«mi appiaiono le testoline di un paio di studentesse musulmane tutte composte e dignitosissime, col loro foulard in testa e lo sguardo serio e i libri sotto il braccio»
e voilà, destra e sinistra si saldano (perbenista la prima, terzomondista la seconda) in nome di un'idea del mondo profondamente illiberale.
A noi, invece, piace il "casino" della democrazia liberale; riteniamo che la libertà individuale valga più di qualsiasi etica, ideologia, credenza..
Godetevi pure il vostro mondo immaginario fatto di suorine mussulmane..
lia mostra la luna
olegna guarda il dito
la bellissima "democrazia liberale", se non erro, e' quella che mette in centri-galere gli stranieri, senza processo, senza avvocati, senza diritti...
la fantastica "democrazia liberale" e' quella che fara' devolvere al mio comune 1 milione di euro per l'ici degli ultimi 3 anni al vescovo, che e' il piu' grande proprietario terriero della citta'.
...ah, gia', il problema sono i foulard...
Mah, facciamo a non capirci..
Difetti, nelle democrazie liberali, esistono di sicuro (ma sono i risultati delle scelte politiche degli elettori). Quanto all' ICI sono d'accordo, ma sappi che Chiesa e Islam hanno la stessa visione di stato etico-religioso; solo che qui, grazie alla democrazia, ci limitiamo alll'ICI e al concordato (che vanno aboliti). Dalle parti loro se sei gay ti impiccano sulla pubblica piazza (le tue tanto amate suorine così dignitose con il loro fularino..)
tonii, mi permetto di farti notare che hai appena risposto ad un post che, aldilà di un velo costituito da una sintassi accettabile, dice soltanto "faccio lo stronzo, mi piace fare lo stronzo, ergo continuerò a fare lo stronzo".
Ne vale va la pena?
Olegna, scusa, ma non hai proprio capito una mazza.
Se sei VERAMENTE liberale non ti fai tanti problemi perchè una si mette il foulard e si veste da suorina, l'altro il pearcing e fa vedere le mutande, e così via.
Il problema è che la destra italiana che si dice "liberale", in realtà cade in una marea di contraddizioni.
Non tollera diversità religiose e marchia come un "problema" le ragazze islamiche con il foulard.
E si contraddice ancora 2 volte, perchè fa questa operazione di intolleranza in nome dei nostri "valori tradizionali", e quindi 1)non è per niente liberale; 2) fa finta di non accorgersi che questi "valori tradizionali" sono caduti totalmente in disuso e che, se vuole difenderli, dovrebbe magari prima pensare ai propri italianissimi figli...
Mi sembra insomma che Haramik centri il problema.
Non lo fa in realtà con dichiarazioni ideologiche ma semplicemente evidenziando sensazioni personali.
Non mi sembra che manifesti perbenismo nei confronti dei ragazzi d'oggi ma solo la reazione istintiva di chi, come me, è cresciuto in una cultura dove c'era una ben diversa idea della dignità personale e che oggi, paradossalmente, la ritrova più nelle 2 ragazzine islamiche con il foulard che nei propri ragazzi.
Per carità, nessuno vuol dire che le ragazzine islamiche siano l'esempio da seguire, piuttosto che è assurdo e ridicolo chi vuole espellerle in nome di una tradizione che non esiste più.
In generale certi conservatori e/o federalisti che vogliono fare piazza pulita degli immigrati perchè contaminerebbero la nostra cultura italiana e/o regionale .... mi fanno proprio ridere.
Non si accorgono dove è finita la nostra cultura? I nostri figli bevono Coca Cola e vanno al Mac Donald .... siamo talmente americanizzati che associazioni culturali di ogni tipo devono sorgere per conservare le nostre canzoni, i nostri cibi, i nostri dialetti. E in queste associazioni, alcune le conosco, lavora anche un sacco di gente con idee di sinistra.
Mentre molti leghisti sanno solo seminare odio ma fanno comunque parte di quel popolo americanizzato e globalizzato che le tradizioni le ha perse del tutto!!
Se ami le tue tradizioni, non costruisci barricate ma le condividi. Io invito i miei amici Statunitensi o queli Senegalesi (quest'ultimi musulmani) a mangiare il risotto e gli faccio conoscere le mie tradizioni(e mi fa piacere conoscere le loro .... non ho il terrore di restare contaminato).
Ok, forse sono andato un po' ot, ma questa destra italiana becera e xenofoba mi fa venire l'orticaria.
Mamma mia da MacDonald!
e bevono Coca-Cola pieni di piercing..terribile..
che tempi signora mia
certo quando si vede come sono pudiche quelle brave suorine..
il mondo non è più quello di una volta
(e le stagioni? non ci sono più..)
ok, olegna, abbiamo capito: i musulmani puzzano e mcdonald e' un paradiso.
peccato che tu non abbia capito na mazza di tutto il discorso, concentrata come sei a odiare le culture che non sono la tua. staresti benone colla spargi_merda_fallaci.
Olegna, ma sai leggere?
Non ho dato, non mi sembra proprio, un giudizio di valore (anche se adesso lo do: sono Veneto, oltre che anti-multinazionali, e preferisco il Valpolicella alla Coca Cola - anche se non la demonizzo -).
Ho scritto solo che la destra, che su questa faccenda delle tradizioni e della nostra integrità culturale ci marcia alla grande, deve guardare in faccia la realtà e smetterla di dire cazzate.
Inutile difendere questa integrità culturale se l'hai già buttata nel cesso. E se proprio la vuoi difendere (e personalmente penso che per molti aspetti sia cosa buona e giusta), visto che è agonizzante, difendila e basta.
Cioè datti da fare culturalmente .... prendersela con gli immigrati è un alibi, una copertura, non serve di certo a difendere la nostra identità culturale (quando, come dicevo, molti leghisti stessi l'hanno già peduta da tempo).
Per me questa difesa dell'identità culturale non è così prioritaria come sembra esserlo, ma lo è solo teoricamente, per loro. Io forse sono più liberale di te, nel senso che rispetto ogni scelta individuale. Però, visto che la destra su questo ci marcia, sia almeno coerente e mi spieghi che cazzo centrano gli immigrati con questa difesa ....!!
ciao gerry sono d'accordo con te. penso che la parola chiave e' quella che usa lia, dignita', che rimanda alle logiche basilari del rapporto sociale. un altra parola del genere e' rispetto. parole come queste risultano un po' ostiche ai nostrani pasdaran dell'individualismo, che riescono persino a parlare a favore della democrazia, quando riescono a concepirla come un allegro casino.
Non ho parole, sembra un blob dell'estrema destra monarchica..
Olegna lascia perdere, questi non capiscono..
Si è vero, io e Tonii, sotto mentite spoglie, siamo in realtà rispettivamente il Presidente e il Vice-Presidente dell'Unione Monarchica Italiana. ;-)
come vicepresidente?
io pensavo di essere come minimo ayatolla'!
:-)
... e faro' una fatwah a favore del valpollicella (e della grappa di amarone di negrar)...
l'inquisitore lo faccio io? dai si vi prego vi prego vi prego!
Grande Olegna!!! :-)) anche io mi sento a casa in europa perchè posso vestirmi e comportarmi come mi pare senza dover essere lapidato!!! Chi fa finta di non capire è solo in mala fede...come il nostro tonii....che è stato autorizzato da non si sa chi a dare patenti di tolleranza a chi sta simpatico a lui! In ogni caso se non sei d'accordo con lui, non ci sono dubbi, sei uno stupido!!! ahahahha
Va bene Beppe, però devi essere intollerante come noi.
Ricordati che la fatwa recita "A chi che no ghe piase el vin , che Dio ghe toga anca l'aqua" (traduzione: A chi non piace il vino Dio gli tolga anche l'acqua).
Va bè, la grappa nel caffè è tollerata, a patto che dopo te ne scoli due o tre bicierini.
mi sa pero' che alberto2 ha esagerato col resentin!
Seeee, al massimo avrà sniffato una miscela colla/solvente.
Magari, una volta o l'altra, funzionerà anche a dovere.
Exactly! Il resentìn è stato consumato in una villa di bestioni del nord est con nanidagiardino e mercedes parcheggiata davanti al cancello e (orrore degli orrori) con capannone posteriore!!! .......A quando una tua spedizione punitiva???
Non lo so, caro tonii, il problema è che i giovani d'oggi la grappa non la reggono più, dopo il primo bicierin vanno già in balla.
Troppa coca(-cola)?
il capannone lo immagino costruito giusto per rubare i soldi pubblici grazie alle leggi di tremonti. spero sia almeno all'amianto. o vicino alle zone inquinate (dall'attuale consigliere provinciale per la caccia) dell'alto vicentino (si veda report).
la punizione te la sei gia' data da solo vivendo in tale squallore.
Andate sul sito della brillante autrice dell'elogio delle suorine..la poverina si lamenta che quando cammina sul marciapiede e piove gli uomini milanesi non si fanno da parte, non le offrono dei fiori, non fanno l'inchino..
Deve essere la nuova etica della sinistra, morigerata, con educazione di altri tempi, magari col burka..
Che vi devo dire, preferisco la libertà e il casino, qualche bella pancetta di fuori (magari se di ragazza non male) che so, la minigonna..e se il vino che vi piace è il valpolicella, allora meglio la coca-cola (avessi detto il Brunello o un buon barolo, ma, ragazzo mio, il valpolicella...)
