L’eterna resistenza del Leoncavallo
di Oreste Pivetta
È vero che tutto si dimentica, ma credo che a questo punto sarebbe difficile dimenticare il Leoncavallo. Cioè «quelli del Leonka», le «mamme del Leoncavallo» e soprattutto lo «sgombero del Leoncavallo». A Milano, divenuta la peggior città d’Italia, dove c’è poco da ricordare, salvo i nostri affetti, dove la cosiddetta «sfera pubblica» s’è annichilita nel niente dei consumismi, dell’immoralità, della fretta e persino della politica, il Leoncavallo resta e quelle espressioni sono diventate totem di un trentennio e pietre miliari della resistenza. Quale resistenza? Alla patina grigia dei tempi prima che ai poliziotti invasori, alle sconfitte culturali prima che alle ruspe, alla trovata di fagocitare l’alternativo per farlo rendere in moneta contante più che alle ingiunzioni dei tribunali.
Il Leoncavallo resta, vivo al punto da poterci raccontare di un’altra minaccia e di un altro sgombero. Ammesso che si faccia. La data c’è: il 18 ottobre gli ufficiali giudiziari si presenteranno alla porta, illustrata da variegati graffiti, e presenteranno le carte, pretendendo il conto, cioè terreni e stabili dalle parti di Greco, cioè tra due stazioni ferroviarie, dietro la Bicocca, a poche centinaia di metri (in linea d’aria) dal teatrone degli Arcimboldi, dismesso dalla Scala. Terreni e stabili che appartengono a società il cui amministratore delegato si chiama Andrea Cabassi, della famiglia dei Cabassi, storicamente i «sabiunatt» (cavatori di sabbia) di Milano.
Reggerà un’altra volta all’urto il Leoncavallo? Probabilmente sì, probabilmente un accordo si troverà, nel segno della permuta di quei terreni con altri. Il Leoncavallo continuerà a recitare la sua parte, come da trent’anni, dopo la prima recita, un altro 18 ottobre, nel 1975. Bisognerebbe tornare a quegli anni, per immaginare ragazzi che saltano i muri di un’ex officina farmaceutica, in via Leoncavallo, dietro il deposito dei tram, in una zona di città proletaria e grigia, oltre piazzale Loreto, al Casoretto.
In quelle strade buie, si consumò un delitto: vennero assassinati due giovani, Fausto Tinelli e Iaio Iannucci. Era marzo, faceva freddo, due giorni prima era stato rapito Aldo Moro. Il Leoncavallo divenne Centro sociale Fausto e Iaio. Più di prima divenne il luogo di una alternativa, faticosa e pericolosa, alla politica delle istituzioni. Di sinistra e d’ultra sinistra, autonomi o riformatori di un certo stampo (il primo nucleo del Leo si educò alle future imprese dentro le sale di un oratorio allestendo una scuola popolare), preglobalisti, uniti nello spirito pedagogico, attorno ai casi politici internazionali e nazionali, alle questioni sociali e della cultura, allestendo gruppi di intervento sui problemi della scuola, contro la repressione, sul carcere, sulla droga, sulla parità, sul lavoro, sull’ambiente, contro il nucleare, sulla Palestina, sull’apartheid, su tutto. Più la mensa e la birra. Più i murales, che in Italia nascevano lì, su quei muri umidicci e scrostati, tenuti in piedi dalla generosa manovalanza dei militanti.
Di tanto in tanto era il corteo. In coda giungevano i «leoncavallini», temuti, attesi, blindati, rumorosi, chiassiosi, colorati. La violenza massima era quella del suono: i diffusori sparavano ritmi nuovi e vecchie canzoni, come una Bella ciao a tempo, forse, di rock. Ma quelle erano le esternazioni. Dentro le mura del Leoncavallo si teneva la mensa e si ascoltavano i concerti, si faceva la guerra al caroprezzo, si moltiplicava la fantasia, che si esercitava in forme che si volevano socialmente utili: contro lo spaccio, ad esempio, o per gli sfrattati.
