Colpo di spugna su Bolzaneto
di Susanna Ripamonti
Riuscirà ad avere giustizia quel giovane svizzero, arrivato da Berna, che davanti al Palazzo di giustizia di Genova, a quattro anni dal massacro nei giorni del G8 2001, ancora ha paura a parlare? «Era come se non ci fosse più nessuna legge, sentivo che potevano fare di noi tutto quello che volevano. Eravamo annientati». E gli altri (in 209 si sono costituiti parte civile) che sono stati picchiati, minacciati, trascinati per i capelli, gettati con la testa nelle latrine, costretti a passare sotto le forche caudine degli agenti, che li colpivano con sputi, calci, risate di scherno, urla canzonatorie del tipo: «uno, due, tre viva Pinochet, quattro cinque, sei, a morte gli ebrei»: tutti loro, riusciranno almeno a sapere se i loro torturatori sono colpevoli o innocenti? Ieri finalmente è iniziato il processo nei confronti dei 45 agenti, poliziotti, carabinieri, secondini, medici dell'amministrazione penitenziaria che hanno trasformato la caserma di Bolzaneto in un luogo di orrore e tortura. Ma si tratta di un processo che già con le leggi vigenti, senza neppure la via di scampo della «ex Cirielli» non arriverà mai ad una sentenza definitiva, nei tre gradi di giudizio. Nel 2009 sarà prescritto.
Ieri, prima udienza di un processo destinato a non finire, il procuratore aggiunto di Genova Mario Morisani era presente in aula, assieme ai pm Ranieri Miniati e Patrizia Perruzziello, per rappresentare la procura. E per chiedere che non ci si accontenti di un colpo di spugna. Ha chiesto al tribunale un calendario a ritmi serrati, tenendo conto dei grandi numeri di questo processo: 45 imputati, più di 200 parti civili, un centinaio di avvocati, la previsione di almeno 600 testimoni e, ad essere ottimisti, di non meno di 200 udienze.
«Tutti noi conosciamo - ha detto l'aggiunto - qual è stato l'impatto del G8 a Genova, a livello nazionale e internazionale. Sono accaduti fatti che trascendono il problema strettamente giudiziario e che coinvolgono i principi fondamentali di uno Stato di diritto. Le istituzioni sono chiamate a dare risposta a questi fatti gravissimi. Quello che è accaduto nel luglio del 2001 ha sconvolto me come tutto il Paese e non si può non dare risposta alla domanda di accertamento della verità». Morisani ricorda che i reati contestati, abuso d'ufficio, violenza privata, falso ideologico, abuso di autorità contro detenuti, violazione della convenzione per i diritti dell'uomo, sono reati gravi per il contesto in cui si sono verificati e per la loro rilevanza sociale. Ma il codice prevede per essi tempi di prescrizione brevi: 7 anni e mezzo soltanto e quattro sono già trascorsi, dunque questo processo non si concluderà mai nei tre gradi di giudizio. «Sappiamo che a un certo punto ci sarà un colpo di spugna - dice il magistrato - ma almeno il tribunale arrivi a una sentenza di primo grado che dica se questi fatti sono o non sono avvenuti. Questa sentenza è attesa non soltanto dal nostro piccolo mondo giudiziario, ma dalla società, nazionale e internazionale. È obbligo di questo tribunale lavorare per non trovarci con un'avvenuta prescrizione nel corso del dibattimento. Credo che lo Stato italiano non possa consentirlo».
L'intervento del procuratore aggiunto è arrivato nella tarda mattinata, dopo che per due ore il presidente aveva fatto il lunghissimo appello di imputati e parti civili. Ci sono anche tre ministeri, quello della Difesa, degli Interni e della Giustizia che sono parte offesa, ma non si sono costituiti parte civile. Contro di loro però si sono costituite le vittime dei giorni del G8, quei giovani che erano stati arrestati dopo il raid alla scuola Diaz e deportati nel lager di Bolzaneto: 94 persone, tutte rilasciate e prosciolte, per l'inconsistenza delle accuse formulate a loro carico dalle forze dell'ordine. E un altro centinaio di persone fermate in quei giorni, che ora chiedono risarcimenti che non arriveranno mai, grazie alla prescrizione che comunque si abbatterà sul processo.
