Questioni primarie
di Luca Casarini
Cari direttori, scrivo per rispondere a Michele De Palma, coordinatore dei giovani comunisti, ma anche ai molti che stanno leggendo sui giornali la vicenda della candidatura di Andrea Don Gallo alle primarie del centrosinistra. Ha ragione Michele quando dice che sbaglio se penso che questa sia una mossa contro Bertinotti. Infatti non l'ho mai pensato. Ho sempre criticato la tendenza di Bertinotti a voler apparire come il rappresentante istituzionale dei movimenti, tralaltro senza assumere fino in fondo le loro caratteristiche di profonda rottura con la politica classica. Anzi, a volte contribuendo a farli tornare indietro, come all'epoca del dibattito tra violenza e non violenza.
I movimenti nascono e crescono proprio nella critica della rappresentanza formale, quella dei partiti, e cercano le loro forme di rappresentanza fuori e oltre la democrazia rappresentativa. I movimenti si esprimono, e non li rappresenta nessuno. Se si crede in loro, bisogna essere capaci di esserne trasformati, di mettersi a loro disposizione. Anche quando sono scomodi per il gioco istituzionale. Ma queste sono cose che ci siamo detti e ripetuti mille volte. Se una candidatura anomala disturba la tendenza dei partiti, di tutti i partiti, da quelli che si dicono «sinistra radicale» a quelli «riformisti», a voler ridurre i movimenti ad un semplice serbatoio di voti per chi sta in parlamento e fa altro, ben venga, per me è un dato positivo. Come è un dato positivo che in questi giorni molti, anche qualche esponente di partito, abbia guardato con favore e non con astio, alla notizia che riguardava la candidatura di Don Gallo.
Abbiamo pensato a un «non candidato» perché per noi sono gli obiettivi a contare, la sostanza, i programmi, ciò che si vuole fare per cambiare e non la competizione tra politici e partiti. Don Gallo nelle sue dichiarazioni ne individua almeno quattro. In primo luogo, l'amnistia per le lotte sociali di questi anni, Genova compresa. Amnistia che significa rivendicare fino in fondo la giustezza di quelle lotte, che hanno portato migliaia di persone anche a violare le leggi di questo stato quando ciò si è reso necessario, oppure a resistere alla violenza di questo stato e dei suoi apparati di controllo e repressione, che a Genova hanno ucciso, torturato, incarcerato seguendo ordini precisi. Oltre a questo il tema dell'amnistia guarda direttamente ad una società in cui il carcere è una «discarica sociale», dove vengono sbattuti e sequestrati per anni migranti, dipendenti da sostanze, senza reddito. Carceri tremendamente sovraffollati che producono solo disagio, morte, emarginazione.
Poi, ancora, la chiusura totale dei Cpt, i moderni lager per migranti. Proprio per tentare di cancellarne la vergogna dalla faccia del nostro tempo, molti di noi sono stati o rischiano di essere condannati a pene pesanti. Nemmeno la recente presa di posizione dei governatori chiamati da Niki Vendola a dire no ai Cpt, sta fermando l'apertura di nuovi campi di detenzione. E il centrosinistra, che li ha aperti allora con i voti di tutti i partiti del suo schieramento, ancora non ha detto parole chiare ed inequivoche su questo.
Un altro punto è la lotta, senza alcuna mediazione, per la «pace preventiva». Il ritiro di tutti i soldati da ogni paese occupato militarmente dalla guerra è ormai un imperativo. La politica di Bush, Blair, Berlusconi è riuscita ad importare la guerra ovunque, altro che esportare democrazia. I morti innocenti di Bagdad si affiancano a quelli altrettanto innocenti di Madrid e di Londra, e questo non è frutto di guerra contro terrorismo, o viceversa: questa è la guerra, che produce terrore sempre. Londra, Madrid o Roma sono il fronte occidentale di un conflitto devastante e globale, fatto per imporre il potere a suon di bombe e che vorrebbe giustificare sé stesso creando un nemico universale, il «terrorismo».
Il quarto punto, l'antiproibizionismo, l'abolizione immediata della legge Fini-Mantovano, la depenalizzazione dell'uso di sostanze, la fine del carcere per tossicodipendenti.
Sono quattro punti chiari per me discriminanti. E' per questo che Bertinotti non è il nostro obiettivo. Se Bertinotti o altri vorranno fare di questi punti delle discriminanti ed iniziare su questo una vertenza all'interno del centrosinistra, ben venga. Ma devono farlo pubblicamente ed in maniera chiara, subordinando qualsiasi impegno di futuro governo a questo: devono cioè essere al servizio dei movimenti, non sopra.
Io per me so che sosterrò chi si presenterà come «non candidato per il senza volto», quello con la faccia coperta dai colori dell'arcobaleno che milioni di persone hanno sventolato contro la guerra. Se questo facesse anche capire a qualcuno, nel mondo separato dei partiti e dei governi, che a volte sono proprio loro il problema più che la soluzione, sarebbe una buona cosa. Ma non si può pretendere tutto dalla vita.
