De Michelis: «Pronti per l’Unione». Bobo Craxi: «Meglio tardi che mai»
Nel congresso di metà ottobre il Nuovo Psi deciderà se lasciare la CdL. Tra le scelte sul piatto, la ricostruzione di una grande area socialista con lo Sdi e i Radicali
di Wanda Marra/ Roma
IL NUOVO PSI veleggia verso l’Unione con il vento in poppa delle affermazioni di Chiara Moroni, prima, e di Gianni De Michelis, poi, salutate queste ultime da Bobo Craxi - che a luglio aveva annunciato di volersi alleare con il centrosinistra, reputando l’alleanza con il centrodestra esaurita - con un «meglio tardi che mai». Bisognerà aspettare il convegno di metà ottobre per vedere se i socialisti, superando le divisioni interne, lasceranno davvero la CdL, ma tutto fa pensare che il partito andrà in quella direzione. ««Potrei lasciare il Polo solo per ricostruire l’unità socialista: il Psi - ha dichiarato la Moroni l’altroieri al Corriere della Sera - un partito forte, autonomo, una sorta di Terzo Polo. Che sì, potrebbe anche ritrovarsi alleato dei Ds, non mi scandalizzerebbe. Ma in un rapporto di parità, non di sudditanza». E allo stesso quotidiano affida ieri la sua apertura al centrosinistra il Segretario De Michelis: «Siamo pronti ad accettare la costruzione dell’unità dei socialisti anche nel contesto di una coalizione che certo non ci entusiasma, cioè nell’Unione».
Prendendo atto di queste affermazioni, ieri Craxi ha ribadito: «Adesso va costruito un nuovo partito, non il vecchio Psi, ma una nuova formazione politica che faccia riferimento al socialismo italiano e all' area liberal-radicale e che sia piantata nel campo della sinistra italiana». E ha risposto anche a De Michelis, che sempre sul Corriere aveva definito la sua corsa verso il centrosinistra «precipitosa»: «De Michelis ha scambiato per errore politico una mia intuizione. È bene che anche lui arrivi sulla posizione di lasciare la CdL. Se fosse arrivato prima, avremmo perso meno tempo».
Anche secondo Craxi, «il nostro problema non è quello di cambiare campo, ma quello di costruire un' area socialista più forte. Ci si avvia a un congresso politico, in cui i socialisti andranno uniti e dove prima di parlare a loro stessi, parleranno al paese».
E ad accogliere con soddisfazione la svolta di De Michelis è stato Enrico Boselli, il presidente dello Sdi, che insieme ai Radicali, dovrebbe convergere con il nuovo Psi per la riunificazione dell’area radical-socialista: «Se al congresso il Nuovo Psi metterà in discussione la scelta fatta in questi anni di collocarsi a destra, un minuto dopo l' unità socialista sarà cosa fatta. A ottobre si possono chiudere 10 anni di divisione».
la domanda e':
di quante poltrone avra' bisogno demichelis per votare per il ritiro delle truppe italiane di occupazione dall'irak?
ovvero:
quante mazzette servono a un socialista per cambiare idea?
ps: per non dimenticare:
Dove andiamo a ballare questa sera? : guida a 250 discoteche italiane / Gianni De Michelis ; prefazione di Gerry Scotti. - Milano : A. Mondadori, 1988. - 436 p. ; 21 cm.
sono disgustosi e senza dignità.
tonii i tuoi post sono sempre uno spettacolo!!!
non avevo dubbi sul voltagabbana di Gianni De Michelis e secondo me dobbiamo aspettarci pure quello di Mastella e soci..........
Meritatissimaìo l'annoveramento nella sezione faccia da culo!!!!
Certe volte mi chiedo:" Perchè la gente parla senza sapere niente!?" La verità è che De Michelis fa politica credendo ancora in veri ideali; probabilmente è l'unico! Troppo facile sputare sentenze e giudicare! Boh volevo solo dire questa cosa.Non mi interessa intavolare la discussione.