È ovvio che a un certo punto della sua prima storia il Leoncavallo fosse chiamato ad esercitare la sua fantasia anche «contro il terrorismo», perché nell’ombra del Casoretto, nella disposizione di chi non voleva sbattere porte in faccia a nessuno, i terroristi si fecero vivi. Si cadde nell’ambiguità dei «compagni che sbagliano». Ci fu anche qualche arresto da quelle parti e fu un colpo, che diede fiato alle trombe degli oppositori, al grido rituale di battaglia: «sgomberare il Leoncavallo». Toccherà alla giunta guidata da un socialista, Paolo Pillitteri, cognato di Bettino Craxi, sgomberare il Leoncavallo: nel 1989, il giorno dopo ferragosto, a città chiusa, nell’anno del muro di Berlino, cadrà anche il Leoncavallo. «Battaglia all’alba», titolerà l’Unità. Risultato: ventisei arresti e cinquantacinque denunce. Risultato a distanza: la rioccupazione del Leoncavallo, la ricostruzione sulle macerie. Poi arrivò Formentini sindaco, «Sono dei randagi». Arrivò Umberto Bossi, «Se non ci pensa il governo manderò un’ondata di uomini decisi fino al secondo piano». Il secondo piano, ricordava Daniele Farina, uno dei fondatori e oggi consigliere comunale, era stato demolito quattro anni prima. Il Leoncavallo non resistette ai celti in salsa padana, ma trovò un’altra sede, alla Baia del re, in via Salomone, di fronte all’autoparco della mafia, all’estrema periferia est. Un passaggio durato centottanta giorni. Così che, settembre 1994, provarono un’altro sgombero e una occupazione, per così dire, consensuale. Questa volta i leoncavallini si ritrovarono in via Watteau, in quella terra dismessa, terra di nessuno di proprietà però del signor Cabassi. Che li accolse, ma che adesso chiede la restituzione o almeno una permuta con altre aree, anche di minor valore, valore che sarebbe comunque di decine di milioni di euro. Come vuole la legge. Ma il problema non è di legge. Albertini, all’insediamento a Palazzo Marino, nel 1997, annunciò: «Sarò il sindaco di tutti i milanesi, da Tronchetti Provera al Leoncavallo»... Lo è stato di Tronchetti Provera. Degli altri, dai leoncavallini a quanti il Leoncavallo rappresenta, no. Al punto che siamo da capo, con una minaccia di sgombero, mentre una soluzione era possibile, nello scarso interesse però dell’assessore competente, il Brandirali che vide nascere il centro sociale, dalla sponda filocinese di «Servire il popolo». La tepidezza amministrativa è grave e dice qualcosa che va di pari passo con i tagli della finanziaria: dice quanto peso abbia la cultura (nel senso ovviamente proprio e nel senso lato della solidarietà, dell’incontro, della reciproca conoscenza, dell’identità e del rispetto comune) nella politica e nel governo dei nostri tempi, certo meno di un mattone (anche se il mattone avrebbe la sua propria alternativa). Al Leoncavallo, più normale di una volta, meno antagonista, come tutti, si continua a fare musica, mostre, teatro, giochi per i bambini, a comunicare, ad allestire mense e birrerie, a insegnare vita comunitaria, persino a candidarsi come gestori del vicino Arcimboldi, abbandonato e vilipeso (sarebbe una cattiva idea?). L’incertezza di martedì e il fantasma di un esecutore di sfratti che si materializza non disarmano i leoncavallini. Che si addestrano. L’esercitazione antiterrorismo (vedi Roma e poi Milano) diventa in via Watteau «simulazione delle procedure di emergenza». Mentre s’annunciano le «primarie antiprobizioniste», perché Prodi non si prenda tutto. Naturalmente durante la serata reggae.
Vabbè, tutta questa scenetta romantica e nostalgica per giustificare una cosa legittimissima? Non sono scemo, sono entrato nei centri sociali come tanti altri.
Diciamoci la verità, più che trattare di "controcultura" la stragrande maggioranza dei centri sociali sono luoghi per lo più adibiti allo spaccio e consumo di droghe e l'ozio generico di ragazzini che spesso oltre a quattro slogan non vanno e questo lo sa chiunque, dai non prendiamoci in giro! Dai contatti con le Br negli anni '70 all'ospitalità dei clandestini di oggi i centri sociali sono luoghi dove la parola legalità è spesso e volentieri sconosciuta, ma la polizia ci ha sempre chiuso un occhio essendo occupata in cose più serie. Quando però la misura è colma, vedi nel caso recentissimo del Mario Lupo che da almeno 15 anni era una fumeria e nulla più, vanno chiusi e basta, senza discutere.
Non vedo cosa c'entri quello che dici tu con un luogo riconosciuto come fucina di cultura da ogni intellettuale (esclusi Marcello Veneziani e Luca Barbareschi, dio li fa e poi li accoppia). Comunque, uno che scrive che "i centri sociali vanno chiusu e basta" svela la sua natura di fascista: visto che non andrà come spera lui, che il glorioso Leonka vivrà in eterno, non ci si scompone granché.
"all'ospitalità dei clandestini di oggi i centri sociali sono luoghi dove la parola legalità è spesso e volentieri sconosciuta"
sono piuttosto critico con i csoa dell'area disobbediente, soprattutto quelli triveneti che conosco meglio. ma quando coccodrillo scrive la frase riportata sopra piu' che chiuderli a me viene voglia di dare loro un premio!
sulla ridicola cosa dello spaccio poi, lo inviterei a visitare una qualsiasi discoteca borghese per quindicenni.
le br, poi, queste cose le puo' scrivere solo uno che legge il corsera! (pernacchia d'obbligo)
Vero vero, le discoteche pure da quelle per tamarri a quelle "vip" sono dei posti dove circola troppa droga. Il punto è semplice, io non ho nulla contro i centri sociali perchè sono di sinistra, la sede dei partiti di destra c'è sempre stata come esattamente le case del popolo.
