Caro Luigi,
in questi giorni circolano dati e risultati di un «progetto di valutazione» della Comunità Terapeutica di San Patrignano che si presenta come uno studio scientifico condotto da eminenti universitari. Si usava un tempo presentare i risultati dei progetti finanziati con lo stesso Fondo Nazionale di Lotta alla Droga attraverso Convegni, seminari od incontri pubblici discutendone con la collettività scientifica e professionale. La scelta fatta stavolta è quella di una conferenza stampa, senza esperti e senza dibattito. Tu che ne dici? Anche, se credi, a proposito di ciò che è stato raccontato sulla “ricerca”. In assenza di un minimo di discussione pubblica, dobbiamo accontentarci, infatti, delle “notizie provenienti dalla stampa”.
Maurizio Coletti
Vorrei, per discuterne un po’, riprendere i dati di quella che San Patrignano presenta come una ricerca. Le ricerche, tu hai ragione, non si presentano in una conferenza stampa, si discutono in un convegno scientifico, dove ci sono persone in grado di valutarne metodi e risultati. I dati filtrano, tuttavia, e se ne deve discutere.
Partiamo, per farlo, dal campione. Composto, si dice, da 511 utenti che hanno passato tre anni in comunità ma di cui si comprende dopo che erano solo 287, quelli effettivamente rintracciati. Non sottolineando quanto sia importante, dopo una permanenza di tre anni in comunità, il dato della rintracciabilità. Accettiamo pure l’idea, infatti, di un 10% di persone non rintracciate per difficoltà oggettive (trasferimenti, errori di indirizzo) per tutti gli altri vale l’idea per cui chi è stato da te e con te per tre anni non lo trovi perché è ricaduto e non vuole farsi rintracciare o perché è ricaduto e non è più rintracciabile presso il domicilio dove era diretto quando è uscito. Nessuno può escludere, certo, che qualcuno non voglia farsi rintracciare semplicemente perché non vuole più avere niente a che fare con una comunità e con degli operatori che l’hanno “costretto” a stare con loro per tre anni. Anche questo, tuttavia, non mi sembra un buon indizio e rinforza il dubbio sulla validità di una ricerca che parte da 511 ex utenti e ne incontra solo 287.
Un altro criterio di inclusione nel campione esaminato, lo abbiamo visto, è quello dei tre anni passati in comunità. Esaminata sulla base dei dati offerti dalla letteratura internazionale, tuttavia, la scelta di un criterio del genere esclude che chi lo utilizza stia portando dati sulla efficacia di un trattamento comunitario. Quello che sappiamo con certezza infatti, è che il problema delle Comunità è quello di ottenere la permanenza dell’utente e la sua partecipazione attiva al programma terapeutico per un tempo sufficientemente lungo. Riesaminata a distanza di tempo, l’efficacia del trattamento è sempre direttamente proporzionale alla quantità di tempo passata in comunità. Con due conseguenze importanti dal punto di vista metodologico. Scegliendo di valutare quelli che sono stati in comunità per almeno tre anni, (a) si valuta solo l’esito dei trattamenti con più alta probabilità di riuscita; (b) nulla si dice, non prendendoli in considerazione, di tutti quelli che, pur essendo stati in contatto con il programma, non ne hanno tratto alcun giovamento o sono, come pure accade, peggiorati. Facendo un’operazione simile a quella che farebbe un medico o un’industria farmaceutica che valuta l’efficacia di un trattamento chemioterapico escludendo tutti i pazienti che muoiono o che lo abbandonano e includendo nel suo campione solo i pazienti oncologici che sopravvivono per almeno tre anni.
