Lonesome Jim
«Do you have a girlfriend?» chiede Jim.
«Nah, use hookers, they're cheaper!», risponde lo zio "Evil".
Un
film straordinario diretto dal geniale
Steve Buscemi, un
instant classic che si avvicina - per umorismo, eleganza, ferocia - al meglio del cinema di culto (
Il grande Lebowski,
The blues brothers e
Ghost dog). La storia comincia con Jim che ha lasciato New York (dove tutto quello che era riuscito a fare era il
dog sitter) per tornare nella sua cittadina del Midwest, portando con sé nient'altro che la sua depressione cronica. Il resto è immagini, della madre che sorride nonostante tutto ed entra in bagno mentre lui è nella vasca, del padre che rifiuta l'evidenza, del fratello Tim tanto frustrato dalla sua vita (voleva diventare agente della CIA, ma fa l'idraulico) che bastano quattro parole per indurlo a tentare il suicidio.
«Cos'abbiamo fatto per rendervi così infelici?», chiede la madre a Jim, il quale non sa risponderle «Some people are just not meant to be parents... But it's just a thought». C'è un'unica presenza positiva, Anika, la splendida Liv Tyler, che riesce a voler bene a Jim, nonostante tutto, assieme al figlio Ben.
Una volta di più, nonostante le code interminabili e la disorganizzazione cronica, la rassegna milanese di film della Mostra di Venezia, di tanto in tanto regala perle di valore inestimabile, grazie anche alla versione in lingua originale sottoritolata. Non so con quale voce parlerà Jim doppiato, ma una cosa è certa: non sarà più lui, con il suo accento strascicato e la sua parlata troppo lenta per essere trasferibile in una lingua saltellante come la nostra.
Un gran peccato.
13.09.05 00:05 - sezione
cinema