Però c'è da ammettere che questi centri sociali non sono certo posti dove regni la legalità e il più delle volte si riducono a luoghi con un pò di musica e molto spaccio, vedi il Samir devastato da Casarini (personaggio che non voglio commentare).
Quindi se l'occupazione è abusiva e all'interno si svolgono attività illegali il centro sociale è logico che vada chiuso, tutto qua.
"la stragrande maggioranza dei centri sociali sono luoghi per lo più adibiti allo spaccio e consumo di droghe": rimaniamo al Leoncavallo, per il quale a scanso di equivoci non nutro grande simpatia: lo spaccio e la cessione di qualsiasi sostanza e' proibito e scoraggiato, spesso anche con una certa rudezza ed e' incoraggiata l'autoproduzione di canapa per non finanziare il narcotraffico; andando indietro nel tempo, proprio il Leonka osteggiava la diffusione dell'eroina a Milano con ogni mezzo; chi l'ha vissuta (io ero appena nato) mi racconta della distruzione di locali centro di spaccio, e chi frequentava quei posti non era certo di sinistra.
Italico, non dire fesserie. prorpio in questi giorni, a seguire il coccolone del fiatrampollo, si stanno leggendo cose allucinanti sulla diffusione soprattutto della cocaina (ma non solo). Altrettanto dicasi dell pastigliette discotecare, la cui diffusione si sviluppa nei luoghi del disimpegno assoluto, opposto esatto delle fucine di creatività e controcultura come il leonka.
Considerare significativo il po' di fumo che gira nei centri sociali quando la città-bene è meno pulita delle proprie fogne è un luogo comune fasullo, da disinformati o da ipocriti.
Ma non vi siete accorti che Crocodile è Tremonti (o Guzzanti che rifà Tremonti)?
Allora gente, qua non ci siamo capiti e come al solito tocca ancora una volta a un Fascista insegnarvi come ci si comporta in una democrazia.
Il fatto che la cocaina gira tra i ricconi idioti e le paste tra i cerebrolesi discotecari non giustifica "quel pò di fumo" che spesso è il motivo principale per i giovani che vanno nei centri sociali, dato che al Leonka cmq c'è gente che si fa di tutto e non lo negano neppure i giovani là dentro.
Però essendo un posto grande e molto noto le cose sono più nascoste, ma negli altri centri sociali si fanno diverse cose illegale, dall'ospitare clandestini, allo spaccio passando per le occupazioni abusive.
Questi sono REATI e se io apro un bar dove faccio circolare porcherie o mi attacco abusivo alla luce state tranquilli che chiudo presto bottega.
I centri sociali, che tanto sono oppressi dalla "Gestapo Italiana", leggi Polizia di Stato secondo loro stanno aperti tranquillamente un pò ovunque ma quando le cose sono eccessive, a volte, li sgomberano.
"fascista" si scrive con la minuscola
Da sbarbato mi facevo le canne.
Oggi che sono prossimo ai 50 se sono con amici e gira una canna, due tiri li faccio ancora.
E non mi sento nè un drogato nè un marziano.
Basta con questi moralismo dozzinale di "finte-brave-persone".
ps: mai bazzicato il Leonka, negli anni '70 era un posto di scoppiati, se poi si è trasformato in una fucina di cervelli, confesso che la cosa mi è sfuggita.
Vergognatevi. Credete davvero che le canne non facciano male? Documentatevi, allora...
Il Leoncavallo... Un posto nel quale vengono indette le "Primarie antiproibizioniste" è ANCORA un posto di scoppiati, caro Aleph. L'obiettivo primario di questa gentaglia è procurarsi la droga senza paura di incorrere nel penale. Così possono passare le loro seratine a fumare canne, a fare orgette, a sentire musica giamaicana... MA CHE VADANO PER LE STRADE AD ASSISTERE I BARBONI!!! E POI C'E' PIENO DI DISABILI E DI ANZIANI ABBANDONATI E BISOGNOSI DI GIOVANI VOLONTARI!!!
Roberto, innanzitutto condoglianze anche da parte mia.
Devo dire che sei un pò ingenuo. Ricordati, Berlusconi è il cattivo genio del male per eccellenza e se tu voti lui o sei cattolico, leghista, di destra sociale o di sinistra troppo moderata sei un Fascista.
