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«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
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Alberto Biraghi
Duri a Marsiglia
Storie di
milieu, la malavita marsigliese che arrivò a opporsi a Hitler negli anni della Francia invasa. C'erano i calabresi, i corsi, i catalani e i magrebini a spartirsi i traffici in città: droga, prostituzione, gioco. Il
magnifico noir di Gian Carlo Fusco - pubblicato nel 1974 e riproposto oggi, fresco come se fosse stato scritto ieri - te li fa incontrare tutti, con i loro soprannomi, le loro iniziazioni a base di madonne e baci, le loro pistole "che è meglio non usare, ma se occorre usarle bisogna farlo per primi". Charles Fiori è un diciottenne anarchico un po' maledetto e un po' snob, di buona famiglia, che nel 1932 non ce la fa a sopportare il fascismo.
Si vende di nascosto la collezione di francobolli del nonno e attraversa il confine da clandestino per raggiungere Marsiglia. Legge Baudelaire, ma accetta di diventare
bambu ("soldatino" da marciapiede del
milieu) per sbarcare il lunario. E ci riesce bene, tanto da fare una carriera folgorante e farsi apprezzare dai grandi boss. Ti sembra di vederle quelle facce un po' sgangherate da troppo pastis, tanti Jean Gabin, Jean-Paul Belmondo, Alain Delon che tirano tardi alla sera e si rovinano in fretta. Un maestro del genere, ingiustamente accantonato per un quarto di secolo, torna a pieno titolo ai vertici del
noir. Imperdibile.
Un doveroso grazie a Luigi Bernardi e Tommaso De Lorenzis (autori di post e pre-fazione) per aver restituito alla lettura questo gieiello. Qui
la recensione dei Wu Ming.
01.09.05 18:20 - sezione
libri