Emanuele Fiano, il Settimo Milione e l'atmosfera a Milano - Italia o Itaglia?
di Carolina Figini
Per ieri 3 novembre Emanuele Fiano ha indetto, con queste
motivazioni,
alle 18.30, in Piazza Diaz, a Milano, un *Israel Day* in qualche modo
alternativo a quello dell'Elefantino.
Ho deciso di andarci, come in fondo in tempi meno sospetti, fossi stata a
Roma, sarei andata pure a quelle di Giuliano Ferrara. E non mi sono affatto
pentita.
Ho girato una piazza multicolore, con bandiere israeliane, palestinesi,
italiane e di ogni altro genere possibile, con molta gente e molti dibattiti
grandi e piccoli in corso ovunque.
Perfino la polizia ieri era simpatica, devo dire la verità. Sospettava di
disordini un po' a ogni occasione, ma fondamentalmente l'ho vista in qualche
modo per una volta coinvolta, interessata, e pure simpatizzante quando il
discorso cadeva su temi tipo il delirio razzista anche di alcuni nostri
governanti. Con alcuni agenti son perfino riuscita a scambiare qualche
chiacchiera, frizzo e lazzo.
Non che la tensione non ci fosse. Era un'Italia, e non solo, diversa dalla
solita in piazza. Si parlava, a volte conoscendo e a volte ignorando le
altrui posizioni politiche piuttosto che appartenenze religiose, nazionali e
quant'altro, accesamente di nazismo, di comunismo, di sionismo, di politica,
di cultura, di storia, di attualità, di tutto insomma.
Ma andiamo con ordine. Sono arrivata in Piazza Diaz verso le 18.50.
Ero un po' preoccupata, perché avevo letto di tutte le recenti
manifestazioni sfociate in scontri anche pesanti. Ho invece trovato quanto
descritto sopra, e aggirandomi mi son trovata in conversazioni molto
interessanti. Non avevo con me la Yashica, ma devo dire che mi son trovata a
fare e a partecipare a cose per cui forse sarei stata più un soggetto che
una reporter. Per esempio una stretta di mano a sei mani fra me, un tunisino
pacifista musulmano e un israeliano pacifista ebreo, molto difficile,
sentita, ma bella ed effettivamente avvenuta, dopo un po' di discussioni fra
persone che non si conoscevano, ma si cercavano, e avevano molta voglia di
confrontarsi.
In questi frangenti mi son trovata a prendere anche a mano e un po' in
consegna (svariate persone venivano a parlare, a gridare, a insultare, ma
anche a dialogare e ad aggiungersi) uno striscione che auspicava la pace in
Palestina, la pace in Medioriente, la pace per Israele e ovunque.
Un gruppo mai visto prima - fra l'altro dai miei 18 anni non mi trovavo con
una persona alla mia sinistra che sventolava una bandiera palestinese, ma
pure con gente di fronte, di fianco e ovunque che ne sventolava di
israeliane, e in tutto un'enorme partecipazione di tutta una fascia d'età
che andava dai 16 ai 65 anni. Chiaramente ho dovuto ogni volta specificare
che ero lì un po' per caso, dal punto di vista dell'accoglienza che
spontaneamente mi ha dato questo gruppo di pacifisti in cui rientravano il
tunisino musulmano, diversi uomini e donne italiani di tutte le età di cui
ignoravo molto - e di cui alla fine ho ricevuto un quadro positivo. C'erano
inneggiamenti un po' folli al presunto pacifismo francese, che mi son
comunque serviti molto per poter dialogare con gente varia ed eventuale,
compresi Israeliani delle più disparate opinioni fra cui il mio "padano di
Jenin" che penso ricorderò sempre (e che comunque altro che la fabbrichètta,
uno sui 70 anni che solo dalla faccia si capiva che gli è stata sterminata
mezza famiglia, poi era talmente sclerato che potevi pensare fosse pure del
Mossad, non lo so, uno che pensa che in Italia si occupi d'Israele solo il
Berlusca, con dei fidati legaioli che per lui altro non sarebbero che
alfieri della lotta ai cancellatori d'Israele soprattutto arabi, e al limite
forse secondo lui ragionerebbero in modo comprensivo dei problemi di Israele
i rifondaroli, per una dei quali mi aveva anche scambiata:-))).
