Non sapevo dove postare questo articolo interessante.
LA NUOVA "LOTTA DI CLASSE"
di Maurizio Blondet
Per capire davvero l’improvvisa debolezza del governo Berlusconi e la defezione del suo elettorato, bisogna stagliarla sullo sfondo della crisi economica globale.
In Occidente, un metalmeccanico costa 20 dollari l’ora. In Cina, 75 centesimi di euro. Da quando India e Cina sono entrati nella competizione mondiale senza limiti né regole (nemmeno di dazi e quote), è come se i due vasi salariali fossero divenuti comunicanti. Il livello dei salari tende a pareggiarsi. Il che significa che i nostri caleranno verso quelli cinesi, mentre quelli cinesi aumenteranno. Naturalmente, per un essere umano, è molto diverso trovarsi nella zona del mondo dove i salari tenderanno ad aumentare – accrescendo speranze, occasioni d’occupazione e prospettive vitali – o dove sono storicamente destinati a calare: non foss’altro perché i prezzi non calano con la stessa rapidità delle paghe, in questa parte del mondo si sperimenta il rincaro della vita, l’impoverimento, la perdita di lavoro e di speranza. Questo sta già avvenendo. E in Italia, paese largamente ancora manifatturiero (e quindi più esposto alla competizione delle manifatture cinesi), le famiglie già sperimentano questo effetto storico: i figli, quando trovano lavoro, ne trovano solo di precario, temporaneo, e peggio pagato di quello dei padri. La gente si adatta a poco a poco a ridurre le spese comprimibili, a un quadro di vita più meschino e a un futuro che sente sempre più incerto. Il mitico dogma di Adam Smith, secondo cui la competizione globale fa calare i prezzi “a vantaggio del consumatore”, non si produce affatto. La Cina ci vende camicie da donna di seta a 1,6 euro a capo: ma il consumatore italiano continua a pagare la camicia 30 o 90 euro. La Merloni produce in Cina le sue cucine, ma non risulta che i prezzi per noi siano calati in modo sensibile; e così via. La concorrenza cinese non fa che aumentare i margini di profitto indebito per gli imprenditori e i mediatori, senza produrre il calo dei prezzi. La disparità ormai troppo visibile tra neoricchi e nuovi poveri inasprisce la gente tartassata.
Pare che il 60 per cento dei mutui casa non vengano pagati; i debitori, le famiglie, si sono messi in mora per impossibilità, e le banche creditrici non fanno quel che la legge consente loro – sequestrare il bene immobile ipotecato – per non far crollare il mercato immobiliare, e per non dover esse stesse dichiarare il fallimento.
Tutto ciò, anche se la gente non lo sa chiaramente, crea un clima: in cui l’ottimismo del Berlusca suona falso e offensivo, le sue “ricette” (dal Ponte di Messina all’alta velocità alla riduzione minima delle imposte) non rispondenti al problema urgente.
In realtà, nemmeno la parte avversa, la “sinistra”, ha una qualche soluzione al problema – che è storico, ineluttabile e pan-europeo – anzi non ha lo straccio di un programma. Ma la sinistra rappresenta un “blocco sociale” molto più cosciente di sé e dei suoi interessi, che non la costellazione sociale che si sente (sentiva) rappresentata dal Cavaliere
In Italia, infatti, esistono due blocchi sociali contrapposti. Il primo, è composto da coloro che i soldi allo Stato li danno, i lavoratori del privato e i contribuenti; il secondo, molto più coeso e potente, è formato da tutti coloro che i soldi dallo Stato li prendono. E tanti.
Il primo (noi, voi), esposto alla concorrenza mondiale, vede diminuire il suo potere d’acquisto. Ma continua a pagare, con risorse sempre minori, sempre più tasse e tariffe incomprimibili (assicurazioni auto, elettricità, canoni telefonici). Ciò, perché il secondo gruppo sociale – quelli che i soldi dallo Stato li prendono – ne pretende sempre di più. E, protetti dalla concorrenza mondiale, sanno fin troppo bene difendere le loro pretese corporative. Gli statali pretendono aumenti del 5%, superiori all’inflazione, là dove i privati devono star contenti per il solo fatto di non essere licenziati; hanno leve di potere reale, e le usano a loro esclusivo vantaggio contro il resto della popolazione.
