- PATTO ETICO E PRIORITA' PROGRAMMATICHE-
(Antonio Di Pietro per le "Primarie" del 16 ottobre 2005)
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A - TRASPARENZA E LEGALITA' NELLE ISTITUZIONI :
1. Va istituita l'Anagrafe patrimoniale dei Pubblici dipendenti e degli Amministratori pubblici, la cui gestione deve essere affidata ad un'apposita Agenzia indipendente, al fine di poter monitorare nel corso di tutta la loro carriera l'evoluzione patrimoniale diretta ed indiretta di coloro che operano per conto della Pubblica Amministrazione ed intervenire - anche con la risoluzione d'ufficio del rapporto di lavoro o d'impiego - nei casi in cui l'interessato non sappia o non voglia dare spiegazioni in ordine ai suoi guadagni ovvero nei casi in cui si riscontrino falsità nelle predette dichiarazioni.
2. Coloro che sono stati condannati alla reclusione per reati dolosi con sentenza penale passata in giudicato non devono essere candidati alle assemblee elettive Parlamento compreso).
3. Coloro che sono stati condannati per reati dolosi con sentenza penale passata in giudicato non devono poter assumere incarichi di governo locale o centrale fino ad eventuale sentenza di riabilitazione.
4. Coloro che sono stati condannati ala reclusione con sentenza penale passata in giudicato per reati dolosi non devono poter assumere incarichi dirigenziali né di legale rappresentanza o di controllo né rapporti di consulenza negli enti pubblici e nelle società di gestione a prevalente partecipazione pubblica.
5. Coloro che sono stati rinviati a giudizio per reati dolosi gravi non possono assumere incarichi di governo locale o centrale fino alla definizione dei processi in corso.
6. I dipendenti della Pubblica Amministrazione locale e centrale, di qualsiasi grado, che sono stati definitivamente condannati alla reclusone per reati dolosi devono decadere dal rapporto di lavoro o di impiego e da qualsiasi altro rapporto comunque remunerato. La stessa sanzione accessoria deve essere applicata ai dipendenti di enti pubblici ovvero di società a prevalente partecipazione pubblica.
7. Le cause di legittimità relative alla ineleggibilità ed incompatibilità dei parlamentari e dei consiglieri regionali devono essere decise dalla Corte di Cassazione, al posto della Giunta per le elezioni (per evitare, come è avvenuto per le liste civetta e non solo che detto Organo parlamentare abusi delle sue funzioni in palese conflitto di interessi).
8. Le autorizzazioni a procedere (per l'arresto, le intercettazioni telefoniche e le perquisizioni) a carico dei parlamentari devono essere decise dalla Corte Costituzionale, al posto della Giunta per le autorizzazioni a procedere (per avere decisioni di stretta legalità invece di soluzioni dettate da ragioni politiche, come spesso è avvenuto finora);
9. Nelle decisioni a prevalente interesse pubblico i provvedimenti degli amministratori degli enti locali devono essere adottate di concerto con gli organi elettivi al fine di dare maggiore democraticità e collegialità alle decisioni (per evitare personalismi e favoritismi da parte di sindaci e Presidenti di Provincia e Regioni);
10. Le funzioni dei segretari comunali devono essere riqualificate ridando ad essi il ruolo di "garanti della legalità" e per tale ragione essi devono essere nominati dal Prefetto a seguito di pubblico concorso e di graduatorie oggettive e non più scelti dai sindaci (che spesso ricorrono alle prestazioni di coloro che sono più disponibili ad assecondarli anche quando prendono decisioni contra legem).
11. Il controllo degli atti e delle delibere degli enti locali deve essere ripristinato. Una volta c'erano i Co.Re.Co., oggi potrebbero essere delle apposite Autority regionali, (per prevedere un filtro di legittimità contro abusi e sperperi incontrollati da parte delle Amministrazioni locali).
12. La gestione operativa della Sanità va affidata a manager indipendenti e professionalmente preparati che non siano scelti dalla politica (come ora avviene con sfacciata lottizzazione e favoritismi). In particolare i Direttori generali delle ASL e degli ospedali vanno indicati dall'Ordine dei medici o da specifica Autorità in base alle specifiche competenze professionali.
B - LEGALITA' NEI RAPPORTI CON L'AMMINISTRAZIONE PUBLICA
13. Coloro che sono stati condannati alla reclusione per reati dolosi con sentenza penale passata in giudicato non possono stipulare contratti né partecipare a gare della Pubblica Amministrazione né di Enti pubblici di gestione o società di capitali a prevalente partecipazione pubblica.
14. I rapporti con la Pubblica Amministrazione devono essere limitati a chi è stato deputato a trattare o intervenire per la società (per evitare, come spesso accade, l'intervento figura di faccendieri, millantatori e intermediari vari che si inseriscono nei rapporti per fini di indebito lucro).
15. Le imprese che operano con la Pubblica Amministrazione devono vietare qualsiasi comportamento, da chiunque a suo nome e per suo conto posto in essere, consistente nel promettere od offrire direttamente od indirettamente denaro od altre utilità a Pubblici Ufficiali e/o Incaricati di Pubblico Servizio. Alle società coinvolte deve essere impedita la possibilità di partecipare a gare, stipulare contratti o continuare a fare affari con la Pubblica Amministrazione
16. Le imprese e i legali rappresentanti delle società sono solidalmente e oggettivamente responsabili dei comportamenti dei propri dipendenti o collaboratori volti ad ottenere, da parte della Pubblica Amministrazione, della Comunità Europea o di altro Ente pubblico, qualsiasi tipo di contributo, finanziamento, mutuo agevolato o altro provento dello stesso tipo, per mezzo di dichiarazioni e/o documenti allo scopo falsificati o seguito di artifici o raggiri volti ad indurre in errore l'ente erogatore.
F - RIDUZIONE DEI COSTI DELLA POLITICA:
17. I finanziamenti pubblici ai partiti devono essere se non abrogati, almeno ridotti del 50% (giacchè i contributi che attualmente i partiti ricevono direttamente o indirettamente sono davvero troppo elevati, specie con gli ultimi discutibili interventi legislativi effettuati).