Insomma, evvida la simpatica trasandata congrega di forza nuova, alleata dei liberali alle prossime elezioni.
Marco, puoi scrivere qualsiasi cosa, dico qualsiasi cosa .... ma che sia meglio la coca-cola del valpolicella, NO!!
Per tua fortuna ti nascondi dietro a quello zzz@zzz.it .... perchè così mi hai costretto a dichiarare una nuova "Guerra Santa".
Quelli come te non avranno scampo, li cercheremo ovunque, li staneremo, li costringeremo a convertirsi ubriacandoli di grappa all'amarone!! :-)
Scherzi a parte, le pancette di fuori, le minigonne, ecc. .... piacciono anche a me, chi l'ha mai negato? Ma sei fuori? Ma volete leggere quello che abbiamo scritto prima di sparar cazzate? (Che mi sembra che anche il Post citato di Haramik l'hai letto veramente con poca attenzione).
Ho che schifo il Valpolicella, bevo solo Brunello, nei miei brunch all Hostaria sui navigli, mentre sgranocchio crostini di lardo di Colonnata, ma vini proletari mai, meglio la Coca Cola...
A mio avviso la citazione dell'articolo e fuorviante, provate a leggerlo integralmente.
E, comunque sia, se ve la prendete con le "suorine" (di qualsiasi religione siano, compresa cattolica) non siete per niente "liberali".
I veri liberali (nel senso migliore del termine) sorridono sia alle suorine, sia alle ragazze in minigonna e dicono "siate felici come volete essere".
Gli intolleranti siete voi.
Eccolo, al completo, il post della tizia con tutta la sua carica sessuofobica e amante dell' ordine.
Su, non ci stiamo a prendere per il culo..
L'occhio è un organo abitudinario.
Tu arrivi da due anni trascorsi fra i compostissimi studenti egiziani che indossano camicia, calzini e mocassini anche con 50 gradi, se sono maschi, e camicette accollate a gioco col foulard se sono femmine e - ancor prima di avere capito dove caspita sei e come farti passare il raffreddore che ti sei presa appena sbarcata - ti ritrovi a salire le scale di una scuola "dall'utenza difficile" attorniata da un centinaio di studenti che salgono assieme a te e si spingono, ti spingono, smadonnano e tu non te ne accorgi nemmeno perché sei lì, attonita, che gli contempli il culo.
Un muro di sederi, all'altezza dei tuoi occhi, che salgono le scale.
Cento ragazzi, e tutti e cento coi pantaloni calati.
E tu sei lì che guardi 'ste mutande lise, usate, assottigliate dai troppi lavaggi e comunque di poco prezzo già in origine, supponi, (le "utenze difficili" tendono ad essere squattrinate) e osservi le linee dei culi che si intravedono dietro la stoffa rossa o nera o bianco-ingiallita, sotto l'elastico con sopra scritto Calvin Klein, e guardi le chiappette tonde, meno tonde, tondissime, e ne soppesi l'aspetto e pure il livello di igiene, visto che siamo in intimità.
E poi le facce serie che svettano sul pantalone calato, e tu senti l'angolo della bocca che ti trema e cerchi di controllarlo e fai una fatica da pazzi perché vorresti, letteralmente, rotolarti dal ridere, ché una scena più comica di questa non la vedevi da un pezzo e non puoi, ché i ragazzi vanno rispettati anche col pantalone calato e, comunque, non verresti capita perché qui sono abituati e, la scena che stai vedendo tu, gli altri non la vedono più da chissà quando.
Ti ci vorrebbe qualcuno appena sbarcato a sua volta dall'Egitto o giù di lì, per sentirti davvero capita, e ti immagini le facce dei tuoi studenti egiziani se capitassero in mezzo a questo tripudio di mutande e ti viene ancora più da ridere.
Esilaranti, ti appaiono.
E poi le facce chiodate, la distesa di bulloni nelle sopracciglia, lo spillo nel naso e nella lingua, il chiodo nel mento e il tappeto di tatuaggi che certo non vedo per la prima volta e - vorrei specificarlo - non è che mi scandalizzi, ché "sono stata punk prima di te", come dice la canzone, ma questi non sono punk, hanno semplicemente dei bulloni in faccia, e comunque non venivo dall'Egitto quando ero piccolina e me li facevo pure io, i tatuaggi, snobbando le poco romantiche macchinette e dandomi al benedetto ago + inchiostro che imponeva limiti di grandezza al risultato finale.
Limiti per cui, quando ho smesso di avere 16 anni e ne ho avuti 26 e mi sono stufata di averli, i miei tre tatuaggi, sono felicemente potuta andare dal medico e me li sono fatti ritagliare via e adesso ho tre cicatrici e un pezzo superstite di runa elfica sulla caviglia, ché lì c'è poca pelle da ritagliare, ma vabbe'.
E questi che faranno, pensi, quando smetteranno di avere 16 anni e non si riconosceranno più nelle decorazioni di adesso? Si tireranno via un braccio? Si limeranno la schiena con l'acido? L'irreversibilità delle scelte fatte a 16 anni mi ha sempre molto colpito.
E sono lì che penso alle mutande, ai bulloni e ai graffiti corporei quando, già in corridoio, mi appiaiono le testoline di un paio di studentesse musulmane tutte composte e dignitosissime, col loro foulard in testa e lo sguardo serio e i libri sotto il braccio e, per un attimo, torno a sentirmi in un normale luogo di studio e poi mi accorgo che, no, c'è un errore.
Loro non sono la normalità.
Loro sono il problema.
Tra sederi all'aria, chiodi in faccia e tappezzerie colorate fatte di pelle umana, lo sguardo preoccupato degli adulti italiani è puntato sui fazzolettini in testa a quelle due.
Sono loro, quelle che dovrebbero correre a cambiarsi per tranquillizzarci tutti.
Tirate fuori i capelli e le mutande, ragazze, ché altrimenti le famiglie dei vostri compagni si turbano.
marco e olegna (ammesso che siano 2 persone diverse) mi ricordano quelli di sforzanuova. siccome come nazi non se li fila nessuno, allora adesso hanno messo su una organizzazione di facciata (sedicente: "100% animalisti") con cui fare adepti per le loro solite menate (caccia grossa all'immigrato). non a caso le scritte sui muri sono rosse (per confondere le acque) ma recitano "LAV merde"...
insomma, anche in questo caso abbiamo un tentativo di confondere le acque (contra religio) per mascherare il vero obiettivo (contro i poveracci, gli immigrati, i mussulmani etc etc)
in questo caso specifico non devono essere sforzanuovisti (se non altro perche' sputano sui vini veronesi - infamia inconcepibile). probabilmente solo degli spostati vittime della propaganda fallaciana. fedeli servi delle multinazionali. non preoccupiamoci: gente cosi' finisce prima o poi come lapo :-)
Osservazione: il lunedi' OMB tende ad essere uno scambio di insulti o qualcosa di simile.
Commenti al Post: mi sembra ben scritto ed interessante Haramlik.
Pur non condividendo del tutto la visione di Haramlik, soprattutto per un sentore di relativismo etico al quale sono cordialmente allergico, credo non si debba sottovalutare lo stile ironico e leggero del post, che e' piu' uno spunto di riflessione che un enunciazione di principi.
L'abbigliamento non esprime necessariamente delle istanze, soprattutto in eta' adolescenziale; chiappe e mutande in vista, tatuaggi e piercing assumono un significato molto diverso in base all'ambiente in cui vengono esibiti, sono conformismo (non nella connotazione negativa della parola) a scuola, sono eversione in seminario.
Io non ho piercing, non ho tatuaggi, "vesto in blu perche' odio il nero" ma ho i capelli lunghi, ergo sono un eversivo in ufficio e un borghese fra i ventenni, ma sono sempre la stessa persona; i piercing si tolgono, i tatuaggi li hanno in molti, quando i giovinastri sopracitati saranno cresciuti non si stupiranno di vedere l'amministratore delegato, se coetaneo, con un tribale sul bicipite, l'orecchino lo portano anche gli avvocati in tribunale, ma si compreranno tutti la macchina fighetta, l'home theatre, i jeans con scritto RICH sul culo e se non potranno diventare consumatori, si indebiteranno per farlo. Non ho simpatia per i veli e per le croci, non disdegno la vista di giovani ombelichi ma vorrei vedere dei giovani piu' incazzati e meno trendy, piu' incazzosi e ribelli.
Cos'è che sarei io? "Sessuofobica e amante dell' ordine"????
Cielo, passatemi il Valpolicella...
Non rispondo a Toni(i) perchè con chi insulta non si discute (se non si è d'accordo con lui si è di forza nuova o servi del berlusca).
Ma la questione vera è che dall'intervento di "Lia" traspare un amore dell'ordine ed un'insopportazione della libertà individuale tipica dei regime reazionari (o nordcoreani).
E allora viene da domandarsi se i tanto dignitosi scolaretti egiziani, con i loro mocassinoni e i loro foulards, vestono così perchè l'hanno scelto loro oppure perchè lo impongono la scuola, i genitori, le autorità religiose etc.