La scorrettezza di questa procedura non deve stupire, tuttavia. Centrata sul carisma del grande capo che ha trasmesso al figlio i suoi “magici poteri”, l’attività che si volge a San Patrignano non ha mai accettato il confronto con quelle che si svolgono in altri luoghi. Legata a doppio filo ad una posizione politica di destra, protetta e beneficiata da un certo numero di “vip” della finanza e dello spettacolo, San Patrignano piace ai giornalisti per la spettacolarità delle sue prese di posizione ma non considera degni di attenzione quelli che lavorano e fanno ricerca nel campo della tossicodipendenza. Annunciare in una conferenza stampa che il 70% dei suoi ospiti sono “guariti” dalla tossicodipendenza non è solo un modo di imbrogliare chi ci crede e di farsi pubblicità a buon mercato, è soprattutto un modo semplice di evitare dei confronti difficili. Offrendo all’onorevole Giovanardi, l’uomo che ha raccolto il cerino lasciato acceso dal generale Sotgiu prima e dall’onorevole Carlesi poi, la possibilità di dire e di far credere che il governo di cui fa parte ha fatto qualcosa nel campo delle tossicodipendenze. I pochi soldi del Fondo Nazionale Droga sfuggiti alla falce “creativa” di Tremonti sono andati tutti lì, infatti, a San Patrignano, e da San Patrignano qualcosa, a questo governo, doveva dunque tornare. In preparazione, magari, di quella conferenza triennale (di anni ne sono passati più di quattro) che l’onorevole Giovanardi dice di voler comunque organizzare a dicembre e di cui è possibile dir fin d’ora che si farà, se davvero la si farà, senza il concorso e la partecipazione degli operatori e dei ricercatori che hanno continuato a portare avanti il loro lavoro e le loro ricerche basate, invece che sui finanziamenti promozionali, sulla professionalità e sulla passione di chi ancora crede nel lavoro che fa.
Epilogo triste di un quadriennio da dimenticare, la conferenza stampa sulla non ricerca autocelebrativa (o autoerotica) di San Patrignano, è utile soprattutto per riproporre, a tutti quelli che lavorano in questo settore, la pesantezza e la gravità di quello che accade, nel sociale, quando chi governa un paese si ispira alla filosofia dei neoconservatori. Una filosofia centrata sull’abbattimento dello stato sociale e sulla condanna aprioristica di chi, essendo più debole, non è competitivo funziona solo se riesce a far credere che i deboli sono persone colpevoli da rinchiudere o da perseguitare, non persone sfortunate da aiutare. Perché questo messaggio sia veicolato al grande pubblico quello di cui c’è bisogno, però, è un gruppo di persone in grado di sostenere e di “provare” la pericolosità immorale del diverso e la necessità di intervenire con lui sul piano del contenimento e della repressione invece che su quello della vicinanza e dell’assistenza. Come Fini avrebbe voluto che si facesse con tutti i tossicodipendenti: seguendo l’esempio niente affatto luminoso delle comunità non terapeutiche di San Patrignano.
La Repubblica 21/02/2005
A Castelfranco Emilia la prima struttura di rieducazione
Sarà inagurata da Fini il 21 marzo e ospiterà 140 detenuti
Carcere per tossicodipendenti è gestito anche da San Patrignano
Gli uomini giusti nel posto giusto si spera come ospiti oltre che come secondini.
Bravo al come sempre ottimo Cancrini che già oltre 20 anni fa scriveva cose eccezionali sulle tossicodipendenze (invece che legare i pazienti al letto come Muccioli!) ed anche oggi dà qualche lezione di buonsenso a chi si lascia prendere da facili entusiasmi pan-antiproibizionisti.
ricordo anni fa al tg2 in un servizio su muccioli una ragazza che era stata a san patrignano espresse alcuni dubbi su questa comunità e l'allora conduttrice d'eusanio disse qualcosa come :e brava ,al posto di essere riconoscente ! dimostrando una parzialità sospetta.
da notare che le critiche della ragazza erano non solo fondate ma anche condivise da più parti : la maggior parte di queste persone non riescono a reinserirsi nella vita fuori di lì .
e a me verrebbe da chiedere quanti di quei 287 rintracciabili dopo 3 anni di comunità sono rintracciabili proprio perchè sono ancora lì ?
Beh, basta andare a Coriano di Rimini, dove nel giardino di San Patrignano si possono vedere le tigri, per capire qualcosa della serietà di tale struttura...
No, non ci siamo amici cari. La domanda che dovreste porvi è la seguente: qualora avessi un figlio tossicodipendente, continuerei irresponsabilmente a spaccare il capello in cinquanta parti o lo spedirei a calci nel culo in comunità di recupero?
Se si, in quale? In quella "scientificamente approvata" da Coletti(?) o Cancrini(???) o in quella che funziona?
Da anni San Patrignano subisce ingiustificati attacchi per una semplice ragione: non ha mai ammesso che esistano differenze tra le diverse tossicodipendenze. Non esistono droghe pesanti o leggere. E in un Italia dove guitti da fiction, giornalisti, comici, politici, calciatori, new global si dedicano alacremente al consumo di stupefacenti di ogni genere questa posizione suona come cacofonica, impresentabile, non chic, politicamente scorretta.
