Traduzione: se uno governa, è di destra. Uno di sinistra può solo stare all'opposizione. Che è dove starebbe la sinistra per sempre se ci fossero solo quelli come Sansonetti e non anche i benemeriti come Cofferati.
Cofferati stalinista era e stalinista è rimasto. Sveglia figlioli.
E scusate, ma un frase senza senso come quella non può finire nella sezione "riflessioni".
Ma riflessioni de che? Quelle elaborate seduti sulla tazza?
Mi sento anch'io "fascista" come Cofferati.
Per chi parla, completamente a sproposito, di tazze, forse sarebbe stato meglio leggere l'intero editoriale. Faccio notare che l'assenza di Sansonetti all'Unità si sente tutta, nessuno riesce a fare più un'analisi politica decente. Come ha interpretato lui il biennio dei movimenti 2002-2003 non l'ha fatto nessuno. A parte questo, credo che Cofferati stia dimostrando di rientrare nella peggiore tradizione del vecchio Pci. Nel senso ch mai un esempio di doppiezza fu più eclatante. Mi spiego, anche se occorrerà un bel passo indietro. Cofferati fu il leader della protesta contro l'articolo 18, nel 2003 la sinistra movimentista lo invocava come il leader della riscossa. In effetti, egli seppe strumentalizzare il malcontento antiberlusconiano e farsi carico dei malumori della sinistra stanchi della fiacchezza dei dirigenti (si pensi all'urlo di Moretti). Mirava chiaramente alla leadership della sinistra, si parlava di ticket con Prodi e di un suo sicuro ruolo di primo piano nel dopo-Berlusconi. Ma non aveva fatto i conti con gli apparati partitici, soprattutto con D'Alema che gli blindò il partito con Fassino lasciandogli le briciole del Correntone . Il Cinese si trovò spiazzato, e ripiegò su Bologna (tipica mossa dalemiana quando qualcuno emerge a sinistra, allo stesso modo impose Bassolino come presidente della Regione). E veniamo all'oggi. I movimenti, ormai, non gli servono più. Tutto qua. Adesso deve cercare di riproporsi come personaggio di caratura nazionale e lo fa con le scelte "riformiste" che rompono con la tradizione di accoglienza e dialogo bolognese. Dismessi i panni del movimentista, sta imponendosi come legalitarista. A senso unico, si capisce, l'illegalità la praticano solo studenti e immigrati.
Gli apparati liberal-democratici lo sostengono in pieno, si pensi alla spaventosa operazione ideologica di Repubblica che tace completamente sull'opposizione di tanti intellettuali alla sua politica autoritaria per dare spazio alle congratulazioni della sedicente "borghesia rossa". L'ex segretario Cgil, perciò, si ritrova da massimalista inconcludente ("Signor No") a paradigma della sinistra decisionista, lo elogiano Casini, Ferrara e pure il "Riformista" (all'epoca dei bollori rivoluzionari lo definì "succedaneo arancione del Foglio"). Tutto ciò dimostra la fondatezza delle conclusioni di Sansonetti: non importa "come" si governa, ma "chi" governa. L'obiettivo è il potere, una volta raggiunto i princìpi non contano più. Le infelici riflessioni sulle tazze sono tipiche di chi non sa argomentare e parla completamente a sproposito. Punto.
Grazie prof. Mangoni per le illuminate parole.
Ora capisco.
Ho visto la luce.
Siccome Cofferati è elogiato da Repubblica, dal Riformista (giornale normalmente orrido ma magari qualche volta ci può pure azzeccare, come nel caso in questione) e addirittura dal Foglio, allora sta facendo male. E non solo: ha raggiunto il potere e quindi i principi non contano più, dal che deduco che un principio importante è quello di NON fare rispettare la legge. Mica male. Oppure si dà a Cofferati la patente di legalitarista a senso unico sulla base di cosa non si capisce bene.
Ok.
Sta di fatto che sono "fascista" anch'io come Cofferati e come Aleph. E come tanti altri per fortuna.
E confermo la tazza per quella frase. Se poi nel resto dell'articolo ci sono riflessioni non lo so, ma quella frase è da tazza. Punto.