Ed è curioso (mica tanto poi) che questo tipo di ragionamenti piacciano a una parte della sinistra. Certo, a rileggere la storia della rivoluzione francese, ci si accorge che l'ala più giacobina (robespierre in testa) era impregnata di un moralismo profondo e da un altrettanto profondo odio per il mondo..ecco, io spero che la sinistra italiana imbocchi l'altra strada, quella fondata sulla libertà degli individui..
"dall'intervento di "Lia" traspare un amore dell'ordine ed un'insopportazione della libertà individuale tipica dei regime reazionari"
olegna, non fai altro che confermare che del post di Lia su Haramlik non hai capito proprio un cazzo... rileggilo dai, fai un ultimo tentativo...
Suorine mussulmane vs pseudopunk; nulla potrebbe, almeno dal punto dei vista degli stili giovanili, porsi come metafora migliore per dare un quadro stilistico ed ideologico della contemporaneità. Liberali ed illiberali. Tradizionalisti ed anticonformisti. Anzitutto mi sembra che si siano un po' sovrapposte, in questo post, due diverse facce della stessa medaglia: liberalismo politico e liberismo economico. Trovo azzeccata, in questo senso, la considerazione di gerry: l'evidente contraddizione della destra (almeno italiana) è quella di recepire i dettami del liberismo economico (libertà d'impresa, defiscalizzazione, individualismo, abolizione di lacci e lacciuoli...) con una bella dose di conservatorismo bigotto e reazionario (chiesa cattolica vista come patrimonio di tutta la società, pensare allo scontro di civiltà immaginandosi un "noi" occidentale ed un "loro" islamico, violazione di elementari diritti civili a coppie di fatto, omosessuali, proibizionismo in materia di droghe.....). Insomma la destra attuale prende il peggio - opinione - di due nobilissime categorie della filosofia politica. In fatto di costumi, quindi, il bello di una società liberale è che ognuno fa un po' come gli pare: sembra ovvio, ma non lo si ripete mai abbastanza. Così se uno vuole proiettare un'immagine di sè trasgressiva, tradizionale, elegante, trasandata è liberissimo di esprimere con il linguaggio del proprio corpo cio' in cui meglio si identifica. E non è - si badi bene - solo un fatto di moda. La moda, il gusto estetico, l'immagine di sè sottendono ad un universo di valori patrimonio del singolo individuo. Ma la chiave di tutto, in una società liberale (non necessariamente liberista...), è che ciascuno, nella misura in cui materialmente arreca danno ad altri, compie discrezionalmente le proprie scelte. Un certo John Locke, padre del lib. moderno, pensava che l'individuo e le sue proprietà fossero un bene superiore allo Stato e che, quest'ultimo, nascesse solo in funzione della loro tutela. Ma, ahimè, la destra attuale immagina un mondo a cui all'individualismo sfrenato di una classe sociale faccia seguito un conservatorismo strisciante - fomentato ovviamente dal vaticano - in materia di stili di vita. Ovvero: l'individualismo insaziabile di pochi sfruttatori privilegiati che, dopo la messa domenicale, appagano il loro senso comunitario facendo finta di appartenere ad una comunità coesa e solidale. Non per distorcere weber, ma mi verrebbe da dire "etica cattolica e spirito del capitalismo". Il concetto di liberalità civile si coniuga, almeno nella nostra soria, a sinistra e non certo a destra. Poi quale tra gli stili sia di moda (ovvero maggioritario), e quale alternativo (minoritario), non è nessun mio coetaneo a stabilirlo, semmai le multinazionali della moda o dei mezzi di informazione. Perchè la liberalità civile si trasforma, in un sistema di liberalismo economico, in un teatrino stilistico in cui i pochi vanno a predeterminare i consumi dei molti. Lasciandoci semplicemente liberi di scegliere tra cose uguali. Perchè il capitalismo ha la smodata capacità di inglobare e sussumere QUALSIASI look, costume, tendenza o stile di vita rendendolo strumentale al capitale. Insomma tutto diventa un modo perchè qualcuno ci guadagni. Con buona pace sia dei punk, che delle suorine, che delle signore velate o degli hippie.
Sono sicuramente tra i più intolleranti e reazionari qui dentro.
Cantavo "se vedi un punto nero all'orizzonte...etc. etc." capirete che i veli da suorine li vedo malissimo sia che siano cristiani che musulmani (con una esse sola, impariamo le parole nuove una volta per tutte...!).
Se posso dire la mia, trovo il post di questa Haramlik davvero triste.
i punti neri erano sul naso Aleph, non all'orizzonte...
Invece, secondo me, il post di Haramlik è straordinariamente vero. Di triste c'è solo la situazione che in questo post viene descritta con efficacia.
E comunque, aleph, basta sostituire alla parola "cappeli lunghi" quella "piercing, tatuaggi, ombelico a vista", e le parole di Pasolini, scritte 30 anni fa sui capelloni, restano di una verità straordinariamente sconcertante.
Aleph: nella misura in cui il puntino nero si fa i cazzi suoi, all'orizzonte come dall'altra parte dello steccato del tuo pratino, mi sembra un po' azzardato sparare. Senno' potrei dire: se vedi un aleph all'orizzonte ecc, ecc,...ed arriveremmo alla guerra civile. nella misura in cui, invece (e nella nostra soria repubblicana i punti neri, blu, o anche rossi sono stati davvero parecchi) vogliono imporci uno stato etico - ovvero uno stato che ci imprime valori morali (e la religione è lo strumento più utilizzato in questo senso) - imbraccerò il fucile (metaforicamente, s'intende) con te. Comunque il mio zingarelli consente l'utilizzo anche della doppia "s" in mussulmani.
Davvero notevole.
achab: comunque, e ne ho giusto dibattuto ieri sera, Pasolini ha davvero fatto un autogol ideologico enorme (anche se come artista lo apprezzo straordinariamente). un conto è constatare sociologicamente che tra molti capelloni contestatori si annidino anche dei figli di papà che giocano, con un futuro da impiegato garantito magari, a fare i contestatori. Mentre il celerino medio è un semi-analfabeta proletario proveniente da regioni povere dell'italia. Ma un altro conto - come il compianto P.P. ha fatto, è parteggiare e schierarsi per i secondi. Come se l'italia del 68 non avesse avuto davvero bisogno di una generazione di giovani che scrollassero una morale bigotta, sessuofobica, reazionaria viscida e perbenista! Ma che, scherziamo? Che poi anche pasolini volesse, di fronte agli scontri di Valle Giulia, trovarsi una legittimazione (come del resto anche il PCI fece) di fronte a quei giovani che, allora sì anche con il loro look inteso in senso lato come stile di vità, mi sembra comprensibile. Ma non certo giustificabile.
comprendo il punto di vista di lia ma lo trovo un filino moralista e, come molte cose che lia scrive, suscettibile di interpretazioni neo-reazionarie.
Mi spiace, Davide, sei tu che non lo hai capito.
Dietro la sua arietta finto-scanzonata il post tesse l'elogio dell'ordine di regime (imposto) nei confronti della bruttezza della libertà (o pseudo-tale). E se ti vai a leggere anche gli altri post di Lia, sul sito, te ne accorgi.
Ora qui nessuno nega la libertà degli islamici (o dei cattolici, o degli astrologhi) ad essere quello che sono ed a vestirsi come desiderano. Il fatto è che, dove governano loro, questa libertà muore sempre e regolarmente.
Armatevi di piercing e tatuaggio e provate ad infilarmi in una delle tanto dignitose scuoline egiziane o iraniane..poi mi raccontate che succede.
Errata corrige: volevo dire infilarvi (ad infilare me non ci provate proprio)
Dal mio punto di vista l'analogia fra i capelli lunghi pasoliniani e "piercing, tatuaggi, ombelico a vista" non e' del tutto applicabile; il conformismo della ribellione contro la quale si scagliava PPP, parte comunque da un desiderio di differenziarsi, per quanto formale e inefficace, mentre la tendenza attuale parte dall'opposta esigenza di conformarsi; interrogato sul proprio abbigliamento il giovane "quasi" contestatore, partendo dal cappellone arrivando all'attuale punkettino da centro sociale, giustifica in modo piu' o meno coerente la propria stranezza adducendo motivazioni ideologico-estetiche; se chiedete ad un giovane in infradito, bracciali di gomma, occhiali entomologici, pantaloni a vita ginecologica e maglie e cintura con scritte oscene, la risposta e' sempre, invariabilmente: "Quest'anno vanno cosi',costano un botto, sembrano ciabattine di gomma ma sono di Cavalli" ecc..
La sospensione del giudizio, non dico morale, ma anche solo estetico, riguardo alla moda, e' nella mia esperienza sempre piu' diffuso, il prezzo elevato e' in quanto tale motivo di vanto, lo stile personale e' completamente appiattito su quello globale.
NKVD, tranquillizzati. L'intro del mio post (il punto nero...)mi serviva per ribadire il fatto che quando incontro un fatto di costume/comportamento sociale analizzato con occhiali moralisti, divento veramente stronzo.
E come vedi, sono riuscito nel mio intento.
Solo una domanda: ma secondo coloro che si sono sentiti urtati dal mio post, chi è che dimostrava più anticonformismo/individualismo/libertà dalle estetiche imposte, tra tutti i ragazzi della scenetta che ho descritto?
