Addio a Rosa Parks, la madre dei diritti civili Usa
È morta la donna nera che fece la «rivoluzione» rifiutando di cedere il posto in autobus a un bianco
di Bruno Marolo
CINQUANT'ANNI FA, Rosa Parks fece scoppiare una rivoluzione rimanendo seduta. Rifiutò di cedere a un uomo bianco il posto in autobus. La storia, ufficialmente, ha un lieto fine. Nel 1965 il presidente Lyndon Johnson ha firmato la legge che proclama l’u-
guaglianza tra bianchi e neri. Nel 1999 Rosa Parks è stata decorata con la medaglia d'oro al valor civile. Ma la medaglia ha un rovescio triste. La rivoluzione è rimasta a metà. La donna che le diede inizio sapeva bene che la parità dei diritti è ancora lontana. Aveva parlato in pubblico per l'ultima volta nel 1995, in occasione della marcia su Washington di un milione di uomini neri. Più di Martin Luther King, il predicatore della non violenza che per primo aveva sostenuto la sua causa, ammirava Malcolm X, il tribuno sovversivo dei musulmani neri. Nel 2001 aveva declinato l'invito di Bush alla Casa Bianca.
Lunedì sera è morta. Aveva 92 anni e da molto tempo non era più lucida. Non aveva un soldo. L'agenzia immobiliare proprietaria dell'alloggio di Detroit dove abitava le aveva dato lo sfratto nel 2002 perché non poteva pagare l'affitto, ma alla fine aveva accettato di ospitarla per carità. In fondo era un'eroina nazionale. Aveva ammiratori ricchi pronti a renderle omaggio a parole, ma indifferenti ai suoi problemi pratici. Nel 1994 un ragazzo nero che non la conosceva e voleva procurarsi il prezzo di una dose di crack era entrato in casa sua, e l'aveva quasi ammazzata di botte per rubarle tutto quello che possedeva: 53 dollari.
Era vedova dal 1977 e non aveva mai avuto figli. Susan McCauley, una dei 13 nipoti, la ricorda così: «Per me era come una madre, ma soprattutto la ammiravo come madre dei diritti civili». Al coro degli omaggi postumi si sono unite personalità famose, dal Bush in giù. Il primo dicembre sarà celebrato il cinquantesimo anniversario di quella fatidica giornata del 1955, a Montgomery nell'Alabama. Rosa Parks, nel 1992, la ricordava così: «La versione ripresa da tutti è che mi facevano male i piedi e per questo solo motivo rifiutai di alzarmi. La ragione vera era un'altra. Sentivo di avere il diritto di essere trattata come gli altri passeggeri. Avevamo sopportato troppo a lungo». L'anno prima, la Corte Suprema aveva dichiarato che la segregazione in vigore negli stati del sud dalla fine della guerra civile nel 1865 non era in contrasto con la Costituzione. Bianchi e neri potevano essere «separati ed uguali». I neri non potevano occupare i posti riservati ai bianchi sugli autobus, nei ristoranti, nei cinema. Rosa Parks aveva 42 anni e faceva la sarta. Rifiutò di obbedire al conducente, James Blake, che le ordinava di stare in piedi perché i posti dei neri erano occupati. Prima di lei altre due donne nere, Claudette Colvin e Mary Louise Smith, erano state arrestate in Alabama per lo stesso motivo. Il movimento per i diritti civili aveva rinunciato a difenderle. Temeva che la stampa trovasse nelle loro vite private pretesti per denigrarle: erano madri nubili, con qualche precedente penale.
Rosa Louise McCauley, nata il 4 febbraio 1913, era stata costretta a lasciare la scuola da una malattia ma aveva ripreso nel 1932 dopo il matrimonio con Raymond Parks, che l'aveva sostenuta fino al diploma. Tanto lei quanto il marito erano attivisti della National Association for the Advancement of Colored People. Rosa passò la notte in carcere e venne condannata a una multa di 14 dollari. Ed Nixon, segretario di sezione della Naacp, aveva visto in lei la persona adatta per diventare un simbolo della causa. «Rosa - ha spiegato anni dopo - era una donna sposata, rispettabile, con un titolo di studio. Eravamo pronti ad entrare in agitazione e forse avremmo esaminato altre decine di candidate se in lei non avessimo trovato quasi subito quella giusta».
In una chiesa battista di Montgomery predicava un giovane pastore di nome Martin Luther King. Nessuno fuori dalla parrocchia aveva mai sentito parlare di lui, ma quando invitò i fedeli a non salire più sugli autobus, il messaggio si diffuse come un incendio in una foresta. Lo sciopero dei passeggeri durò 381 giorni. Il 28 agosto 1963 a Washington, sotto il monumento a Lincoln, una folla mai vista ascoltò il reverendo King che raccontava il sogno di un'America in cui i neri avrebbero avuto gli stessi diritti dei bianchi. Due anni dopo, il sogno divenne legge.