Che ci siano anziani che muoiono soli negli ospizi in condizioni riprovevoli o ci siano ancora per le strade molti barboni italianissimi poco importa, meglio spendere soldi per pagare sussidi profumati a zingari che per loro scelta (è noto che rifiutano anche i corsi riabilitativi) non lavorano.
Il leoncavallo è un posto dove si fuma un sacco di roba (e non solo), si ciula e si ascolta musica alternativa. Ma è di sinistra.
Quindi quelli che ci vanno sono "una fucina di intellettuali".
italico c'e' un proverbio spagnolo che fa "zapatero a tus zapatos" ovvero "pensa per te".
non credo che un sedicente fascista possa dare lezioni di democrazia a chicchessia, ammenocche' non intenda la democrazia nella stessa maniera in cui la intendono i bush o il cavalier b.
ti ricordo poi che sia a Milano che a Roma quelli che guardavano le spalle agli spacciatori non erano certo di sinistra e che quando i compagni scoprivano le connessioni fasci-spacciatori-mafiosi venivano ammazzati (Fausto e Iaio e Valerio Verbano).
Ora tu ci vieni a fare la morale sul consumo di droghe e sulle occupazioni abusive?
italico, facci un favore, torna alle tue caldaie e attento a non lasciare il gas acceso.
ps: lo sai che a Roma i tuoi camerati occupano abusivamente case?
Grazie Italico. Eh si, purtroppo in questo paese per essere un intellettuale devi essere di sinistra. I grandi cervelli sono necessariamente di sinistra. Gente come Di Pietro, Rutelli, tutti grandi esempi di esimio intelletto. Per questo Flavia Vento ha deciso di candidarsi come Parlamentare!!!
Berja, Tu che sai tutto: mi spieghi la differenza tra droghe leggere e droghe pesanti?
Eh, quanto astio! Punti sul vivo?
Ma usare una risposta che sia decente e coerente col post è così difficile?
Allora vedrò di essere semplice: ci sono mele marce a destra e non lo nego come credo ci sia gente di sinistra in gamba e la stessa cosa è valida al contrario. Peccato vi sfugga. In ogni caso l'argomento droga sarebbe il caso di cominciare a combatterlo anzichè legalizzarlo. Se non altro perchè più è difficile il traffico più i costi si alzano e così non è almeno alla portata di tutti. L'ideale sarebbe che la gente ragionasse con la sua testa e deciderebbe di divertirsi senza doversi rovinare, ma tant'è.....
Poi solo un ignorante può dire che Berlusconi o Bush sono Fascisti, è come dire che Fassino è Che Guevara, dai cazzo!
E cmq adesso che chi fa circolare droga sono i fasci (l'odorino che ha una sede di Forza Nuova fidatevi che non è lo steso che stagna nei centri sociali), la prossima che vi inventerete quale sarà? Che Borsellino in segreto era Comunista?
"purtroppo in questo paese per essere un intellettuale devi essere di sinistra."
Caro Roberto, qui sfondi una porta aperta. Conosco personalmente degli intelletti sopraffini che non sono di sinistra, ma questa è una vecchia manfrina che serve per friggere l'aria.
Circa le droghe, vorrei fare un commento spassionato su quello che tu e Italico dite:
passi l'ignoranza storica. Cioè la mancanza di conoscenza di ciò che succede quando si vieta recisamente un qualcosa (alcool, letture, musica, droga, etc.).
Ma non vi perdono l'ignoranza circa la natura umana, la mancanza di immaginazione di ciò che può essere il modo di porsi, pensare, agire, fare, ideare di un individuo. Sia nel bene che nel male. Da questo punto di vista mi sembrate due bambocci. E in questo argomento non c'entra un cazzo essere di sinistra o di destra.
Aleph, credi veramente che liberalizzare le cosiddette droghe leggere sia un deterrente allo spaccio? Io penso di no...
Roberto, non sono un uomo di legge.
Faccio semplicemente notare che nel momento in cui proibisco qualcosa, quel qualcosa diventa un oggetto del desiderio.
Proibendo la prostituzione tu pensi che la gente smetta di andare a troie...? (o a travesta...?)
E' una posizione un pò ingenua la tua. Soprattutto perché, lo ripeto per l'ennesima volta, dimostra incompetenza nel valutare l'essere umano.
Ingenuo io? Mi sembra molto più ingenuo ciò che hai appena sparato Tu riguardo all'oggetto del desiderio. Quindi, secondo Te e tutti quelli che la pensano così, liberalizzando certe droghe gli spinellati si stuferebbero di fumare canne? Quindi il motivo per cui ci si droga (e quelle sono droghe) è il gusto del proibito? Mah... E poi avete il coraggio di dire a me che sono ignorante, mal documentato e ingenuo?
Confermo: sei ignorante, mal documentato e ingenuo.
Resterò della mia convinzione fino a che non mi farai leggere un tuo ragionamento che sostenga la tua posizione.