Suscita scandalo il comportamento di Cofferati, perchè non è quello che ci si aspetta da lui. Ma, a ben vedere, sono i bolognesi a non essere più quelli di una volta, e non da oggi, se è vero che hanno eletto a sindaco un figuro come Guazzaloca. Se oggi sotto le due torri si chiedono sicurezza e legalità, sarebbe da compiacersi che ci sia un sindaco che fa quello che vogliono i suoi cittadini, caso più unico che raro nel nostro paese. Conosco poco la realtà di Bologna, molto bene invece quella di Urbino, una cittadina di provincia che negli ultimi anni è stata occupata e devastata dagli studenti, dove il primo omicidio per rissa al pub è successo cinque anni fa, e dove una mia amica, che ha la sventura di avere un negozio in centro, deve tutte le mattine pulire con secchio e spazzolone la vetrina e il marciapiede. Inutile dire peraltro che quelli che invocano la sicurezza e l'ordine sono gli stessi che si arricchiscono affittando agli studenti a peso d'oro sottoscala e scantinati.
mangoni ha fatto un'analisi interessante che condivido. stefano invece blatera di legge e ordine classista, e la cosa m'e' indigesta.
prendersela con chi e' messo peggio di te non ti permettera' di nasconderti dietro la legge quando quelle stesse forze evocate decideranno che e' il tuo turno.
prendersela con chi ha meno vuol dire spalancare le porte a una diminuzione generale dei diritti. non capisco come sia possibile che ancora ci sia chi non l'ha capito.
se proprio vi prudono le mani per la legalita' (cioe' l'insieme delle leggi che perpetuano l'ingiustizia sociale) andate a combattere l'andrangheta (cioe' il governo). vi renderete piu' utili.
altrimenti unitevi al coro di latrati da bar: un caffe' coi poster di mussolini nelle periferie degradate si trova sempre. non a caso.
Stefano, voglio farti notare che, almeno perciò che riguarda la Repubblica, l'obiezione è di merito. Contesto che il giornale di Mauro abbia dato uno spazio minuscolo alle ragioni della protesta che è un'operazione ideologica ben peggiore degli elogi. Sui giornali di Polito e Ferrara, invece, sono pregidizialmente contrario. Hai detto bene tu: sono giornali orridi e questo mi basta.
La tua deduzione però è sbagliata: i princìpi cui ho fatto riferimento sono altri, ossia quelli sfoggiati da Cofferati durante l'ultima fase di sindacato e la campagna elettorale. Principalmente, il dialogo e il confronto. E' quantomeno contraddittorio che un personaggio politico faccia della democrazia partecipata il suo cavallo di battaglia, e una volta al potere, si comporti in modo opposto, negando la collegialità e attuando il decisionismo.
Quanto alla legalità, nessuno mette in dubbio che le regole vadano rispettate. Ma qui entra in gioco la politica, altrimenti il potere legislativo potrebbe essere delegato semplicemente alla magistratura. Il politico saggio e moderato, e non estremista, prima di mettere in atto la legge deve predisporsi al dialogo e al confronto, come ho detto prima. Non mi sembra che Cofferati da sindaco abbia cercato nè l'uno, nè l'altro. L'avesse fatto e fosse stato respinto dagli interlocutori, potrei anche trovare una valida motivazione al suo comportamento. Ma non è accaduto nulla di tutto ciò, questa e la verità. E la mia non è solo una posizione ideologica, come spero di aver dimostrato. Confermo l'accusa di legalitarismo a senso unico: a Bologna ci sono tante "italiche" imprese che si arricchiscono sfruttando il lavoro nero. Per ora, nessun provvedimento contro di loro. Nessun ordine del giorno da approvare. Niente di niente.
E veniamo al metodo. Sarò anche professorale, ma a mio giudizio la politica senza i dettagli e la precisione è puro chiacchiericcio. Dico solo che qualche anno fa un'accusa del genere non me l'avresti mossa. Mi rendo conto che con i tempi che corrono un certo tipo di linguaggio e di atteggiamento può sembrare obsoleto. E mi dispiace davvero che tu abbia fatto ricorso a certe espressioni, perchè mi sembri una persona intelligente e appassionata.
Mangoni: molto bene, davvero.
Stavolta hai fatto un bellissimo post (non so se i miei complimenti conteranno qualcosa ma li hai tutti, stavolta).
Non sono d'accordo su tutto tutto ma si può discutere.
Credo che Cofferati stia sbagliando nel metodo, sinceramente, e anche Prodi lo ha fatto "velatamente" notare. Il politico saggio si deve aprire al confronto come hai detto bene tu, e Cofferati non lo sta facendo. Legalità e solidarietà devono andare di pari passo, se c'è sfruttamento del lavoro nero bisogna intervenire con fermezza così come però si deve pretendere rispetto delle leggi da tutti, anche da chi ha meno. Perchè le leggi, quelle italiane almeno, non mi sembra proprio siano fatte per perpetuare l'ingiustizia sociale, come spero sarai d'accordo anche tu.