18. L'accesso al finanziamento pubblico da parte dei partiti deve essere limitato solo alle formazioni politiche che superano lo sbarramento previsto dalla legge per la ripartizione della quota proporzionale e non come adesso che è previsto per tutti i partiti che raggiungono l'1% (onde ridurre il numero complessivo dei partiti e limitare la proliferazioni di pseudopartiti aventi solo lo scopo di lucrare tali finanziamenti).
19. Le indennità di carica ed i gettoni di presenza nelle Amministrazioni statali, regionali e territoriali, negli enti pubblici e nelle società a prevalente capitale pubblico devono essere ridotte di almeno il 50%;
20. Il numero dei parlamentari deve essere ridotto (per esempio di almeno il 30%, giacchè attualmente l'Italia pur essendo molto più piccola degli Stati Uniti ha quasi il doppio di parlamentari).
21.. Il numero dei consiglieri regionali deve essere anch'esso complessivamente ridotto e deve essere quantificato in modo oggettivo con legge nazionale, proporzionalmente agli abitanti per ciascuna regione.
22.. Il numero dei sottosegretari non deve poter superare il doppio di quello dei ministri.
23.. Deve essere vietato alla Pubblica Amministrazione locale e centrale nonchè agli Enti pubblici ed alle società a prevalente capitale pubblico di far ricorso a consulenze o incarichi esterni per l'espletamento delle attività di istituto, con conseguente obbligo di utilizzare le professionalità presenti fra i pubblici impiegati (onde evitare le tante consulenze di favore, con costi spropositati che si stanno facendo in questi periodo).
24.. Tutti i benefit e gli extra non aventi diretta e comprovata attinenza con il ruolo e l'incarico svolto dai politici, amministratori e funzionari pubblici sono revocati (tessere autostradali, ingrasso stadi e cinema, biglietti aerei e ferroviari, tessere telefoniche, indennità e gratifiche di varia natura, etc.).
25.. Le leggi elettorali per le elezioni regionali devono essere emanate con legge dello Stato e non da ogni singola regione (per evitare, come è accaduto finora, che i singoli Consiglieri Regionali adottino scelte più per favorire se stessi che per fare l'interesse pubblico).
26.. I candidati nei collegi maggioritari devono poter essere individuati a seguito di "primarie di collegio" (per evitare la spartizione lottizzatoria dei seggi fra le segreterie dei partiti, come avviene finora).
27.. Parimenti (e per le stessa ragioni) i candidati sindaci ed i candidati Presidenti (del Consiglio, della Regione e delle Province) devono poter essere scelti attraverso le Primarie.
28.. Le nomine nei Consigli di Amministrazione degli Enti pubblici e delle società a prevalente partecipazione pubblica devono avvenire non più per spartizione politica (come avviene finora) ma su base professionale valutata previamente da apposite Autority indipendenti.
29.. I "servizi di scorta" devono essere complessivamente rivisti ed assegnati solo per motivi di sicurezza e non di accompagnamento in relazione alla carica o al ruolo istituzionale ricoperto (come troppo spesso avviene ancora, con grave dispendio di denaro ed energie umane).
G - TUTELA DEI CONSUMATORI E DEI PICCOLI RISPARMIATORI:
30. Va istituito un'Autority nazionale per la tutela dei diritti del consumatore, del piccolo risparmiatore e del contribuente, con contemporanea previsione dell'istituto della "class action" per tutelare i loro diritti davanti ad ogni autorità, giudiziaria compresa (al fine di permettere la tutela dei diritti delle categorie più a rischio contro soprusi, truffe e ingiustizie).
31. Ai rappresentanti di piccoli azionisti e dei risparmiatori deve essere riservato il diritto ad essere inseriti - quanto meno come osservatori - nei consigli di amministrazione e negli organi di controllo delle società quotate in borsa.
32. L'emissione di bond deve essere riservato solo a società quotate in Borsa (per evitare di affidare i soldi dei piccoli risparmiatori ad affaristi senza scrupoli che poi non li possono restituire).
33. Nel prospetto informativo relativo alla singola emissione di bond deve essere indicato dettagliatamente e chiaramente la destinazione dei capitali raccolti con la conseguenza, in caso di violazione, dell'obbligo dell'immediato rimborso al risparmiatore (per impedire che imprese chiedano soldi per investire in una specifica operazione e poi li destinino in scopi del tutto estranei o addirittura se ne approprino per fini personali, come pure è accaduto e accade).
34. Deve essere vietato alla società che ha emesso i bond di riacquistarli direttamente sul mercato (si eviterebbe così la possibilità per l'emittente di danneggiare i piccoli risparmiatori, speculando sui propri titoli obbligazionari magari divulgano o facendo divulgare informazioni sensibili in grado di influenzare il mercato).
35. Deve essere vietato alle banche di promuovere l'emissione dei bond ma solo di collocarli. Deve altresì essere vietato alle banche di collocare i bond e contemporaneamente svolgere attività di Advisor sulle operazioni e sul capitale delle società emittenti ( per evitare collusioni di interessi tra banche e imprese e soprattutto per evitare che il denaro raccolto dai bond serva solo alle banche per rientrare dei loro crediti in violazione della par condicio creditorum).
36. Deve essere vietato la collocazione di bond da parte di banche che hanno quote sociali e partecipazioni in imprese che fanno ricorso al prestito obbligazionario attraverso i bond (sempre per evitare possibili ed evidenti conflitti di interessi).
37. Va migliorata la lotta al carovita, con la revisione dei panieri Istat e la loro differenziazione per fasce di reddito da determinare con sindacati e associazioni di consumatori (con uno specifico per gli ultra 65enni).
38. Va rivista la tassa di successione che deve essere esenti solo per i piccoli e medi patrimoni e non per i grandi patrimoni (in applicazione piu' rigorosa del principio della progressività del sistema fiscale).