Finora ho letto banalità.
Dimmi cosa ne pensi della debolezza umana, dimmi perchè nel sedicesimo secolo e oltre le sostanze ritenute pericolose erano tè, caffè e tabacco.
Dimmi cosa è cambiato dopo il trattato di Haag del 1912.
Quando mi renderò conto che non semplifichi beceramente un problema molto complesso, cambierò idea.
mi piace pensare che sia io a decidere cosa fare o non fare, perche' lo sento. non perche' qualcuno lo vieta. se sono convinto di non drogarmi, allora sono libero "nel" non farlo. e' una decisione che viene dall'interno, e per questo voluta e vissuta. chi pensa di cancellare cio' che non va (sempre e solo secondo lui, o chi lui pensa di rappresentare) con una scure, dall'alto, e' un illuso e non fara' altro che vivere nella paura che gli sfugga il controllo, nell'ossessione della repressione, correndo il rischio di robertizzarsi, ovvero di farsi di pere-giudizi ed esserne dipendente. se tutto finisse nel gridare la propria rabbia contro questo mondo drogato che non ti capisce, non ci sarebbero molti problemi...purtroppo pero' questi repressi reprimono a loro volta la vita e le idee di troppi, senza nemmeno riuscire a cambiarle.
sono quelli come roberto che per primi dovrebbero farsi un cannone....
Sarete pure intellettuali, ma ho appena fatto leggere i vostri ultimi commenti da un mio parente Docente Universitario (che, vi assicuro, non è proprio di destra...) - Facoltà di Scienze Politiche - e ha affermato di non aver capito un'acca. Dice che fate tanti discorsi ma non dite praticamente nulla. Sarete pure intellettuali, ma...
ma il tuo parente ci fa una sega e a due mani.
Caro Aleph, se parlare chiaramente e senza concetti astrusi e frasi contorte e incomprensibili (come se ne leggono a iosa in questo blog) significa dire banalità, sono fiero di essere banale.
Bravo Berja!!! Portavoce perfetto della mancanza di banalità degli intellettualoni di sinistra che popolano il blog...
"ho appena fatto leggere i vostri ultimi commenti da un mio parente Docente Universitario..."
hahahahaha credo che riderò fino a notte fonda... vi prego qualcuno la conservi, costui è un Genio !!!
mmm... credo che sparirai prima tu, facciamo una scommessa? :D
esilarante!!!!
credimi, con una canna ti calmi
ma sei sicuro che il tuo Parente Docente Universitario non fosse bello sbaccellato tra una lezione ed un altra?non c'ha capito proprio niente? ma niente niente? si droga di sicuro!
Bravo Berja!!!
parli da "portavoce perfetto della mancanza di banalità degli intellettualoni di sinistra che popolano il blog...", ma in senso letterale, e non ironico: questo e' "parlare chiaramente e senza concetti astrusi e frasi contorte e incomprensibili", anche un "Docente Universitario" capirebbe che sarebbe ora che Roberto, perdonate la licenza, smettesse di scrivere cagate.
beh ma il sig. Docente Universitario, in quanto tale, è ovviamente di sinistra, quindi cannaiolo assiduo e probabilmente con malcelate tendenze omosessuali
Vediamo di chiarirci: l'uomo ha la libera scelta di drogarsi, legge Fini o meno al giorno d'oggi la droga circola come non mai a qualsiasi età e in qualsiasi ambiente. Legalizzandola risolveremmo tutto? Non solo sarebbe più facile da trovare, ma i prezzi sarebbero anche più bassi. Nei paesi dove gli stupefacenti sono alla portata di tutti, miseria, degrado e guerre per il narcotraffico sono questioni quotidiane.
Adesso, prima che voi interveniate contro le mie "sparate da becero fascista" aggiungendo insulti mischiati a perle pseudo-intellettuali, rifletteci un attimo. La droga FA male.
Quella di drogarsi è una libera scelta dell'individuo che però ostacola le vite altrui in un modo o nell'altro. Non sarebbe invece il caso di ragionare veramente e chiedersi perchè cazzo dovremmo far uso di sostanze?
dai cazzo, torniamo seri. io con i DoCeNtI ho avuto solo brutte esperienze...ed ora capisco perche'!
Apparteniamo a mondi diversi, evidentemente Voi non avete preso abbastanza mazzate nella vita... Magari godete di un congruo stipendio fisso, ragionate per concetti astratti, andate dietro ad una ideologia progressista totalmente sbagliata, ma che fa tendenza. Vi autoconvincete che sia tutto giusto, disimparate a ragionare con la Vostra testa, etichettate come "fascista" chi non la pensa come Voi... Il sottoscritto invece fa parte di quella categoria di persone che si fa un culo così per portare a casa la pagnotta e non sempre vi riesce, che arriva a malapena a fine mese sia che governi il Berlusca sia che governi Prodi. Di tutti i programmi elettorali che ho letto non ce n'è uno che miri a risolvere i veri problemi del Paese o, anche se ne cita l'esistenza, non spiega chiaramente COME CAZZO RISOLVERLI!!! Chiamatemi banale, chiamatemi come diavolo volete, ma dico la pura verità. E ora ricominciate pure ad offendere, tanto... siete intellettuali
Italico, legalizzandola innanzi tutto toglieremmo fior di miliardi alla criminalità, e già questa mi sembra una cosa estremamente positiva.