Vi rendete conto che date corda ad un "signore" che riesce, sottilmente e capziosamente, ad impostare la tossicodipendenza come un problema politico?
Io capisco come qualcuno possa sentirsi "terribilmente intelligente e moderno" a sparare certe cazzate, ma qualunque sfoggio di arguta dialettica non muta lo stato delle cose, ovvero la Realtà.
E chi tenta di farlo è semplicemente criminale, nei metodi e negli intenti.
La premessa al tuo discorso è una sciocchezza e dimostra che la tua conoscenza del problema tossicodipendenza deriva dalla lettura di Padania e Secolo D'Italia.
Negare che la tossicodipendenza (e comunque il consumo di stupefacenti) sia un problema politico (ovvero sociale e culturale) dimostra ignoranza (o - più probabilmente - malafede).
Ripeto l'invito ad andare a sporcare altrove.
"Non esistono droghe pesanti o leggere."
HAHAHAHAAHAHAH
AHAHAHAHAHAAHA
AHAHAHAHAAHAH
sempre detto io che a destra si sono bruciati il cervello a furia di tirar coca!
san patrignano e' una macchina per fare soldi, muccioli un approfittatore e una sanguisuga, e' facile approfittare di chi ha "un figlio tossicodipendente" come e' facile farci della retorica cialtrona sopra.
ne' eroina ne' polizia
comunità che funziona ?
perchè funziona ? e noi come facciamo a saperlo ?
con le ricerche autoreferenziali ? con le statistiche fai da te ?
ma funziona la comunità come impresa o come centro medico di recupero ?
come impresa funziona benissimo ,con manovalanza sottocosto solo vitto e alloggio , tant'è che aprono la succursale .
Ok Alberto. Rettifichiamo il tiro.
Se ti riferisci al "problema politico" inerente alle prese di posizione di certi partiti che viaggiano alle tue latitudini e che cianciano di "diritto alla tossicodipendenza" hai ragione: il problema è poilitico. E criminale, aggiungo io.
Se poi Muccioli sia stato di Destra, Sinistra, Acquariano o Testimone di Genova, francamente non solo non me ne deve importare nulla, ma non vedo in che modo questo possa incidere sulla efficacia terapeutica o meno di San Patrignano.
Quanto a te, che idea hai tu della tossicodipendenza? Hai mai visto, conosciuto, frequentato abitualmente tossicodipendenti?
Hai mai varcato le mura di un centro di recupero?
Sei almeno mai stato al SERT (che per inciso adotta la lungimirante politica di recupero consistente nell'imbottire di metadone i propri "clienti". Quello si che è scientificamente, politicamente, ecumenicamente corretto)?
La Padania mi sa che la leggi più tu di me.
Sei straordinario: per te opera sempre il "concorso esterno in associazione berlusconiana".
Hai preso soldi da Berlusconi? Porco, fascista, criminale!!
Hai supporters nel mondo di centro-destra? Porco, fascista criminale!!
Hai salutato Frattini e Giovanardi perchè erano tuoi vicini di banco al Liceo? Porco, Fascista e criminale!!
Ti invito a citare quali strutture di recupero e assistenza sono finanziate apertamente dai tuoi soci trinariciuti dei DS, di Rifondazione, dei Margheritoni.
Oh già, dimenticavo!! Non hanno tempora et impensa da perdere per salvare vite umane questi, sono troppo impeganti a scrivere il programma.
Per Antonella:
classico esempio di schematismo secondario il tuo: di fronte alla affermazione "gli asini non volano" tu cosa fai? Anzichè aderire ad una visione incotrovertibilmente legata alla realtà fattuale cominci a sostenere che nessuno ha mai visto tutti gli asini della Terra, che non possiamo sapere se un domani gli schemi evolutivi subiranno una brusca impennata tale da favorire lo sviluppo di ali sul dorso degli asini, che gli asini volanti esistono ma la stampa monopolizzata dai guerrafondai conservatori ha occultato tutte le prove al riguardo, che anticamente esistevano culture che utilizzavano gli asini volanti come principale strumento di lavoro e spostamento e che tu ne hai rinvenuto le prove (il famoso asinoporto di Ur dei Caldei...).
