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«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
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Alberto Biraghi
Bagdad café
Due donne agli antipodi tra loro, ma avvicinate dalla crisi coniugale, si incontrano e imparano a comprendersi, fino a far nascere un'amicizia capace di superare qualunque ostacolo. Detta così sembra la solita storiella retorica e ritrita, in realtà
Bagdad Cafè è notevolissimo. Fotografia elegante senza essere stucchevole, regia impeccabile per ritmo e taglio, attori perfettamente nella parte (prima tra tutte l'opulenta Marianne Sägebrecht nella parte della solo apparentemente stralunata, ma inarrestabile Jasmine), dialoghi intelligenti. E poi, pregi tecnici a parte, c'è una storia del 1987 che sembra scritta ieri, per i nostri giorni di forti tensioni sociali.
Brenda (donna nera dell'Arizona che manda avanti uno squinternato motel-stazione di servizio) e Jasmine (opulenta bavarese in ferie) si incontrano per caso. Entrambe recentemente abbandonate da un marito un po' cialtrone, sanno superare l'istintiva diffidenza e - insieme - "ce la fanno". Il tutto è raccontato con ironia, la miglior difesa per non scadere nel dilagante e irreggibile "librocuorismo".
Il
DVD "director's cut" è oltre quarto d'ora più lungo dell'edizione cinematografica, ma le due ore abbondanti di durata totale scivolano in un lampo nonostante la (lodevole) assenza di effetti speciali. Formidabile antidoto per il calderolismo dilagante. Elencato dal Guardian tra i 100 migliori film contemporanei. Titolo originale "Out of Rosenheim", ha avuto una nomination all'Oscar per la colonna sonora (Calling you) e una dozzina di meritatissimi
premi minori. Ultima cosa: nonostante lingua e ambientazione, il film è tedesco.
10.09.05 00:33 - sezione
cinema