Dal momento che la storia insegna che il proibizionismo non porta ad alcun beneficio, sarebbe il caso di provare, almeno per le droghe leggere.
Prendi il caso dell'Olanda, che, in parte, l'ha fatto, consentendone la vendita e il consumo nei coffee shop: non mi pare che gli olandesi siano un popolo di fattoni che ostacola la vita sociale della nazione, o sbaglio? Nè vedo in Olanda miseria, degrado e narcotraffico, per lo meno non più che in Italia, questo è certo.
lascia perdere la pagnotta e concentrati sulla droga. ci sono casi in cui e' consigliata. ad esempio questo.
ma cosa cazzo ne sai di chi ha preso quante mazzate nella vita? uno che non solo pensa, ma scrive anche che omosessuali non dovrebbero nemmeno avere il diritto di votare, e' uno che mazzate non ne ha prese, ma probabilmente le ha date. altrimenti, non dico che capiresti, ma almeno penseresti a cosa umilta' e rispetto vogliano dire per quelli che le mazzate le hanno davvero vissute sulla loro pelle perche' discriminati.
il problema e' che non apparteniamo a mondi diversi, ma viviamo nello stesso e dovremmo condividerlo in qualche modo. cosa per te impossibile, no?
Il mondo che vorreste Voi non sarebbe granché vivibile...
Beh, che dire sono sostanzialmente d'accordo.
Io sono convinto che alcuni dei molti problemi dell'Italia attuale (droga, immigrazione, aborto) vanno analizzati a fondo e successivamente risolti nel modo più pratico.
Legalizzare tutto, spalancare le frontiere e simili sono semplicemente "scappatoie" con le quali ci troveremo prima di accorgercene (se non siamo già a questo punto) nella merda.
Se vostro figlio di dodici anni lo vedete a comprare una bustina che gli dite? Che fà bene?
E se lo riprendete, cosa che spero, lui cosa dovrebbe fare, dire a voi che siete dei fascistoni repressivi? Cercate di essere pratici, perchè è con la pratica che si mandano avanti le nazioni non certo con sofisimi e citazioni pseudo-intellettuali.
e che ne sai? l'hai provato?
segui il consiglio di tonii...non te ne pentirai.
vedi sensi, io glielo dico, ma lui non vuol capire... :-) e si' che farebbe un gan bene. a me poi non ne parliamo: sono asmatico e la maria sarebbe una medicina definitiva (il primario mi fa: "quando la legalizzano torna in pneumologia che sei il primo").
ma, come nei casi sopra, ci sono molte situazioni in cui non e' affatto necessario avere l'asma per ricorrere a sostanze che possano schiarire idee, concetti (sempre basati tutti su pre-concetti) o annebbiarli (dipende dai concetti medesimi soprattutto se si tratta dei Veri Problemi del Paese)... ;-)
Tutto ciò che non è aderente alle vostre stupide idee senza capo né coda viene definito pre-concetto... Uhm... Si imparano tante cose in questoblog, molto più che allo zoo...
eh si tonii...quello che dici mi appare chiaro e limpido. per alcuni docenti&parenti di docenti e' invece favella allucinofera e mistagogica. se si tratta dei Veri Problemi del Paese l'effetto dovrebbe essere quello di distruggerli. roberto, sono sicuro che hai gia' provato di tutto, oltre che conoscere parecchi omosessuali, parecchi comunisti, parecchi sciamani, e sai quindi di cosa parli.
"lascia perdere la pagnotta e concentrati sulla droga. ci sono casi in cui e' consigliata. ad esempio questo."
Tonii, spesso dici cose con le quali non sono d'accordo, ma questa è FANTASTICA...!
;0)
A parte le battute, caro Roberto non è con i Parenti Docenti che si affronta la questione. Credo valga ancora la vecchia battuta che quando uno non è capace di fare qualcosa, di solito insegna. Quindi non prestare il fianco a questa massa di iene fameliche (oltretutto molto divertenti!!)che non aspettano altro che farsi un banchetto con brandelli di pensiero. Perché il tuo non è un pensiero, o per lo meno non l'hai ancora espresso, a differenza di Italico che ha detto la sua. Giusta o sbagliata che sia; se non altro io personalmente ho capito come la pensa.