Per Rosa Parks e suo marito la prima conseguenza del boicottaggio degli autobus fu la perdita del lavoro. A Montgomery comandavano i bianchi e nessuno voleva ribelli tra il personale. Nel 1957 i coniugi Park si trasferirono a Detroit, dove Rosa fu assunta da John Conyers, uno dei primi deputati neri nel parlamento federale. Da quel momento avrebbe fatto politica a tempo pieno, pagando di persona e contestando gli stessi leader del movimento dei diritti civili che sostenevano i diritti degli uomini neri ma negavano quelli delle donne.
Mi piace ricordare che "col suo gesto ha cambiato lo stato ed il paese".....
Un'eroina per caso cui molti sono grati
per chi volesse saperne di piu':
http://en.wikipedia.org/wiki/Rosa_Parks
non so perche' mi venga da parafrasare "la locomotiva" di Guccini: "a noi piace pensarla ancora seduta a quel sedile mentre sfida con grazia lo stato vile..." continuate pure voi.
(non me ne vogliano i gucciniani)
Rosa è stata il simbolo del debole che non cede al prepotente. Come i seguaci di Gandhi alla fabbrica di sale. Cara Rosa, nera e coraggiosa. Guardo e riguardo quella foto dell'autobus e sorrido.
oppure questo:
http://www.e-portals.org/Parks/
non solo...
Sister Rosa Parks
by The Neville Brothers
D. Johnson, C. Moore, C. Neville, C. Neville, Jr., J. Neville
L. Neville Irving Music, Inc. obo Neville Music, Inc.
Johnson Music; Wm. Claffey & Associates
(p) 1989 A&M Records
Courtesy of A&M Records under license from Universal Music Enterprises
December 1, 1955, our freedom movement came alive. And because of Sister Rosa you know, we don’t ride on the back of the bus no more.
Sister Rosa Parks was tired one day
after a hard day on her job.
When all she wanted was a well deserved rest
Not a scene from an angry mob.
A bus driver said, "Lady, you got to get up
cuz a white person wants that seat."
But Miss Rosa said, "No, not no more.
I’m gonna sit here and rest my feet."
Chorus
Thank you Miss Rosa, you are the spark,
You started our freedom movement
Thank you Sister Rosa Parks.
Thank you Miss Rosa you are the spark,
You started our freedom movement
Thank you Sister Rosa Parks.
Now, the police came without fail
And took Sister Rosa off to jail.
And 14 dollars was her fine,
Brother Martin Luther King
knew it was our time.
The people of Montgomery sit down to talk
It was decided all gods’ children should walk
Until segregation was brought to its knees
And we obtain freedom and equality, yeah
Chorus
Thank you Miss Rosa, you are the spark,
You started our freedom movement
Thank you Sister Rosa Parks.
We’ll sing it again
Thank you Miss Rosa, you are the spark,
You started our freedom movement
Thank you Sister Rosa Parks.
So we dedicate this song to thee
for being the symbol of our dignity.
Thank Sister Rosa Parks.
Tributo anche da Apple.
ROSA PARKS e Il dito medio della Santachè
Siamo animali.
(chi più chi meno)
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L'evoluzione dell'uomo nei secoli
e specie negli ultimi decenni,
ha portato ad un crescente sviluppo della comunicazione,
dei meccanismi che regolano il linguaggio.
Il telegrafo, il telefono, il telefax, ed ora è l'era di internet.
Ma nel gesto,
nel linguaggio corporeo,
prerogativa del mondo animale,
ancora oggi l'uomo esprime un modo di pensare inequivoco.
.
La signora Rosa Parks (Rest in Peace)
che si rifiuta di cedere il suo posto ad un bianco su un autobus
nella società razzista americana del 1955
compie un gesto rivoluzionario.
E la rivoluzione puntualmente si manifesta,
annullando i privilegi razziali dei bianchi a scapito dei neri segregati.
Il gesto della parlamentare di An Daniela Santachè,
che sventola il suo dito medio rivolta agli studenti in protesta
per comunicare loro l'avvenuta approvazione della riforma moratti,
invece non ha nulla di rivoluzionario, è solo un retaggio fascista,
che non rimarra nella storia,
ma forse nel racconto futuro di questi giorni in qui l'italia,
come scriveva Montanelli,
si stava inoculando sottopelle il vaccino per la malattia di questa nuova destra.
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