E - CONFLITTI DI INTERESSE:
39. Chi esercita attività esecutive (es. Governo) o di controllo (es. Autority, magistrati di ogni giurisdizione) non può essere titolare di attività finanziarie o d'impresa, né esercitare direttamente o indirettamente atti di gestione delle stesse, pena la non eleggibilità o la decadenza dall'incarico (per evitare ogni conflitto di interesse).
40. Chi esercita attività elettive (parlamentari, consiglieri, regionali, provinciali o comunali) non può esercitare attività economiche o svolgere affari con gli enti presso cui esercita il proprio mandato, nè direttamente nè indirettamente, pena la decadenza dall'incarico;
41. I parlamentari non possono partecipare alle sedute nè esercitare il diritto di voto con riferimento a richieste di autorizzazione a procedere o altri provvedimenti che interessano se stessi (per evidente conflitto di interesse).
42. Gli eletti e gli amministratori pubblici devono astenersi dalle loro funzioni in ogni caso in cui sono o possono risultare in conflitto di interessi con il provvedimento da adottare, pena la decadenza dall'incarico.
F - PER UNA CORRETTA INFORMAZIONE:
43. Nel settore dell'informazione privata (specie quella a rilevanza e tiratura nazionale), bisogna contrastare il dominio oligopolistico di imprenditori che esplicano attività diverse da quelle proprie dell'editoria, quantomeno stabilendo il divieto in capo agli stessi di quote sociali maggioritarie o di controllo delle aziende editoriali (al fine di evitare i palesi conflitti di interessi che si verificano ora a causa di proprietari che svolgono anche altre attività interessate ad un certo tipo di informazione , anche quanto contrario alla verità).
44. Con riferimento all'informazione pubblica, la nomina degli amministratori e dei dirigenti della RAI deve avvenire da parte dell'Autority per l'Informazione di concerto con i Comitati di redazione dei giornalisti (per eliminare o quanto meno ridurre il controllo e l'influenza della politica nell'informazione).
45. I giornalisti del servizio pubblico devono essere individuati per pubblico concorso e non per chiamata diretta (come avviene ora, spesso su indicazione lottizzatoria dei partiti).
46. L'accesso all'informazione deve essere garantito a tutti in regime di reale e leale "par condicio", sia nelle reti pubbliche che in quelle private a tiratura nazionale (come ha anche raccomandato - finora inutilmente - il Capo dello Stato nel suo messaggio alle Camere). La legge Gasparri va pertanto completamente modificata perchè essa si limita solo a legalizzare ciò che prima era illegale, e cioè il conflitto di interessi di taluni)
G - LEGALITA' NELLE ATTIVITA' ECONOMICHE E D'IMPRESA:
47. Occorre rifinanziare il Fondo antiraket ed antiusura per liberare le piccole e medie imprese specie del Meridione d'Italia, dallo strangolamento degli usurai e dal ricatto della criminalità organizzata.
48. Le imprese quotate in borsa non possono avere partecipazioni nè svolgere attività di gestione e controllo di società aventi sede sociale nei c.d. paradisi fiscali. Parimenti società off-shore non possono acquistare quote nè assumere la gestione o il controllo di società quotate in borsa (per evitare il noto ricorso a questi sistemi per operazioni finanziarie occulte e comunque poco trasparenti).
49. Deve essere vietato alle società di revisione di svolgere servizi di consulenza alle società sottoposte al loro controllo nè direttamente nè attraverso società controllate o collegate o comunque ad esse riferibili (per evitare commistioni fra controllati e controllori).
50. Il mandato delle società di revisione deve essere a termine ed al massimo rinnovabile per una sola volta (per rompere l'attuale oligopolio detenuto da quattro-cinque società di revisione che impediscono l'allargamento di soggetti controllori).
51. Le società di revisione devono essere pagate direttamente dalla Borsa Valori tramite un fondo creato ad hoc al quale concorrono le società quotate proporzionalmente al loro fatturato (per evitare che il controllore sia pagato dal controllato così finendo spesso a "libro paga").
52. L'individuazione della società di revisione per ciascuna società quotata in Borsa deve essere riservata alla Consob (per evitare che il controllato scelga il proprio controllore).
53. Alla Consob deve essere riservato anche la nomina di un componente del collegio sindacale (per monitorare e riferire in tempo reale all'Autorità di controllo eventuali anomalie).
54. Gli incarichi di professionisti e manager delle società quotate in borsa devono essere limitati di norma a non più di 3 (legale rappresentante, consigliere di amministrazione o sindaco di società non appartenenti allo stesso gruppo) per evitare proliferazione di incarichi in capo alla stessa persona con possibili conflitti di interessi e scarsità di rendimento.
55. Devono essere ridimensionate le stock option e premi in azione agli amministratori ed ai dirigenti di società quotate e soprattutto devono essere vietato provvedere ai relativi versamenti estero su estero (come ora spesso avviene per sfuggire al fisco ed ai controlli).
56. I sindaci delle società di capitale devono essere nominati da una Autorità esterna (es. la CCIA) (per impedire che gli amministratori si scelgano i loro controllori fra i propri amici o conniventi, cosa che oggi avviene quasi sempre).
57. Coloro che sono stati condannati alla reclusione per reati dolosi con sentenza penale passata in giudicato vanno interdetti dall'esercizio di attività professionali per cui è richiesta la licenza o l'abilitazione, salvo i casi di intervenuta riabilitazione;
58. Per tutto il periodo di esecuzione della pena, il condannato non deve poter esercitare l'attività di amministratore nè qualsiasi altra attività di gestione, rappresentanza e controllo della persona giuridica (associazioni no-profit comprese);
59. L'amministratore, il dipendente o il collaboratore esterno che, nell'espletamento od a causa della propria attività, riceva omaggi o altra forma di benefici non consentiti, dovrà assumere ogni opportuna iniziativa al fine di rifiutare detti omaggi o benefici ed informarne immediatamente le autorità competenti (Organismo di controllo di cui al D. Lgs. 231/0, se esistente ovvero l'autorità giudiziaria).
