retaggio cattolico, ma non essendo un esperto di minchiate a sfondo religioso, non saprei dirlo con esattezza.
no , per me non è pazzia , è una specie di istinto di sopravvivenza .
son quarant'anni che sentiamo e vediamo le stesse immagini e d'improvviso tu te ne stupisci ? e vuoi far sentire uno stronzo senza cuore chi non ha la tua sensibilità ?
L'hai letta la lettera di quella signora che mangia solo un pò di pane col marito ,perchè non arrivano manco a metà mese ? non ho letto nessun tuo commento indignato su quel post .
Ma tu , le tagliatelle le hai mangiate ?
hahaha Bel post Larry.
x antonella:
Sicuramente le tagliatelle Mirella l'ha mangiate, come tutti d'altronde. Dicendo questo non voglio accusarla. Non bisogna per forza essere santi per accusare dei peccatori.
Anche se Mirella non rinuncia alle proprie tagliatelle, non vende casa devolvendo il ricavato in beneficenza etc. fa bene a ricordarci di cio' che accade attorno a noi. E'difficile rinunciare al proprio stile di vita, e poche persone, me compreso non vi riescono.
E' sempre utile chi ti fa notare la me***a che ti sta attorno. Anche se lui stesso ne e' immerso fino al collO!
Io lo tagliatelle le ho magiate, appunto, come tutti, e comunque non volevo dare dello stronzo a nessuno, non era questo lo spirito del post.
Poi, non è che improvvisamente sono stata colpita come San Paolo sulla via per Damasco, non è la prima volta (come probabilmente tante altre persone in occasioni alterne) che piango davanti a certe cose, d'altra parte mi pare che quello che può fare il singolo "da questa parte" sia ben poca cosa, a meno che non rinunci a tutto e vada da quelle parti ad impiegare il resto della sua vita, come alcune persone hanno fatto e fanno.
Prima di tutto la cosa più stridente, in questa occasione, è stato il subitaneo accostamento tra la situazione di questi bambini e la scoperta del 10° pianeta del sistema solare. Mi ripeto, i pochi minuti che sono corsi fra il primo e il secondo servizio, sottolineato dalla conduttrice con un entusiasmo da vincita al Superenalotto, per me sono stati un biglietto da visita della condizione dell'essere umano, condizione che io continuo a definire folle :la cieca inconsapevolezza della propria provvisorietà, quasi fossimo destinati a restare qui per sempre,
la presunzione di una scienza che osanna e celebra se stessa rifiutando di guardare ad un assunto, a mio avviso, semplice e fondamentale: non ci sarà nessun progresso illuminato fino a quando le discrepanze saranno talmente grandi, fino a quando ci sarà chi non ha da mangiare anzi viene quasi mangiato dalle mosche e chi si arrovella sul nome da dare al nuovo pianeta distante 10 miliardi dalla pallina sulla quale viviamo.
Io non parlerei di m.... nella quale siamo immersi fino al collo, semplicemente credo che la nostra "civiltà" non sia poi così civile come molti di noi credono.
Plaltone, splendidamente attuale come capita a tutti i grandi di qualsiasi epoca, ha scritto che il guaio delle idee è che finiscono nella testa dell'uomo. Infatti sono stati scritti testi superbi, su qualsiasi scienza, politica e/o argomento, quanto poi a metterli in pratica, bè, come vediamo, è ben altro discorso.
Un'altra cosa nella quale credo ben poco, anzi immagino che sia molto ben strumentalizzata, sono gli "aiuti internazionali" che molto spesso fanno riferimento alle nostre tasche. Com'è possibile che questi famosi "aiuti internazionali" non siano capaci preventivamente di non far precipitare le cose fino al punto (parliamo adesso della Nigeria ma potremmo fare altri esempi)in cui sono arrivate? Qui non stiamo parlando di tsunami e/o terremoti, peraltro anche questi suscettibili ormai di previsioni con largo anticipo, stiamo parlando di carestia, ovvero un fenomeno i cui disastrosi effetti sulla popolazione possono essere contrastati con largo anticipo. Se c'è la volontà, naturalmente,e così torniamo a monte.
Vi siete accorti con quale velocità vengono aperte da banche e altri pescecani le famose sottoscrizioni ogni qual volta arriva una notizia disastrosa dall'"altra parte" del pianeta?
Per una pratica che interessa al singolo che si trova nei guai la banca prospetta di solito lunghe attese, per aprire queste campagne comprese
di relativa e costosa campagna pubblicitaria
sono sufficenti 24 ore.
E qui la lista potrebbe essere lunga, a cominciare dalle maratone condotte dalle varie cuccarini, al cui spirito buono e umanitario credo quanto credo allo spirito elevato di un pescecane.
Nel mio piccolo ho smesso da tempo di dare soldi alle grandi organizzazioni, quando posso preferisco darli ai ragazzi extracomunitari che lavorano per strada, aiutare in maniera diretta chi è in difficoltà, cercare di inculcare nella testa delle mie figlie (contemporanemanete alla mia) i principi di cui sopra.
Mirella
Errata corrige : con 10 miliardi intendevo 10 miliardi di chilometri.
i soldi mandati chissà dove vanno a finire , le banche sono pescecani, non ci sono più le mezze stagioni ...
mah !