Tre candidati in piazza
Prima uscita pubblica dei candidati alle primarie (tranne la Milly Moratti, al momento oltreoceano) in occasione della "
Piedifestazione dei Verdi contro lo smog e contro l'inerzia di chi ci governa". Dopo le considerazioni "verdi" di rito, Davide Corritore, Bruno Ferrante e Dario Fo hanno preso la parola in ordine inverso di età. Al di là dei contenuti - tante belle parole, concetti da mettere a punto, anche se nessuno ha commesso un "errore Veronesi" (lasciarsi sfuggire un qualsiasi apprezzamento per lo scellerato Albertini e la sua giunta) - questa occasione è stata utile per verificare la capacità pubblica dei tre potenziali sindaci.
Dario Fo: alla faccia dell'età che avanza e di qualche acciacco, appena afferra un microfono Dario si trasforma nel grande animale da palcoscenico che conosciamo. E' incredibile la quantità di energia che sa estrarre dal cilindro questo uomo ormai avanti con gli anni, ma straordinariamente lucido. Dopo due minuti l'inizio di via Dante era un palco, tutti gli altri (candidati e addetti ai lavori) erano spariti e c'era solo lui, al centro dell'attenzione.
Bruno Ferrante: una sorpresa. Ci aspettavamo un uomo ingessato e irrigidito da anni di polizia e prefettura, abbiamo visto un discreto oratore. Serio, pragmatico, chiaro, anche se incapace di emozionare. Nonostante fallimento politico che ha portato Ferrante alla candidatura, nonostante l'ex prefetto sia una scelta di ripiego, l'uomo è valido e - se gli uomini di partito avranno il buon senso di tenersi in disparte - potrebbe avere gioco più facile di quanto pensassimo.
Davide Corritore: alla sua prima uscita in piazza ha saputo sfruttare le sue doti di simpatia e comunicativa. Davide - unico sconosciuto, ma perfettamente a suo agio davanti a qualunque pubblico, siano top manager o cicloattivisti - ha detto le cose giuste nel modo giusto, non ha polemizzato, ha sottolineato il valore che queste tre candidature possono dare all'Unione. Alla faccia dell'ostracismo mediatico (a parte il Corriere della Sera, nessun quotidiano gli assegna lo spazio che merita), siamo certi che se Davide saprà portare le sue idee e la sua faccia sul territorio, potrà ottenere risultati sorprendenti.
Conclusioni: Milano merita delle primarie serie, anche se i partiti hanno fatto di tutto per non attuarle, cercando candidature-supermarket a coprire la propria incapacità di creare al proprio interno personaggi credibili. Troppo poco lungimiranti per capire che primarie vere sono un valore straordinario, hanno già egemonizzato l'agenda di Ferrante (di fatto canncellando ogni possibilità di confronto pubblico con gli altri candidati sul territorio) per fare del 29 gennaio una festa nazional-popolare di investitura e autocelebrazione. E' una politica di basso profilo, pericolosa, che una volta di più rivela l'inadeguatezza delle persone che hanno gestito l'opposizione a Milano in questi anni.
Visto che con tutta probabilità si approprieranno abusivamente del merito della vittoria milanese della primavera 2006, resta da augurarci che il vincitore delle primarie e quindi delle elezioni, abbia la forza e il buon senso di dare un segnale forte di cambiamento, escludendo dalle posizioni chiave gli omini di partito, limitandosi a gratificarli con stipendi anche cospicui, ma dove non possano fare danno. In questo senso, il candidato dato per vincente è anche quello che offre meno garanzie, vista la sua storia e la nascita della sua candidatura. Speriamo in bene.
13.11.05 19:10 - sezione
milano