60. L'amministratore, il dipendente od il collaboratore esterno che venga a trovarsi in situazioni che possano, o ritenga che possano essere rilevanti sul piano della violazione di regole penalmente o civilmente rilevanti (secondo i principi espressi dal decreto legislativo 231/01) deve informare immediatamente le competenti autorità, ivi compresa quella giudiziaria.
61. Deve essere vietato destinare a finalità diverse da quelle per cui sono stati concessi, contributi, sovvenzioni o finanziamenti ottenuti dallo Stato o da altro ente pubblico o dalle Comunità europee anche se di modico importo e/o valore.
62. Le imprese non possono farsi rappresentare nei rapporti e nella conduzione di qualsiasi attività o rapporto con la Pubblica Amministrazione da soggetti terzi o dipendenti quando, in base alle informazioni disponibili, si possa configurare un conflitto d'interessi.
63. Deve essere vietato compiere qualsiasi atto, simulato o fraudolento, diretto a influenzare la volontà dei componenti l'Assemblea dei soci per ottenere la irregolare formazione di una maggioranza e/o una deliberazione differente da quella che si sarebbe prodotta.
64. Va punita - anche con il licenziamento nei casi gravi - la diffusione intenzionale di notizie false sia all'interno che all'esterno delle società, concernenti le società stesse, i suoi dipendenti, i collaboratori ed i terzi che per esso operano, con la piena consapevolezza e conoscenza della loro falsità.
65. Gli organi della società, i loro membri ed i dipendenti, in occasione di verifiche e di ispezioni da parte delle Autorità pubbliche competenti, devono mantenere un atteggiamento di massima disponibilità e di collaborazione senza ostacolare in nessun modo le funzioni degli Organi ispettivi e di controllo. In caso di affermazioni false o di ingiustificate reticenze, essi devono poter essere chiamati a rispondere davanti all'Autorità giudiziaria.
66. Chiunque investe in scalate e acquisti di azioni e titoli ha l'obbligo, se richiesto dalle Autorità di controllo, di dimostrare la provenienza lecita dei relativi fondi. In caso di inosservanza, i titoli possono essere sequestrati.
67. I produttori, italiani ed esteri, e gli importatori devono indicare, oltre all'attuale etichettatura, l'origine dei principali materiali utilizzati e l'origine delle principali lavorazioni nonché la denominazione del produttore, distributore o importatore con relativa iscrizione alla Camera di Commercio anche attraverso codice a barre.
68. I produttori extra Comunità europea devono certificare, se vogliono importare i loro prodotti in Italia, il rispetto delle norme UE in materia ambientale, di tutela della salute, di sicurezza dei lavoratori con conseguenti sanzioni per gli inadempienti (divieto di commercio, sequestro dei beni, ritiro della licenza di importatore o distributore, multa alla società solidalmente con gli amministratori pari al valore delle merci importate).
69. Deve essere istituito un Albo delle ditte che localizzano all'estero (con l'istituzione di un'Autority di controllo) per sanzionare - con multe e/o divieto di commercializzare i propri prodotti in Italia - coloro che sfruttano il personale nelle nazioni povere ovvero commettono altri abusi (quali la contraffazione, la concorrenza sleale o l'inquinamento ambientale).
70. La tassazione delle grandi rendite finanziarie deve essere perequata a quella sul lavoro (per evitare sperequazioni sul piano dell'equità e per rilanciare l'occupazione e le attività industriale).
71. Il fenomeno del terrorismo e della criminalità organizzata e mafiosa va combattuto soprattutto sul terreno finanziario prosciugandone le fonti illecito di denaro. In particolare i trasferimenti di denaro attraverso canali non bancari vanno regolamentati, le norme antiriciclaggio della UE vanno ampliate per intero, i beni immobiliari ed i capitali sospetti devono essere congelati, va introdotto un codice di condotta per sorvegliare le transazioni finanziarie dirette ad enti di beneficenza, va ampliata ed armonizzata meglio la capacità investigativa europea nel settore finanziario.
72. Nei settori di primaria importanza per l'economia del paese (es. Trasporti, Energia, Telecomunicazioni) bisogna indire gare periodiche e più aperte alla concorrenza per l'affidamento dei relativi servizi (per evitare il ritorno di fatto ai Monopoli ed agli oligopoli che strozzano il libero e trasparente mercato).
73. E' necessario aprire le banche al capitale straniero, concedendo l'autorizzazione alla fusione soltanto sulla base dell'impatto competitivo e dando a esclusiva competenza all'Antitrust per le relative valutazioni, verifiche e controlli (per poter meglio competere sul mercato globale e per operare con maggiore trasparenza e rispetto delle regole di mercato).
74. Bisogna limitare la concentrazione delle partecipazioni industriali nelle banche, imponendo altresì agli imprenditori con partecipazioni in istituti di credito di rivelare i prestiti ottenuti da questi;
75. E' necessario proibire alle banche di controllare fondi di investimento;
76. Bisogna sottomettere le obbligazioni bancarie alle stesse regole di trasparenza in vigore per il resto del mercato.
77. Va abolito il segreto bancario su tutte le transazioni.
H - TRASPARENZA ORGANI GIUDIZIARI E DI CONTROLLO:
78. L'individuazione e la nomina dei magistrati negli incarichi direttivi deve essere rimessa totalmente nelle mani dell'Organo di autogoverno della magistratura (C.S.M.), senza alcuna interferenza del Ministro della Giustizia (per evitare pressioni o dipendenze gerarchiche che minano l'indipendenza della magistratura)
79. Deve essere completato il divieto totale - per tutti i magistrati in sevizio di qualsiasi grado e giurisdizione - di assumere incarichi fuori ruolo o di consulenza né arbitrati extragiudiziari di qualsiasi tipo.
80. I magistrati in servizio non devono più poter essere candidati a cariche elettive nei luoghi dove esercitano la loro giurisdizione ed alla fine del loro mandato non devono poter tornare ad esercitare la giurisdizione negli stessi luoghi per un periodo di almeno 5 anni.
81. I magistrati, se eletti al Parlamento o se assumono incarichi governativi, devono dimettersi dalla magistratura,
82. La proprietà della Banca d'Italia è riservata allo Stato (per evitare che il controllore sia di proprietà dei controllati, come avviene finora).