Tu per me rimani un punto interrogativo...
Sensi, rispondi in modo decente e ti risponderò in modo decente. Per ora mi adeguo e ricambio con un rutto.
Berja ha citato un modello interessante: l'Olanda. Il modello Olandese ha spaccato in due le opinioni dell'Europa, chi ha applaudito al modello di civiltà e progressismo chi l'ha criticato o ne è rimasto perplesso.
Fatto stà che adesso il permissivismo Olandese ha mostrato le sue magagne e i coffee-shop stanno chiudendo in parecchi senza contare il fatto che il governo Olandese da anni non rilascia più licenze per i coffee-shop ma in molti parlano di chiuderli.
Negli ultimi anni alcune piccole piantagioni in serra sono consentite ai gestori dei coffee-shop.
Ma negli anni scorsi? Si rifornivano in ogni caso dalla criminalità organizzata, cinese, giamaicana o varie e cioè chi detiene il mercato.
La polizia si limitava a chiudere un occhio.
Quindi già qui si nota il fallimento dell'utopia della legalizzazione. Anche perchè le narcomafie traggono dal mercato della droga il maggior introito illegale e dalle canne, che sono in assoluto le più diffuse, il maggior introito nel campo droga. Essendo milioni e milioni i consumatori sarebbero necessarie piantagioni enormi che solo i cartelli sudamericani, le triadi asiatiche e i terroristi medio-orientali, si stima, potrebbero fornire.
Quindi in ogni caso il guadagno adrebbe a loro.
Anni fà la Giamaica così bella ed esotica ce la si immaginava come un paese allegro e soleggiato dove dei pacifici rasta ti offrivano il cannone.
Essendo invece tutto il contrario e in aggiunta anche pericolosa, la Giamaica ora non stà più nelle fantasie dei giovani cannaioli che ben contenti ripiegano sulla vicina Amsterdam.
Ma a voi piacerebbe che migliaia di persone da mezzo mondo venissero a visitare la vostra città al solo scopo di drogarsi e andare a puttane?
Considerate lo standard di turisti simili......
Senza contare che il capoluogo olandese è pieno zeppo grazie a questa situazione di drogati, borseggiatori, truffatori e bande di spacciatori di droghe pesanti da tutto il mondo.
Non è proprio un'isola felice, Amsterdam.
o cielo...un rutto??ci dev'essere un equivoco. io non ti ho mai risposto italico! oddio!
l'Olanda l'ho citata io, Italico
vedo che sei svelto di mano, e hai googlato in men che non si dica.
potresti citare la fonte? se fosse www.proibizionismo.com perderebbe alquanto in attendibilità. E sono certo che con un'altrettanto veloce googlata si troverebbero fior di articoli che magnificano Amsterdam e il modello olandese.
Per quanto mi riguarda, ci sono stato, e non mi è parsa più pericolosa di altre città europee, se non in quartieri ben precisi, ma è così dovunque, uno lo sa e quando ci va accelera il passo.
Anche se dopo qualche tiro di super skunk, quella buona, tutto sembra molto ma moooolto più calmo e tranquillo :D
Roberto, dopo il tuo ultimo post mi devo correggere.
Non rimani un punto interrogativo, rimani uno stronzo qualunque.
Bé? Dov'è finito...??
ecco aleph: l'hai spaventato e se ne e' andato...
:-(
non ti perdonero' MAI!!!!
Google? Mai usato se non per confermare date specifiche. Amsterdam non è in teoria più pericolosa o meno di altre capitali europee.
A furia di dar tiri a cannoni dimentichi che quello che ti ho detto io lo puoi riscontrare sul campo e lo sanno tutti che Amsterdam non è il massimo tra spacciatori di droghe pesanti dappertutto, truffatori e una clientela turistica fatta prevalentamente da puttanieri e drogati. Il proibizionismo non è la via perfetta, concordo. L'ideale sarebbe che la gente usasse un minimo di neuroni e decidesse consenzientemente di non drogarsi o simili.
A proposito il modello olandese è bello, con le prostitute in vetrina e la mercificazione femminile legale? Peccato che quando il centrodestra propose le case chiuse e l'esercizio della prostituzione in luoghi periferici a sinistra si scatenò un polverone.
Uhmmm........la coerenza?
Italico, lo sanno tutti chi? Io sul campo ci sono stato, a differenza tua a quel che mi pare di capire.
E' chiaro come il sole che hai copia-incollato la filippica da qualche sito, altrimenti avresti scritto tutto nel primo post di risposta, ma evidentemente così su due piedi una buona argomentazione non ti è venuta...