Il Manifesto diceva anche:"Al Movimento piacciono le primarie". Titolo accattivante, da marketing, al limite del ridicolo. Poi si scopre che il Movimento è una persona sola, un certo luca casarini, uno che sulla rappresentazione mediatica del conflitto di classe, che ha ormai sostituito il conflitto stesso (qualcuno ricorda ancora cosa vuol dire conflitto di classe?), ha costruito la sua fortuna, per voglia di protagonismo, di notorietà (il "se non appari non esisti" è uno degli aspetti più deleteri del berlusconismo senza berlusconi). Gli ultimi dubbi svaniscono: le cosiddette primarie sono ormai palesemente diventate una farsa, e chi vi si presta è non solo irresponsabile, ma anche paraculo. Rilancio l'idea della "selva lacandona".
Sinceramente non me ne potrebbe fregare di meno delle beghette. Credo che il succo di quel che ha detto Casarini sia sacrosanto: esiste un vasto strato sociale che ha completamente perso fiducia nella rappresentanza. E' uno strato sociale significativo per qualità e quantità. I vari Bertinotti e Pecorari (per non parlare di Fassini e D'Alemi) non possono aspettarsi di farli fessi con promesse generiche. Solo un impegno forte su aspetti determinanti del programma (tipo quelli indicati, ma ce ne sono altri) possono sperare di smuovere un difficile consenso.
Premessa: se continuo a scrivere è solo perchè credo nella buonafede e nell'onestà intellettuale (per me discriminante seria) di Alberto, nella stessa misura in cui credo nella malafede e nella disonestà intellettuale dei vari "bertinotti-pecorari-fassini-e d'alemi" vari.
Ciò detto: Alberto, ma credi veramente che ipotetiche dichiarazioni formali - che d'altronde si possono rinnegare da un giorno all'altro, come ci insegna d'alema ed ogni buon "politico di professione" che si rispetti - di "un impegno forte" (come tu giustamente chiedi, ma che non potrebbero che suonare opportunistiche e demagogiche: vedi la scelta della non-violenza da parte di bertinotti, vedi le allucinanti dichiarazioni sui cpt di fassino, napolitano e miglioristi/riformisti e via dicendo) su "aspetti determinanti del programma" (ci vogliamo mettere anche le isole fiscali, dal Lussemburgo alle isole Cayman, che inquinano l'economia, la finanza e di conseguenza la politica nonchè le condizioni materiali di milioni o miliardi di persone) possano smuovere quel difficile consenso di chi non vuole "essere fatto fesso"? Io credo che la maggior parte di coloro che non vogliono "essere fatti fessi" cerchi ancora e nonostante tutto di pensare con la propria testa, con la consapevolezza di vivere un momento di cambiamenti epocali. Il problema, secondo me, è come sentirsi partecipi e come incidere (troppi si riempiono la bocca di "partecipazione" senza capirne le implicazioni semantiche e di senso) sui processi di mutamento in corso in quanto individui (non seguaci di questa o quella ideologia) senzienti e consapevoli. Pensi che le primarie, queste primarie del centrosinistra, servano allo scopo? Pensi davvero che - dopo - basti sconfiggere berlusconi e il centrodestra? Per ritrovarsi poi con cosa? Con un liberismo spruzzato di umanitarismo (non dimentichiamo le "guerre umanitarie" del centrosinistra di pochi anni orsono) o di socialismo libertario (non capisco cosa significhi ma l'ho letto da qualche parte)?
Avrei tante altre cose da dire, ma dopo dieci ore stressanti di lavoro (sottopagato, ma mi devo accontentare e ritenere pure fortunata di averlo, sto lavoro di merda), ritengo di aver detto/scritto abbastanza. Anzi, mi sento in dovere di chiedere scusa per aver parlato troppo, trattandosi di un commento. Mi sarebbe di conforto sapere che non ho parlato invano. Ciao.
Carmen
Carmen, mi sono spiegato male. Sono molto più cinico e realista di quanto sia riuscito a trasmettere.
Provo a chiarire:
1) sono convinto che nessuno dei leader politici (destra e sinistra) che si arricchiscono a spese nostre valga qualcosa più di una cicca. Sono inoltre convinto che ognuno di loro, dall'ultimo portaborse a D'Alema, abbia un unico interesse: il proprio portafoglio (faccio un'eccezione per Romano Prodi, che da qualche tempo a questa parte azzecca ogni itervento (vedi per esempio la vicenda Fazio, dove è stato l'unico a dire una cosa sensata). Prevengo le note contestazioni sul suo passato (che è meno peggio di tanti altri: Prodi si è fatto come tecnico e uomo di cultura, soprattutto non ha bisogno di fare quello che fa. Ma questo è un fatto marginale, tiu prego di sorvolare, semmai ne possiamo disciutere a parte).
2) le primarie sono semplicemente un modo con cui i leader del centro sinistra si spartiscono il bottino ancora prima di aver compiuto il furto. Sostanzialmente ci sono due gare: DS-Margherita e UDC-Rifondazione. Il risultato influenzerà in modo significativo la spartizione delle poltrone.