83. La nomina del Governatore della Banca d'Italia deve essere effettuata dal Parlamento e l'incarico deve essere limitato ad un tempo massimo di 7 anni e deve poter essere revocato con la stessa maggioranza parlamentare con cui è stato nominato;
84. Le decisioni degli Organi di controllo (Banca d'Italia, Consob etc) devono essere collegiali ad opera di un Consiglio direttivo ove tutti i consiglieri sono responsabili delle loro decisioni (per evitare poteri eccessivi in capo ad un solo soggetto, con il rischio di decisioni inopportune o pilotate);
85. La tutela della concorrenza deve essere trasferita dalla Banca d'Italia all'Antitrust;
86. Deve essere fatto divieto a tutti coloro che fanno parte di incarichi direttivi in enti di controllo (Consob, Banca d'Italia; Autorità di qualsiasi natura) di assumere direttamente o indirettamente per almeno 5 anni impieghi retribuiti dalle aziende già sottoposte al loro controllo.
F - PER RIDARE COMPETITIVITA' AL SISTEMA PAESE:
87. Occorre innanzitutto la "certezza del diritto e delle pene": quindi divieto assoluto di procedere a nuovi indulti, amnistie, prescrizioni condoni di varia natura, in modo che ognuno sappia che - se viola la legge - non può poi sperare di farla franca.
88. Sul piano operativo, bisogna operare un forte impegno per risanare i conti pubblici (attraverso la riduzione degli sprechi, l'eliminazione di elargizioni di contributi clientelari sotto qualsiasi forma, la lotta all'evasione fiscale, la sburocratizzazione delle procedure).
89. Sul piano legislativo, si deve provvedere ad un folto disboschimento della legislazione attuale attraverso l'adozione di "Codici di settore" e la drastica riduzione delle oltre 150 mila leggi attualmente esistenti;
90. Occorre rilanciare lo sviluppo del Mezzogiorno prevedendo, fra le altre cose: la lotta alla criminalità organizzata, la riduzione dei differenziali di costo per le imprese (tassi passivi bancari, energia, trasporti e logistica), il rinvio del progetto del Ponte di Messina a favore di opere infrastrutturali più urgenti (come lo sviluppo dei collegamenti con l'area mediterranea, balcanica e dell'Est europeo), lo sviluppo della filiera agroalimentare e dell'industria del turismo (con incentivi pubblici specifici per potenziare e migliorare i servizi, valorizzare il patrimonio culturale e ambientale, estendere la stagione di afflusso turistico, aumentare l'indotto dei servizi).
91. E' necessario introdurre un nuovo credito di imposta a carattere permanente destinato alle imprese che investono in ricerca e sviluppo, prevedendo altresì un trattamento di imposta privilegiato per start up e alta tecnologia.
92. Sarebbe opportuno promuovere il lancio di un piano europeo per lo Sviluppo attraverso l'emissione di bond europei (Euobond), sicuramente appetibili agli investitori internazionali anche grazie alla forza dell'euro sul dollaro, al fine di finanziare un preciso programma di investimenti europeo volto alla innovazione, alla ricerca, alla formazione permanente, alle grandi reti europee di comunicazione e alle infrastrutture per l'ambiente (Global coordinator del Piano dovrebbe essere la Banca Europea degli Investimenti).
93. Occorre ridurre la dipendenza dai combustibili solidi per l'approvvigionamento dell'energia attraverso il ricorso a fonti alternative (solare, eolica, biomassa), i veicoli alternativi (biocombustibile, idrogeno, elettrici) e lo sfruttamento energetico dei rifiuti non riciclabili.
94. Occorre un forte impegno politico di concerto con le associazioni di categoria per promuovere i prodotti tipici del Made in Italy (agroalimentre, impiantistica e meccanica strumentale)
95. Al fine di sostenere le imprese, occorre detassare gli utili reinvestiti in attività che producono nuovi posti di lavoro, ed inoltre si deve maggiormente supportare le imprese che esportano nei mercati emergenti, agevolare fiscalmente chi investe in innovazione tecnologica.
96. L'azione di politica fiscale dovrà comprendere il sostegno alle fasce più deboli, la riduzione del cuneo fiscale, il riequilibrio tra tassazione dei redditi da lavoro e investimenti finanziari, la lotta all'evasione fiscale, la ridefinizione del sistema degli incentivi alle imprese a favore di meccanismi più qualitativamente selettivi.
D - TUTELA DEL LAVORO E IMMIGRAZIONE:
97. L'istituto dell'apprendistato va modificato con la previsione, per le aziende (specie se artigiane) del pagamento da parte dello Stato dello stipendio dell'apprendista per i primi 12 mesi (anche sotto forma di sconto fiscale) a condizione che, alla fine dell'apprendistato, il lavoratore venga assunto regolarmente.
98. Bisogna favorire la mobilità dei lavoratori dai settori in crisi a quelli in espansione, con una riforma dei sussidi di disoccupazione e dei regimi di protezione dell'impiego.
99. E' opportuno riconoscere agli stranieri extracomunitari residenti stabilmente sul territorio ed in regola con il permesso di soggiorno il diritto di voto attivo e passivo alle elezioni amministrative.
100. Gli attuali Centri di permanenza temporanei (CPT) riservati agli stranieri non in regola con il permesso di soggiorno vanno sostituiti con strutture di accoglienza non carcerarie e attuando una riduzione drastica dei tempi di permanenza (che sono purtroppo necessari per identificare chi entra illegalmente) provvedendo alla loro espulsione in caso di impossibilità ai addivenire alla loro regolarizzazione
101. Deve essere prevista l'erogazione di nuovi servizi alle fasce sociali più deboli, un nuovo sistema di ammortizzatori sociali ed una differenziazione delle tariffe in base al reddito.
102. La precarietà va affrontata con un aumento delle indennità di disoccupazione, la trasformazione dei contratti di formazione lavoro in contratti a tempo indeterminato, l'incremento delle detrazioni per i figli a carico.