Eppure un domani ti renderai conto che la Realtà non può essere piegata dalle parole. Gli asini non volano.
Al più, scrivono...
e solitamente sono logorroici
direi che 'sti asini scrivono pure troppo, ie possa veni' 'na paralise!
x berja sincronia perfetta!
Bubbidolo, la solita domanda... Nomi e cognomi di persone morte per il consumo di droga leggera? (non quella del tuo maggiorente Miccichè per capirci)
e' del tutto evidente che se dici a un ragazzino che la droga e' tutta uguale allora quello alla prima canna dice: pero'! non mi fa nulla!
e quindi passa alle pasticche.
infatti ora come ora di pasticche tra i minorenni ne girano in quantita' industriale. grazie ai proibizionisti, ai fasci e alla loro propaganda di morte.
Ho visto, conosciuto, frequentato, varcato, aiutato ecc. Ma non sto certo a spiegarlo in pubblico, tantomeno a uno come te.
Quanto al resto, ti invito a non invitare senza averne diritto e a non attribuire concetti non espressi. Non ti ho dato del fascista, né del porco, eccetera.
Ribadisco il mio pensiero: o sei scemo o sei in malafede. L'uso decente di grammatica e sintassi mi fa propendere per la seconda ipotesi. Una persona con un grado di istruzione decente non può umanamente scrivere in buonafede simili panzane.
"Scemo + in malafede"? Sarebbe troppo.
Nessuno di mia conoscenza. E ora Q la solita domanda...nomi e cognomi di persone che hanno cominciato a bucarsi, sniffare, impastarsi senza aver prima militato nelle brigate cannabis...
io un nome ce lo avrei. un certo tosh ammazzato come un cane anche "per" l'uso di droghe leggere.
Quell'"uno come te" deduco implichi una tua presunta superiorità morale. Se questo ti fa sentire meglio e più realizzato, non vedo perchè demolirti questo feticcio...al di là di questo, perchè tenere per te queste preziose informazioni che tra una pedalata e l'altra hai raccolto in giro per l'Italia?
Voci di prima mano sarebbero di grande aiuto al dibattito.
Anzi, perchè non inviti un ex-tossico di tua conoscenza a scrivere sul blog?
Della Verità non bisogna avere paura. Mai.
So bene che una volta tanto non mi hai dato del fascista, ma appoggi e condividi la "linea editoriale" di un "signore" che in maniera non troppo occulta attribuisce tali connotazioni politiche alla figura di Muccioli.
Proprio a questo mi riferivo.
E poi che significa quel "ti invito a non invitare"? La ricerca su Google delle strutture di recupero finanziate dalla sinistra non ha dato buoni frutti? Basta dirlo, mica è colpa tua se il recupero non rientra nelle priorità programmatiche dell'Unione.
Basta dirlo, e chiaramente, a quanti nel 2006 contano di andare a votare...
15 commenti fa stavamo parlando di san patrignano e se bubbidolo permette ,visto che stavamo toccando un tasto per lui dolente ,vorrei sapere dove si può trovare il fatturato di questa azienda nonchè i nomi dei dipendenti regolarmente assunti ( a parte quel signore con 25 anni di contributi arretrati, quando trovo il link lo inserisco )?
"nomi e cognomi di persone che hanno cominciato a bucarsi, sniffare, impastarsi senza aver prima militato nelle brigate cannabis"
ne ho uno io:
micicche'!
"ma micciche' e' un nome o una domanda?" -a.albanese-
www.ilmanifesto.it/g8/dopogenova/41a3666631e73.html
Bubbidolo... a me una comunità nei cui giardini ci sono le tigri puzza di marcio lontano un miglio. Commenta piuttosto l'articolo, se puoi.
"nomi e cognomi di persone che hanno cominciato a bucarsi, sniffare, impastarsi senza aver prima militato nelle brigate cannabis"
e nomi e cognomi di persone che hanno cominciato a bucarsi, sniffare, impastarsi senza aver prima mangiato almeno una volta un panino al prosciutto? Non ne troverai nessuno... che sia quello dunque il primo passo verso il tunnel senza uscita??
piu' che panino al prosciutto, diciamo pure un bicchiriell' e' vvino ueh! il club averna evidentemente non e' a rischio come il club cannabis....
se e' per questo portare la mia testimonianza, nella seconda meta' degli anni '80 in molti paesi della Sardegna si e' passati dall'alcolismo endemico all'eroinomania endemica.
makke panino al prosciutto o biccier di vino, sono tutti sicuramente passati prima per il latte materno.
quello si ke te spacca
Citando gli Offlaga Disco Pax (Robespierre):
Ho fatto l'esame di seconda elementare nel 1975... abbiamo tanti bei ricordi di quel mondo antico, un po' cazzaro:
L'astronave da 300 punti di Space Invaders!