Poi devo una risposta allo strepitoso Olegna che scrive: "E allora viene da domandarsi se i tanto dignitosi scolaretti egiziani, con i loro mocassinoni e i loro foulards, vestono così perchè l'hanno scelto loro oppure perchè lo impongono la scuola, i genitori, le autorità religiose etc."
Ti sorprenderò con una spiegazione a cui non avevi pensato, Olegna: vestono così perché vivono in un paese povero.
Succede, dunque, che il 90% della popolazione egiziana considera la spesa per il vestire abbastanza onerosa e tende, di conseguenza, a privilegiare il decoro rispetto ad altre esigenze, specie se si tratta di recarsi in luoghi considerati "importanti" come la scuola o l'università. Questo modo di sentire è molto condiviso, e spendere lo stipendio di un mese per comprare una mutanda con su scritto "Calvin Klein" parrebbe demenziale a tutti. Se proprio si deve investire, si preferisce farlo in mocassini.
Il risultato di ciò è che non esistono portatori di tale mutanda disposti ad abbassarsi i pantaloni per mostrarla e, soprattutto, non esiste la necessità di emulare costoro da parte dei ceti sociali più umili, i quali possono serbare l'intimità della propria biancheria liberi dall'obbligo di essere valutati economicamente in base ad essa.
Devo dire che, di fronte a questo sentire condiviso, io non ho nulla da obiettare.
E devo anche aggiungere che puntare tutte le attenzioni sui figli degli altri è, da sempre, un ottimo sistema per non guardare i propri. Non li guardate neanche voi che vi incazzate per il mio post, eppure il 90% di quello che ho scritto è dedicato a loro, a 'sti ragazzetti italiani.
E dire che si mettono persino i chiodi in faccia, 'sti poveretti, pur di essere notati.
Ah, già, ma loro sono "liberi" e noi dobbiamo andare a dare lezioni a quelli che invece non lo sono.
(Ma la sessuofobia che c'entrava, comunque? Davvero a qualcuno viene in mente il sesso, di fronte al "Calvin Klein" da bancarella dei sedicenni - "utenza difficile", ho scritto, che è un altro modo di dire "disagiata" - di cui parlavo? Ma veramente?)
Andre_riot: ci prendi in pieno; molto spesso dietro aspetti comuni a più look possono significare atteggiamenti opposti. Il pantalone sdrucito ed il capello lungo, così come l'eleganza o il capello corto possono assurgere a fatture di omologazione quanto a fattore di trasgressione. Rimando, a tal proposito, ad altri blog in cui si approfondisce il nesso look-ideologia. Si scopre che l'eleganza di un mod è un senso di appartenenza proletario, e che il finto look trasandato può essere da fighetto che spende € 300 per il pantaloncino sdrucito. Che uno skin-head è orgogliosamente proletario (i nazi non c'entrano davvero nulla...) e che un metallaro capellone spesso uno che scomoda arcaiche mitologie medievali per giustificare un reazionarismo autoritario. Le sottoculture e le controculture sono fenomeni complessi che servono a molti giovani a dare un insieme di valori esistenziale alla mediocrità quotidiana. Spesso i piercing, il tattoo o il perizoma che emerge dalle chiappette sono assolutamente conformisti. Non so', sarà il nuovo millennio, le crisi dei valori e delle ideologie, la secolarizzazione. Esiste ancora chi è fortemente spinto dalla voglia di trasgerssione, di individualismo e di sano e doveroso anticonformismo. Ma l'unico criterio di valutazione dell'anticonformismo, ormai, mi sembra rimasto davvero ed il confronto delle idee e la consapevolezza del presente.
No, olegna o angelo, come preferisci, insisto, sei tu a non aver capito.
Il senso del post era molto semplice: da una parte studentesse musulmane col velo, dall'altra studenti/esse italiani con piercing, pantaloni over-size, mutande in vista e quant'altro... domanda, chi sta messo peggio?
Io ho trovato il tono del post di Lia ironico, e nient'affatto moralista... sono convinto che a lei, come a me, e spero a tutti, importi 'na sega di come una persona sceglie di vestire, e si guardi bene dal criticare o giudicare in base a quello... ma visto che sembra sia diventato il nuovo sport nazionale scandalizzarsi per un velo, vediamo se noi abbiamo nulla da insegnare in quanto a comodità (e buon gusto) nel vestire... che poi il velo sia una tradizione per certi versi e in certi contesti imposta, mentre la mìse dei nostri studenti sia una libera scelta, è vero, ma nemmeno poi tanto, e l'argomento può essere approfondito... ma non credo fosse questa l'intenzione di quel post, qua c'è gente che prende tutto sempre dannatamente troppo sul serio...
sono ben d'accordo con il post iniziale: è sbagliato criticare (o addirittura reprimere) chi veste 'da musulmano'.
p.s. sì, il post iniziale di haramlik diceva questo.
lia disegna una gioventù disperata, in cerca di identità come tutte le gioventù. e la trova nel segno esteriore. l'esteriorità è ciò che a costoro, i futuri vecchi, importa.
è un profondo insuccesso della cosiddetta civiltà occidentale.
prima ne usciamo e meglio è.
coi buchi e i tatuaggi (che io ho) o senza, poco importa.
ps
alle mie figlie racconto di come (e quanto tempo ci ho messo) mi sono bucato un orecchio con un ago molto grosso una sera che a sedici anni non avevo un cazzo da fare, davanti allo specchio del cesso. loro ridono e dicono che sono scemo.
hanno le loro ragioni, io adoro le mie.
Il post di Lia non è a tesi, racconta quello che vede, coi suoi occhi. La realtà sfugge ai quattro schemini in croce in cui cerchiamo di ridurla, specie su questi temi. Quindi a volte varrebbe tanto la pena di ricominciare a registrare quello che ci troviamo davanti, piuttosto che rincattucciarci in interpretazioni che ci stanno strette da tempo, o forgiarne disperatamente di nuove.
Insomma marzullianamente, l'osservazione serve a rafforzare le teorie o le teorie servono a mettere meglio a fuoco l'osservazione?
Ricordatevi sempre che il velo non è un foulard di Chanel, ma il segno esteriore di una visione del mondo oscurantista (peraltro spesso imposto con la forza dalle famiglie)..
Anche tu durante una sera dei 16 anni, Rotafixa? Pure io: il primo buco nell'orecchio lo feci così, però direttamente con l'orecchino, niente ago. E senza ghiaccio, ché a 16 anni l'obiettivo era essere dei veri duri e queste mollezze anestetizzanti non mi si confacevano.
Vero: l'operazione fu di quelle che ci metti un mucchio di tempo, e scopri che la pelle è più dura di quanto credessi.
Mia figlia, udita la vicenda, si è recata dall'estetista per farsi fare i suoi. Avesse potuto, li avrebbe fatti in anestesia totale.
Marco: e il velo unito alla pancia appena scoperta, come ho visto diverse giovani Senegalesi a Parigi? ;-)
azzo se è dura, lia
poi l'ho fatto troppo alto e devo portare cerchi di misura confacente
ma questo perchè tenevo il lobo con le dita e non c'era spazio altrove
e mia madre bussava, perchè stavo da molto al cesso, oltre le mie normali pratiche onanistiche.
facciamo un post sul primo buco/tatuaggio?
Un amarcord pulp, Rota?
A disposizione.
Posso proporre il primo tatuaggio, runa elfica sulla caviglia in onore del Signore degli Anelli appena letto, che mi venne fatto dall'intera formazione dei Riffs, primo (e sospetto ultimo) gruppo punk dell'isola di Malta, al cui leader e cantante avevo (incolpevolmente, come è ovvio) ispirato alcuni immortali versi tra cui "Hey little girl don't take no dope now" che, suonata in concerto alla Valletta, era solita mandare in visibilio la piazza alternativa maltese, con mio assoluto ringalluzzimento.
Per disinfettare l'ago si usava l'accendino, ovviamente, ma la mia caviglia venne abbondantemente annaffiata di Southern Comfort, e lo stesso dicasi per tatuatori e tatuata.
Del resto, sai come sanguina una caviglia, mentre viene tatuata? E' un punto particolarmente doloroso e io all'epoca - già - ero pure ossuta, chi lo direbbe mai.
Ricordo la colonna sonora dei Clash, molto ago contro l'osso, molto sangue, molto Southern Comfort ad addolcire la scena e molte risate.
Poi volevo andare avanti e dissi: "Ancora! Un altro!" ma i protettivi (nonché tatuatissimi) punk anglomaltesi, dall'alto dei loro 20 anni che me li facevano apparire praticamente anziani, mi diedero la lezione che per me è rimasta incisa sulla Bibbia del tatuaggio: "No. Perché d'ora in poi ce l'avrai sempre, la tentazione di fartene altri, e va a finire che li fai con leggerezza e poi ti penti. Sono una specie di droga e richiedono moderazione."
E riposero gli aghi e io presi nota, diligente.
Gli sono molto grata perché, negli anni successivi, li stetti a sentire.
Poi diventai grande e ringraziai il cielo, ché in fondo sono stata affezionata solo alla runetta e, degli altri due, me ne sono sbarazzata volentieri.
Conoscendomi, avrebbero potuto essere dieci anziché due.
Una a volte incontra dei buoni maestri punk.
(Alberto, ma dici che questo è un off topic? In realtà no, dai... :) )
Rota, ti tocca.