..."tessere telefoniche"? Non credevo che 'sta gente godesse anche di tessere telefoniche, oltre che di telefonini pagati dallo stato.
eh...non male...
Davvero non male...
Una goccia nel mare?
Leggete qui:
Quanto ci costi, cara nostra politica
di Elio Veltri
Nessuno conosce con precisione i costi della politica e pochi hanno interesse a fare chiarezza dal momento che il sistema è perfettamente bipartisan e riguarda tutti i partiti. Controprova, l’inchiesta a puntate del Sole 24 ore, lasciata cadere nel silenzio generale. La stessa Corte dei Conti ne ha una visione parziale perché i bilanci che esamina sono quelli dell’istituzioni e degli enti statali.
Partiti: vivono di finanziamento pubblico che è pari al 77% e per alcuni (Italia dei valori, Nuovo Psi oltre il 99% delle entrate totali). Con la legge 156 del 26-07-2002 il rimborso per ogni voto è stato portato a un euro. Per le elezioni politiche del 2001 la spesa complessiva per i rimborsi è stata di 165 milioni di euro. È del tutto evidente che il referendum del 1993 sul finanziamento pubblico è stato aggirato dal momento che i contributi personali e i versamenti del tesseramento costituiscono una quota minoritaria per alcuni partiti, inesistente per altri, delle entrate. Nonostante il finanziamento pubblico cospicuo, alcuni partiti, in testa Forza Italia e Ds, sono indebitati. Per Forza Italia, in banca, garantisce personalmente Berlusconi; i Ds hanno ridotto il debito pregresso in maniera consistente. Per tutti i partiti la quota maggiore di uscite riguarda le spese elettorali e per i servizi.
Il personale è diminuito e la classifica vede in testa i Ds con 215 persone e Forza Italia con 105, retribuito direttamente dalle direzioni nazionali. Le considerazioni che si possono fare sono le seguenti:
a)la legge del ’97 che dava la possibilità di scelta ai cittadini versando il quattro per mille, equivalente all’otto per mille che va alle Chiese e allo Stato, è fallita. La proposta era stata difesa con passione alla Camera dei deputati da Massimo D’Alema che l’aveva considerata uno strumento di sfida democratica. L’allora segretario dei Ds aveva detto: «I partiti devono meritarsi il finanziamento dei cittadini. Quindi, questa legge è una sfida sul terreno democratico». Le cose sono andate male;
b) la scarsa percentuale di versamenti liberali dovrebbe far riflettere seriamente i partiti sulla percezione delle loro attività e comportamenti da parte dei cittadini;
c) sarebbe utile riprendere una delle proposte di legge depositate in Parlamento sulla responsabilità giuridica dei partiti in modo di esercitare i controlli, come era stato sostenuto con vigore da Mortati all’Assemblea Costituente, sulla loro vita interna da parte di una autorità come la Corte Costituzionale, di garanzia;
d) la certificazione dei bilanci dei partiti in base alle norme del codice civile e il controllo delle spese elettorali dei candidati al Parlamento potrebbero costituire un incentivo per aumentare la fiducia dei cittadini e degli elettori.
Camera e Senato: costano circa 2 miliardi di euro all’anno. Montecitorio costa il doppio del Bundestag tedesco e dell’assemblea nazionale francese; il quadruplo dei Comuni inglesi è più di dieci volte del Parlamento spagnolo eppure i deputati tedeschi e francesi guadagnano più dei nostri essendo la spesa complessiva di 160 milioni di euro in Italia; 176 in Germania e 266 in Francia. Le voci che in Italia incidono di più sono quelle per il personale (più del doppio rispetto a Germania e Francia), per i vitalizi o pensioni e per le sedi. Lo stipendio dei 350 deputati spagnoli è appena di 40mila euro all’anno. Riassumendo: il bilancio di Montecitorio è uguale al prodotto interno lordo della Mongolia e al doppio del prodotto interno lordo di San Marino.
I nostri senatori non badano a spese. In dieci anni il bilancio di Palazzo Madama è raddoppiato passando da 297,6 milioni di euro del 1995 ai 550,7 milioni di quest’anno, che lordi diventano 900 milioni di euro. Palazzo Madama con i suoi 330 senatori, costa il doppio del Senato francese, il quadruplo della Camera dei Lord, dieci volte di più di quello spagnolo e ventisette volte di più del Bundrsrat tedesco. Le voci che incidono di più sono quelle per il personale, per i vitalizi e per gli investimenti per le sedi. Io penso che alcune economie siano possibili incidendo sugli stipendi di tutti e sul numero del personale con una moratoria di cinque anni e prevedendo alcune regole indispensabili per specifiche competenze e professionalità. Per quanto riguarda i vitalizi, le riforme degli ultimi anni decise dalle presidenze della Camera che si sono succedute, vanno nella giusta direzione ma potrebbero essere ulteriormente migliorate in senso restrittivo. Ma la riforma fondamentale, sempre annunciata e mai esaminata, rimane la riduzione drastica del numero dei parlamentari. In ogni caso, poiché i cittadini fanno coincidere le spese delle due Camere con gli stipendi che i parlamentari «si aumentano da soli», sarebbe utile chiarire:
1) che le aule parlamentari non decidono un bel nulla e che gli adeguamenti sono automatici perché legati a quelli dei magistrati di Cassazione;
2) che i regolamenti parlamentari hanno rilevanza costituzionale, le decisioni vengono assunte dagli uffici di presidenza e deputati e senatori discutono, quasi sempre frettolosamente, il bilancio complessivo.
Per cui sarebbe utile un impegno per una discussione approfondita dalle due assemblee in diretta televisiva. Il problema, infatti, è tanto avvertito e, spesso, male avvertito, che di fronte allo snocciolare dei dati riguardanti il lavoro nero, l’evasione fiscale, i patrimoni della mafie e il numero degli affiliati alle mafie nel Mezzogiorno, in una trasmissione di Telelombardia, gli interlocutori presenti in studio e i cittadini che telefonavano imprecavano solo contro gli stipendi dei parlamentari. Il resto non interessava più di tanto.