Se poi vuoi fare di tutta l'erba un fascio (ogni gioco di parole è assolutamente voluto...), dai del drogato a chi ti pare, la cosa mi tange davvero poco, tanto è evidente la tua ignoranza in materia... in effetti credevo che una volta tanto tu fossi intenzionato a portare avanti una discussione civile, ma mi sbagliavo clamorosamente
quanto alle prostitute, le preferisco in vetrina che su una strada... tanto i puttanieri come li chiami tu ci sono e ci saranno sempre. Io sono favorevole alla riapertura delle case chiuse, quando sarebbe nata questa diatriba di cui parli col centro-destra? Da parte mia, non essendo tesserato in nessun partito, me ne frega un'emerita cippa della posizione del centro-sx in merito.
Da dove avrei fatto copia-incolla?
A me non piace parlare se non ho visto ho saputo quindi sarei stato zitto altrimenti. D'altronde qui i copia-incolla quando li fate voi si chiamano "link"......io non ne ho bisogno grazie.
Non ho dato del drogato a nessuno, semplicemente se ci sei stato ad amsterdam sai che molti giovanotti ti chiedono se vuoi coca o eroina nelle zone limitrofe ai coffe-shop non ne parliamo di quanti ce ne sono. Questo è perchè sanno che un turista va lì per fumare ma essendo in contatto con la sub/cultura della droga anche al suo paese potrebbe con molte probabilità in più di un tipo qualsiasi farsi la pista o altro o per lo meno non si scandalizza e non va dalla polizia. In ogni caso come al solito ho fatto notare la solita incoerenza sinistrosa, ma pare sia ancora tabù.
ce ne sono che ti propongono coca, altrochè. Ma, per quel che ho visto io, il 99% per cento rifiuta.
La cannabis, caro Italico, è cultura, senza sub :D
e nessuno che apprezzi veramente tale cultura si butta su una pista o su una pera così, per gioco.
La verità è che la correlazione fra uso di droghe leggere e successivo uso/abuso di droghe pesanti è lungi dall'essere mai stata dimostrata. E' un tipico pregiudizio. Per dire, credi che il buon Lapo abbia cominciato con uno spinello per poi finire in overdose di coca fra le braccia di due travoni? Ne dubito, ne dubito fortemente.
I pusher di Amsterdam non hanno capito una mazza: avrebbero più clienti se bazzicassero Villar Perosa e dintorni...
Incommentabile il fatto che la cannabis sia "cultura". Certo, c'è chi esalta questa pianta tantissimo, ma solo nei casi di forte assuefazione ad essa. Ovvio che non fà i danni fisici e sociali delle altre droghe, ma tra le persone che ho conosciuto che fumavano, poche hanno smesso. Perchè la canna non ammazza, la si usa per scopi medici (dubito che gli scopi medici si ottengano con narghilè) e la usano diversi popoli da secoli e allora ci si autogiustifica.
Davide: praticamente il 96% stimato inizia con una canna. Sono d'accordo che solo una parte poi passa alle pesanti (la minor parte) però credo che i pusher di amsterdam non vanno a spacciare nella torino bene semplicemente perchè già lì fanno affari. E poi nella Torino bene hanno già i loro fornitori di lusso.
Italico, solo per il fatto che ammetti che una minor parte passa alle pesanti, ti sei già risposto da solo.
Importa poco da cosa uno inizi, se da una canna o da una foglia di lattuga, se tutto ciò non lo porta automaticamente a proseguire con qualcosa di più dannoso (come tu stesso ammetti) allora il problema è solamente la volontà della persona, e su quella non c'è coercizione che tenga.
La cannabis E' usata per scopi terapeutici, c'è ben poco da autogiustificare. E non porta a dipendenza fisica, anche questo è risaputo; anche considerando casi limite di cannaioli persi (ma in questo caso si parla di una forte minoranza, i consumatori occasionali sono milioni, ma non quelli assidui) è chiaro che una certa dipendenza c'è, ma più psicologica che altro (non si può certo parlare di crisi d'astinenza come nel caso dell'eroina, per intenderci). Del resto il mondo è pieno di sostanze, e non solo, che causano insospettabili dipendenze: lo fa l'alcool, lo fa il cioccolato, lo fanno i videogiochi!
la cannabis è una delle tante, e nemmeno fra le più pericolose.
Mi permetto di ritornare sul Topic:
da Indymedia, non ho nessuna conferma della veridicita':
"L'ufficiale giudiziario si è presentato al centro sociale Leoncavallo, in mattinata, insieme ai rappresentanti della Orologio SRL, società immobiliare del gruppo Cabassi propietaria dello stabile, per notificare l'ordinanza di sgombero, previsto per oggi. Avendo le rappresentanti dell'Associazione Mamme del Leoncavallo comunicato il loro rifiuto ad abbandonare lo stabile, lo sgombero é stato rinviato al prossimo 27 gennaio 2006"
http://italy.indymedia.org/news/2005/10/900795_comment.php#900805
ma è chiaro che le br sono i politici...avete ancora dei dubbi?