Il catechista che vota Pannella!
I ragazzi del campetto passare direttamente dalle Marlboro all'eroina, alla faccia delle droghe leggere!
"nomi e cognomi di persone che hanno cominciato a bucarsi, sniffare, impastarsi senza aver prima militato nelle brigate cannabis"
Beh, se la coca vale, ci sono -- testimonianze in diretta dai SERT della piana bolognese -- managers "giacca-cravatta-auto crucca nera" che pippano coca e sono salutisti su tutto il resto...
In genere -- parlo per conoscenze, beninteso -- chi fuma lo fa nei weekend in compagnia. Chi va oltre non lo fa "perché già fuma", ma, nella stragrandissima maggioranza dei casi, perché ha un problema di quelli grossi dentro di sé. Difatti, chi non si buca o non fuma, si attacca alla fiaschetta, il cui abuso, ricordiamocelo, uccide _assai_ di più delle droghe normali.
"nomi e cognomi di persone che hanno cominciato a bucarsi, sniffare, impastarsi senza aver prima militato nelle brigate cannabis"
come abbiamo fatto a dimenticarci il piu' grande esempio, senatore a vita, quello che sniffava coca "per uso TERAPEUTICO"?!?!? (manco fosse marijuana, quella si' curativa dell'asma e di alcune affezioni oculari): http://www.repubblica.it/2003/k/sezioni/cronaca/romabene/verbali/verbali.html
e se la memoria vacilla, se non vi ricordate la sua storia:
http://en.wikipedia.org/wiki/Emilio_Colombo
che famo? nu lo mannamo ar sert?
Giuro che non volevo infliggerti questa umiliazione, sprovveduto camerata ignorante... o forse sì, in effetti è sempre bello vedervi affogare ogni volta che il discorso entra nel particolare.
Invece di nomi di persone ti faccio i nomi di due quartieri strapieni di sui tossicodipendenti (da eroina, a 14 anni); a Firenze negli anni '80 erano Isolotto e Sorgane.
Saluti, cialtrone.
Cure alla marijuana l'Olanda fa le prove
L'esperimento inglese sui malati di sclerosi. L'Aja crea una commissione per studiare farmaci alla cannabis
ROMA - Adesso tocca all'Olanda. Dopo la Svizzera, la Germania, l' Austria, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, l'Aja ha detto sì alla sperimentazione sull'uso terapeutico della marijuana.
In Italia non è possibile perchè altrimenti la Madonna e Fini piangono (e intanto piangono i malati!)
In Olanda dove il consumo è legale da 30 anni il numero dei tossicomani è inferiore alle medie europee.(vedi sito UE)
Scusate ma qui si continua a farci abbubindolare e credo che a questopunto Alberto dovrebbe intervenire più duramente.
Stavamo discutendo di dubbi metodi scientifici di "dimostrazione" dell'efficacia del metodo di cura. Se ogni volta ci fasciamo trascinare a discutere dell'intero universo è finita.
Probabilmente nessuno mi leggerà, visto che gli ultimi interventi sono piuttosto vecchi, però voglio dire ugualmente la mia.
Sono andata via "male" da Sanpa dopo quasi 5 anni di permanenza, anni in cui sono rinata e progressivamente rifiorita, a costo di pianti, arrabbiature, nostalgie e chi più ne ha ne metta. Avevo fatto il mio percorso, poi sono andata a casa in prova e mi sono resa conto di quanto fosse bello vivere "fuori" nella lucidità, e Sanpa ha iniziato a andarmi stretta. Ho fatto di tutto per crearmi degli alibi per potermene andare senza soffrire. Perchè sapevo che Sanpa e quei 5 anni mi sarebbero mancati terribilmente. Sapevo che ognuna delle "mie" ragazze, anche quelle che mi avevano fatto faticare di più, si sarebbe trasformata in un ricordo dolcissimo. Sapevo che l'aria che respiravo lì mi sarebbe mancata facendomi a volte soffocare. Sapevo che "andar via male" avrebbe comportato l'esilio da Sanpa. Sono andata via lo stesso. A distanza di due anni da quel giorno, ora che ho la mia vita, la mia casa, il mio lavoro, il mio primo (e spero ultimo) vero grande amore, ora che mi sento felice e serena,continuo a sognare Sanpa. E' un posto unico, che ti entra in ogni cellula, legandosi a tutte le tue molecole, e non perchè te lo mettono in testa. No! E' così perchè è un posto vero, dove gli affetti e la dedizione sono veri. Non giudicate Sanpa se non ci siete stati, fareste un errore gratuito cadendo nei luoghi comuni della banalità e della massa.