Tornando all'argomento del thread, concordo con chi dice che è anomalo difendere tradizioni che di fatto non esistono più perchè superate, tuttavia il discorso può anche essere ribaltato. Infatti a mio avviso è proprio per colpa di alcuni farneticanti argomenti propugnati da taluni musulmani e avallati da chi li difende, che qualcuno ha riportato alla luce tradizioni quasi abbandonate, per difenderle.
Per esempio quando frequentavo il ginnasio nella mia classe c'era il crocifisso, ma nessuno se lo "filava", non gliene fregava niente a nessuno, era una parte dell'arredo come lo era una presa di corrente in disuso. Quando avevano ristrutturato la classe gli avevano dato il bianco sopra, e se ne sfruttava chiodo per appenderci il calendario. Poi è ovvio che se arriva il primo Adel Smith che passa, sedicente portavoce di comunità musulmane, che con ampio risalto dei media intima a toglierlo, utilizzando argomentazioni assurde e insultanti come quella del cadavere sul pezzo di legno...beh, allora che qualcuno si erga a difenderlo è il minimo che può capitare
Lia non sei mai offtopic. Qualunque cosa tu scriva, incanti.
Oh,ma qui si passa dal burka al buco nell'orecchio fatto con chiodi e martello..qualcuno normale che frequenti questo blog?
In un mondo appunto "normale" la reigione sarebbe una fatto privato, ma, ahi noi, con islam e cattolici questo non è possibile. Ascoltate Ruini, guardate il sangue che scorre in tutte le zone dove fanno capolino i mussulmani (Indonesia, Bali, Pakistan, Malesia, Filippine etc.) e non avrete difficoltà a capire che le due grandi religioni monoteiste sono fondate sul proselitismo e sull'idea che lo Stato debba essere fondato sulla legge di Dio.
Infine chiedete a qualche ragazzina mussulmana che succederebbe se tornasse a casa senza fularino e con una bella minigonna...
Ultima notazione: perchè tutto quello che giustamente rifiutate in Ruini lo accettate se viene dall'islam..perchè sono poveri?
Claudio, io ho scritto esattamente il contrario.
La destra italiana per me è illiberale e non è nemmeno conservatrice (nel senso migliore del termine), è solo razzista e xenofoba.
Invece il post di Lia è bellissimo e fa pensare, non invoca repressione ma invece una riflessione critica anche sul fatto che puoi vedere le cose in modo diverso a seconda dell'angolazione in cui ti poni.
Ad es un post su un Preside che proibisse ai ragazzi di vestirsi come vogliono susciterebbe in noi indignazione e, nella vostra superficiale lettura del nostro pensare, vi sembrerebbe fossimo contraddittori.
Va bè, vedo che è difficile capirsi.
E ribadisco che il Valpolicella è un gran vino. ;-)
Sarà..però scrivi quando sei sobrio..
Olegna, non generalizzare, a molti cattolici le uscite "politiche" di Ruini e un certo assetto politico-istituzionale del Vaticano sta sulle palle. Così ci sono anche molti islamici che si limitano a credere in Dio ma che non vogliono nessuna guerra santa.
Comunque in una cosa hai ragione, è contraddittorio accettare negli islamici ciò che non accetti nei cattolici. Per quello ho scritto che vanno rispettate tutte le "suorine", di qualsiasi religione.
Certo è difficile capire quanto una persona assuma atteggiamenti e vestiario religioso per convinzione o per costrizione (familiare, sociale, ecc.).
Purtroppo da noi come nell'islam la religione è stata spesso imposta e usata per scopi politici.
Però se vedi una ragazza con lo chador non puoi dire, a priori, che è stata costretta. Non è sempre così.
Spero comunque che almeno su una cosa siamo tutti d'accordo, cioè che occorre difendere la libertà di tutti, delle scelte individuali.
Però non lo si fa discriminando, lo si può fare solo creando dialogo e una società più aperta e tollerante.
Più la rileggo e più Lia mi sembra che abbia ragione. E che non sia moralismo il suo. Sia anzi una constatazione non superficiale e scomoda. Talmente scomoda che, come sempre, anche parte delle persone di sinistra si sente "distubrata", ci vede del moralismo. E' cosa singificativa a mio parere: oggi tutto ciò che cerca di analizzare le cose oltre la superficie e mette in luce limiti e ossimori dei costumi, presuntosamente definiti "liberi", della nostra società consumistica e maleducata, viene sempre definitito, moralisticamente, come moralista. I veri moralisti siete voi che vi assurgete a paladini di presunte libertà individuali che tanto nessuno toccherà mai, e che guai a criticare. Il piercing è un gesto "ribbelle", contro il sistema. E perdonami, NVDC, ma quello scrivi su PPP, dimostra quanto superficialmente molta sinistra sia riuscita a leggerlo allora, e continui a leggerlo adesso. O, forse, farei meglio a dire a non leggerlo. Una cosa è il moralismo, una cosa l'etica. QUella che non c'è oggi e di cui parla Lia, con la giusta durezza, è l'etica. C'è più educazione, più senso del posto in cui si trovano, una scuola, un luogo pubblico, in due ragazzine musulmane come quelle descritte da Lia che in quello dei loro compagni. E il vero moralismo è quello del costume imperante e imposto dai compagni e da molti commenti pseudo-libertari che leggo qui. E Pasolini, come sempre, c'aveva ragione: i capelli lunghi di allora, (non quelli del 68, quelli degli anni settanta) non erano più un gesto di ribellione, come nel 68, no era quanto di più conformista e assuefatto al sistema ci fosse. Così come oggi lo sono il piercing e il tatuaggio. Non è moralismo, è una constatazione. Di trasgressivo oggi c'è andare in giacca e cravatta al Leoncavallo.
@achab: NKVD, NKVD, non NVDC!!!
Narodnyi Kommissariat... :-)
su PPP vorrei aggiungere che qualche anno fa su Diario si scriveva che, a propo' di quella framosa poesia su valle giulia etc etc, PPP stesso, nei giorni seguenti alla pubblicazione, scrisse che si trattava di una provocazione non da leggere in senso letterale, ma che aveva molti piani di lettura, compresa l'ironica. mi sa che parecchie cose di PPP vadano prese colle molle dell'assurdo, anziche' con le chele del sociologo.
sono andato abbastanza OT?
L'abbigliamento e' forma d'espressione e strumento di liberta' sia nella differenza che nella conformita': devo poter avere la liberta' di non essere individuato come diverso, per lo meno in un certo contesto, per cui cerco di apparire in maniera conforme o di aver la possibilita' di farlo in caso di necessita' (per esempio evitando di avere tatuaggi in zone normalmente esposte); per lo stesso principio sono pronto a difendere il diritto della giovane adulta a non togliere il velo, ma posso immaginare l'imbarazzo e lo spaesamento culturale di un'adolescente "costretta" ad essere diversa in un'eta' in cui l'identificazione nel gruppo e' molto importante.
"Loro" sono persone, hanno i diritti che abbiamo "noi", per cui trovo abberrante la contrapposizione, sia quando e' vista come scontro di civilta' alla Borghezio, sia quando sfocia nel relativismo etico. Il velo indossato consapevolmente e' fighetto e a modo suo attraente, non c'entra nulla con il burqa, come una gonna corta o una scollatura di una donna sicura sono agli antipodi delle nudita' da tratta delle bianche delle aspiranti veline.
Massimo rispetto per le tradizioni ed i costumi "altrui", nessuna tolleranza per la prevaricazione e la discriminazione sessuale, e guardiamo un po' anche nelle civilissime, moderne e occidentali villette dei Padani, prima di riflettere i nostri sensi di colpa su di "loro".
Il punto non è accettare o meno i piercing, i tatuaggi, gli usi e i costumi privati o come cavolo a uno piaccia o meno andare in giro. Ognuno ha il diritto di conciarsi come vuole. Il punto è avere il diritto di mettere in luce il paradosso per cui chi si veste come le bambine egiziane a scuola è, di fatto, più rispettoso e civile nel look di chi va in giro con il cavallo dei pantaloni alle ginocchia, l'ombelico fuori, il piercing e tuttto il resto. E di come le prime siano in questo senso meno conformiste e più trasgressvie dei secondi. E di come abbiano più buon gusto (ma questa è una constatazione personale). E di come però di fatto siano i secondi e i genitori dei secondi a predicare la necessità di difendere le nostre origini cristiane e occidentali e a chiedere che le prime non vadano a scuola "conciate" in quella maniera. Fa ridere, è davvero risibile. E io vogli avere il diritto di riderne e di mettere alla luce sto paradosso, senza sentirmi dare del moralista.
tonii: se ti riferivi a me a proposito di PPP, io non parlavo della poesia su valle giulia, ma dello scritto corsaro sui capelli lunghi. Ben altro di una semplice provocazione.
si', avevo capito, ma volevo aggiungere carne al fuoco dell'OT ;-)
E comunque, PPP è proprio morto: oggi si è spento anche Citti,
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2005/10_Ottobre/11/citti.shtml
No Achab, non sono d'accordo sul tuo punto di vista. In quel post continuo a vederci un moralismo, anche piuttosto anzianotto...
Dove sta scritto che i ragazzini di 16 anni devono essere, come dici tu, "rispettosi e civili nel look"? Non ci ricordiamo più di noi a quell'età?
