Tornano i socialisti della Milano da bere
Tognoli e Pillitteri con una lista per appoggiare Veronesi sindaco
di Carlo Brambilla
RIUNITI In fuga dal «berlusconismo leghista» (come recita un recente documento firmato da Nuccio Abbondanza, segretario milanese del Nuovo Psi) la diaspora
socialista potrebbe trovare pace sotto il cielo di Milano. La città è quella giusta per realizzare il sogno della riunificazione, ma ancora più confortante sembra essere la motivazione: «Tutti insieme attorno al nome di Umberto Veronesi, futuro sindaco di Milano». Ed è talmente motivante l’idea di riportare sulla poltrona di Palazzo Marino uno dei più genuini rappresentanti della milanesità riformista e socialdemocratica, che lo «stringiamoci a coorte», invocato da Abbondanza, potrebbe far sortire addirittura una lista civica indipendente a sostegno del celeberrimo oncologo.
E dalle prime dichiarazioni, i vecchi socialisti e i riformisti di rito ambrosiano che gravitano attorno sembrerebbero lanciatissimi a dare corpo all’iniziativa. Ecco le posizioni dei protagonisti interessati. Carlo Tognoli, ex sindaco: «Mi impegnerei volentieri per Veronesi e per una sua lista». Comunque per ora i socialisti si sono limitati a imbastire un tavolo di riflessione politica, denominato «per Milano», cui partecipano le varie sigle socialiste e associazioni d’ispirazione riformista (tra cui Mi 06 di Salvatore Carrubba e Carlo Fontana). Il tavolo ha già partorito un manifesto significativo: «La candidatura indipendente di Veronesi sindaco può rappresentare un’ottima sintesi del lavoro progettuale per la rinascita di Milano». Dunque c’è grande fermento nelle varie case socialiste, fermento alimentato anche dall’apertura di Piero Fassino: «Noi ci sentiamo gli eredi di Turati e la loro casa è il centrosinistra».
Assist preso al volo. Replica di Abbondanza: «Siamo pronti a fare la nostra parte per Milano». Puntualissima anche la benedizione di Bobo Craxi: «Ci voleva il nome di Veronesi per risvegliare il desiderio di riscatto e di unità dei socialisti milanesi». Su questa lunghezza d’onda si sono un po’ tutti sintonizzati. Nando Vertemati, segretario milanese dello Sdi, plaude all’iniziativa convinto che sia la mossa giusta per «allargare la base di consenso attorno a Veronesi rimettendo insieme un elettorato socialista e riformista frastagliatosi in questi anni». Così Sergio Scalpelli: «Chi si riconosce nel garofano o nella rosa non può stare nel centrodestra». Chiude Paolo Pillitteri: «Veronesi rappresenta l’immagine forte della tradizione socialista e la sua candidatura è un modo per ricominciare». Citando Einstein: «È più facile rompere un atomo di un pregiudizio, ma se prima sembrava impossibile anche solo immaginare l’unità socialista, ora è possibile almeno vederla da lontano».