Carceri stracolme: ventimila detenuti «di troppo». Proteste in tutta Italia
Inapplicate le leggi del passato governo. Giuliano Pisapia, coordinatore del programma dell’Unione per giustizia e nuovi diritti: «Presto un garante»
di Luigina Venturelli
Il richiamo alla loro funzione di rieducazione non solo è pura teoria, è una vera e propria beffa. Nelle carceri italiane, infatti, la sfida vera è quella alla sopravvivenza: all’incolume traversata della pena nonostante il sovraffollamento e le carenze sanitarie.
All’inizio di settembre i detenuti erano 60mila in strutture carcerarie che ne contengono al massimo 42mila; nei tre mesi estivi sono morte otto persone per malattie non adeguatamente curate o diagnosticate, due per overdose ed una per cause nemmeno accertate; il 7,5% dei carcerati è sieropositivo, il 38% affetto da epatite C e il 50% da epatite B, e il 18% risulta positivo al test della tubercolosi. Dati sottostimati, di fronte ai quali non stupisce l’incremento dei gesti di disperazione, con almeno 52 suicidi, 1.110 tentati suicidi, 6.450 scioperi della fame e 4.850 episodi di autolesionismo avvenuti nel 2004. La sanità penitenziaria non è passata alla competenza delle Asl come previsto dalla legge del ‘99, ma in compenso sono stati tagliati i fondi e i farmaci, anche quelli “salvavita”, devono portarli da casa i parenti dei detenuti.
Che cosa fanno governo e maggioranza parlamentare per affrontare questo sfacelo? Assolutamente nulla, ripromettendosi semmai di peggiorare ulteriormente una densità abitativa da scatola di sardine. Le leggi positive approvate nella scorsa legislatura rimangono lettera morta per mancato finanziamento o per mancata applicazione: così la legge Finocchiaro sulla scarcerazioni delle madri con figli piccoli (oggi sessanta bambini sotto i tre anni vivono stabilmente dietro le sbarre), come la legge Smuraglia per incentivare il lavoro penitenziario (gli educatori sociali sono 550 sui 1.380 richiesti in organico). Eppure le statistiche ci sono: il 75% di chi sconta la pena in carcere torna a delinquere, il che succede solo al 12% di chi è affidato ai servizi sociali. In compenso prosegue l’iter parlamentare della legge salva-Previti, che eliminando i benefici di pena per i recidivi provocherebbe l’aumento di 20mila detenuti.
«Una situazione intollerabile e ingiusta, che richiede mobilitazione e iniziativa». Così Sergio Segio del gruppo Abele di Milano e Franco Corleone, garante dei detenuti del comune di Firenze, hanno promosso un appello per richiedere la messa all’ordine del giorno in parlamento dei provvedimenti necessari a risolvere l’emergenza. Un’iniziativa già condivisa, tra gli altri, da Cgil, Arci e associazione Antigone, a cui si aggiungono uno sciopero della fame «per non essere complici» e svariate manifestazioni di protesta a Firenze, Venezia, Roma e Milano; nel capoluogo lombardo domani si terrà un sit-in davanti a San Vittore, mentre mercoledì prossimo si svolgerà un corteo sotto la sede della regione Lombardia.
«Questo è un carcere criminogeno - spiega Segio - che incattivisce e non rieduca. È un carcere che usa il pugno di ferro contro i detenuti delle fasce svantaggiate, tossicodipendenti ed extracomunitari, e che assicura attenuanti e prescrizioni agli incensurati, specie se abbienti e in grado di garantirsi una difesa efficace. Il mio invito è anche alle forze politiche di opposizione, perché prendano impegni precisi per riportare dignità e diritti nelle carceri».
Risponde all’appello Giuliano Pisapia, deputato di Rifondazione Comunista e coordinatore del programma dell’Unione per giustizia e nuovi diritti: «L’approvazione della legge che istituisce un Ufficio nazionale del Garante delle persone private della libertà sarà fra i nostri punti programmatici. In tutto il centrosinistra c’è grande consonanza su leggi che rendano il carcere meno disumano e sulla possibilità di un nuovo diritto penale, che per molti reati non gravi preveda pene principali diverse dalla detenzione».
Da ex direttore di carcere, in pensione dopo 40 anni di servizio ed all'età di 67 anni (oggi ne ho 68) non posso che confermare punto per punto.
Altro che la televisione in cella, carceri a 4 stelle e simili sciocchezze.
Strano che nessuno sia intervenuto.
Fatemi domande, saprò rispondervi e dirvi cose che consigliano qualunque persona, giovane e meno giovane, a non infrangere mai la legge.
Pensate ad un Fiorani che langue in una misera cella di S.Vittore e rendetevi conto che non si può sperare di farla franca.
Meglio l'onestà anche se misera e stentata.