prima di postare un commento, sul quale sto ancora meditando, vorrei sottolineare due particolari.
secondo informazioni raccolte in rete e successivamente incrociate per valutarne l'affidabilità, si scopre che anche alcuni aereoporti statunitensi e la metropolitana londinese hanno affidato la loro sicurezza a società simili, sempre israeliane.
il sito effedieffe si colloca politicamente molto a destra ed è animato in particolar modo da Maurizio Blondet, ex giornalista de L'Avvenire.
Diciamo che, indipendentemente dalla collocazione politica e dal credo personale, alcuni degli argomenti trattati dal sito e da Blondet andrebbero letti con la mente sgombra da pregiudizi e molta correttezza intellettuale.
Direi che se la società che protegge la metropolitana di roma è israeliana o pugliese poco importa, non credo che nel 2005 sia molto moderno sostenere la necessità dell'italianità delle imprese, ci ha provato uno che in questo momento non se la passa granché. Se poi la stessa società decide di stabilirsi in un paradiso fiscale per pagare meno tasse questi dovrebbero essere problemi dell'ente che non riceve le imposte evase piuttosto che di noi cittadini di roma clienti della società che riceviamo un servizio migliore a un prezzo più basso, ottenuto peraltro evitando di mandare soldi a un paese che non è esattamente quello che designerei come titolare unico della mia eredità.
Mi pare che nell'articolo linkato le questioni di carattere economico-fiscale siano abbastanza marginali.
Quel che Blondet vuole sottolineare è che i precedenti di queste aziende israeliane "esperte di sicurezza" non siano tranquillizzanti:
"... l'aeroporto di Boston da cui partirono i terroristi dell'11 settembre era «sorvegliato» da una ditta israeliana; e alcuni attentati «islamici» (fra cui quello di Londra del 7 agosto) sono avvenuti in coincidenza con «esercitazioni antiterrorismo» condotte da società private per conto di misteriosi «clienti».
Si sospetta che queste «esercitazioni» siano state messe in atto allo scopo di agevolare o coprire le operazioni terroristiche".
Concordo con Luca. Gli articoli di Blondet sono molto interessanti.
oltre a quanto giustamente osservato da luca e peace, io volevo far discutere su questo: in momenti di grandi tensioni internazionali dovute ad entità, secondo le autorità, ben identificate (i "terroristi" senza dubbio arabi) e secondo altri, come blondet ma anche klein, chomsky ecc., niente affatto individuate o addirittura individuate in senso completamente diverso, è logico affidare la nostra sicurezza a chi potrebbe avere, dal punto di vista politico, interessi diversi da quelli legittimi del nostro paese? Le argomentazioni di sergio francamente mi lasciano interdetto: la strategia della tensione non ha lasciato strascichi nel nostro pensiero? la sede in paradisi fiscali non corrisponde solo ad un mancato introito dal punto di vista fiscale ma è sicuramente indice di scarsa affidabilità.
ma se la societa' fosse stata tedesca o russa o croata, blondet si sarebbe disturabto a dare risalto alla notizia?
riflettiamo su quanto siamo influenzati dal fatto che la societa' sia israeliana (della sede in paradiso fiscale non commento nemmeno, o c'e' la malafede di blondet o grande ignoranza, ci sono centinaia di migliaia di imprese che hanno sede in paradisi fiscali) e da quanto questo sia riconducibile ad un larvato antisemitismo.
blondet per me non ha alcuna voce in capitolo, MAI, mi stupisco che il dott. Biraghi non si sia documentato; blondet e' un fondamentalista cattolico antisemita gia' apologeta dei bonehead nazi di "azione skinhead" con un libro fotografico del 1993.
Il "dottor Biraghi" tende a non censurare quello che riceve. L'inserimento nella rubrica "parliamone!" dichiara una sua presa di distanza dalla notizia, proposta da un frequentatore. Quindi pubblicata - appunto - perché se ne parli. nessuno impone di parlarne bene.
Grazie Alberto,
Anche in riferimento a quella frase di Moliere che un tempo campeggiava sopra la testata di questo sito e a quell'altra frase, questa volta di Voltaire, riferita alla libertà di pensiero.
saluti
dimenticavo la parte più importante: i principi contenuti nelle due frasi di cui sopra dovrebbero valere per tutti, compresi il signor blondet e i suoi amici "complottisti".
allora in nome della liberta' di pensiero attendo che qualcuno parli dei protocolli dei sette savi di sion.
liberta' di pensiero o pensieri in liberta'?
vorrei chiedere la cortesia a berja e sensi di leggere gli articoli riportati alle pagine seguenti e dirmi, dall'alto della loro sapienza cui nulla sfugge dov'è che sbaglia il per loro poco intelligente blondet (mi risparmiereste il tempo che impiego nel leggere i suoi articoli)http://effedieffe.com/fdf/giornale/interventi.php?id=611¶metro=%20%20politica
http://effedieffe.com/fdf/giornale/interventi.php?id=607¶metro=%20politica
Grazie
non ci capiamo, nessuno dice che sia poco intelligente, solo che e' antisemita.
non ho interesse a conoscere il punto di vista di un antisemita.
grazie
non mi riferivo all'articolo, dal basso della mia ignoranza cui nulla rimane. easy
Lasciamo stare Voltaire: se uno vuole coltivarsi l'intelligenza e anche tutelare quella di chi non la pensa come lui deve fare un minimo di selezione sulla qualità delle fonti o in nome della libertà di pensiero ci si fa travolgere da tutto il letame che passa.
Già qualche tempo fà Sherif aveva pubblicato un'articolo di Blondet su demografia, immigrazione e UE che era tutta una raccolta di cifre campate in aria e di sparate senza fondamento. Però visto che accarezzava la tesi di un'Europa ingenerosa nell'accoglienza Sherif si era fatto infinocchiare.
ciao