Don Camillo va alla Guerra
di Nicola Tranfaglia
Signor Cardinale, la sua reazione, diffusa dalle agenzie di stampa, alla lettura dei giornali che commentavano l’apertura della Conferenza dei vescovi ad Assisi in cui ha parlato di «pallottole di carta» e di pericolo per la Chiesa per quei commenti mi è parsa assolutamente fuori luogo.
Il linguaggio si avvicina ai termini militari e la condanna della stampa che fa solo il suo mestiere raccontando la Conferenza e assumendo le posizioni che ritiene più convincenti non può appartenere a un’istituzione che vuole essere indipendente e al di sopra delle parti politiche. Dichiarazioni come quelle che ha ritenuto di poter diffondere non fanno che esasperare lo scontro e rendono più difficile un dialogo di cui pure tutti abbiamo bisogno.
Ho letto con attenzione il suo ultimo discorso alla Conferenza dei vescovi per l'interesse che le sue posizioni hanno assunto da tempo nel dibattito politico italiano.
Anche in questo ultimo discorso lei afferma, citando le parole di Benedetto XVI, che «la Chiesa non rivendica per sé alcun privilegio ma soltanto avere la possibilità di adempiere la propria missione nel rispetto della legittima laicità dello Stato».
Ma, a leggere la sua prolusione, lei ancora una volta si contraddice apertamente giacché affronta tutti i temi della politica italiana e distribuisce pagelle positive o negative a seconda dell'indirizzo che hanno le azioni dell'uno o dell'altro protagonista.
Così, sulla questione dell'università e della ricerca, non avanza critica alcuna alla politica di avvilimento della ricerca e del fondo ordinario destinato agli atenei, al fatto che l'Italia in questi anni è diventato il fanalino di coda dell'intero continente europeo e che persino in questa finanziaria ancora all'esame le risorse maggiori sono andati alle due istituzioni legate al ministro Tremonti e al presidente del Senato Pera mentre l'intero sistema universitario è stato sottoposto a un nuovo mortificante salasso di finanziamenti.
E nello stesso tempo, caro cardinale, lei sente il bisogno di bacchettare quei studenti e quei professori (che sembrano essere, se non la maggioranza, la parte più attiva e più preoccupata) che hanno partecipato alle proteste per la legge delega sulla docenza universitaria che rischia di escludere i migliori delle nuove generazioni dall'approdo universitario, criticando i «toni che a volte sono apparsi eccessivi e con forme non sempre accettabili».
Il capitolo sulla scuola nella sua prolusione si conclude con la sottolineatura degli accordi con il ministro Moratti per confermare il vecchio insegnamento dogmatico sulla religione nelle scuole piuttosto che favorirne uno critico e storico legato al confronto tra le varie religioni.
Quanto alla legge finanziaria ancora sotto esame parlamentare, lei non dedica una riga ai tagli pesanti agli enti locali che nei giorni scorsi la Corte Costituzionale, pur riferendosi alla precedente edizione del 2004, ha ritenuto illegittimi e concentra la sua attenzione esclusivamente alla famiglia e al sostentamento dei figli e ai problemi dell'andamento demografico. Di qui l'attacco deciso e, se me lo permette, piuttosto esagitato contro la sperimentazione della pillola RU-486 che fino a nuovo ordine rientra perfettamente nella legislazione vigente in Italia sull'aborto.
Ma questo discorso, signor cardinale, sembra un vero programma di governo piuttosto che la parola pacata e rispettosa della laicità dello Stato di cui dicevano le parole prima citate del Pontefice.
E verrebbe da dire, pur con il massimo rispetto per la sua carica, che se il presidente della Cei gareggia con i politici in termini di programmi e di posizioni estremiste non c'è poi da stupirsi né da scandalizzarsi se qualcuno non è d'accordo ed esprime con chiarezza un'altra e diversa posizione.
O mi sbaglio?
Nulla in contrario che la Chiesa (e per lei Ruini o vattelappesca) esprima le sue opinioni in merito a questioni generali.