Bagno di folla. Bagno di contrasti che non si sa se in alcuni casi fossero
artificiosi, in alcuni casi sicuramente no. Bagno nelle ferite aperte di
tutta una società, e di altre, ma anche in un continuo e pacifico, seppur
serratissimo confronto a tutto raggio, e dico sul serio pacifico, anche se
sempre sul filo del volare di qualche cazzotto (ci voleva mooolta, mooolta
attenzione sempre, proprio anche a livello visivo e sensoriale in genere).
Non so, ma penso nel mio piccolo che Fiano abbia dato vita a un'esperienza
stupenda. Difficile, ma tutt'altro che falsa. Un confronto vero a sinistra,
con anche impreparazioni, fanatismi, ingestioni troppo massicce di puttanate
mediatiche e ideologiche in alcuni casi, e invece in altri una straordinaria
maturazione civile, e tutti insieme.
Voglio anche dire che i ragazzini della scuola ebraica, pur non essendo io
una a favore degli istituti confessionali, erano un prodigio. A parte che io
amo sapere che nel mio Paese possono manifestare, anche tutti
adolescenzialmente avviluppati nelle loro bandiere con la stella di David
anche in gruppo, con timori, stringendosi tutti assieme come facevano loro -
anche solo perché così magari si tramanda nelle loro famiglie.
Erano colti, curiosi, provocatori ma pronti, sempre con un mini meccanismo
di autotutela collettiva, a conoscere e a farsi conoscere. Hanno negato di
non occuparsi della Palestina e hanno anzi spiegato degli incontri che la
loro scuola o comunità organizza con rappresentanti del mondo musulmano e
cattolico anche specificamente su quel problema. Erano timidi, impacciati,
forse alla loro prima manifestazione, alcuni, ma sono dei cittadini modello
*in fieri*.
Lo dico sul serio.
Avevano fame di "Sinistra per Israele", avevano paura, avevano però molto
fegato tutto sommato, e molta voglia di partecipare alla vita di questo
Paese.
In ultimo voglio ricordare un signore anziano, dichiaratosi ebreo, che era
troppo vecchio per quella sorta di migrazione che compivano gli studenti
medi ebrei fra i vari striscioni ogni volta interrogando e interrogandosi.
Seguiva tutte le conversazioni, un po' in disparte, come fa uno che ha la
piena coscienza che sia importante prima di tutto capire.
L'ho incontrato diverse volte, per alcuni attimi ci ho parlato, per esempio
della nostra ipocrisia quando gridiamo al confessionalismo dello Stato
d'Israele, che in tutto consiste in un paio di modifiche molto recenti alla
sua Costituzione in tempi di guerra peraltro, favorite dall'integralismo
ebraico e dai suoi gruppi, senza guardare a ciò che vien fatto alla nostra
di Costituzione, alla nostra di laicità, snenza contare che comunque nel
nostro ordinamento un ebreo, dico un ebreo, sarebbe solo un "a-cattolico"
con tanto di alfa privativo!
PS d'altra parte comincerò a essere un pizzico meno critica sul fatto che la
sinistra non ricorra moltissimo allo strumento manifestazioni: questa era
una piazza gremita, ma se fosse stata una città gremita, un corteo di tre
milioni di persone, alcune delle manifestazioni anche confliggenti che le
persone, non dico i gruppi, hanno portato avanti ognuna con le proprie
motivazioni e molto accesamente all'interno della manifestazione complessiva
e collettiva, se sfuggite di mano avrebbero potuto comportare disordini
epocali!!!