iv io ricordo storie parallele alle tue dove invece dei tuoi bei ricordi, emergevano catene, abusi e sfruttamento della mano d'opera.
la tua testimonianza è utile e ti ringraziamo ma permettici il beneficio del dubbio.
maria
cara ivi, anch'io ci sono stata alcuni anni, e anche x me è stata l'esperienza + forte, vera e significativa della mia vita. Nessuno è perfetto, nessun luogo nemmeno, ma chi si alza e FA',invece di sedersi a teorizzare, sarà sempre oggetto di critiche e sospetti, perchè sono davvero pochi coloro che riescono ancora a credere nella buona fede delle persone! (come biasimarli d'altronde...)
Un caro abbraccio xxxx
"Posto" questo commento anche se vedo gli interventi sono tutti piuttosto vecchi e magari non otterrò mai re. però è giusto dire anche la mia specie in questi ultimi tempi un cui il nome di San Patrignano è tornato di attualità per l'intestazionme di una via di Rrimini a Vincenzo Muccioli.
Eh cari miei non ci siamo !
SanPa funziona eccome e ve lo dice chi lì ci è stato per quattro anni e si è liberato dalla droga (a proposito per "droga" si intende QUALSIASI sostanza che inibisce il sistema nervoso centrale: vedere sul vocabolario per conferma).
I motivi di tanto astio verso questa struttura che in quasi trenta anni di attività ha salvato migliaia di vite sono presto detti politici anzitutto ma non solo; sono politici per SanPa ha dato e continua a dfare fastidio perchè è riuscita laddove lo Sstato e le istituzioni non sono riuscite e non riescono.
Sulla maggior parte di questi interventi vi sarebbe da dire a partire dal commento del sig. Cancrini che cita, tra gli altri, le ricerche svolte egregiamente dalla facoltà di sociologia dell' università di Bologna: del tutto veritieri e dove nella fase di presentazione del volume che ne è scaturito ("San Patrignano tra comunità e società" autori: Pieretti/Guidicini edizioni: Angeli) viene detto da subito che le persone contattate sono state 711 e solo 287 hanno scelto di collaborare.
Ma "caro" Cancrini non vi viene il dubbio che magari che per chi non ha voluto partecipare a questa ricerca è per il fatto di voler dimenticare il passato, è non letto come lei vorrebbe fare credere ma dimenticare un passato che non gli/le appartiene più ?
semplicemente questo (mentre io credo che bisogna sempre avere presente nella propria testa quello che si è stati per cercare di non ricaderci più).
Ma forse ci vorrebbe davvero troppo tempo per farvi capire cosa è San Ppatrignano, chi non ci è passato non può capire, l'unica persona che ha esposto bene il suo pensiero qui è stata "iv" nel quale mi ci riconosco molto.
Anche io ho fatto un percorso quasi perfetto di quattro anni a SanPa e anche io come si suol dire sono andato "via male"; ebbene ancora oggi, e sono passati ben 12 anni quasi, l'Amore e la soliarietà uniti al calore umnao che ho trovato lì non l'ho riscontrato da nessun altra parte al mondo credetemi.
Hai ragione "iv" se non ci si è stati non si può capire ma io ci provo lo stesso a farli ragionare.
Fintanto che in Italia avremo gente che ragiona " a sinistra " non andremo molto lontano in tema di lotta alla droga fidatevi da chi l'eroina (e non solo) la conosce bene prima come "parte attiva" da tossicodipendente, poi, uscito da SanPpa come volontario di associazioni antidroga quest'anno sono 26 anni di conoscenza del problema...se vi paiono pochi !
By Fab.Bas.