Noi, alla nostra età, sappiamo che cercando di essere diversi si uniformano inevitabilmente. Esattamente come facevamo noi con l'eskimo e accessori vari.
Dalla loro hanno la giovinezza, che vuol dire tante cose. Compreso il diritto di sbagliare. Almeno così a noi pare...
aleph, il mondo è bello perché è vario. Ma mi sembra un po' ingenua la tua lettura. Io non sono così riduttivo da non vedere certe cose. Penso però che oggi, basta andare davanti a una scuola, e ti accorgi di questa netta contraddizione: look molto disinvolto, con culi al vento e ombelichi pure che "va bene" e look appartente a una cultura islamica o indiana o altro molto più sobrio, ma che "non va bene". Fai la prova.
Dal mio punto di vista questi ragazzini di 16 anni non cercano di essere diversi, vogliono essere conformi; le madri girano con la pancia scoperta, i padri escono di casa in ciabatte, i modelli televisivi, di tutte le eta', si vestono come loro; io giocavo al metallaro prima, al grunge poi, avevo gli anfibi, i capelli lunghi e la barba incolta (...non sono cambiato molto) ma mi sentivo diverso e ribelle perche' negli uffici, per strada, in televisone vedevo adulti con la camicia dentro i pantaloni, sbarbati e con la sfumatura alta; mi sembra che l'uniformare il look ed i desideri di preadolescenti, adolescenti, giovani e adulti rubi proprio ai sedicenni il gusto dell'essere pirla; le madri vestono le undicenni come ventenni, il cumenda esibisce tanga e tatuaggio in spiaggia, la borghesia ha adottato linguaggi corporei giovanilistici senza viverlo come una liberazione, ma come un inglobamento della ribellione.
Mi e' capitato di non essere degnato di risposta da un gruppo di giovani alternativi, in un noto centro sociale milanese, perche' colpevole di abbigliamento borghese: la mia camicia azzurra e piu' global delle loro Nike, evidentemente.
"Mi e' capitato di non essere degnato di risposta da un gruppo di giovani alternativi, in un noto centro sociale milanese, perche' colpevole di abbigliamento borghese: la mia camicia azzurra e piu' global delle loro Nike, evidentemente."
Andrea, è inevitabile. Prima o poi la palizzata la si salta e si va dall'altra parte. E' un fatto automatico, senza scampo. Non sei nè il primo nè l'ultimo a passare da rivoluzionario a reazionario solo per un fatto generazionale o, peggio, per un fatto di vestiario.
La vera sfida è di non diventare un "vecchietto" moralista e rompicoglioni.
no, no, aleph, perdonami ma questa è una cazzata: non c'è nessuna palizzata che devi scavalcare per forza. Queste frasi, veramente, dal suono paternalista te le puoi risparmiare. Queste sì sono moraliste e un po' da vecchietto.
Io sono un trentenne, le mie idee mi è sempre piaciuto averle: le ho avute quando ero adolescente e le ho adesso. Ho scoperto però nella sostanza di non aver mai cambiato modo di ragionare: e la palizzata non l'ho mai vista. Non sopportavo il conformismo allora e non lo sopporto oggi. Sopratutto quando, come giustamente ha fatto notare andrea, si maschera di anticonformismo.
lia, niente di così magico.
uan sera, a casa nostra al mare, in assenza totale di falò e appuntamenti tendenzialmente galanti (stavo con marina, la sorella di un mio caro amico che in seguito mi inseguì per due km di spiaggia insieme a mezzo paese di tonnarella, per pestarmi: ero colpevole di baciare sua sorella), e annoiato come sempre a sedici anni, mi sono piazzato davanti allo specchio del bagno e ho cominciato a trapanarmi il lobo. mi ricordo la decisione: dalla paura alla determinazione di fare e finire 'sto lavoro. una volta bucato ho infilato un orecchino di mia sorella.
nessuna infezione, solo croste.
mentre il primo tatuaggio è arrivato tardi, per una mia testardaggine: avevo deciso di incidermi nel paese più lontano dal mio, che nella mia mente ignorante era il giappone.
essendo questo invece la nuova zelanda, il mio fianco dx porta un tiki inciso da un maestro locale ad auckland il 2 marzo di dieci anni fa.
il tiki è un mostriciattolo maori, semidio tramite tra dei e uomini, con la lingua di fuori e particolarmente brutto, come anche il pesce pietra che si stende poco sopra, inciso per motivi solo a me noti. (synanceia horrida, o deadly stonefish).
il mio braccio sx, quello vicino al cuore (e in alcune culture il supporto della mano impura) è invece dedicato alla mia discendenza, e quindi per ora ne porta due.
sul polpaccio dx un pignone 13 denti (in culo le superstizioni, peraltro non nostrane) ricalcato da un maeda industries ltd jappo.
ora, per quel che riguarda l'in topic, non penso particolarmente male di chi di incide e/o modifica. mi sembra di capire però che lo si fa per conformismo, anche a vedere chi entra dal tatuatore e soprattutto cosa si vede in giro.
credo che sia non solo meno divertente, ma anche umiliante.
Achab, cerchiamo di capirci con esempi.
Da studente hai un punto di osservazione ben preciso circa la vita, la scuola, gli impegni, i doveri, etc.
Il tempo passa, e può capitare di diventare docente, insegnante. Potrai anche essere "giovane" come i tuoi studenti. Ma sei un insegnate. Punto.
Siamo stati tutti figli. Poi arriva un momento in cui si diventa genitori. Potrai essere "giovane" come i tuoi figli, ma tu sei un genitore. Punto.
Vado a avanti?
Più si va in là con gli anni, più il nostro punto di osservazione si modifica, che ti piaccia o no.
Vedere un genitore che "fa il figlio", è penoso. Così come un insegnante che fa lo studente.
Il paternalismo lo capirei se avessi detto cose tipo: non ti preoccupare, poi ti passa.
No, questo per me è un dato di fatto.
Il gap tra un 40enne e un 16enne è enorme e un 40enne che osserva un 16enne con commiserazione se non con ribrezzo per il suo modo di vestire, mi fa tristezza. Qualunque sia il modo di vestire.
Io mi beccavo i rimproveri di mia madre quando andavo al festival di Re Nudo con i pantaloni attillati e a zampa d'elefante ma non m'importava nulla. Io ero "quello".
Mi dicevano che ero ridicolo, che dovevo prendere esempio da quegli amici che frequentavano l'oratorio e che a 15 anni avevano ancora i pantaloncini corti e i sandalini aperti d'estate. Da bravi bambini educati e cristiani.
Che si fottessero allora e che si fottano oggi tutti quelli che la pensano ancora così (pace alla buon'anima di mia madre).
Achab: "Di trasgressivo oggi c'è andare in giacca e cravatta al Leoncavallo". Non so di recente al Leonka, sabato in un c.s. di un'altra città del nord c'era un concerto di musica ska: buona parte del pubblico era in eleganti vestiti gessati, cravatte con nodino sottile, bretelline 1,5 pollici belle tese, capelli corti, occhialini scuri (si, anche al buio),...insomma il prototipo dell'eleganza. Per fortuna ci troviamo di fronte ad un meltin pot tale per cui (ora, non allora... con buona pace di PPP) nulla è omologato, nulla contro, ma tutto espressità individuale. Quindi bisogrerebbe conoscere un po' più le sottoculture giovanili, i relativi linguaggi e stili, e poi giudicare. Chi fa l'equazione ordine=conservatorismo, trasandatezza=ribellione banalizza superficialmente.
Ho già scritto a Lia (ma naturalmente non ha pubblicato il mio intervento, come sempre)che secondo me ha gravi problemi con il sesso.
NVDK, mi sa che non hai capito niente di quello che ho scritto: prova a rileggere bene il tutto.
Sullo SKA, la prendo come una battuta: gi SPECIALS suonavano in gessato, è ovvio che quello è il look dello SKA, non c'entra niente con la mia provocazione sull'andare in abito al leonkavallo.
Sul fatto che oggi nulla è omologato, nulla contro, ma tutto è espressità individuale... beh anche questa la prendo come una battuta.
Aleph, te lo ripeto per l'ultima volta: a me frega un cazzo di come la gente vuole andare vestita. tantomeno gli studenti. facciano come vogliono. Mi fa invece specie vedere che ci si indigni, si gridi al camuffamenteo carnevalseco, si facciano crociate, per chi si veste con il velo e si parli invece di libertà individuale per studenti praticamente in mutande. Lia ha scritto secondo me queste cose, e le ha scritte bene, con lucidità, nonostante tante altre volte l'abbia trovata prevedibile. Questa volta le cose che ha scritto le condivido tutte. Il moralismo ripeto è quello di chi, nello specifico non tu, aleph, a vanvera parla di libertà individuale quando gli fa comodo, e di provocazione contro i valori dell'occidente, quando non gli fa più comodo.
Il tuo discorso sui padri e sui figli è per i miei gusti un tantino granitico. Sono padre, non faccio il figlio con mio figlio, ma non ho nemmeno poi dovuto cambiare tanto rispetto a quando avevo vent'anni. Anzi. Chi deve cambiare, spesso è perché non è completamente in pace con se stesso. Per inciso mi fan tristezza quei padri, e ne vedo tanti, costretti da se stessi a fare i padri (quando non ne avevano nessuna voglia) che non riescono nemmeno più a giocare con i propri figli, quando sono piccoli, a parlare quando sono più grandi, tanto sono ingessati.