Brava Carolina! Mi è spiaciuto1casino nn essere lì con voi ma proprio nn potevo cavolo.. Sono contenta ke tu abbia conosciuto i ragazzi della scuola ebraica x' lì è dove 1parte d me è maturata molto..la parte aperta al dialogo, alle persone, al confronto critico ed AUTOcritico ke è fondamentale.. e ke m'ha trasmesso valori basati sulla vita e sul libero arbitrio delle persone..insomma è una scuola stupenda,con 1sacco d problemi economici seri ma fatta di Professori fantastici e ke auguro a tutti..
Cmq.. Insomma c voleva1testa d Kaz.. come il Presidente dell'Iran x far vedere ke a questo mondo c son ancora persone ke ragionano con la testa e ke amano la pace.
1bacione a tutti quelli ke erano lì
cara Giorgia, di gente che ragiona e che ama la pace ne sta venendo fuori tantissima e devo dire, molto più brava di me che mi sto riavvicinando un po' alla politica ma solo perché qui altrimenti si sprofonda nella melma.
Anche rispetto a 15 anni fa (io ho quasi 33 anni, solo ieri la ragazzina ero io, che impressione) le cose son cambiate tantissimo, e parlo già di tempi tipo il 1989, mica il 1950.
Allora una manifestazione del genere era difficilissimo farla, vederla e pure pensarla. Si litigava "interculturalmente" su un tg fino a far saltare qualsiasi riunione, partendo poi da assunti balzani (colpa pure dell'età, ma secondo me anche di 'sto Paese un po').
Mi spiego: c'erano cose tipo che la gente del tuo gruppo ti diceva anche di essere ebrea (individualmente, a tu per tu, raramente in una piazza, ma tieni conto che io del '72 sono cresciuta ancora con dibattiti in famiglia su temi del tipo che non si dicesse che un conoscente o amico era ebreo per proteggerlo). E lo diceva, ma poi se ne parlava molto poco, quindi quasi quasi si stabilivano solo degli apriori: da parte loro, "siamo di quelli che sono sempre stati nei movimenti di sinistra europei, in, e invece con me non si parla di Palestina, out" e da parte dei non ebrei, "abbiamo degli ebrei, in, ma che cosa pensa ognuno di loro? out". non per razzismo ma per sorta di falso pudore e per il clima, che è migliorato, è migliorato immensamente.
ci sono gli imbecilli antisemiti, ma non fanno "cultura", non so se sono chiara.
purtroppo a volte fanno politica, comunque secondo me i cittadini li subiscono come gli altri politici, quelli ladri o quelli stupidi o tutte e tre le cose assieme (e come dici tu basta aprire gli occhi per vedere tanti bei reucci ignudi).
In pratica non sono opinion maker, ma leader di cazzo di qualche gruppo d'invasati piuttosto abusivo peraltro non solo nei confronti delle persone che non suscitano le loro simpatie farlocche.
Ho visto un po' d'Italia oltre alla troppa Itaglia che mi tocca vedere, insomma, il giorno 3, e sto tuttora gongolando.
Per il discorso scuole, spesso quelle ebraiche sono di alto e anche altissimo livello, ai professori bravissimi credo, al fatto che abbiano pochi soldi pure, ma non concordo molto quando questo diventa un tema di lotta politica.
Io non sono molto per il confessionalismo, e mi fa un po' ridere che quelli che hanno imparato a scuola che la rivoluzione francese sarebbe un baratro rispetto al medioevo si mettano insieme a ebrei, musulmani, protestanti e quant'altro per i ghelli pubblici alle loro scuole.
Mi fa sul serio un po' ridere.
Ma meglio che si mettano insieme per qualcosa, al massimo è un'esperienza della loro vita e sono ragazzi, e poi magari un giorno di questo passo ci troviamo un sistema scolastico come quello Usa e si dovrà sul serio pensare in termini di istruzione privata (sperando almeno però che sia un criterio per garantirla universalista).
Che lo facciano, insomma, io ho manifestato per di tutto e di più nella mia vita. :-)))
Carolina