La “sinistra” è, essenzialmente, il braccio politico di questi ceti parassitari strapagati: statali, parastatali, funzionari pubblici di ogni livello (dai pagatissimi magistrati ai miliardari grand-commis) sanno benissimo che per loro un governo Prodi è la garanzia che i loro privilegi indebiti saranno garantiti. Per contro, la “destra” non è – non riesce ad essere – la rappresentanza politica di “coloro che i soldi allo Stato li danno”. Perché nel Polo ci sono partiti come quello di Fini e di Follini: che si sono ridotti - e sono contenti - a rappresentare gli interessi dei piccoli statali meridionali, che si sentono minacciati dal privatismo (all’acqua di rose) di Berlusconi e Bossi. Berlusconi ha o aveva un progetto per il Paese – discutibile, oggi superato, ma l’aveva. I suoi alleati non hanno alcun progetto, se non quello di coltivare le loro clientele di maestre e di uscieri delle Poste. Categorie a cui anche i capi di questi partiti appartengono personalmente. In questo senso, è tristemente ironico apprendere, dal Corriere di domenica, che Follini intima a Berlusconi “stop ai tagli alle tasse”. Come deputato, Follini riceve da noi contribuenti, diciamo, un 20 milioni di lire mensili. Ma in più sua moglie, tale Elisabetta Spitz direttrice del Demanio, che nel 1999 guadagnava 137 milioni di lire l’anno, oggi guadagna 320 mila euro. Paga sestuplicata. E insieme, i due coniugi portano a casa una cifra mensile, che è pari a quello che ricevono in un anno cinque o sei pensionati minimi. Per forza Follini è contrario ai tagli sulle imposte di noi contribuenti: perché è da lì che viene la sua ricchezza. Come diceva Marx, “è l’esistenza che crea la coscienza”. Se vivi da ricco e al riparo dalle dure leggi del mercato, non capirai mai chi è esposto all’impoverimento e alla concorrenza. Se, come D’Alema, possiedi uno yacht da 900 mila euro, non sei più un portavoce della “sinistra operaia”, ma della ripugnante “sinistra dei panfili”.
Concludo. Un progetto per il Paese, oggi, deve partire dalla coscienza di questo antagonismo di classe fra sfruttati (noi) e sfruttatori (loro), tra garantiti con paghe in crescita e non garantiti (noi) con paghe calanti; tra parassiti (loro) e utili lavoratori, vessati dalla competizione mondiale e da lorsignori. La riduzione dei parassiti, è il più urgente dei progetti politici italiani. Ma Berlusconi non ha avuto il coraggio di lanciare questo progetto quand’era forte, figurarsi ora che è debole.
http://www.effedieffe.com/fdf/giornale/interventi.php?id=344¶metro=politica
Che collezione ben confezionata di luoghi comuni. Dobbiamo aver commesso qualche terribile sacrilegio per meritarci Blondet.
non commento l'articolo peraltro di dubbio spessore politico e sociale, e che palesemente non centra una cippa con il post originale, ma commento invece l'intelligente riflessione di Giannini, che rispecchia il proverbio del chi troppo vuole nulla stringe.
E' sciocco parlare di metastasi e subito dopo dire che tutto va bene nella cdl.
Tradito dagli stessi amiconi con cui nel 2001 si è spartito il bottino.
Fini Follini Casini, ti stanno preparando la festa, Okkio Silvio!
Questa barzelletta Moni Ovadia la riferisce ad un ebreo e ad Hitler (nel suo libro "L'ebreo che ride"); qualche testa calda l'ha adattata ad un komunista militante ed al mitico Cipria...
...dunque, c'è un komunista che nottetempo imbratta i muri della città con barzellette sul Cipria; viene arrestato quando ha appena scritto l'ultima: ...sapete che differenza passa fra un incidente e una disgrazia?... se il Cipria viene travolto da un TIR è un incidente, se si salva è una disgrazia...
Il disgraziato viene immediatamente arrestato, e trascinato in catene davanti al Magistrato, Sua Eccellenza Nordius: ...disgraziato, ma come ti viene in mente? come hai potuto permetterti??? ma non sai che il Cipria è il più granda statista degli ultimi due secoli, anche più grande di Mussolini, Hitler, Don Sturzo, De Gasperi...
...il disgraziato, col terrore dipinto sul volto, implora: ...pietà, Eccellenza, lo giuro, questa non sono stato io a metterla in giro...
fonte: banane&mazzette
"86 opere epocali" - Dorian Gray oggi in parlamento.
Di epocale ci sono le cazzate che siamo costretti a sorbirci dal nostro primo ministro (primo....minsitro!).
Di epocale c'e' la gastrite che ogni giorno aumenta.
Di epocale c'e' il patetico in cui versa la nostra politica (nel senso piu' profondo del termine).
forse ha ragione Grillo nel suo post di oggi: siamo guardoni del potere senza molte alternative all'incazzamento interiore senza sfogo.