Li vedo ai giardini: appena il figlio raccoglie una foglia da terra, subito entrano in panico e goffamente lo inseguono strattonandolo con isteria. Pensando più a se stessi che al figlio.
Disinteressato allo ska (mi paice il prog, Van der Graaf, genesis etc.) comunque il problema -insisto- non è l'abbigliamento in se. per me uno può girare anche col burka al posto delle mutande.
La questione, invece, riguarda una visione del mondo che sta creando problemi dovunque (come ne crea, oggi fortunatamente meno, quella cattolica o quella cristiano-eveangelica di Bush): il fondamentalismo islamico.
Il velo, le barbe etc. non contano nulla, la questione reale è che chi crede nell'islam non pensa affatto che si tratti di una propria opinione privata, bensì della verità cui va convertito l'orbe terracqueo.
Per tornare al post, rileggetevelo bene, sembra davvero scritto un preside e contrappone l'ordine, l'aria attenta, la dignità degli studentelli arabi al casino, alla cafoneria, alla volgarità dei giovini occidentali.
Lo ha ammesso lo stesso Gerry (sia pure sotto valpolicella) se le stesse cose fossero state scritte da altri si sarebbe indignato..e questa come si chiama, schizofrenia? (oppure complesso di colpo nei confronti della parte povera del mondo, per cui qualunque cosa dicano va bene perchè i cattivi siamo noi?)
se il preside dice che a scuola si debba venire vestiti decentemente, secondo me ha ragione. se dice di venire in mutande o in chador--o anche se se ne frega--secondo me ha torto. non e' questione di politica di moralismo aziendalismo o cosa: e' rispetto verso gli insegnanti e verso il prossimo. mi pare che in ogni caso non siano state comminate sanzioni dalla lia, a parte il suo sdegno, che io per inciso condivido appieno. se tu caro (cara?) olegna che assumo non sia padre (madre?) preferisci mandare la tua prole liberamente in mutande, bion per te, sarai in buona compagnia.
"ma non ho nemmeno poi dovuto cambiare tanto rispetto a quando avevo vent'anni. Anzi. Chi deve cambiare, spesso è perché non è completamente in pace con se stesso."
Se è tutto vero, chapeau... Sei il ragazzo che ogni madre avrebbe voluto avere. A vent'anni possedevi già l'etica di un padre. Dal mio punto di vista sei una specie di alieno. E lo dico con invidia e ammirazione perché di persone mature a quell'età è difficile incontrarle.
Circa quello che ha scritto Lia, io mi attengo a quello che lei ha scritto. Cose tipo:"Succede, dunque, che il 90% della popolazione egiziana considera la spesa per il vestire abbastanza onerosa e tende, di conseguenza, a privilegiare il decoro rispetto ad altre esigenze, specie se si tratta di recarsi in luoghi considerati "importanti" come la scuola o l'università."
Oppure: "Ti sorprenderò con una spiegazione a cui non avevi pensato, Olegna: vestono così perché vivono in un paese povero."
Qui come la mettiamo? Dunque gli egiziani sono poveri e quindi decorosi? Poveri ma belli? La morale è sempre quella? Film già visto.
Non conosco Lia ma sono convinto sia una persona squisita. Trovo però più onesto dire cosa uno pensa realmente senza troppi moralismi da bottega.
Caro Achab, questa cosa del "decoro" mi fa pensare molto male; mi fa pensare che si giudica un'intera generazione per il modo di vestire.
Tu come la intendi?
oh lia! me so' ricordato improvvisamente di un primo tentativo di selftatuaggio, fatto a 12 anni.
me l'ero scordato! (e so' vecchio, so'.... ah, la testa...)
non avevo idea di come si facesse un tatuaggio, ma sapevo che si usano
a) ago
b) inchiostro
allora ho preso un ago e ho cominciato a grattarmici l'avambraccio sx, tentando di far sanguinare fuori un'ancora (scatch scratch scratch). ottenuto il risultato, ci sono passato sopra con la biro, mescolando l'inchiostro al sangue.
ovviamente non ha funzionato, ma è rimasto per qualche mese, sbiadendosi sempre più fino a scomparire.
ma guarda che scemo. c'hanno ragione, le fije mie...
non so aleph, francamente mi pare di essere stato abbastanza chiaro. Non so cosa poter aggiungere a ciò che ho già detto. Certe cose poi, alla fine è difficile spiegarle per iscritto. Sull'essere padre, francamente non capisco cosa intendi. E' ovvio che non ho la testa di un ventenne, ma non mi sento certo un alieno rispetto a quello che ero a quell'età. Non ho ripudiato niente. AL massimo sorrido a rivedere certe foto. E non mi sento nemmeno particolarmente strano.
aleph: "la morale e' sempre quella, fai merenda con girella!"
(lo sceriffo-golosastro legato al palo dai bambini-indiani, cazzo bei tempi)
mi sa che sono un rincoglionito anche io che a 19 anni giravo con la giacchetta a 3 bottoni, camicie decorosamente button down, calzoni con la piega ed il risvoltino (religosamente di 2 cm), il trench e gli anfibi e che i buchi alle orecchie li ho fatti a 29 anni...
per capire gli egiziani e il loro decoro ricordate il decoro della poverta' dignitosa che abbiamo avuto anche noi fino agli anni '70.
:0)
Molto botton down, fantasie fiorate (mi sentivo terribilmente psichedelico...) e con le punte che arrivavano giù giù: praticamente un deficente. Altro che decoro...
Olegna, ho scritto:
"Ad es un post su un Preside che proibisse ai ragazzi di vestirsi come vogliono susciterebbe in noi indignazione e, nella vostra superficiale lettura del nostro pensare, vi sembrerebbe fossimo contraddittori."
Si conferma quel che volevasi dimostrare.
Non siete proprio capaci di pensare che uno possa avere una propria concezione morale, un proprio senso della dignità, che pur rispettando tutti comunque un certo modo di vivere lo consideri sbagliato, ma che poi sia tanto più liberale di voi da non invocare espulsioni, emarginazioni e guerre sante.
Gerry scrive:
"... Ho scritto solo che la destra, che su questa faccenda delle tradizioni e della nostra integrità culturale ci marcia alla grande, deve guardare in faccia la realtà e smetterla di dire cazzate.
Inutile difendere questa integrità culturale se l'hai già buttata nel cesso. E se proprio la vuoi difendere (e personalmente penso che per molti aspetti sia cosa buona e giusta), visto che è agonizzante, difendila e basta..."
Giusto oggi, su un altro forum, un'amica che vive in un piccolo paese della provincia di Lucca ha scritto questo:
"...La Finanziaria taglia a zero i fondi della legge per la montagna.
Qui da noi (in montagna) senza quei fondi salteranno alcune corse dei pendolari e degli studenti sulla linea Lucca-Aulla corse che venivano finanziate dalle Comunità Montane e dalla Provincia di Lucca con questi soldi perchè col cavolo che Trenitalia mette dei soldi in queste aree marginali e svantaggiate.
Questo vorrà dire che i ragazzi che studiano a Lucca dovranno alzarsi alle 5,30 per andare a scuola alle 8,30 (corsa fornita da trenitalia) e tornare alle 16,30 per fare 5 ore di scuola.
Poi salterà la didattica ambientale, ma quella è una caxxata e chissenefrega,e salteranno le manutenzioni alle strade di montagna fatte con questi fondi. Caxxate, tutte caxxate, soecialmente se uno vive a Roma... "
Poi, con questi presupposti, evidentemente succederà che la gente si stufa di vivere in q*lo alla luna non potendo materialmente studiare, lavorare e uscire di casa, e quindi abbandonerà del tutto quelle zone, per andare ad abitare in un palazzone orrendo di periferia urbana e a lavorare in un call center.
E a quel punto arriveranno i liberalfallaciani a dire che è uno scandalo che *la nostra cultura originaria è disgregata* e che *non ci sono più le tradizioni*...
saluti
Lisa
Gerry dixit
Non siete proprio capaci di pensare che uno possa avere una propria concezione morale, un proprio senso della dignità, che pur rispettando tutti comunque un certo modo di vivere lo consideri sbagliato
Se l'avesse detto mia nonna o Pisanu sarebbe stata una frase reazionaria, detto da un' apparente "sinistra" va bene..
Ovviamente nessuno nega il diritto di pensarlo e di scriverlo, però è curiosa questa sinistra che emerge dal blog, fatta di padri di famiglia che si preoccupano per le pance fuori dei figli, di gente che torna apprezzare il decoro e l'acqua e sapone, di ritorni alla ricerca di certezze etiche da contrapporre alla "mancanza di valori" dei tempi..bah..(il sessantotto è davvero lontano).
Se riesco a capire, di fondo, c'è una tale avversione al mondo di vivere occidentale per la quale ogni reazione viene considerata favorevolmente, dal fondamentalismo islamico ad improbabili ritorni ad etiche anni cinquanta.
Invece, ragazzi, mi dispiace dirlo, ma da un secolo ormai le certezze sono venute meno, valori assoluti non esistono più e l'uomo è quello che è. Fatevene una ragione.