Governo e ministeri: costano 1.2 miliardi di euro e il costo è riferito al personale, le consulenze, la gestione degli uffici dei ministri e dei sottosegretari. I rilievi della Corte dei Conti sulla sovrapposizione delle competenze tra ministeri e tra questi e le Regioni, sul numero di consulenti inutili, sui contratti milionari e sulla carenza di controlli, sono costanti ma restano lettera morta. I ministeri che costano di più sono: Ambiente, Trasporti e Difesa. Secondo la Corte dei Conti il 56,5% delle risorse attribuite al ministero dell’Ambiente per la difesa del suolo e per la tutela ambientale è assegnato agli uffici del ministro. Lo stesso vale per i fondi destinati alle grandi opere assegnati al ministro dei Trasporti e per quelli della Difesa. Il federalismo di stampo leghista-berlusconiano è diventato centralismo e clientelismo feroce, con assoluta discrezione nella gestione del pubblico denaro. La presidenza del Consiglio è un disastro. Il premier-manager, tanto bravo per le sue aziende, ha moltiplicato i dipartimenti e con essi il personale: Protezione civile, finita nel mirino della Commissione europea; Innovazione tecnologica e tecnologie; Ufficio nazionale per il servizio civile; i dipartimenti Antidroga ed Editoria. New entry: alto commissario anticorruzione (!!!) per il quale la Corte dei Conti chiede «notizie sulla attività svolta» è dipartimento per il programma di governo.
Regioni ed Enti locali. Le Regioni hanno richiamato la maggiore attenzione per la dilatazione della spesa a causa di un neocentralismo che contraddice la ragione stessa della istituzione delle regioni. Aumento del numero dei consiglieri e delle commissioni, degli assessori interni ed esterni, con l’introduzione dei sottosegretari, delle consulenze, degli stipendi, svuotamento dei compiti dei Consigli e aumento della conflittualità Stato-Regioni, sono stati evidenziati da Sabino Cassese (Corriere 19 luglio 2005). Il costo dei 48mila dipendenti è di 1,28 miliardi di euro con un record nelle regioni del Mezzogiorno. Consiglieri e Assessori sono diventati 1247, ripartiti equamente su tutti il territorio nazionale, ma con differenze rilevanti tra regione e regione e con un costo procapite medio mensile di 9.139 euro.
Per quanto riguarda i dipendenti regionali guida la classifica la regione Sicilia seguita dalla Campania e dalla Calabria, che è riuscita ad assegnare la presidenza a tutti i consiglieri di maggioranza. La Sicilia di Cuffaro, scrive Francesco Forgione, capogruppo di Rifondazione all’assemblea regionale, nel bel libro «Amici come prima» Editori Riuniti, ha 20mila dipendenti ai quali va aggiunto il personale degli enti economici e regionali, delle aziende per il turismo, delle ipab, dei consorzi di bonifica. «A questi vanno aggiunti altri circa 20mila lavoratori a tempo parziale al servizio del demanio forestale e le altre migliaia di precari». Per cui, «un’intera città, Palermo, con i suoi 700mila abitanti, vive prevalentemente di questa economia e sono tante le famiglie in cui arriva lo stipendio di un regionale». «Per decenni la Sicilia ha rappresentato davvero e continua a rappresentare», prosegue Forgione, «un residuo di socialismo reale senza ideologia, se non quella dello scambio e del favore clientelare, con una gestione centralista e statalista del rapporto tra l’amministrazione pubblica, la società e l’economia che, nel corso degli anni, ha snaturato anche le ragioni stesse di una conquista democratica come lo statuto autonomista». La Sicilia guida anche la classifica degli stipendi ai parlamentari con 12.234 euro mensili, equivalenti al 100% dello stipendio di un parlamentare nazionale. Segue per numero di dipedenti (9.896) e cioè più di quanti ne contino Toscana, Umbria, Marche e Lazio, la Campania, che però ha il primato del costo del lavoro e cioè 392.351.000 euro del 2003, pari al 19% della spesa nazionale. Un altro primato della regione Campania è quello dei 506 dirigenti che guadagnano mediamente 85.832 all’anno. Bassolino è stato criticato anche per la moltiplicazione delle commissioni e delle consulenze e ha replicato molto risentito, ma non ha smentito i dati. D’altronde la spesa totale della Regione Campania, rispetto a quelle delle altre regioni a statuto ordinario, è proporzionalmente al numero di abitanti, la più elevata (13 miliardi - rendiconto 2003) con un’aumento del 13,44% sul 2002.
Più difficile quantificare i costi della politica degli enti locali. Un dato complessivo (Sole 24 ore, 14 agosto) è il seguente: 300mila persone circa, tra gli eletti nelle assemblee elettive e dipendenti delle strutture centrali e periferiche dei partiti, sono impegnati in politica. È un numero consistente di persone che è inversamente proporzionale al funzionamento delle istituzioni e dei servizi e alla qualità della nostra democrazia.
"quante bagasce vivono come regine?"
comunque, non male di pietro, non male!
A proposito di primarie:
"Nella (ricca) casistica dell'immoralismo italiota, ecco un autorevole pezzo della destra, facente capo al quotidiano di famiglia di Berlusconi, che invita i suoi a votare Bertinotti alle primarie del centro-sinistra; così, tanto per buttare in sghignazzo le faccende altrui. In quell'America così spesso invocata come faro della libertà e gendarme mondiale della democrazia, gli ideatori di una furbata del genere sarebbero presi a pedate nel didietro, schifati dall'opinione pubblica, e probabilmente perseguiti per falso. Ma manca la controprova, perchè nemmeno il più losco degli elettori di uno dei due schieramenti si sognerebbe di spacciarsi, mentendo, per elettore dell'altro polo. Da noi è considerato magari spiritoso, magari genialmente macchiavellico, truccare il mazzo di carte altrui. Per farsene vanto al bar, a cose fatte: li ho fregati, quegli zozzi.