Ho forse usato espressioni non molto belle, in effetti. Però ti assicuro che la frase di Sansonetti che ha originato questo post resta a mio modo di vedere assolutamente fuori luogo e sbagliata a dire poco.
Come immaginavo, siamo più d'accordo di quanto a prima vista non si possa pensare. Personalmente, spero che si trovi un accordo al più presto. Perchè, e su questo molti hanno ragione, si rischia di dividersi su un tema troppo importante. Comunque pare che l'ordine del giosarà emendabile.
p.s. i complimenti di chi non ti conosce sono i più graditi, credimi
scusate ma bologna e' diventata talmente un posto triste e desolante che trovo che la politica di cofferati sia quella che gli richiedono i suoi elettori, la politica di cofferati e' l'evoluzione di certa grigia politica del pci emiliano degli anni '70, con piu' benessere, perbenismo, cattiveria e senza manco piu' l'ombra del partito e della classe.
da me ci sono due post sull'argomento, uno esprimeva i miei dubbi sui resoconti giornalistici su Bologna e uno, intitolato "Buleign", è quello che mi han detto i miei amici e conoscenti sulla situazione della città, che è stato seguito da commenti assortiti sulle implicazioni nazionali.
Se a qualcuno interessa minimamente www.aprovadistupido.splinder.com (non mi prendo responsabilità né sul template migliorabile a volontà né su altro, "fate vobis" :-)))
Carolina
Ha ragione Berja. Questi per Bologna sono *gli anni della tristezza*. E' una città culturalmente deceduta. Gli stimoli di fine anni Novanta e inizio secolo si sono, molto semplicemente, *spenti*. La politica, dal canto suo, è *morta*, sostituita dal feticismo dell'ordine pubblico e della legalità (confusa a bella posta col senso civico, con una mossa linguistica grossolana), ma per quello bastava fare sindaco il prefetto.
L'assurdo irrigidimento delle posizioni ha trasformato due baracche sul lungoreno e qualche lavavetri un po' insistente in casi nazionali. Questo non è nemmeno "piccolo cabotaggio", non ne ha la dignità.
Il 2002 fu un anno bizzarro, in Italia. L'anno in cui milioni di persone, in preda a un'allucinazione condivisa, ritenevano Cofferati più a sinistra di Prodi :-/
A chi giova esasperare ogni possibile punto di contrasto - come sta facendo un sindaco ubriaco di se stesso, incapace di comunicare e palesemente privo di una strategia che sia una - proprio mentre Prodi "apre" sul ritiro delle truppe, sui PACS, sull'abrogazione della Legge 30 e delle leggi ad personam? A chi giova - lo dico con un luogo comune - "rompere a sinistra"?
Cofferati - in questo favorito dall'insulsaggine dei rimasugli di movimentume cittadino - ha fatto di tutto per chiudere gli spiragli di dialogo, anche e soprattutto quando c'erano alternative praticabili. Il suo stile cesarista comincia a irritare anche il resto della giunta (il vicesindaco e alcuni assessori hanno usato l'eufemismo "insufficiente collegialità").
Almeno l'ultima giunta Vitali aveva una sua idea di città. Malata di gigantismo, kitsch, folle, eppure c'era. Stavolta non c'è.
Purtroppo in città, se uno non è un cattolico (loro possono dire quello che vogliono) non trova spazio per esprimere una critica sensata e intelligente, purtroppo la sinistra "radicale" pavloviana ha fatto terra bruciata, mostrando un'assenza di strategia e un'incapacità di comunicare - al di là di forme sclerotizzate e slogan ritriti - speculare a quella del sindaco.
Gli anni della tristezza. Mi sa che non scriverò più niente su questo argomento, nemmeno una noterella. Troppa nausea. Bologna è finita.
P.S. Un'ultima cosa: il riferimento a Prodi non era per farne l'apologia, serviva a rilevare l'andamento schizofrenico del rapporto Unione-movimenti a Bologna e a livello nazionale. Bologna, in questo momento, non è "il laboratorio del successo dell'Unione", come hanno detto per anni i propagandisti diessini. Al contrario, Bologna è in controtendenza: è il laboratorio della crisi dell'Unione (che poi questa crisi esploda prima o dopo le elezioni, è un altro paio di maniche) e della crisi del rapporto tra centrosinistra e sindacati (la Camera del Lavoro è apertamente schierata contro il Comune).
