Te piace ’o presepe?
di Marco Travaglio
È uscito da qualche giorno uno strepitoso libretto dal titolo «Stupra pecorella di presepe vivente in una camera ardente», (di Francesco Graziani, ed. Nutrimenti). Non è un romanzo pulp, né un libro di Zelig. È una raccolta di titoli veri di agenzie vere su notizie vere. Notizie ai confini della realtà, che però non riguardano la vipperia da prima pagina, e dunque finiscono in microtrafiletti (quando ci finiscono). Il fatto è che ogni giorno sui quotidiani e persino sui tg, passano notizie enormi, sommamente scandalose o spaventosamente ridicole. Ogni giorno ministri, sottosegretari, parlamentari di destra e di sinistra dicono e fanno cose molto più incredibili di quelle raccolte nel libretto: stuprano metaforicamente pecorelle di presepi viventi in camere ardenti sotto gli occhi di tutti, ma nessuno ci fa più caso. Perché ormai ci siamo assuefatti. Si può dire e fare di tutto, avendo la certezza che non succederà niente.
Titolo del Corriere dell'altroieri: «Caserta, corsa per la legalità: un atleta accoltellato». Fa più ridere questo o quelli del Giornale sull'assoluzione di Berlusconi perchè ha abolito il suo reato? Prima pagina: «L'inutile persecuzione». Pagina 9: «All Iberian, crolla un'altra accusa al premier». Ma ora il governo, annuncia Tremonti, «combatte gli evasori fiscali»: essendo presieduto da un imputato per 27 miliardi di evasione, sarà un trionfo.
Arrestano per bancarotta fraudolenta il sondaggista Luigi Crespi e lui, dal carcere, fa sapere: «Non posso avere rubato, sono buddista». Tutti a ridere. Ma non fa ridere anche Andreotti che giura sulla probità di Fazio perchè «è cattolico»? E i mormoni, per dire? Intanto Fazio riceve un invito a comparire dopo tre mesi che è indagato in gran segreto, e Luigi Grillo di Forza Italia che dice? «Giustizia a orologeria». Così, tanto per dire qualcosa.
Il cosiddetto ministro Castelli annuncia che la Salvapreviti non farà troppi danni: manderà in prescrizione «solo il 20% dei processi», contro il 40% paventato dalle toghe. Che sarà mai. Visto che in Italia i processi penali sono 4 milioni l'anno, più altrettanti arretrati, se il ministro dice la verità la faranno franca 1 milione e 600 mila imputati. Che poi, si capisce, si ricorderanno del governo alle urne. Altro che legge elettorale: è la Salvapreviti che farà rivincere Berlusconi.
Da due giorni il Corriere dipinge il convegno «Libera stampa in libero Stato» organizzato sabato da MicroMega come «la Santa Inquisizione», per aver osato porre alcune domande a gli ospiti, fra cui Sandro Kurzi e Giovanni Floris. Quest'ultimo, il Vespino de sinistra, con le domande ha scarsa dimestichezza: infatti sostiene che «il clima da inquisizione c'era, il processo c'è stato, i titoli dei dibattiti erano un po' aggressivi e inquisitorii». Ed eccoli, i biechi titoli apparecchiati dall'orrendo Flores d'Arcais: «Giornalisti o lottizzati? Imparziali o equidistanti?», «Il mestiere di giornalista, etica e informazione», «L'informazione in Italia», «La verità è rivoluzionaria? Giornalismo e stampa “di parte”» e via torturando. Torquemada, al confronto, era un dilettante.
Così devono intervenire i pompieri con le autobotti e con Pigi Battista, di professione estintore: basta con certe «rubriche quotidiane» che «bersagliano i “tiepidi” della guerra santa» e fanno l'«esame del sangue per vagliare il tasso di purezza» di questo e quello. Ce l'ha col Giornale e Panorama che massacrano di botte Follini? No, con l'Unità e con Micromega che fanno domande a Floris e a Kurzi come se non fosse reato.
Il livello dell'assuefazione è tale che se una sera, al Tg1, il mezzobusto di turno annunciasse che il capo del governo ha stuprato la pecorella di un presepe vivente in una camera ardente, la reazione l'indomani sarebbe minima. Pura routine. Bondi e Cicchitto: «Questi sono i frutti del buco che abbiamo ereditato dall'Ulivo». Gaetano Pecorella: «Io non c'entro, è un caso di omonimia». Ferrara sul Foglio: «Diavolo di un Cav., ha rotto ancora il politically correct, anticipando la prossima lettera apostolica di Ruini». Polito sul Riformista: «Il premier apre al centro. Non sarà un gesto elegante, ma l'omo è omo, e quando gli tira gli tira. Comunque, come ha detto Blair, il problema è un altro». Caldarola: «La solita campagna dell'Unità contro D'Alema, mi sono rivolto a un avvocato». Battista sul Corriere: «Non è il caso di demonizzare per così poco: in fondo la pecorella ci stava. Basta con la Santa Inquisizione. Ora non vorrei che la sinistra radicale facesse l'esame del sangue anche al premier. Piuttosto, se proprio ci tiene, lo faccia alla pecora».
Incredibile ma vero, su Travaglio la penso come Bertinotti.
Presumo me mr. evve-moscia ne pensi male, di Travaglio... daltronde uno che vive ospite da Vespa non può amare Travaglio.
"Presumo me mr. evve-moscia ne pensi male, di Travaglio... "
Presumi bene Q infatti il buon Fausto sostiene che al solo sentire nominare Travaglio gli viene l'orticaria.
io su Bertinotti la penso come Travaglio
bella la scenetta di bertinotti che prima si gratta, poi dice che travaglio gli fa venire l'orticaria (appena letta sul corriere). oltretutto, e' molto piu' utile dei postit per decidere se valga la pena di votarlo. perche' non lo chiedono anche agli altri candidati dell'unione?
Bertinotti(culo fisso da Vespa): Travaglio mi fa venire l'orticaria. Un uomo pieno di argomenti schiaccianti.
E' divertente notare il contrasto tra i ridicoli espedienti che devono trovare quelli che vogliono criticare Travaglio, e i fatti schiaccianti che invece quest'ultimo porta sempre nei suoi scritti. Non ho mai letto una sola critica argomentata che lo smentisse.
Di fatto Travaglio è incriticabile politicamente. E' chiaro che usa pesantemente il sarcasmo come condimento, è il suo mestiere e lui lo fa al meglio. Ma è altrettanto chiaro che le sue affermazioni sono talmente documentate che nessuno le può smentire. Anche perché - oltreché documentate - sono sempre dannatamente vere.