Il tutto implica, però, che si viva in un contesto civile e fondato su una reale divisione tra Cesare e Dio. Vale a dire: niente concordato, mantenetevi da soli, state fuori dalle istituzioni e poi, come qualunque gruppo che ha delle idee, dite la vostra.
PS. Ho sentito delle dichiarazioni orripilanti della Turco (sembrava la Bindi o Giovanardi). Se una parte della sinistra italiana è questa...
Mi dispiace ma io non sono d'accordo che la chiesa debba esprimere le sue opinioni in merito a "questioni generali", per il semplice fatto che la chiesa non sta esprimendo nessuna opinione: fa politica e basta.
Esprimiamo anche noi le nostre opinioni in merito all'ingerenza ecclesiastica: questo e' il link al loro contatto. Scrivete se potete.
http://www.chiesacattolica.it/cci_new/info.jsp?id_tab=2
Mi dispiace ma io non sono d'accordo che la chiesa debba esprimere le sue opinioni in merito a "questioni generali", per il semplice fatto che la chiesa non sta esprimendo nessuna opinione: fa politica e basta.
Che vuol dire, non capisco.
La differenza tra fare politica ed esprimere opinioni mi pare piuttosto sottile..
Quello che conta è che la chiesa non esprima le proprie opinioni (faccia politica) a carico nostro (otto x mille, esonero ICI, stipendio insegnanti religione e via dicendo).
Per il resto dicano quello che gli pare..
Caro Olegna, voglio dire che la chiesa, quando "esprime" le proprie opinioni, indica al governo cosa fare. Vedi? Hai ben scritto: otto x mille, esenzione ICI etc, insegnanti di religione etc... Come si dice, cristianamente parlando? Chiedete e vi sara' dato.
Invece del cristiano "chiedete e vi sarà dato" propendo per laico/laido "chiagni e fotti". Saluti ferini.
democrazia per democrazia, si puo' dire che ruini ha rotto i coglioni ?
nel 'padre nostro' dovrebbero sostituire la parola 'pane' con 'ruinata', non c'è giorno che lui non debba aprire bocca su TUTTO, mi sembra molto di piu' della semplice espressione del libero pensiero.
infatti cristina non solo bisogna indignarsi ma rispondere punto su punto. come avevano fatto i ragazzi di siena ad esempio e come ha fatto ciampi prendendo le distanze.
mi teachavano da bambino "chi si fa pecora il lupo se lo mangia" ma forse nel presente contesto e' piu' giusto dire: "chi si fa pecora il pastore se lo mangia".
cmq la metafora di ruini vale fino ad un certo punto, credo non si sia mai beccata una pallottola di carta e sputo supercompressa sparata con una bic. certamente il mio compagno di classe che la ricevette nella cavita' auricolare in illo tempore avrebbe usato un altra metafora
ps alberto, perche' la foto di giorgia si puo cliccare, quella di ruini no?
RUINI HA ROTTO I COGLIONI!!!
Scusate l'effetto "urlato" ma non se ne può più! Io non vado certo a contestare il modo di consacrare l'eucaristia, perché loro devono venire a disquisire sul modo in cui utilizzo il mio sperma o, la mia compagna, gli ovuli! E così per tutte le questioni che esulano il loro ruolo religioso-morale, o che finiscono per costringere in ridicole regolette anche chi nei loro dogmi non crede. Hanno rotto e già da tempo...comincio a rivalutare la culinaria di Tonii... :-D
Per lo meno l'invasione di campo della Cei è bipartisan. E' di oggi la notizia: i vescovi criticano la devolution
http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/devolution/ceidev/ceidev.html
tiè, padani del cazzo, beccateveli pure voi!
certo che la criticano, la devolusciooon, hanno le mani in pasta ovunque, devolution significa anche sanità, e loro hanno le cliniche e gli ospedali...stai tranquillo Davide che se non fosse per quello non gl'importerebbe un fico secco, in fondo loro vivono all'estero no ?