In tutta Italia si manifesta contro la Moratti, a Bologna si manifesta contro Cofferati. A Roma i manganelli si abbattono sugli studenti davanti a Montecitorio, a Bologna i manganelli si abbattono sui soliti, ineludibili cinquantenni (l'ex-ceto politico del Settantasette che da sempre impedisce ogni ricambio generazionale) davanti a Palazzo d'Accursio, e a quest'ultimo episodio viene dato più spazio che al primo. Bologna è il laboratorio della merda che risale i condotti.
ho apprezzato molto lo scambio tra mangoni e stefano. credo che cofferati, in primis, non faccia che interpretare la linea ufficiale ds. il punto della legalita' si e' sentito infnite volte da fassino in giu'. prodi, in ogni caso, ha fatto notare chiaramente a cofferati la necessita' di non lesinare sul dialogo. sansonetti secondo me esagera, interpretando come snodo ideologico quello che altro non e' che la rigidita' di carattere di cofferati (il carattere di un uomo e' il suo destino, come dice eraclito). quanto invece alle ultime cose di wu ming 1, a me sembra che ci sia un attivo interesse da parte di certa "informazione" ad equivocare: per far passare l'idea che la sx e' litigiosa e non puo' governare, e se e' possibile, per farci scivolare tutti verso una china inquietante. penso che in frangenti come questi bisogni usare molto buon senso, molto parlare, aver pazienza di capire e adoperarsi per placare gli animi quanto piu' possibile.
Bè, una disamina amara che lascia davvero senza parole. Io, pur criticando aspramente Cofferati, non me la sento di essere così catastrofista. D'altra parte, dispiace prendere atto di come quella che è stata per anni una capitale di civiltà e tolleranz ammirata in tutto il mondo stia cambiando così radicalmente.
Certo, Beppe, non c'è dubbio che il centrodestra ci stia marciando alla grande. Ieri, durante gli scontri di Roma, l'ottimo Landolfi auspicava la presenza di un Cofferati...
ciao, non solo ci sta marciando, ma secondo me ci conta. te lo dico meglio con alcune domande retoriche.
1) un partito che volesse il pugno di ferro, a quali condizioni sociali mirerebbe?
2) quale e' il partito della coalizione di governo che non ha ancora avuto altro che contentini? cosa aspetta, a cosa mira?
3) a quali forze della sinistra berlusconi ha sempre espresso il rispetto? perche' (per converso) teme prodi?
4) infine, un imprenditore che non avesse soldi per far fronte agli impegni presi, cosa farebbe? nel caso di quell'imprenditore che tutti abbiamo in mente, quale sarebbe la strategia corrispondente?
(spero solo che le soluzioni *non* siano riportate nelle cronache dei prossimi giorni)
WM1: mi devo spaventare visto che andiamo d'accordo su qualcosa in 13 anni?
"Vista da Milano, la presunta novità bolognese - un sindaco di sinistra che agisce come la destra - tanto nuova non è. Agosto 1989, vigilia del primo e cruento sgombero del Centro sociale Leoncavallo: «La strada per costoro porta dritto a San Vittore», aurea sentenza pronunciata dal vicesindaco Luigi Corbani, «migliorista» - allora c'era ancora il Pci - antesignano e fervente apostolo del securitarismo, ingrediente indispensabile per la sinistra per vincere le elezioni (poi invariabilmente vinte dalla destra). Poi venne la stagione dei «comitati di quartiere» contro viados, lucciole, zingari, immigrati, pure questa cavalcata dalla «sinistra» senza alcun beneficio nelle urne. Anche il diessino Filippo Penati, attuale presidente della Provincia di Milano, da sindaco di Sesto San Giovanni si era conquistato una qualche notorietà per le iniziative contro zingari, prostitute e loro clienti. Insomma, Cofferati è solo l'ultimo della lista e un po' fuori tempo." Dal manifesto. Il link all'articolo e':
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/25-Ottobre-2005/art39.html
Che strano. Un sindaco che pretende di far rispettare la legge. Che strano. Un politico, di sinistra, che non fa finta di niente di fronte ai problemi e decide di affrontarli di petto.
Che strano però cominciare a far rispettare le regole a chi ancora non beneficia dei propri diritti.
Dai, posso "sdrammatizzare" con una battuta che va a parafrasare un titolo di "Cuore" ?
Vado.
Nella notte tra sabato e domenica torna l'ora legale.
Non ditelo a Cofferati se no si monta la testa.