Poi magari va a finire come in Puglia, dove una piccola schiera di destri manigoldi è andata a votare Vendola alle primarie nella certezza di favorire, con la fraudolenza, il povero Fitto, che invece proprio da Vendola è stato infilzato: truffatori che hanno avuto una meritata sorte di idioti. La pezza d'appoggio "politica" sarebbe che i neo-comunisti vanno comunque premiati, perchè sono gli unici "sinceri", mentre gli altri sono solo dei rossi travestiti. Fabbricarsi un nemico più comodo e conforme ai propri pregiudizi è solo l'ultima risorsa dei poveri di spirito.
Michele Serra"
Appena posso leggerò in offline le tue proposte
politiche, sono convinto che siano giuste sei
l'unico che può dire e fare cose diverse nel panorama politico attuale, ma sei solo in piccola
voce in coro, mi auguro che presto non sia cosi'.
nella democrazia ateniese molto dibattito tra destra (ricchi&pseudoaristocratici) e sinistra (il popolo della flotta, i contadini, il popolo minuto cittadino) era sulle tasse e sul fatto che i rappresentanti del popolo (per estrazione a sorte, non elezione) fossero o meno pagati mentre esercitavano l'incarico.
Questo fa la differenza: un pescivendolo che non va al mercato ma alla boule', in parlamento, poi non ha di che arrivare a fine mese.
Quindi la sinistra voleva fortemente che i rappresentati fossero pagati, in modo da permettere a tutti di accedere a tutte le cariche.
Di contro gli oligarchi, le bestie filospartane e i puttanieri ricchi in genere non volevano tasse e tantomeno che finissero nelle tasche del popolo minuto.
Il discorso non fa una grinza.
Ma allora perche' in italia la sinistra impugna la lotta contro lo stipendio ai rappresentanti del popolo?
ci sono due risposte:
1) i rappresentanti del popolo non rappresentano altro che se stessi e gli interessi delle lobby che li hanno fatti eleggere.
2) i rappresentanti del popolo sono comunque espressione delle classi ricche e agiate e non del normale cittadino. (si veda il diessino col baffo che ama le regate del jet set).
quindi, anziche' scagliarci contro gli emolumenti, non sarebbe il caso di, non tanto cambiare gioco, quanto di buttare a gambe all'aria questa infelice e ingannevole parodia della democrazia?
certo che continuare a chiamare democrazia regimi retti dai piu' ricchi e potenti (bush e berlusconi) fa ridere tutti tranne che i giornalisti. loro fanno persino finta di crederci.
tonii vuoi dire che voti di pietro? io ci penso seriamente, e mi piacerebbe comunque se ampie parti di quanto elencato qua sopra andassero a far parte dei programmi dei vari candidati (a cominciar da prodi)
solo una piccola osservazione: pare che i punti dal 2 al 7 siano costati la candidatura alla futura poltrona di ministro della giustizia al nostro Di Pietro (fonte l'Espresso di qualche mese fa).
Vorrei dire a tonii che ha perfettamente ragione ma, per quanto riguarda il proposito di buttare all'aria la parodia di democrazia, quante sono le probabilità che ci si riesca? Io sono per una radicale riforma a partire dai rapporti sociali; sostengo che si dovrebbe seriamente prendere in considerazione un'ipotesi di decrescita del mondo occidentale ma c'è una vaga possibilità di risultato in questo senso? allora propongo, visto che si deve giocare sul terreno in cui ci trascina la maggioranza, di pretendere il rispetto massimo delle regole che gli stessi lor signori fissano (anche se con la riserva mentale di farle osservare solo al prossimo): si vuole la concorrenza? si rispettino le regole della concorrenza. E così via. La proposta di Di Pietro mi sembra che in questo consista: uguaglianza davanti alla legge, per tutti. Non è un'idea molto di sinistra (da ciascuno secondo le sue possibilità a ciascuno secondo i suoi bisogni) ma potrebbe servire per "ricostituire quel tappeto erboso" della legalità e della correttezza su cui in seguito inserirci con proposte politiche alternative? Potrebbe anche essere, non trovate?
tonii non ho capito cosa intendi.
il diritto sacrosanto di essere retribuiti per il lavoro di rappresentante del popolo non credo che sia da mettere in discussione , sono tutti gli optional (leggi: sprechi) che bruciano un pò .
Il popolo, chiamato democraticamente a votare da Pilato, chiese di crocefiggere Gesu' e salvare Barabba.
Come dire che la democrazia contiene una possibilita' di errore implicito. Ma buttarla all'aria contiene piu' rischi.
Piu' semplicemente, serve una maggiore partecipazione "civile". Anche, controllare l'operato di chi votiamo.
Su questo blog c'e' gente vispa: diamoci da fare!!!
Per sulu:
il popolo sapeva chi era gesù?
pare proprio di si
allora è la fine.
Che abbia ragione Hobbes?
cioe'?
sarà necessario un leviatano per essere salvati da noi stessi?
voterò Di Pietro perchè è ormai l'unico che sostiene posizioni in favore della legalità nella politica, una cosa che dovrebbe essere invece ovvia per tutti. E' tristissimo come per questo lo mettano in minoranza, a cominciare da Prodi: vogliono continuare a vivere impunemente di corruzione. Non è più una questione di destra-sinistra, ma di regole basilari per la democrazia: siamo alla delinquenza bipartisan :(
Inoltre come ricorda spesso Travaglio il fatto che tutti hanno qualcosa da nascondere (Tangentopoli e Mafiopoli erano solo la punta dell'iceberg, e sono state debitamente affossate) porta a dei ricatti incrociati che immobilizzano la democrazia.
Un esempio lampante sono state le leggi sulla giustizia che l'Ulivo ha approvato tra il 1996 e il 2001: invece di attuare il proprio programma (scritto da Flick) hanno votato quello del Polo (scritto da Previti) contro i magistrati e la legalità: una presa per il culo ma con stile, senza farsene accorgere. Hanno perfino messo nella costituzione una legge che la Consulta aveva dichiarato incostituzionale perchè buttava ingiustamente all'aria un sacco di testimonianze chiave dei processi.
Se la gente fosse informata, li manderebbe a casa, ma finchè la tv è in mano ai partiti non c'è speranza...