A leggere le recensioni non c'è molto da aspettarsi, eppure questo indipendente americano profondamente radicato nella cultura ebraica è un buon film. La storia perte in modo un po' bislacco, con Maggie (
Cameron Diaz) ubriaca e con gli occhi pesti che piomba nella vita della sorella Rose (
Toni Collette, ottima coprotagonista della
trasposizione cinematografica di
About a boy di
Nick Hornby), avvocata, dedita al lavoro, problematica, martoriata dai problemi congli uomini. Da questo primo evento si dipana
una storia che sotto forma di commedia brillante tratta argomenti "pesi" quali sincerità, fiducia e senso di colpa. E lo fa con intelligenza e delicatezza, senza strafare, con giusto quella punta in più di retorica che è ormai necessaria al pubblico americano per riuscire a comprendere il messaggio.
Non è un capolavoro, ma è un film ben pensato, ben fotografato, ben diretto (nientepopodimeno che da
Curtis Manson, che ha all'attivo film del calibro di 8 Mile e L.A. Confidential), e bene interpretato. Una menzione speciale a
Shirley McLaine, superba interprete della nonna delle due sorelle, solida e complicata come si conviene, ferita e dolorante a dispetto per le sue pene antiche, ma disposta comunque al perdono. Divertente la citazione dal film Rocky, con la corsa alla cima della scalinata, che sottolinea il conseguimento di una nuova consapevolezza nella vita dio Rose. Troppo, ma davvero troppo bella Cameron.