:)
Ma affrontarli di petto come? Mandando le ruspe senza nemmeno avvisare i servizi sociali? Come mai tanta gente sproloquia su Bologna senza avere la minima idea di quel che sta succedendo in questa città, fidandosi solo di quei pochi incompleti scampoli di informazione che arrivano a livello nazionale? C'è tutto l'interesse a far passare il risultato di un anno e mezzo di tensioni diffuse e zero volontà di fare un passo avanti per uno scazzo personale tra Cofferati e Bertinotti. Perché questi saputelli non ci dicono come mai, secondo loro, la CGIL di Bologna è ipercritica nei confronti delle politiche della giunta? Faccio notare che la CGIL di Bologna è tutto fuorché un focolaio di estremismo.
L'impressione che dalla stampa nazionale arrivassero notizie incomplete l'ho avuta da subito. Anche io non credo sia tutto riconducibile ad un confronto Cofferati-Bertinotti. Comunque, clamorosamente fuori luogo l'articolo odierno di Francesco Merlo su "Repubblica". Ma che giornalista è questo? Perchè non lo mandano da Polito?
Ma come, non avete ancora criticato il vostro mito Zapatero al quale la Guzzanti, sempre attenta ai propri interessi, ha dedicato un film? Altro che Cofferatti, Zapatero a clandestini e casinisti vari fà un culo così in Spagna e se vi servono i dettagli ve li fornisco volentieri.
Cofferatti, cinque anni fa, era l'idolo di quella parte della sinistra delusa dalla mancanza di spina dorsale dei diessini e gli ex-compagni moderati. Un sindacalista tutto d'un pezzo che non ha avuto nessun problema a ritagliarsi un posto nella rossa Bologna.
Ed ora che cerca di stabilire un pò d'ordine pubblico in una città come Bologna che comunque ne ha bisogno anche se meno di altre, lo chiamate "Questore". Pur non adorando il cinese mi chiedo perchè i compagni debbano da anni ormai a questa parte, schierarsi dalla parte dell'illegalità, da chi delinque a chi graffita, a priori. Volete l'anarchia? Continuate così, salite al governo e poi vedremo i risultati, gli stessi che si sono visti ovunque abbia attecchito il comunismo nel mondo da quando esiste.
io insisto. passate da me. non per il mio blog di cui non mi frega nulla, ma perché sentire le cose dai bolognesi è molto diverso che vederle alla tv e sui giornali. Il motivo per cui ho svolto la mia informalissima immagine è che a Bologna ho vissuto, pure in un ambiente dove c'erano molti '77ini doc, e nun me pareva proprio che ci siamo con i resoconti mediatici. Mi è stato detto che un po' ci siamo e un po' no, e io invito a vedere perché è un punto di vista proprio diverso.
Ciao a tutti
Carolina
scusate, indagine, non immagine. parlavo di media ed eccoti la papera. :-)
Carolina
Mangoni: contesto solo la tua immagine di un Cofferati che abbia cercato di accreditarsi come leader dei movimenti. Ripensando alla sua storia post-CGIL, non credo che questo sia accaduto. Se ricordi il famoso dibattito televisivo tra lui e D'Alema, non potrai dimenticare come fosse evidente la sua scelta di *no* entrare in politica.
Ancora: con tutto il politico disprezzo che porto per il presidente dei DS, non credo che abbia potuto mettere all'angolo Cofferati. Credo che se in quegli anni avesse voluto "vincere", avrebbe potuto fare manbassa di consenso popolare, alla faccia del pentolone in cui ribollono le losche manovre di partito. Il Cinese si è dimostrato stalinista anche in questo, quando c'era tutto da guadagnare e niente da perdere: ha anteposto il partito, anche se è un partito in cui si riconosce poco o nulla.
Detto questo, sia chiaro, quello che accade a Bologna mi piace poco o nulla, ma non riesco a vedere il sindaco come causa di tutti i mali. Cofferati ha trovato un degrado insostenibile, lasciato in eredità da Guazzaloca, su cui lavorare immediatamente. Semplicemente, lui lo fa da stalinista, a viso aperto, un Veltroni avrebbe fatto lo stesso, ma con più charme.