L'europarlamentare Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa Social Forum ha annunciato che il movimento si appellerà alla Corte per i diritti umani di Strasburgo «dove i processi - ha aggiunto - non vanno in prescrizione». Ora tutto è aggiornato al 3 novembre, e se il sindaco accoglierà la richiesta fatta da Morisani, il processo si terrà in un teatro cittadino, visto l'affollamento dell'aula e l'assenza di spazi sufficientemente ampi nelle sedi deputate.
Frequento da qualche mese ormai OMB e mi sono reso conto che notizie come questa non vengono quasi mai commentate.
Al contrario, su temi interni alla sinistra o su fatti di cronaca spiccia spesso si scatena la bagarre.
Come mai? I casi sono 2:
1) ci si e' assuefatti al peggio (o per dirla meglio, al berlusconismo);
2) notizie come questa sono tali da non richiedere commento.
Sono sostanzialmente certo che la seconda e' la risposta giusta, ma non mi dispiacerebbe sentirlo anche da altri frequenti commentatori.
Marco
la seconda
(e con un dolore da ferita aperta)
Sulu, la seconda. Lo dimostra il fatto che notizie come questa sono molto lette, anche se poco o niente commentate. E poi, sinceramente, che c'è da commentare su questo baratro di vergogna? C'è da rimboccarsi le maniche e fare di tutto perché non succeda più. La prima cosa è mandare Scajola e Fini a casa.
...si infatti. Anche la mia ferita non si rimargina.
Alzo anch'io la manina: ferita non rimarginata.
L'esperienza genovese mi ha lasciato (anche) rancore e cinismo. Forse anche per questi motivi ho quasi smesso di commentare notizie di questo tipo...
è che la rabbia spesso non trova parole...
ti resta lì dentro e fa male, fa male...
Da parte mia, il non commentare dipende dall'incapacità di sintetizzare in poche righe il senso d'impotenza, il disagio, la paura, lo schifo e l'odio che notizie del genere fanno provare, dovendo nonostante tutto trovare la forza per resistere.
Un saluto
Parlo su questi fatti con un amico, un bravo ragazzo, non tanto politicizzato.
E, "bè", mi dice lui, "hai ragione, però anche la polizia, sai, che subisce tutte queste violenze dai manifestanti, che spaccano tutto, ecc. ecc. bisogna capirli se poi reagiscono.".
Io gli dico "guarda che, ammesso e non concesso che i manifestanti siano stati tutti violenti, ammesso e non concesso che il clima di violenza non sia stato creato ad arte dalla polizia, .... anche con i peggiori criminali uno Stato di Diritto non si comporta in questo modo!! Ci sono delle leggi che tutelano i diritti degli arrestati - che, tra l'altro, fino a quando non vengono condannati sono presunti innocenti - .
Se la polizia è la prima a fare violenza e quindi a infrangere le leggi dello Stato va punita, doppiamente punita perchè essa le leggi dovrebbe farle rispettare, non infrangerle!!".
Mi dice "Si, è vero, non ci avevo pensato, hai ragione tu".
Cavolo, se da una brava persona seppur disinformata, forse superficiale, ma non di certo "fascista", riesci a farti dare ragione così facilmente. Troppo facilmente.
Il problema è che le TV di regime non informano correttamente, che la percezione della gente viene volutamente distorta dai mass media (berlusconiani).
I regimi "fascisti" nascono così, tutti poco attenti alla politica, per quel poco che se ne occupano tutti imbambolati dalla propaganda, tutte brave persone, tutti bravi ragazzi, tutti carne da macello.
E adesso cambiano la legge elettorale e ci infinocchiano ancora una volta, nel silenzio più assordante.
...purtroppo ne conosco a bizzeffe che ragionano cosi' o anche peggio. Di quelli che "potevate starvene a casa vostra".
Comunque vorrei essere certo che chi andremo a votare a maggio, vorra' invece fare chiarezza sui fatti della Diaz, di Bolzaneto, della morte di Giuliani e di tutti i pestaggi.