PS
della nostra cultura autoctona (spaghetii a parte) non me ne frega nulla. Vorrei considerarmi europeo o, come si diceva una volta, "cittadino del mondo"
Lisa, bell'intervento. Ottimo esempio.
olegna, io temo che i valori ideologicamente duri siano i tuoi. perche' ti dico questo? tu ti preoccupi della liberta' dell'individuo come se fosse un valore assoluto. dio me ne voglia di negarti che la liberta' e' una delle cose piu' preziose che abbiamo! quello di cui mi preoccupo sono altre cose quali dignita' e rispetto, che (lo ripeto, magari serve a capirci) non sono valori dell'individuo in se' ma dell'individuo in relazione agli altri. (e fammi aggiungere, sono valori di cui in italia si sente la mancanza)
vorrei rivendicare il diritto di pensare che la battaglia per vestirsi in modo assurdo e' un falso obiettivo, e che se si vuole davvero essere un individuo, bisogna far altro.
allora dai, facciamo un passo avanti: io credo che ogni volta che un la lia sente parlare uno di questi studenti e trova una persona che usa la sua testa (e se ti piace pensare a questo, la usa per contraddirla) e' a quel punto che si vede l'individuo. e' stai certo la lia (l'insegnante che vale, intendo) a quel punto lo rispetta come individuo e non si accorge piu' se sia vestito in chador, abbia le mutande di fuori o cosa; e della cosa se ne accorgono tutti gli studenti. che voglio arrivare dire? voglio solo mostrarti come il rispetto e' una cosa reciproca che non puo' che sorgere da una azione di entrambe le parti. se possibile, anche andando a scuola vestiti decentemente.
ps per la cronaca, non lo so mica se io sono di sinistra
Olegna, vedo che sei ben confuso.
Essere cittadino europeo o del mondo non ti proibisce di avere una tua identità culturale (italiana, regionale, ecc.).
Comunque il "relativismo" ultimamente non lo ha attaccato di certo la sinistra, è la destra che si fa le "Pere" con sta roba.
Io non sono un filosofo e delle masturbazioni dei Pera nostrani non ci capisco un'acca, però si, ok, preferisco una sinistra tollerante ma "dei valori" (che c'è ma forse è minoritaria) ad una destra intollerante e "senza valori" (che c'è e probabilmente è maggioritaria, alla faccia dei Pera e dei Buttiglione, che evidentemente servono alla destra solo per raccattare quattro voti in più).
Forse noi non abbiamo paura degli islamici perchè abbiamo dei valori forti (fratellanza, libertà, tolleranza, cristianesimo non di facciata, ecc.) e, nel caso, sappiamo difenderli.
E non abbiamo paura di dirci cittadini del mondo, perchè sappiamo chi siamo e da dove veniamo.
I cittadini del mondo, Olegna, dialogano con gente che si mette lo chador, il turbante, l'osso nel naso o quel che vuoi ..... senza alcun pregiudizio (e senza proibire loro di manifestare quel che sono vestendosi come gli pare).
Vorrei aggiungere, poi, che personalmente delle mode me ne sono sempre infischato. Tutta sta gente dice di vestirsi così o cosà per esaltare la propria individualità .... quale? quella di pecoroni? Bo. Comunque, contenti loro, fastidio non mi danno e, personalmente, non ho reazioni epidermiche come quelle di Lia (anzi l'esibizione di certe grazie può anche essere apprezzata).
Il mio senso della dignità, ecc. è evidentemente diverso da quello di Lia ma questo non mi ha impedito di apprezzare il suo intervento (e rispettare la sua sensibilità estetica, anche perchè mi è "familiare").
Come ho già cercato di spiegare (evidentemente male) mi è piaciuto soprattutto il suo mettere in risalto che per molti genitori di stampo "conservatore" e per i quali, se fossero coerenti con tutte le teorie repressive e bigotte che mettono in giro, dovrebbe dar scandalo il comportamento di questi figli, il problema diventano invece le due ragazzine islamiche (che, sempre dal punto di vista di questi genitori, dovrebbero invece apparire più rispettabili).
Il ragionamento è: visto che tolleriamo il modo di vestire di questi nostri ragazzi (così lontani dai nostri valori estetici tradizionali), perchè a maggior ragione non tolleriamo quelli islamici (a ben vedere più vicini)??
Mi sembra uno spunto di riflessione molto arguto, non vedo perchè debba essere marchiato come retrogrado e/o repressivo, quando non lo è e non lo vuol essere!!!
"Come ho già cercato di spiegare (evidentemente male) mi è piaciuto soprattutto il suo mettere in risalto che per molti genitori di stampo "conservatore" e per i quali, se fossero coerenti con tutte le teorie repressive e bigotte che mettono in giro, dovrebbe dar scandalo il comportamento di questi figli, il problema diventano invece le due ragazzine islamiche (che, sempre dal punto di vista di questi genitori, dovrebbero invece apparire più rispettabili).
Il ragionamento è: visto che tolleriamo il modo di vestire di questi nostri ragazzi (così lontani dai nostri valori estetici tradizionali), perchè a maggior ragione non tolleriamo quelli islamici (a ben vedere più vicini)??"
E' il significato che anch'io ho colto dal post di Lia. E concordo con gerry quando dice:
"Mi sembra uno spunto di riflessione molto arguto, non vedo perchè debba essere marchiato come retrogrado e/o repressivo, quando non lo è e non lo vuol essere!!!"
Dopo la lettura dei post, davvero non riesco a capire come alcuni di voi possano dare spago a questa sagra della minchiata ambulante che è olegna (ritorna nella fogna). Da due ragazze con chador al fondamentalismo islamico senza passare dal via e senza ritirare le ventimila (Bravo!), con in bocca “lo scontro di civiltà” tipico dei cagasotto, senza considerare che le due ragazze (magari italiane) studiano in una scuola pubblica (italiana) la storia, la geografia e la lingua italiana. Senza nessun tipo di distinguo nei confronti di una comunità religiosa di un miliardo e mezzo di persone (tutti assassini terroristi Bene!), senza la volontà di comprendere il post di Lia che come pretesa aveva solo quello di far vedere le cose da un'altra prospettiva (e si è anche beccata della moralista sessuofobica... roba da matti).
A questo "buco con un culo intorno" che ha parlato di "suorine musulmane" e contemporaneamente di "libertà" chiedo un favore, di smetterla di sbavare stronzate. La parola "libertà" in bocca a simili soggetti puzza di merda.
E ad alcuni altri consiglierei di smetterla di filosofeggiare sull’aria fritta.
Quanto ad un "buco con il culo intorno" la tua bocca mi pare perfetta, carissimo Luca.
Ti prego di mantenere un contegno più civile e magari..di non rumoreggiare troppo.
e soprattutto di non sbavare quando parli..
Nel post che ti ho dedicato manifesto lo stesso rispetto che hai tu verso le suorine musulmane.
Chi semina vento raccoglie tempesta.
Come dice Megan Gale:
"E tuto intorno a te!"
luca hai ragione, ti ringrazio e smetto.
pero'--scusami l'appunto--ma olegna ritorna nella fogna non va mica bene! forse olegna, figlio di donna indegna, che vieni dalla fogna, tornatene a bologna? no, non va bene neanche cosi' oggi non ne prendo una.
stata presente una stilista araba che vive a Milano di nome Mona Mohanna e che ha portato un messaggio diverso: lei, contro il parere dei suoi genitori in Libano, ha deciso di portare il velo perché lo riteneva giusto leggendo le Sacre Scritture e perché, sempre secondo lei, l'uomo è così debole alla vista di una donna (che può fare qualunque cosa di lui) che è bene si copra per non arrecargli problema e pensieri cattivi.
Brrrr...pensieri cattivi (sesso?)
Proporrei di mettere e-mail valide, invece di xxx@xxx, e di smazzarsi i flame privatamente.
Grazie
OLTRE A LIA HO TROVATO UN'ALTRO CHE HA PROBLEMI CON IL SESSO, LUCA.
MA NON SENTITE LA RABBIA E LA CATTIVERIA RIVOLTA VERSO CHIUNQUE?
Sapete qual'è la vera tristezza? Che mentre Berlusconi ci fotte (i tagli alla cultura sono passati, mentre voi sfogavate il vostro onanismo in rete...e sono pronto a scommettere che Buttiglione non si dimetterà), noi siamo qui a scannarci tra di noi. Crescete, ragazzi, prima che sia tardi. A proposito, evitate di aggredirmi. Non mi farebbe nessun effetto.
ciao wolverine, grazie della notizia anche se e' ferale. (e non so perche' non l'hai messa nel thread su buttiglione). ma per andare al punto di quello che dici, non vedo perche' parlare tra noi possa essere una cosa dannosa. forse vuoi dire che bisogna combattere invece che parlare (come farebbe il wolverine degli x-men)? se e' cosi', non ti nascondo che secondo me uno o piu' combattenti di quel tipo sarebbero la migliore scusa per invocare misure straordinarie o cose dele genere. proprio oggi ripensavo ai vari attentati, veri o presunti, e mi e' venuto in mente: e' autunno, cadono le bombe. insomma, ho l'umorismo innestato anche quando non voglio. forse come dici tu e' un po' onanistico, ma forse non e' un atteggiamento cosi' sbagliato nel frangente in cui siamo adesso... anche l'autunno passera'.