Sono d'accordo sul fatto che Cofferati non sia la causa di tutti i mali. Su Veltroni non saprei, di certo non è un santo, nonostante l'ostentato buonismo, ma senz'altro sa relazionarsi meglio con le realtà "alternative" di Roma. Certo, non si discute che la matrice politico-culturale dei due sia l'identica.
per tornare a sansonetti, penso che il solo fatto che abbia usato la categoria di "stalinismo" testimoni, di per se, l'errore di voler ridurre tutto a categorie ideologiche. e' un errore simile a quello che fanno altri quando sostengono che in fondo cofferati e' "padano". devo proprio insistere, scusate, ma non penso che la matrice politica-culturale possa spiegare piu' di tanto. secondo me la differenza tra, diciamo, cofferati e veltroni (o se preferite prodi) e' proprio nel carattere della persona ed il nodo bologna va affrontato tenendo conto di questo aspetto, e di certo senza farlo diventare una questione di principio (che e' il modo migliore per farla finire a sputi in faccia).
bah. dalle info che ho raccolto il nodo di Bologna non esiste proprio, come sospettavo d'altronde avendoci vissuto. Per cominciare è una città dove si discute di tutto quanto compreso il rifare i marciapiedi con un tasso di partecipazione a molti di noi ignoto. Poi la questione dei lavavetri è quella emersa nei media, ma in realtà ci son stati molti altri interventi per esempio su baraccati, abusivi, schiamazzi notturni etc. e da mesi, e qui nessuno parlava non solo di "Padania", ma proprio di nulla. La Rifonda di Bologna a quanto ne so a livello partitico fa manfrine, mentre con quella di Roma, e con Prodi, casomai sono in corso sperimentazioni della nuova legge elettorale. Che poi ci siano militanti incazzati a Bologna, comunisti, e pure in qualche caso cattolici è vero, e che Pocket Coffy sia un decisionista anche. Però io sono stata cordialmente invitata da gente che a Bologna ne ha viste di cotte e di crude e da più di 20 anni a occuparmi più della devolution e della Lombardia che di loro. Non solo. AN, FI etc. stanno ora prendendo posizioni sul tema della legalità, ed è molto divertente, sembrano delle pere mature :-))) A Bologna oltretutto prima o poi Cofferati di questo passo avrà un plebiscito secondo i miei amici osservatori, e spesso, ancorché non sempre, attivisti, che in ogni caso si fidano del fatto che anche con le ordinanze, anche con limiti culturali molto contestati, anche con tutti i dubbi che si possono nutrire sul "prima ti legalizzi e poi se è il caso il Comune ti aiuta" poi gli aiuti e la politica di sinistra arriveranno. Insomma pare che la stima di Cofferati sia tuttosommato fuori discussione il che non vuol dire ovviamente che manchino le critiche anche feroci.
Quanto alla Chiesa mi si dice che si vede molto più in tv che in Piazza Maggiore, e che sta solo cercando di smarcarsi di dosso approfittando del "caso" Cofferati l'antipatico pensum per cui avrebbe appoggiato il nano e la lega - e un po' di questi ultimi almeno si dev'essere rotta sul serio, visti i casini palpabili che le loro leggi creano proprio alle famiglie italiane e l'immagine che ne consegue. Secondo me insomma è bene guardare a una teoria dei giochi, e non a un caso che, sia pure interessante e istruttivo, più che montato da Bertinotti sembra proprio montato dalla campagna elettorale.
Carolina
Strani tempi (o "tempi bastardi" come direbbe il comico Patrucco). Sono d'accordo con berja e quindi d'accordo con Wu Ming 1 (!) e persino d'accordo con quanto detto da Bifo (!!!) sulla città divisa tra "stanziali" e "nomadi". Il problema è che i bolognesi non sono (solo) i residenti ovvero gli elettori della città. Io sono bolognese di adozione e residenza, ma nomade come tipologia.
Io la vedo così.
Scena prima. La Giunta di Bologna concorda (detto da Cofferati) sulla necessità di intervenire su alcune situazioni di degrado della città di Bologna.
Scena seconda. Cofferati manda i vigili e le ruspe, senza avvisare i servizi sociali.
Ora, Cofferati sarà decisionista, pure stalinista se si preferisce, ma gli alleati di giunta che oggi lo criticano cos'hanno fatto nel frattempo?
I servizi sociali non ne sapevano niente, altra notizia edificante. A Bologna lavora solo Cofferati?
A parte la battuta, non ho letto in nessun intervento critico una doverosa premessa: (visto che c'ero) ho fatto/non ho fatto....
E' solo una mia lacuna? Io lo spero.
Io so solo che Bifo è un caso a parte. Se mettessero in tv le idee sociali di tanti miei amici di qui come "idee che circolano a Milano" pure noi diventeremmo un caso. :-)))
Carolina