3) L'interesse privato dei politici ha però un vantaggio per noi: la lorto volontà di mantenere il potere coincide con la necessità di raccattare voti, ergo devono imbastire delle politiche che abbiano qualche possibilità di accontentare il loro eletorato. Sono inoltre convinto che dovesse vincere il centro sinistra, stavolta i leader cialtroni non si litigherebbe fino a far cadere il governo (ci sono più soldi e privilegi per la maggioranza che per l'opposizione).
Ciò premesso, ecco la mia posizione: Spero che alle primarie vincano Margherita e Rifondazione: una loro batosta porterebbe a un ridimensionamento dell'egemonia dei DS nell'Unione e della maggioranza d'alemiana nel partito. L'affermazione di Bertinotti obbligherebbe gli altri unionisti ad accettare politiche meno liberiste (sempre per la paura che Bertinotti rompa il giocattolo di tutti facendo cadere il governo).
A noi resta quindi la speranmza che sia premiata l'ingordigia di denaro, potere e privilegi di chi - per mantenere la poltrona - si vedesse costretto ad attuare politiche più vicine alla nostra sensibilità. E' molto amaro, ma è così lo dimostrano le rissette, le beghe da portineria, le dichiarazioncelle di questi giorni: se uno si stacca un attimo e le guarda da "sopra" sono una tragedia surreale che neanche il genio di Kafka avrebbe saputo immaginare.
Ah ah ah, grande Casarini! Non erano pacifisti i disobbedienti? L'aggressione al csa eternit è stata un grande esempio: han irrotto nel centro sociale rivale -1998 se non sbaglio- e hanno massacrato i presenti ineggiando a piazza fontana dando del NEGRO DI MERDA a un compagno nigeriano. Sono continuate le rappresaglie a quelli dell'eternit (sprangate a compagni isolati sotto casa, ma fughe quando vedevano che erano in massa).
Casarini continua intanto a farsi vedere alle manifestazioni per i bingo bongo immigrati e striscia e blob lo beccano in flagrante mentre ad un corteo urla di "mettere davanti quei cazzo di immigrati" e "dove sono finite le altre checche"?
Violento, omofobo e razzista? Mah.
So solo che da quando vedo gente simile tra voi compagni rivaluto Emilio Fede.
Carmen, "demagogica e opportunistica" la scelta di Bertinotti per la nonviolenza (si scrive attaccato, altrimenti è un'altra cosa, la non-violenza che piace tanto a chi domina la società)?????
Sto leggendo il libro e, sinceramente, l'intervento di Bertinotti, se è sincero (e perchè dovrei dubitarne?) mi sembra, oserei dire, la migliore novità politica a sinistra negli ultimi 10 anni.
Ho sempre detto "non sono comunista" ..... vuoi vedere che lo divento? ;-)
Scherzi a parte, Bertinotti non mi è mai stato simpatico ma alle ultime elezioni l'ho votato. Che vuoi, Rifondazione è ormai l'unica possibile scelta seria per uno come me (forse non comunista, ma più o meno socialdemocratico, più o meno ambientalista e nonviolento) .... che ci vuoi fare qui vanno sempre tutti più a destra ....
Su Casarini d'accordo con te. I movimenti sono qualcosa di ben più ampio, di più complesso, e lui ne rappresenta (forse) una parte infinitesimale.
Io mi riconosco più nelle associazioni e nei movimenti (in alcuni) che in qualche schieramento politico attuale ma non vedo certo nella dichiarazione programmatica di Casarini la discriminante per capire chi mi è più vicino (per es. mi sembra demenziale o comunque incomprensibile la sua proposta di amnistia).
Il mio parere è che nessuno, con nessuna lista di proposte, può pretendere di rappresentare i movimenti.
Piuttosto i vari politici si presentino per fare "politica", non per scippare rappresentanza, e invece dimostrino sensibilità per alcune proposte dei movimenti, diano chiari punti programmatici. Ma non necessariamente tutti coincidenti.
Cioè non possono neppure esentarsi da una visione più complessiva e magari anche dissentire.
Il movimento è evoluzione e discussione, non fossilizzarsi su alcune proposte e respingere a priori altre soluzioni.
Insomma da parte dei politici occorre "apertura" verso i movimenti, capacità di dialogare e di concretizzare, anche con compromessi, le proposte.
Compito del movimento invece è riuscire a dialogare con le istituzioni e con i politici che hanno incarichi rappresentativi e/o amministrativi, cioè aiutare chi è "aperto" verso i movimenti.
Resto abbastanza diffidente verso quell'ala del movimento (vedi appunto Casarini) che si limita a "far casino", senza realizzare qualcosa di concreto (e riproducibile, sostenibile dalla politica istituzionale) oppure senza mediare e tradurre le proprie rivendicazioni (spesso sacrosante, per carità) in proposte.
Possiamo anche avercela con i vari D'Alemi (cito questa "razza politica" perchè mi sembra qui la più "odiata" - anche a me D'Alema sta un po' sulle palle -) però per metterli alla prova bisogna anche essere capaci di dar loro qualcosa in mano, non solo slogan.