I cittadini che da sempre rivendicano il proprio ruolo attivo nelle scelte politiche stanno avendo notevoli soddisfazioni: alla faccia di qualche residuo
tentativo di scippo da parte degli irriducibili, si sentono e leggono affermazioni impensabili solo un mese fa.
Tra queste, un
articolo pubblicato mercoledì 26 su Repubblica a firma del segretario cittadino dei DS, Pier Majorino, il quale scrive:
«scegliere insieme agli elettori il candidato sindaco significa contrapporre alla conservazione dall´alto che si è materializzata con l´investitura di Letizia Moratti da parte del Cavaliere il suo esatto contrario. L´innovazione dal basso». Sorprendente, se si pensa che solo 90 giorni fa aveva
bocciato come
«una proposta bizzarra» la richiesta di primarie comunali da parte di
Davide Corritore.
Nonostante un marginale scivolone (Pier non rinuncia a riaccendere un focherello polemico sulla vicenda Veronesi, dove i DS di Milano hanno commesso una serie di errori politici da lasciare basiti anche i loro più accaniti sostenitori), Pier dice una serie di cose sensate:
«dovranno essere primarie "vere", a cui possano partecipare esponenti dei partiti come personalità autonome della società milanese, "per" un´altra idea di Milano».
Tutto giusto, ovviamente. Ci permettiamo però - da citt
adini sempre critici nei confronti del mondo politico, ma altrettanto attenti e partecipi - di manifestare qualche nostro
sogno ai partiti:
1 - Tra i valori dell'iniziativa, secondo Majorino, sta il fatto che
«si insisterà e positivamente su forme di dialogo diretto tra partiti ed elettori sfuggendo alle inutili contrapposizioni tra "rappresentanza politica" e "società civile" a cui ci si spesso tristemente abituati». Benissimo. Possiamo quindi aspettarci che la "rappresentanza politica" compia il primo passo, dando un drastico taglio ai suoi
maneggi di retrobottega, alle
frasi ambigue, alle sue piccole e grandi
arroganze?
Sognamo che - magari senza ammetterlo apertamente - queste persone abbiano capito che il senso vero del grido dei 4,3 milioni non era poi tanto diverso dal
grido di piazza Navona.
2 - Majorino sottolinea che gli aspiranti candidati
«dovranno sottoporsi alle «regole» che il Cantiere individuerà in termini di firme raccolte, condivisione dei lineamenti programmatici attualmente in elaborazione e così via». Molti dei rappresentanti delle associazioni impegnati al "cantiere" lamentano la mancanza di potere decisionale, che sarebbe monopolizzato dalle rappresentanze diessine, le quali coordinano l'iniziativa e sovraintendono alle (poche) scelte compiute.
Sognamo che anche in questo luogo di elaborazione - che ha grandi potenzialità - la politica si decida alla sospirata
Perestroika, dando finalmente alle tante persone impegnate l'autonomia sufficiente a trasformarle da
trompe l'oeil in soggetto produttivo.
3 - Come dice
Corritore, uno dei più accaniti sostenitori delle primarie,
«l'idea di democrazia partecipata deve entrare nel Dna civico», per uscire dall'attuale condizione di
«democrazia vigilata».
Sognamo che le forze politiche si impegnino a istituzionalizzarle, perché il futuro non ci riservi altre situazioni "autolesioniste" (e qui rimandiam l'accusa al mittente) come la vicenda veronesi.
Siamo certi che sarà sufficiente un solo gesto di buona volontà, anche simbolico, per dare a tante persone di buona volontà una ragione per accantonare amarezze, frustrazioni e delusioni nei confronti della politica e ricominciare a lavorare insieme per rimbalzare Letizia al mittente, con contorno di pernacchie. Sarebbe una gioia incommensurabile.